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Autore: belikeunicorns    07/04/2015    1 recensioni
Lea, una ragazza di 15 anni, attende impaziente che il ragazzo giusto bussi alla sua porta. Dopo che Theo, un suo compagno di classe per cui aveva una cotta, le ha spezzato senza pietà il cuore, decide di arrendersi definitivamente e di cancellarlo una volta per tutte sia dalla testa, sia dal cuore. Ma basterà anche solamente un gesto dolce nei suoi confronti da parte di Theo a rovinare i suoi piani per dimenticarlo.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Verso sera, quando il sole iniziava a tramontare, mi ero messa seduta davanti alla finestra con le gambe incrociate sopra il divanetto per ammirare i bellissimi colori del cielo e il sole che pian piano se ne andava per dar spazio alla Luna per la notte.
Stavo lì a guardare il Sole arancio con tanta allegria, adoro i tramonti.
Mi ricordo di quando qualche anno prima mi ero trasferita nel piccolo appartamento nel centro della città e non avevo più la possibilità di guardare i tramonti.
Mi ricordo di quando, nei primi mesi di trasferimento, guardavo il cielo camminando per le strade e rimpiangendo tutti i tramonti che mi sarei persa. Tutto ciò mi rendeva triste, ma dalla casa nuova riuscivo a vedere bene la Luna quando era piena. Riuscivo a vederla così splendente che illuminava il cielo più che mai con le piccole stelline intorno, e mi metteva allegria.
Quando ero piccola pensavo alle stelle come delle piccole cose che stessero vicino alla Luna per farle compagnia quando faceva buio, ma poi, crescendo, capii che erano solo corpi celesti lontani anni luce, e, guardandole insieme alla Luna, mi davano un senso di nostalgia.
Così lontane, così sole.
-A che stai pensando?- mi aveva chiesto una seconda volta Theo.
-Alle stelle.- avevo risposto senza distogliere lo sguardo dal Sole che ormai si vedeva a malapena.
-Pensavo a come erano belle, e al fatto che sono dei Soli pure loro.- aggiungevo.
-Questo è ovvio.-
-Sì, lo so.- avevo detto voltandomi verso di lui, -Solo che pensavo a come, con il loro calore, potevano migliorare le giornate degli esseri viventi...-
-E..?- mi aveva chiesto come se sapesse che avessi dovuto continuare quel discorso.
-E che siamo anche noi come loro.- avevo risposto tornando a guardare il cielo dalla finestra, -Siamo soli, ma allo stesso tempo diamo un po' più di allegria nelle giornate degli altri anche inconsapevolemente.-
-E' un pensiero carino da parte tua.- aveva risposto.
E riuscivo a percepire un mezzo sorriso alla mie spalle.
-Pensi di rendere più bella la giornata di qualcuno?- mi aveva chiesto poi.
-Non lo so.- avevo risposto sdraiandomi sul materasso del divanetto, -Non ne sono consapevole.-
-Sicuramente non le tue.- avevo risposto dopo qualche minuto di silenzio.
-Voglio dire,- aggiunsi, -Ti sei fatto picchiare a causa mia, e non penso di aver molto a che fare nella tua vita.-
Non sapevo che cosa mi era preso in quel momento, ma dissi ciò per impulso sebbene sapevo che forse sarebbe finita male e non volevo.
-E perché no?- chiedeva.
-E perché sei così gentile, dolce e premuroso nei miei cofronti?- dicevo, -Perché adesso? Perché così all'improvviso?-
Silenzio.
-Sei così strano.- avevo aggiunto, e, cercando di imitare la sua voce profonda e gesticolando con le mani: -"Lea, mi rendi confuso!","Lea, era solo un bacio! Non significava niente!","L'ho fatto perché se stai con me soffri e non voglio!","Mi importa di te, Lea!" e bla bla bla.-
E avevo finito con una sorta di risata amareggiata e un sospiro alla fine.
-Proprio strano, sì sì.- aggiungevo.
Ancora silenzio. Lui non rispondeva, si limitava a guardarmi senza espressione, come se stesse cercando di capire che cosa mi stava passando per la testa in quel preciso momento. Ma se non lo sapevo nemmeno io come stavo, come avrebbe fatto lui a capirlo?
-Forse sono strana io.- avevo detto più calma guardandomi la mano che giravo e rigiravo davanti a me, sopra la mia testa.
-Penso che io non capisca niente.- aggiungevo facendo ricadere la mano sulla mia pancia, -Rovino tutto, rovino dannatamente qualsiasi cosa.-
E poi mi mettevo seduta conle gambe incrociate, la schiena lasciata cadere sullo schienale e lo sguardo rivolto verso di lui.
-Per esempio ora.- dicevo ancora con lui che mi guardava a sua volta, -Prima eravamo all'incirca felici. Andava tutto bene e poi sono arrivata io che, con la mia stupidità, penso di aver rovinato tutto.-
Nessuna risposta.
-Forse è solo colpa mia.- avevo distolto lo sguardo da lui con un mezzo sorriso malinconico, -Forse se non mi fossi innamorata di te, non starei male. Percò sì, forse è veramente colpa mia.-
Poi mi ero alzata e mi ero messa sotto le coperte del lettino ospedaliero rivolgendogli le spalle.
-Mi dispiace, scusa.- concludevo, -Se non vuoi rispondere, fa lo stesso. Dimentica tutto quello che è successo.-
Dopo qualche minuto lo sentivo alzarsi dal lettino e venire da me. Mi aveva messo una mano sulla spalle e, dopo avermi scostato i capelli dal viso, mi aveva dato un dolce bacio sulla tempia.
-Tranquilla,- mi aveva detto dolcemente, -Non è colpa tua, fidati.-
   
 
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