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Autore: Chihaar    07/04/2015    1 recensioni
Un foglio che ti da qualunque cosa tu chieda al costo di tre volte volte tanto. Tu cosa faresti?
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizialmente pensai ad uno scherzo. Ma uno scherzo del genere è impossibile da fare.

Era una mattina d’estate, stavo facendo colazione appena prima di andare al lavoro; suonò al campanello un corriere e mi diede una raccomandata imbottita, dicendo che non dovevo pagare nulla.
Con ancora la brioches in bocca, non feci caso al pacchetto e lo lasciai sul tavolo fino alla sera, quando rincasai. Ero sfinito. Mi buttai sul divano, ma non riuscivo a godermi nemmeno quel momento di tranquillità. Quella busta sul tavolo era come se mi chiamasse.
Mi alzai e ciondolai fino al tavolo, presi l’apribuste e esaminai, prima di aprirla, quella singolare spedizione. Niente mittente, timbro postale della mia città, nessun indizio. Mi venne un dubbio. Andai in garage, presi la mascherina da verniciatura, degli occhiali col bordo sigillante, i guanti di gomma, la tuta da operaio che usavo per fare i lavori di bricolage e mi apprestai ad aprire in giardino l’anonimo involucro.
Niente. Non conteneva polveri o altro. Solo un disco e un foglio di carta rosso. Sulla busta del cd c’era la scritta “Urgente - Visionare Il Prima Possibile”. Aprii anche quella con cautela ma ne uscì solo un cd.
Mi svestii e tornai in casa con busta, foglio rosso e cd in mano.
Posi il cd nel lettore da tavolo e premetti play.
Niente, nessun corso al mondo, mi avrebbe potuto preparare a quel che vidi.
Me stesso. Me ne stavo lì, con un aria sconvolta, in un salotto che sembrava il mio, ma con colori diversi. Poi sospirai, o per meglio dire il me del video sospirò ed iniziò a parlare.
“Se stai vedendo questo filmato, vuol dire che ho perso il controllo e tutto, dico tutto, è andato all’opposto delle mie previsioni.
Ti starai chiedendo come sia possibile che tu, in un filmato che non ricordi di aver girato, ti stia dando dei consigli, istruzioni, dillo come vuoi. Ebbene, sappi che io non sono te, cioè sono te ma non lo sono. Confuso? Lo fui anche io quando ricevetti lo stesso video da un me differente.
Quel foglio rosso che ti ho mandato è la causa di tutto, della mia gioia e della mia disgrazia, mi ha portato in cima al mondo e mi ha scaraventato nell’abisso. Starai pensando di distruggerlo, vero? È ciò che farei io se qualcuno mi dicesse così.”
Era vero, ero già in cerca del mio accendino.
“Il problema è che ci ho provato, ci hanno provato, decine di volte, ma quel foglio non ne vuole sapere. Il fuoco non lo tange, mi ha rotto un trita documenti nuovo e un tritarifiuti, ho provato a seppellirlo e l’ho ritrovato sul tavolo, due volte, ho provato a buttarlo nel camion dei rifiuti, nella maceratrice, a congelarlo per romperlo. Non c’è verso, non riesco a distruggerlo o a liberarmene. Sembra che l’unico modo per farlo sparire sia spedirmelo, ma non arriverebbe mai a me, bensì a te. Se lo facessi tu sarebbe la stessa storia, arriverebbe a un altro te. Come lo so? Se stai guardando il video, fai due più due. Ho provato anche a spedirlo ad altre persone, gli arriva la busta vuota, mentre la mattina dopo il foglio mi ricompare sul tavolo. La cosa migliore sarebbe che tu prendessi un’altra busta e ripetessi l’operazione, mandando questo stesso video al successivo te. In effetti non escludo che tra me e te ci sia qualche noi in mezzo. Se tutto ciò ti ha turbato, metti in pausa e vai a prendere la busta. Se continui a guardare questo video, ti avverto. Lo fai a tuo rischio e pericolo, dato che la tentazione non sarà indifferente.”
Sospirai. Rimasi in silenzio per cinque minuti buoni, mentre esaminavo la figura nel video: aveva la faccia di uno che non dorme da molto, occhiaie spesse e profonde, barba non tagliata da giorni, abiti spiegazzati e consunti, fede al dito, cicatrice fresca sulla fronte, lividi su avambracci, mani e viso. Non doveva essersela passata bene ultimamente. Poi guardai il contorno, la stanza. I mobili erano costosi, o perlomeno a me sembrava così. Sul tavolo giaceva un computer portatile di quelli veramente belli, un cellulare ultimo modello e un tablet. C’era una bottiglia di vino di quelle anche difficili da trovare con accanto un calice a metà. Alle sue spalle un quadro, un opera da galleria, mica un poster incorniciato.
Ecco la soluzione. Non era come liberarsene ma non era nemmeno come usarlo. Preso il foglio, smontai una cornice, rimuovendo l’immagine che conteneva e ci infilai il foglio rosso. Riappesi il quadro, spensi tutto e andai a dormire.
Fui ingenuo. Ingenuo e stupido. Il foglio voleva essere usato, mica tenuto in bella vista.
La mattina trovai la foto nel quadro e il foglio sul tavolo.
