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Autore: yoursincerely_ila    07/04/2015    1 recensioni
-Non puoi andartene-. Disse esasperato.
-Ah no? Beh, vuoi vedere invece come me ne vado?-.La rabbia incominciò ad uscir fuori e,perforandolo con lo sguardo, mi lasciò il polso.
-Clary...-.
-Tu non capisci. io non...-. Sbuffai. Perchè mi riusciva così difficile?
-io... non sento di appartenere a questo mondo, al tuo mondo-.Aggiunsi. Lo guardai negli occhi. lo sapevo che lo stavo distruggendo, ma era la verità.
Partendo dal presupposto che amo Clary e Jace,questa storia si ispira al libro Shadowhunters, in quanto compariranno alcuni luoghi e personaggi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Jocelyn Fray
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come avevo previsto, mi ero presa il raffreddore, e quando mia madre se ne accorse decise che non dovevo uscire fino a che non mi sarebbe passato. Il problema era quando mi sarebbe passato. Jace ne era uscito incolume al solito e lo invidiavo per questo; non si prendeva mai niente, neanche un innocente raffreddore.

-Per caso esiste una runa contro il raffreddore?- Gli chiesi soffiandomi il naso. Ero seduta sul mio letto contornata da fazzoletti e Jace si era stravaccato sull'amaca accanto la mia scrivania.

-Forse-. Ammmise con un sorrisetto divertito.

-E perchè non l'hai detto prima, mi sarei risparimiata queste orribili occhiaie-. Affermai. Erano già passati tre giorni da quel fatidico e fantastico pic-nic. La mia voce non era più la stessa, ormai la 'm' la pronunciavo come 'b'. E Jace cercava di trattenere una risata.

-No, ma prego. Ridi pure, non mi offendo-. Dissi prendendo un altro fazzoletto.

-No dai, prometto che la smetto-. Affermò nascondendo un sorriso. Si, a me vuoi prendere in giro.

-Sono un disastro-. Ammisi più a me stessa che a lui, e mi coprii la faccia con le coperte. Sentii i passi di Jace avvicinarsi e poi un peso sul letto.

-No Clary, stai tranquilla-. Disse togliendomi la coperta dal viso.

-Di questo passo arrivo a Natale che manco posso uscire di casa-. Misi il broncio guardando non più il mio letto, ma un ammasso di fazzoletti accartocciati. Mi guardò intensamente e non riuscivo più a staccare il mio sguardo dal suo.

-Aspettami qui-. Disse per poi uscire dalla mia camera.

-Come se mi potessi muovere-. Bisbigliai tra me e me. Non avevo le forze di alzarmi dal letto e la cosa peggiore era che non potevo fare niente e quindi chiedere aiuto a Jocelyn o a Jace. La porta si aprì e Jace si risedette sul letto, accanto al mio fianco. Aveva in mano un libro e lo stava sfogliando concentrato.

-Trovato!-. Esclamò facendomi sussultare. Posò il libro sulle coperte e dallo stivale cacciò un ageggio blu.

-Con quello si fanno le rune?--. Chiesi puntando il dito su quell'affare. Era un po' più lungo di una matita e la punta era molto simile a quella di una penna. Appena lo avvicinò alla mia pelle, la punta incominciò ad emanare luce. Istintivamente cacciai via la mano, perchè mi aveva procurato una scossa.

-Si, si chiama stilo, ognuno ha il proprio. Solo gli shadowhunters possono sopportarne l'efficacia, i mondani morirebbero-. Disse facendolo girare in aria fino al suo mento per poi riprenderlo. -Si vede che la mano non è il punto giusto, dovrebbe essere la spalla-. Affermò con noncuranza.

-Tu pensi che io mi tolga la maglia, a Dicembre, solo per una stupidissima runa?-. Dissi alzando la testa e mantenendomi sui gomiti. Alzai un sopracciglio guardandolo confusa ed estremamente irritata.

-Beh, io ti avrei chiesto solo di abbassarla da un lato, ma se poi vuoi toglierla tutta, fai pure; non mi offendo mica-. Ammise sorridendo con un ghigno che non mi piaceva proprio.

-Ora muoviti, o guarirai veramente per Natale-. Aggiunse, e io mi arresi. Abbassai un po' la manica per scoprire la spalla e mi sdraiai molto tesa. Chi sa se avrebbe fatto male. Jace si avvicinò poggiando una mano sul mio braccio per tenerlo fermo e con un altra mi spostò i capelli accarezzandomi la guancia. Appena lo stilo sfirò la mia pelle sentii un leggero bruciore che continuò per tutta la durata della runa. Tenevo gli occhi troppo chiusi, che Jace lo notò.

-Rilassati Clary, dopotutto non fa poi così male-. Quando parlò mi sorprese: me lo aveva sussurrato sull'orecchio. Era così vicino. Cercai di definire quel momento, e l'aggettivo giusto era sicuramente intimo. Era un momento in cui mi sentivo spogliata da tutto, libera e leggera. C'eravamo solo io e Jace.

Aprii gli occhi e trovai i suoi ad aspettami, così annuii e cercai di concentrarmi solo sul tocco di Jace sulla mia pelle. Era un sensazione indescrivibile, mi tranquillizzava. Finita la runa incominciai già a sentirmi molto meglio.

-Come si chiamava?-. Chiesi abbassandomi la manica per cercare di vederla. Era proprio bella. Sentivo che ora un altro legame si era creato con Jace; mi aveva tatuato la mia prima runa, era una sensazione profonda, non identificabile.

-Iratze, è la runa della guarigione. Per essere è molto comune, però pensavo fosse stato meglio riguardarla invece che sbagliare-. Disse indicando il libro per poi andare a sedersi sull'amaca. -L'ho fatto per te, perchè io non sbaglio mai-. Disse riposando lo stilo nella tasca.

