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Autore: Em_    08/04/2015    5 recensioni
Elena Gilbert è una specializzanda in chirurgia del primo anno. Suo padre è il primario e anche sua madre lavora lì.
Qui ritrova i suoi vecchi compagni e amici e scopre con gioia che saranno i suoi nuovi colleghi.
Tutto sembra andare bene finché, la sera del ricevimento per i nuovi arrivati, compare qualcuno dal passato di Stefan ed Elena.
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Dal testo: «Ehi, Stefan? Terra chiama Stefan!» gli dico ridacchiando.
Lui sposta lo sguardo più in là e non mi guarda. «Damon.» dice freddo.
«Ciao fratellino.» risponde sarcastico l’uomo.
Aspetta, cosa? Quel Damon? Il fratello che se n’è andato quando avevamo dieci anni? Che cavolo ci fa qui? Non si fa vedere da sedici anni ed ora si presenta nel nostro luogo di lavoro?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. Amicizie

 

La mattina seguente mi sveglio presto, non sono neanche le sei eppure non riesco ad addormentarmi, penso a Michael, a quant’era contento di poter finalmente tornare alla sua solita vita e invece com’è andata a finire? Con la sua morte. Aveva la mia età e questo lo rende ancora più triste, era un ragazzo nel fiore dei suoi anni. Decido di alzarmi e iniziare a preparare le valigie, questa mattina mi sarei trasferita nella mia nuova casa, ovvero quella di Bonnie e Caroline. Abbiamo il turno di notte, il primo, quindi mattina e pomeriggio liberi. Svuoto completamente l’armadio e il mio cassetto del bagno, ho preso tutto ciò che è mio e a malapena sono bastate tre valigie e un borsone. Scendo in cucina e mangio qualcosa quando sento mia madre arrivare.

«Buongiorno, Elena.» mi saluta.

«Ciao, mamma.»

«Ho sentito del tuo paziente di ieri, mi spiace…» dice sedendosi accanto a me a tavola.

«Già…» rispondo bevendo il caffè.

«Il dottor Salvatore ha detto che sei stata molto brava e reattiva nel cercare di aiutarlo, sono fiera di te, tesoro.» mi sorride.

«Avrei voluto salvarlo, mamma…»

«Lo so, ma non possiamo aiutare tutti purtroppo.» mi dice accarezzandomi piano la schiena.

Congedo mia madre e comincio a caricare le mie cose in auto, ci vogliono tre viaggi su e giù per le scale ma alla fine ce la faccio e parto diretta a casa. Bonnie mi apre e mi aiuta a sistemarmi nella mia stanza mentre Caroline finisce di farsi la doccia.

«Sono così contenta che tu sia qui!» mi abbraccia Bonnie eccitata.

«Anche io, credimi! Grazie dell’aiuto, non ce l’avrei fatta a rifare su e giù con le valigie!» dico ridendo.

«Figurati! Non erano poi così tante!» risponde lei ironicamente.

Finalmente vedo comparire anche Caroline ha i capelli avvolti nell’asciugamano e indossa ancora l’accappatoio ma nonostante ciò corre ad abbracciarmi felice di vedermi.

«Elena! Sei arrivata! Mi vesto e vi raggiungo di sotto!» annuncia dirigendosi di nuovo in bagno.

Bonnie ed io annuiamo con un sorriso e scendiamo in salotto in attesa di veder ricomparire la nostra amica bionda.

«A proposito, tu e Jeremy?» chiedo con nonchalance.

Lei arrossisce «Va tutto bene, ecco, sì insomma, stiamo bene anche se lo vedo poco.»

«Non aver paura a parlarne con me, Bon. Ormai sono quasi due anni che state insieme, lo sanno tutti!» dico prendendola un po’ in giro.

«E’ ancora strano per me, sei pur sempre sua sorella!» mi risponde a tono.

Lei e mio fratello si erano sempre piaciuti, ma nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di ammetterlo fino a quando si erano ritrovati nello stesso college circa un anno e mezzo fa. Sono sempre stata contenta per loro anche se all’inizio era imbarazzante sentire certi discorsi al telefono da parte di Bonnie sapendo che si riferiva al mio fratellino.

Caroline si fionda sul divano accomodandosi in parte a me «Allora, Elena, com’è andata con il dottor Occhi di Ghiaccio?»

«Scusa, chi?» domando confusa.

«Dai, il fratello di Stefan!» afferma rassegnata dalla mia poca intuizione.

«Ehm, bene… Più o meno… Lui è un grande chirurgo, ma il paziente l’abbiamo perso…» balbetto omettendo che subito dopo c’è stato uno scambio di sguardi alquanto strano.

«Oh, caspita, mi dispiace!» interviene Bonnie.

«Vi siete consolati a vicenda dopo?» ammicca Caroline.

«Caroline Forbes!» le urlo tirandole una gomitata. «Tu, piuttosto con il dottor Arrogante?»

«Io almeno ammetto che è un gran fico!» dice lanciandomi un’occhiataccia. Non che io avessi mai negato la bellezza di Damon comunque.

«Care, seriamente parlando, è il tuo capo, stai attenta.» commenta la mia amica mora.

