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Autore: Butler    22/12/2008    8 recensioni
La luna era alta nel cielo, come tutte le sere.
E, di nuovo come tutte le sere, dentro la taverna persa nei viottoli stava per scoppiare una rissa.
C’era sempre una rissa pronta a scoppiare al Cabaret.
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DIsclaimer: purtroppo One Piece e tutti, ma proprio tutti, i suoi personaggi non mi appartengono. Altrimenti sarei ricca. Se scrivo fanfiction non è a scopo di lucro. Altrimenti potrei essere ricca XD

La luna era alta nel cielo, come tutte le sere.
E, di nuovo come tutte le sere, dentro la taverna persa nei viottoli stava per scoppiare una rissa.
C’era sempre una rissa pronta a scoppiare al Cabaret.
Solitamente le scuse erano tra le più banali, riassumibili tutte in un molto convinto: “Hey, tu. Stai respirando la stessa aria che respiro io, contati le ossa che te le rimischio un po’.”
E quella sera c’erano tutti i clienti abitudinari. Un centinaio di facce che avevano assunto i tratti tipici delle persone che non mantengono il naso integro per più di due giorni di fila.
Ma questa volta c’era un elemento in più, un imprevisto.
Un ragazzo biondo sedeva solo ad un tavolino in disparte, fumando tranquillamente la sua sigaretta, tra un bicchiere di vino e l’altro, ignaro del putiferio che si sarebbe scatenato di li ad una decina di minuti.
Sanji si guardò intorno chiedendosi per un attimo come diamine gli fosse saltato in mente di entrare in un buco simile.
Gettò uno sguardo corrucciato all’orologio.
Erano le due di notte, non aveva sonno e quello era l’ultimo dannato bar aperto in tutta l’isola.
Una bettola della peggior specie… qualcuno di sua conoscenza ci si sarebbe sicuramente sentito a proprio agio. Quasi non avesse fatto altro che frequentare posti del genere per tutta la vita. E probabilmente era andata proprio così.
Spense la sigaretta nel posacenere già pieno e si versò un altro bicchiere di vino.
Ne bevve un piccolo sorso, arricciando il naso. Aveva un sapore orrendo.
Guardò la bottiglia piena quasi per metà e fu seriamente tentato di mollarla li ed andarsene.
Ma quella parte di lui che ancora si ricordava come ci si sentisse a stare su un isola deserta senza cibo ne acqua, lo obbligò a rimanere seduto.
Niente sprechi. Accidenti.
In quel momento avvenne il miracolo.
Dalle cucine, carica di vassoi e bicchieri, fece la sua comparsa la ragazza più bella che… beh, ok, forse non proprio la PIU’ bella… ma occupava sicuramente un posto di riguardo tra le dieci ragazze più belle che avesse mai visto.
Capelli ricci rossi come il fuoco, carnagione pallida e occhi di un azzurro ai limiti della legalità.
Gli occhi di tutti erano puntati su di lei, ma la ragazza non sembrava proprio farci caso, troppo occupata a cercare di tenere in equilibrio sui vassoi quella mole spropositata di bicchieri.
Tre. Cominciò a contare il cuoco mentalmente.
Il barista la guardò avanzare incerta, preoccupato per la sorte dei suoi amati bicchieri.
Due.
- Liz, attenta a…
Ma le parole gli morirono in gola quando la ragazza si inciampò nella lunga gonna bianca e crollò in avanti.
Uno.
Il barista si mise le mani sulla faccia in attesa del tonfo che avrebbe significato che i bicchieri antirissa per cui aveva speso un sacco di soldi, in realtà non erano così indistruttibili come avrebbero dovuto essere.
Ma non avvenne nulla del genere. Si sentì solo un lieve tintinnio e una cascata di scuse incomprensibili.
L’uomo si azzardò a dare una sbirciata tra le dita, la scena che vide lo lasciò senza parole.
Un ragazzo biondo vestito di tutto punto era riuscito non si sa come a frenare la caduta della cameriera, che ora sorreggeva con un braccio, mentre con l’altro teneva in perfetto equilibrio entrambi i vassoi pieni di bicchieri.
- Va tutto bene? – chiese Sanji alla ragazza, che aveva cominciato a diventare rossa come un peperone per lo sforzo di pronunciare tutte quelle scuse in rapidissima sequenza.
Lei si zittì improvvisamente e, con gli occhi lucidi di imbarazzo, annuì poco convinta.
Dopo di che si affrettò a depositare tutti i bicchieri al loro posto, sotto gli sguardi attoniti della clientela.
Stava per dirigersi verso la cucina, quando un rumore secco la costrinse a bloccarsi e a girarsi.
- Hey! – un energumeno, che doveva avere molto più materiale genetico in comune con le scimmie che non con il genere umano, si era parato davanti al ragazzo che la aveva aiutata, fissandolo con un’espressione tutt’altro che rassicurante. – hai messo le mani addosso alla mia ragazza!
La sua ragazza? Ci mancò veramente poco che il biondo non gli scoppiasse a ridere in faccia.
Il mondo aveva davvero cominciato ad andare in malora fino a quel punto?
Sanji si strinse nelle spalle e si accese una sigaretta, mettendo in ogni gesto una cura ed una lentezza snervanti.
Poi gettò una rapida occhiata alla ragazza che scosse la testa disgustata.
- Amico, - disse improvvisamente, sbuffando una nuvoletta di fumo – se davvero fosse possibile che un angelo del genere possa essere la tua ragazza, il tuo compare qui di fianco – indicò un tizio appartenente allo stesso ramo evolutivo del primo, ma alto il doppio – se ne andrebbe in giro vestito da donna.
Aspirò di nuovo dalla sigaretta.