Sul momento mi chiesi se fosse entrato qualcuno così controllai tutte le porte e le finestre, ma poi mi resi conto che non poteva essere entrato nessuno. Era qualcosa che non si poteva spiegare. Quindi ora volevo sapere come funzionava e cosa faceva questo dannato foglio. Mi risedetti in salotto e accesi tutto per continuare a vedere quel video. Feci partire con il fiato sospeso ed il cuore in gola.
“Bene, vedo che sei curioso. Sarà questa la tua rovina, come è stata la mia. Immagino vorrai saperne di più sul foglio. Io sono stato il primo a trovarlo, in un vecchio libro. Facevo il restauratore di volumi antichi; un giorno entra un uomo e mi chiede di ripristinare un libro, ma mi chiede se è possibile che mentre lo faccio, io non legga il libro in ordine, al massimo pagine sparse. Io gli risposi nessun problema, anche perché non capivo un cavolo, era pieno di simboli strani, senza senso per me, ma capii che doveva essere una scrittura, perché i simboli si ripetevano. Non mi interessava al tempo e non mi interessa ancora. Tra gli strati di cuoio della copertina, però, trovai il foglio rosso con un biglietto di istruzioni scritto a mano; diceva, e te lo leggo, “scrivi qui sopra quello che desideri, qualsiasi cosa: lo avrai; ma il costo sarà tre volte tanto quanto hai chiesto”. Non credendoci, inizia con cose piccole, per testare. Chiesi una macchina nuova, scrivendoci sopra il modello preciso. Il costo fu un braccio rotto per l’incidente che feci con quella vecchia ed il foglio me lo disse: quando ebbi finito di scrivere io, la scritta scomparve come bevuta dal foglio e ne comparve un'altra, come se stesse scrivendo qualcun altro, che diceva “braccio destro, macchina in uso” ma sul momento non capii, fino a qualche ora dopo quando mi portarono in ospedale. Verificato che funzionasse, cominciai a ponderare le richieste, anche se solo in un'altra occasione mi venne fatto male fisicamente, quando chiesi una moglie, un’anima gemella, il foglio mi rispose “gamba sinistra, mano sinistra”: dopo qualche ora, mi ruppi entrambi per bloccare le porte della metro: lei era lì, stupenda, perfetta. Quindi capii che non era un costo, ma una condizione che il foglio mi comunicava, la scelta era mia, nella quasi totalità dei casi. Quando chiesi di vincere alla lotteria, mi chiese di rinunciare ad un amico. Litigammo per il biglietto vincente la sera stessa, dato che per un numero suggeritomi da lui, voleva la metà della vincita. Ho deciso di smettere quando mi ha chiesto la vita di mia moglie e mio figlio di un anno in cambio di un posto in politica. Ma era tardi, avevo già fatto la richiesta. Allora capii che una volta fatto l’ordine, il pagamento non era rimborsabile a meno di rinunciare a tre volte tanto quanto chiesto. Due ore fa mi ha chiesto la vita in cambio di un modo per far finire tutto. Ho letto sul retro del foglio di spedirlo a me stesso. Quindi siamo qui, tra non so quanto mi accadrà qualcosa, ma voglio che la mia famiglia non patisca quello che ho patito io.
Mi dispiace, so che è un comportamento sbagliato. Ma devo fare come vuole il foglio. Buona fortuna, me stesso, e che qualunque cosa in tu creda ti aiuti.”
Fine video. Che cosa dovevo fare? Che cosa potevo fare?
Respira. Calmati.                                                                                      
Il libro. Il libro era la risposta. Presi un libro dalla mia libreria, lessi l’indirizzo del negozio, presi la macchina e una volta giunto lì chiesi se sapeva dove trovare un restauratore di libri antichi. Mi diede un indirizzo, mi ci recai di corsa. Quando entrai fui colpito dall’odore di colla e cuoio, di carta e inchiostri. Mi avvicinai al bancone e suonai il campanello. Un signore sulla cinquantina uscì fuori dal retro bottega e mi domandò cosa avessi bisogno. Gli dissi che gli davo molti soldi, subito, se avesse inserito e sigillato davanti ai miei occhi quel foglio rosso dentro la copertina di un libro. Dovevano essere sette strati di imbottitura per lato.
Non fece domande, prese i soldi e mi fece assistere all’operazione. Aveva il libro giusto sotto le mani, un libro grande e spesso. Quando ebbe finito, mi mostrò che da lì non sarebbe stato più possibile tirarlo fuori.
Lo ringraziai e me ne andai a casa.
Per 14 anni mi dimenticai completamente dell’accaduto, fin quando non ricevetti un pacco; un grosso libro pieno di foto, il mio album di nozze. Ma da un angolo del libro si intravedeva un angolino rosso che come una lama aveva bucato la pelle e il cartone. Presi quel libro e lo seppellii sul fondo del mio armadio.
 
Ora sono passati 30 anni. Il foglio è ancora lì, intrappolato tra le mie foto, come una beffa a quella cosa sovrannaturale, ma la beffa migliore volete sapere qual è? Io sono morto e ho dato disposizioni che il mio album di nozze, senza le foto, venisse seppellito insieme a me. Non sei più furbo di me, stupido foglio, non lo sarai mai.
   
 
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