-Viva la modestia-. Ammisi e appoggiai il busto alla spalliera del letto. Finalmente non sentivo più alcun mal di testa. Uno starnuto riempì l'aria.

-Jace, non ha funzionato-. Ed io che pensavo che sarebbe servito a qualcosa.

-Senti, non è una magia che con un colpo di bacchetta ti guarisce. Per quella servirebbe Magnus. Dalle il tempo di entrare in circolazione, ma sopratutto rilassati-. Disse poggiando il viso su due dita per poi fare dei movimenti semicircolari con l'amaca. Lo guardai incancata. Era così bello e io avevo sempre bisogno di lui, sentivo che avrei avuto sempre bisogno di lui. Ma non come futuro allenatore o riguardo questa specie di lavoro,no. Come amico, e forse qualcosa di più, come roccia per questa mia 'nuova' vita, sentivo il bisogno che mi stesse accanto. Non avrei sopportato la sua lontananza, o che mi avrebbe lasciato. Sarei crollata.

-Non mi lasciare-. Sussurai senza rendermene conto. Tre parole che emanavano verità, non sarei riuscita a vivere senza Jace. Non sarei riuscita ad andare avanti. Si avvicinò senza spezzare quel forte legame tra i nostri sguardi. Si sedette accanto a me e mi prese la mano. Era un momento così intimo, nella sua semplicità. Il secondo nel giro di due minuti.

-Non lo farei mai-. Ammise senza smettere di osservarmi. Era un modo per farmi capire che non l'avrebbe fatto sul serio, un modo per capire che mi potevo fidare. Il mio sguardo passò alle sue labbra, socchiuse e così carnose. Mi sussurravano 'mordimi,mordimi,mordimi' e feci per avvicinarmi di più. Era sbagliato, mi aveva fatto soffrire,mi aveva ferita con quelle parole. Ma erano solo parole dettate dalla rabbia: non aveva dimostrato che ci teneva a me? Dovevamo lavorare solo sul suo modo di porsi quando era veramente preoccupato. Perchè quel giorno era solo quello; preoccupato.

  Jace si avvicinò quel che bastava per far sfiorare le nostre labbra. Non potevo resistere ancora per molto. Le sfiorò senza baciarmi veramente, fin quando decisi di farlo io, beandomi di quella sensazione così piacevole. Jace continuò a baciarmi con passione, prendendomi il viso tra le mani. Era troppo tempo che non vi era stato alcun contatto fisico così lungo, ogni volta che ci sfioravamo c'era una scossa che alimentava un fuoco desideratore.

Ora quel fuoco rischiava di scoppiare, era sempre più avido. Jace si piegò in avanti facendomi stendere sul letto. Mi accarezzava la guancia e io poggiai la mano sulla sua fermandomi per cercare i suoi occhi. Erano così particolari che mi stupii di come una persona così bella possa essersi infatuata proprio di me.

-Clary io...-. Si fermò come se qualcosa lo bloccasse evitando il mio sguardo. Gli presi delicatamente il mento costringendolo a guardarmi. Non smettevo di sorridere. D'un tratto sul suo viso si formò un sorriso troppo furbo.

-Io ti piaccio-. Buttò quest'affermazione con grande soddisfazione. Sbiancai di colpo.

-No-. Dissi troppo in fretta tradendomi. Ero diventata color porpora.

-No? Beh se non ti piacessi non avresti risposto al bacio con così tanta passione-. Un sorriso si era formato sul suo viso.

-Beh, ecco..-. Iniziai a cercare le parole giuste per aggirare la sistuazione, passando lo sguardo altrove.

-Io ti piaccio, tu mi piaci. Ci piacciamo. Qual è il problema?-. Ammise andando dritto al nocciolo della questione.

-Cioè, mi stai chiedendo cosa?-. Chiesi, perchè non avevo capito seriamente. Voleva che ammettessi i miei sentimenti? Un ghigno si formò sul suo viso.

-Sei così stordita dalla mia bellezza che non capisci che ti sto chiedendo di essere la mia ragazza-. Disse con quello stupido sorrisetto.

-Si certo.. e poi Jace, non andiamo nemmeno d'accordo..-. Cercai un punto di fuga. Non capivo perchè lo stavo facendo, avevo sempre sperato che provasse qualcosa per me, ma ora non ne ero più tanto sicura.

-Facciamo così: mi devi dare 25 motivi per cui non vorresti stare con me. Se non riesci ad arrivarci vuol dire che ho ragione io e che quindi ti piaccio. Se ci arrivi vuol dire che hai ragione tu-. Un sorrisetto furbo e divertito gli si era stampato sul volto e ormai nessuno glielo avrebbe tolto.

-Ma sono tanti venticinque! E poi cosa ci guadagno?-. Protestai subito. Sarebbe stato un'impresa trovare venticinque difetti.

-Sei una Shadowhunter, non ti puoi tirare indietro, la sfida è parte di te, a meno che me la vuoi dare vinta...-. Disse mentre il suo sorriso si allargava sempre di più.

-Non possiamo contrattare?-. Cercai di dissuaderlo in un ultimo, stupido, scarso tentativo.

-Prendere o lasciare-. Incrociò le braccia al petto.

In tutta risposta gli diedi la mia mano dopo aver alzato gli occhi al cielo e la strinse soddisfatto. Quando feci per sciogliere la stretta lui mi attirò a se dandomi un dolce bacio. Fissò il suo sguardo nel mio.

-Preparati a perdere, Clary-.

-Non ne sarei  così sicura, Wayland-.

  
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