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Autore: yoursincerely_ila    07/04/2015    1 recensioni
-Non puoi andartene-. Disse esasperato.
-Ah no? Beh, vuoi vedere invece come me ne vado?-.La rabbia incominciò ad uscir fuori e,perforandolo con lo sguardo, mi lasciò il polso.
-Clary...-.
-Tu non capisci. io non...-. Sbuffai. Perchè mi riusciva così difficile?
-io... non sento di appartenere a questo mondo, al tuo mondo-.Aggiunsi. Lo guardai negli occhi. lo sapevo che lo stavo distruggendo, ma era la verità.
Partendo dal presupposto che amo Clary e Jace,questa storia si ispira al libro Shadowhunters, in quanto compariranno alcuni luoghi e personaggi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Jocelyn Fray
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Manca ancora tanto ?- Chiesi fingendomi stufa. In realtà morivo dalla voglia di scoprire cosa aveva progettato. Voleva farmi una sorpresa e mi avevo ordinato di mettere il costume. A Dicembre. Il 5 Dicembre. Mi aveva bendato gli occhi e portata in macchina senza riuscire a fargli scappare qualcosa. Erano 5 buoni minuti che la vettura camminava per l'isola di Jace la suddetta destinazione.

-Quanto sei impaziente-. Ridacchiò e lo sentii guardarmi.

-Darei oro per sapere cosa ti passa per quella testa bacata che ti ritrovi-. Dissi ad alta voce. Troppo ad alta voce. Doveva essere un semplice pensiero. Arrossii violentemente e lui rise.

Un semplice gesto che mi provocò tanti brividi, volevo sentirla ancora.

-Siamo arrivati-. Annunciò quasi subito. Esalai un sospiro di sollievo e aprii la porta. Jace mi raggiunse e incominciammo a camminare. Sentendo le foglie frantumarsi sotto i miei piedi, capii che eravamo in un bosco.

-Attenta-. Mi disse troppo tardi che battei la fronte contro un ramo.

-Più tardi-. Scherzai con la testa un po' dolorante mentre quello se la rideva. Sbuffai. Camminammo per altri dieci minuti e non riuscivo a non dire frasi come "Te lo sei scelto il posto" o "Potevamo andare anche più lontano". Nel frattempo Jace rideva e mi aiutava a non inciampare siccome non mi cacciò la benda. Come se conoscessi questo posto come le mie tasche.

Almeno qualcuno si divertiva.

-Siamo arrivati-. Affermò e sentii che finalmente stava sciogliendo il nodo. Quando la luce mi accecò gli occhi dovetti focalizzare un po' il panorama.

-È... bellissimo-. Sussurrai. Davanti a noi si presentava una piccola radura dentro il bosco dove si notava che era stata 'ripulita'. Vi era a terra una tovaglia da picnic e un cestino che stava per scoppiare di prelibatezze. Una cascata cadeva su un piccolo lago dove ai lati vi erano degli scogli. Quest'ultimo andava a formare un'altra cascata di cui non vedevo la fine.

- Esplorando la zona mi sono ritrovato qui e ho pensato di portarti. Alec e Isabelle mi hanno aiutato a pulire un po' per terra-. Disse mettendosi le mani in tasca. Fissava un punto non definito.

-Alec ti ha aiutato ?-. Chiesi incredula. Isabelle era una ragazza solare e sociale. L'altezzoso che mi aveva definito 'pappamolla' aveva aiutato Jace a mettere a posto?

-Non è come vuole far sembrare-. Alzò le spalle e si diresse verso la tovaglia a quadretti. Si sdraiò su un fianco tenendosi con il gomito e io mi sedetti a gambe incrociate sovrapponendo il cestino fra di noi. Incominciammo a mangiare e tutto era squisito. Dalla focaccia alla torta al cioccolato.

-Hai cucinato tu ?-. Chiesi pulendomi le mani con un fazzoletto.

-Può darsi-. Affermò con noncuranza.

-Non sapevo che tu sapessi cucinare-. Ammisi guardandolo negli occhi. Ed era vero; non avevamo mai parlato di cose personali, e notai nelle sue pupille una luce di divertimento.

-Invece tu sapevi che avresti dovuto metterti il costume-. Detto ciò, mi ritrovai con la pancia sulla sua spalla, diretta verso il lago.

-Mettimi giù !-. Gridai più e più volte ridendo e dandogli qualche pugno sulla schiena. Si fermò proprio alla riva e mi fece scendere trovandomi di fronte a lui, solo che non aveva mollato la presa sui miei fianchi.

-Davvero volevi scendere ?-. Chiese con malizia. -Io dico che per questa bella bugia ci voglia una secchiata d'acqua-. Aggiunse, e mi buttò in acqua. Stranamente non era fredda, ma tiepida. Decisi di andarlo a prendere perché me la doveva pagare.

-Jace-. Lo chiamai uscendo tutta inzuppata. Si girò per poi squadrarmi da cima a fondo e non potei che abbassare lo sguardo. Si avvicinò e io ne approfittai.

-Vieni qui che ti do un bell'abbraccio !-. Gridai per poi saltargli addosso. Sfortunatamente riuscì a tenermi stretta a sé per poi entrare anch'egli nel lago portandomi sott'acqua.

-Non si fanno queste cose, piccola Clary-. I suoi capelli erano bagnati e alcune gocce gli ricoprivano il viso. Qualcuna era sul naso e non potei far a meno di continuare ad adorarlo. Era dannatamente bello.

-Di certo non ho cominciato io-. Uscii dalla mia fase di trans notando solo ora che le mie mani erano poggiate sulle sue spalle, e le mie gambe attorno al suo bacino. Dovevo sbrigarmi e mettere un po' di distanza, o sarebbe successo qualcosa. Feci una nuotata arrivando sugli scogli. Salii e mi misi con le gambe penzoloni, i piedi che sfioravano l'acqua tiepida. Era una sensazione strana; il freddo che provocava alla mia pelle dei brividi e l'acqua che li alleviava.

Jace mi raggiunse, non prima di aver preso un asciugamano per tutti e due. Mi cacciai i vestiti per rimanere in costume e mi avvicinai quel tanto che bastava per coprirmi anche io con la coperta. Notai che fece lo stesso, anche se poi la nostra pelle si sfiorava. Era una sensazione profonda, una sensazione di sicurezza.

Ammiravo la cascata e l'alone che creava nell'aria, era qualcosa di meraviglioso.

-Hai preso la tua decisione ?-. Chiese dopo un lungo silenzio. All'inizio non capii a cosa si riferisse, poi arrivai alla conclusione che Alec aveva dovuto parlare con lui.

-Si, è l'unico modo ormai-. Affermai. Se avrei incontrato un altro di quei... cosi, come mi sarei comportata? Dovevo essere pronta.

- Non devi sentirti costretta-. Eppure era come mi sentivo interiormente. E anche da un bel po'.

-A volte non devi fare ciò che ti piace, a volte devi fare ciò che è giusto-. Sussurrai. Ed era la verità; era la cosa giusta da fare.

-Vorrei che tu fossi il mio allenatore, di certo non sceglierei Alec-. Aggiunsi. Anche se dovevo stargli lontana fisicamente, era l'unica persona a cui avrei dato seriamente ascolto.

-Con piacere-. Mi soffiò sull'orecchio lasciandoci un piccolo bacio. Si alzò e dopo aver sistemato tutto, ritornammo alla macchina.

A casa arrivammo ancora fradici, e sperai che dopo la doccia riuscissi a non farmi venire un raffreddore. Ma uno starnuto cambiò le mie aspettative.

Lo sapevo, mi sarei ammalata.

  
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