Begin again
Lei siede da sola in un
separé per quattro nell’angolo più lontano della caffetteria, la testa
rossa
coperta da un cappello color crema che risalta nel posto praticamente
vuoto. È
assorta in un libro di cui sembra star raggiungendo l’ultima pagina, ma
di cui
non è molto contenta. Il labbro inferiore che sporge, una piega tra le
sopracciglia. Le dita picchiettano vaghe la tazza al ritmo della
tintinnante
musica che soffia tutt’attorno nel negozio, e James la guarda dalla
soglia, attratto,
rievocativo.
Sirius gli ha detto che
lo avrebbe incontrato lì, doveva solo andare a prendere gli altri – ho trovato un negozio fighissimo, amico;
organizzano una mostra di scope classiche questo mercoledì –
ma James ha
capito non appena ha visto il cartello all’esterno che il suo migliore
amico
gli stava solo facendo uno scherzo.
Comunque.
Entra. Penserà a Sirius
dopo.
Le sue mani si fanno
più sudaticce intanto che si avvicina.
“Ehi”, dice tentennante
quando raggiunge il tavolo. La sorpresa sul suo viso non è totalmente
inaspettata,
ma James spera che non sarà troppo scocciata dalla sua improvvisa
comparsa.
“Ciao,” dice lei, ed
esce come domanda. La sua confusione continua per qualche secondo, e
poi lei
piega la testa di lato quando realizza qualcosa. “Remus e Peter…”
Anche James mette
insieme i pezzi. “Sirius,” sospira. “Mi ha detto… scusa, non importa.
Posso
andarmene.”
“Non essere sciocco.”
Lui sbuffa, ma è più
che contento di prendere il posto di fronte a lei. “Allora.” Piega le
mani sul
tavolo.
“Allora.”
“Che cosa ti ha detto
quindi?”
“Sirius? No, non mi ha
detto nulla,” spiega Lily “Gli altri due hanno menzionato una mostra
dei
manoscritti di Tarry Bean, però,” lei si guarda intorno nella
caffetteria. “O
mi hanno mandato nel posto sbagliato, o…” s’interrompe, gesticola tra
di loro,
alzando un sopracciglio sospettoso.
James la fissa di
rimando, sulla difensiva. “Non ho niente a che vedere con ciò.”
L’espressione di Lily
non cambia.
Lui alza gli occhi al
cielo. “Giuro solennemente.”
Quello la fa ridere.
“D’accordo.”
Rimangono in silenzio. Lui
vorrebbe chiederle come sta, se sta bene, se le importerebbe molto se
lui desse
accidentalmente fuoco ai capelli di Terrence Hunter –
“E’ Terrence, vero?”
dice lei, come se gli abbia letto nella mente. I suoi occhi non
lasciano il
libro, e James si chiede se sia perché non riesce, o perché non vuole.
“Cosa?”
“Sei qui per Terrence?”
gira una pagina, sempre senza guardarlo.
Lui non è lì per il
tizio, non proprio, ma poi pensa – è quasi sicuro – che i suoi amici l’abbiano mandato lì per quello.
“Non necessariamente,”
risponde lui “Stai bene, però?”
“E’ un idiota.”
“Ti importa se gli do
fuoco ai capelli?”
La testa di Lily scatta
all’insù. “Non ci pensare nemmeno.”
“Be’, è un idiota.”
“No.”
“No?”
“No.”
“Hmm.”
“James.”
“Sicura?”
Lily sospira. “Non ne
vale la pena.”
“Okay.”
Si guardano per un
istante, entrando l’uno nella testa dell’altro. Lily abbassa lo sguardo
e gira
un’altra pagina. “Non vai a prendere qualcosa?”
“Prendere qualcosa?”
Lei inclina la tazza
verso di lui. “Potremmo stare qui un po’.”
“Oh. Già. Io… okay.
Torno subito.”
Quando torna, Lily ha
chiuso il libro.
“E’ una bella lettura?”