Calò un silenzio quasi innaturale. Tutti gli occupanti della stanza, mobilio compreso, trattennero il respiro.
- Con tulle, pizzi, fiocchi e tutto il resto. – concluse.
Era la goccia che fa traboccare il vaso.
Il barista poté quasi sentire il rumore dell’acqua che si riversava a terra.
Poi volò la prima sedia.
E subito dopo la seconda.
E, se non fosse stato troppo occupato a prendere Liz per un braccio e a trascinarla in cucina, l’uomo avrebbe potuto vedere come tutto il corredo prendeva il volo, diretto verso il punto in cui si trovava il giovane.
Si sbatté la porta alle spalle, chiudendola con chiavistelli decisamente troppo grandi per la porta di una cucina.
- Lo ammazzeranno! – urlò Liz, cercando di divincolarsi dalla stretta del suo datore di lavoro.
- Meglio lui che noi! – rispose l’altro con un tono che non ammetteva repliche.
A considerare dal frastuono che proveniva dal salone, avrebbe dovuto ricomprare tutto il mobilio.
Di nuovo.
- Ouc! Quello doveva fare male… – commentò Liz sbirciando da uno degli oblò.
Poi chiuse un occhio e, allontanandosi di qualche centimetro dal vetro con espressione sofferente, aggiunse:
- Speriamo che quello non volesse avere dei figli… ahi!
Il barista agitò una mano per zittirla. Non voleva saperne niente. Niente di niente.
Ma la ragazza lo ignorò, continuando ad emettere gridolini e a fare la cronaca in tempo reale dello scontro che si stava svolgendo nell’altra stanza.
Dopo circa una decina di minuti, il silenzio tornò a regnare sovrano e i due uscirono cautamente dalla cucina.
Inutile dire che la scena che si parò loro davanti non si avvicinava nemmeno minimamente a quella che il proprietario del locale si era aspettato di vedere. A parte per i mobili, naturalmente.
Sanji stava sbattendo le mani l’una contro l’altra, intento ad eliminare eventuali tracce di polvere, mentre intorno a lui, stesi a terra e in condizioni non proprio ottime, si trovavano tutti gli altri clienti.
Dopo aver dato un paio di colpetti al pavimento con la punta dei piedi, per riassestare le scarpe, il cuoco si  avvicinò al bancone e, con un sorriso a trentadue denti, chiese:
- Quanto le devo per il vino?
L’uomo balbettò qualcosa di incomprensibile, sbiancò e si accasciò dietro il banco.
Sanji si sporse un po’, giusto per assicurarsi che l’uomo fosse solo svenuto, poi rivolse la stessa domanda a Liz, che però stava fissando un punto dietro le sue spalle.
Il biondo sbuffò lievemente.
Apprezzava la determinazione e la forza di volontà, naturalmente. Come sarebbe potuto essere altrimenti?
Ma c’era una sottile differenza tra la determinazione e il non saper perdere.
- Avresti fatto meglio a rimanertene buono a terra… - commentò il biondo irritato, mentre con un rapido movimento piantava la scarpa dritta nella faccia dell’uomo che stava per rompergli sulla testa l’ultima sedia rimasta miracolosamente integra.
Questo, preso di sorpresa, cadde all’indietro con un tonfo.
Sanji tornò a rivolgere la sua attenzione alla graziosa cameriera.
- Dolcezza,  - disse, nel modo più gentile possibile – puoi dirmi quanto ti devo per la bottiglia di vino? – Indicò il punto in cui era stato il suo tavolo, fino a che qualcuno non lo aveva lanciato contro la parete opposta, travolgendo anche un paio di malcapitati che si stavano strangolando a vicenda.
- S-sono cinquanta berry… - balbettò lei con gli occhi sgranati. Poi volse lo sguardo sul suo capo, che si era ripreso e guardava con aria disperata i resti della sala.
- Sono solo svenuti… - lo rassicurò Sanji, forse temendo che l’uomo potesse svenire di nuovo.
Ma quello si limitò ad annuire, lentamente. Poi un’idea si fece strada nella sua mente.
- Svenuti, eh? E… hem… rimarranno così ancora per molto? – chiese.
Il cuoco si strinse nelle spalle, rispondendo:
- Suppongo che in un paio d’ore qualcuno dovrebbe già essere in grado di andarsene sulle sue gambe…
L’uomo annuì di nuovo, poi, con un’agilità degna di un giovanotto, saltò il bancone e cominciò ad aggirarsi tra le persone svenute, chinandosi ogni tanto a raccogliere o cercare qualcosa.
- Capo! Ma… ma che sta facendo? – la ragazza lo guardava con gli occhi spalancati.
- Qualcuno dovrà pur pagare tutti questi danni… no? – rispose l’altro, mentre dava un calcio ad un omone grosso tre volte lui. Poi li guardò con aria un po’ colpevole.
- Questo è per i danni morali… - disse piano.
La ragazza sospirò abbattuta, poi rivolse di nuovo l’attenzione verso Sanji, che le sorrideva tranquillo.
Il cuoco le porse i soldi, poi le prese gentilmente una mano e vi posò un bacio leggero, lasciandola completamente imbambolata nel mezzo di quella devastazione.
Il ragazzo uscì nell’aria frizzante della notte , si stirò e cominciò a camminare verso il porto.
Tutto quel movimento gli aveva fatto passare l’insonnia.
Lanciò uno sguardo alla porta del bar. Chissà, magari avrebbe potuto farci un passo la sera successiva…



THE END
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Oddio una storia su Sanji O_O che non è decisamente il mio preferito, poverino... quindi in caso la storia non fosse un gran che, io do la colpa a questo XD
Diciamo che è una sorta di "regalo di Natale" per i suoi/le sue fan XD povero povero cuoco...
Ditemi che cosa ne pensate, per favore XD
  
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