“Non mi fa impazzire.”
“Peccato.”
“Mmmh. E quindi cosa ha
detto Sirius a te? Non di Tarry
Bean,
immagino?”
“Quidditch,” risponde
James “Mostra di scope vintage.”
“Sei così strano.”
“Dice la ragazza di
Tarry Bean,” ribatte lui. “Lei non è nemmeno così
brava.”
Lily si fa avanti
sorpresa. “Leggi Tarry?”
“E’ la preferita di mia
madre. È ossessionata da quella serie di libri Drizzle–”
Lily si illumina.
“Quelli sono fantastici!”
James sbuffa. “Non
erano coinvolgenti. Non come Blocco
Sette-”
“La trama di Blocco
Sette non ha molto senso-”
Ora James si solleva
dallo schienale della sedia. “Scusami, Evans, è una magnum
opus. Jeremy Travis –”
“E’ il peggior cliché
che ci sia per un personaggio?”
“- è il miglior
personaggio mai scritto!”
“Stai scherzando?”
“Tu
stai scherzando? Onestamente. A te piace Tara Drizzle, e
pensi che Jeremy
Travis sia un dannatissimo cliché –”
“Intanto, Tara non è
una stronza, invece –”
“Oh, per favore. Jeremy
è…”
Lui si ferma, mentre
nota che lo sguardo di Lily si è spostato da lui al tavolo – dove le
loro mani
sono in qualche modo finite l’una sopra l’altra. James si appoggia
all’indietro
e toglie la sua di scatto. Si schiarisce la gola.
Sta per scusarsi quando
nota come Lily, per qualche ragione, sembra invece sul punto di
scoppiare a
ridere, le nocche premute contro le labbra corrugate.
“Cosa?” chiede
nervosamente James – le sue mani erano così sudate? Oh, Godric.
“Niente.”
“Cosa?”
“Non lo so!” lei si
lascia scappare una risatina, poi lui sta ridendo con lei – come non
potrebbe?
– e poi si stanno scompisciando sopra le loro bevande.
“Non sapevo che tu
leggessi Tarry,” dice infine Lily, sistemandosi una ciocca di capelli
dietro
l’orecchio.
“Solo per colpa di mia
mamma.”
“Mi piacerebbe
incontrarla,” esclama di getto lei, e James sorride come uno stupido al
suo
bicchiere. Lily non se lo perde, e fa immediatamente dietrofront. “Non
intendevo –”
“No, sì, lo so.”
“Solo che lei… sembra
una grande.”
“Lo è.” Lui esita.
“Senti, puoi… venire a visitarci. Quando vuoi. Lo sai, con Remus. O
Marlene. Se
vuoi.”
Lei gli fa un sorriso,
ampio e caloroso. James è stupito da che razza di imbecille sia
Terrence Hunter
per aver lasciato andare qualcosa del genere.
“Abbiamo i manoscritti
di Tarry alla villa,” le dice.
Lily sgrana gli occhi.
“Scherzi?”
James ride e scuote la
testa. “Sei così strana.”
Lily gli dà un colpetto
alla mano; è l’unica cosa che riesce a raggiungere attraverso il
tavolo. “No,
ma sul serio?”
“Be’, non tutti.”
“La serie di Drizzle?”
Lui appare compiaciuto.
“Vieni a trovarci?”
Lily fa per rispondere,
ma una familiare risata profonda ruba la sua attenzione. Si guarda
intorno. Il
suo sorriso eccitato svanisce lentamente all’unisono con il fioco suono
delle
campanelle sopra la porta.
Terrence Hunter è nel
negozio, tutto boccoli castani perfetti e prominenti zigomi. Una
morettina alta
è attaccata al suo braccio. Lei vede per prima James e Lily – è
difficile non
notare una coppia di rosso acceso e nero esplosivo – e sussulta. Da un
colpetto
a Torrence, che segue il suo sguardo e subito mostra la propria
sorpresa.
Tituba, ma comunque inizia a camminare verso di loro.
Lily si blocca, non si
muove per niente, e le dita di
James
tremano in un pugno sul tavolo nel vederla così.
Terrence si ferma a
disagio davanti al loro tavolo. James vuole tirargli un pugno.
“Ehi, Lils,” incomincia
il tizio. “James… io, ehm, è un piacere incontrarvi qua.”
“Anche per me,” dice
Lily senza perdere un attimo. Ora sorride. Circa. James non dice nulla.
Prende
un sorso della sua bevanda e osserva attentamente Lily da sopra il
bordo. Lei
si volta verso la ragazza. “Ciao. Tu sei…?”
La ragazza farfuglia,
chiaramente non si aspettava che si rivolgesse a lei. “Uhm, Jeanne.”
“Io sono Lily,” e Lily
suona genuinamente gentile – suona sempre
gentile, diamine – ma James non crede al suo cinguettio. Lei non offre
la mano
a Jeanne. “Piacere di conoscerti.”
“Già… altrettanto.”
“Sì, be’…” Lily si
alza. James la segue senza domandare. “Ce ne stavamo andando. James
deve… ha –
delle cose…”
James guarda l’orologio
al polso. “Vuoi dire che ho tre migliori amici che mi scuoieranno vivo
per
essere così in ritardo?” dice con facilità “Muoviamoci, andiamo.”
Lily incontra il suo
sguardo, e James annuisce. “Giusto,” mormora lei. “Io… già. Ci vediamo
in giro
allora.”
Se ne va. I suoi passi
sono troppo a scatti, l’andatura troppo veloce.
James afferra il libro
sul tavolo e segue Lily fuori senza una parola verso Terrence e Jeanne.
Lily l’ha aspettato
fuori. Le porge il libro, e s’incamminano per High Street. Sarebbe
stupido
chiederle ora come sta, così lui si infila le mani in tasca e rimane
zitto.
“E che ne dici della
serie di Seine?”
La voce di lei è di
un’ottava più alta, e tremola appena nell’aria invernale.
“Seine?”
“Sì. La trilogia. Ti
piacciono quelli?”
James ci pensa. “Più di
Drizzle.”
“E Allison Treehouse?”
“Quello non è di
Tarry.”
Lei si lascia scappare
un accenno di sorriso. “Ti stavo testando.”
“Sono di più del mio
fascino e del mio bel aspetto, sai.”
Lei ride. Poi qualcosa
si spezza, qualcosa deve averlo fatto, perché quando la sua risata si
smorza
allora lo fa anche la rigidezza delle sue spalle e la luce nei suoi
occhi. Si
ferma, e James corruga la fronte mentre lei scosta lo sguardo e si
morde il
labbro.
Lui non ci pensa
nemmeno un secondo; la tira per mano poi la prende tra le braccia. Non
la
lascia andare, e lei lascia che lui la tenga lì. Non piange. Affonda
solo il
viso nel suo petto, le mani che stringono il retro della sua maglietta.
Quando lei si scosta,
dopo un po’, le sue guance sono arrossate e i suoi occhi rimangono
sulla
strada.
Ricominciano a
camminare. Questa volta, è James che spezza il silenzio.
“Mia mamma fa dei
buonissimi panini alla cannella.”
Lei ci mette un po’ a
rispondere, ma non delude. “Anche con poco preavviso?”
Lui sorride. “Penso che
potremo andare a vedere i manoscritti di Drizzle mentre aspettiamo.”
“Okay.”
Lui le avvolge un
braccio intorno, stringendole le spalle in modo rassicurante. Lei non
lo scosta.
Potrebbe voler dire nulla, potrebbe voler dire tutto, ma lui non pensa
a niente
di tutto ciò. Magari dopo. Per ora, lei gli sta sorridendo, affezionata
e
sincera, e sembra star bene – circa,
quasi, c’è vicina – e lui è lì con lei per accertarsi che non
vada via.
“Splendido.”