«Bonnie, non ci sono mica andata a letto!» si lamenta. «Ma non mi dispiacerebbe…» conclude.

«Caroline!» diciamo in coro Bonnie ed io scoppiando in una grossa risata.

 

[…]

 

In ospedale è calato il silenzio, il personale si è dimezzato e fuori è completamente buio. Attendiamo Nox per farci spiegare a grandi linee quello che dovremmo fare, ma ovviamente non si fa vivo, nessuno sa dove sia, cosa stia facendo o con con chi sia. Se questo è lavorare allora potrei già saltare i primi tre anni di specializzazione.

Compare quaranta minuti dopo «Perché a me capitano sempre gli specializzandi più stupidi?!» 

Addirittura adesso è colpa nostra, cominciamo bene. Senza fiatare lo seguiamo e ci affida una ventina di post-operatori, poi ci lascia soli e se ne va via. Ci dividiamo i pazienti tra di noi e iniziamo il giro, mi sento abbastanza stanca visto che ho trascorso la notte praticamente in bianco e il pomeriggio a sistemare la camera, ma cerco lo stesso di prendermi cura di queste persone al meglio. Arrivata al terzo paziente la stanchezza inizia a farsi sentire sul serio, tanto che la bambina che sto medicando se ne accorge.

«Hai le occhiaie, sai?» dice senza peli sulla lingua.

«Lo so, tesoro, non ho dormito molto.» confesso alla bimba.

«Assomigli alla mia dottoressa, perché?» mi chiede fissandomi.

«La tua dottoressa è la mia mamma.» le sorrido.

«Forte! Spero diventerai brava come lei!» 

«Lo spero, piccola. Ora dormi, almeno tu che puoi.» le dico uscendo.

Finisco gli ultimi due pazienti che mi toccavano e mi sembra un miracolo esserne uscita viva, al pensiero di dover aggiornare tutte le cartelle mi viene male, questa volta per davvero. Inizio a vedere sfocato e so esattamente cosa mi sta succedendo, mi appoggio al muro e senza rendermene conto il buio mi avvolge.

Apro gli occhi e mi ritrovo in una stanzetta per le analisi del sangue, sono sdraiata sul lettino con una flebo, di zuccheri presumo, attaccata al braccio.

«Bentornata tra noi.» dice una voce che a mio malgrado conosco bene.

«Sono svenuta?» domando con un sospiro.

«Sì, eri disidratata e dalle occhiaie scommetto che non dormivi da un po’.»

Mi sollevo leggermente e vedo Damon seduto di fronte a me con le gambe accavallate, lo osservo per un momento e appoggio nuovamente la testa sullo schienale. Sono così imbarazzata da non riuscire neanche a ragionare lucidamente, non voglio nemmeno sapere come sono arrivata qui.

Si avvicina a me e mi controlla la flebo «Ti senti meglio?»

«Sì, grazie.»

«Ti ho visto sul pavimento e mi sono spaventato…» mi confida.

Che cosa significa che si era spaventato? Da quando si preoccupava per me? «Mi dispiace… Ma sto bene.»

«Il primo turno di notte è duro, ti ci abituerai.»

«Perché fai tanto il gentile con me?» chiedo senza pensare.

«Scusami, Elena. La prossima volta ti lascerò svenuta sul pavimento dell’ospedale.» mi risponde acido. Me lo merito, alla fine aveva solo cercato di aiutarmi.

«Mi spiace. E’ solo che è strano parlare con te sapendo chi sei.» confesso gesticolando con le mani.

«Mettiamo una pietra sopra a quello che è successo in passato, per favore.»

«Non posso farlo, Damon. Tuo fratello è e sarà sempre il mio migliore amico.»

«Potremmo essere amici anche noi…» afferma semplicemente.

Dove voleva andare a finire con questo discorso? Decido di stare al gioco. «Dimmi perché te ne sei andato e potremmo essere amici.»

«Ancora questa storia? No, Elena, non ti dirò il motivo.» 

«Come mai non vuoi dirmelo?» continuo nella speranza di estrapolare da lui qualche informazione.

«Non è che non voglio… Non posso.» mi risponde con un tono di voce rassegnato. “Che ci nascondi, Damon?” rifletto mentalmente.

«Perché?» 

«Perché no, Elena. Ora torna a lavorare visto che stai bene.» mi dice staccandomi delicatamente l’ago dal braccio.

Annuisco e lo vedo uscire dalla stanza senza voltarsi. Tutto ciò che succede tra noi è strano, prima mi consola dopo la perdita di un paziente, poi si prende cura di me mentre sono svenuta, che cosa sta cercando di ottenere? Vuole essere mio amico, o almeno così ha detto lui. Mi chiedo cosa ci sia sotto e soprattutto perché non mi può dire il motivo per il quale se n’è andato. 



Angolo autrice
Ciao a tutti! Sono ancora scioccata dalla notizia di Nina, non so se avete saputo.. Ma vi ho pubblicato lo stesso il capitolo! :)
Elena si trasferisce da Caroline e Bonnie, quest'ultima sta con suo fratello da un paio di anni e ne parlano un po' mentre la bionda ammette che il caro Klaus è un gran fico come l'ha definito lei eheheh ;)
I ragazzi hanno il primo turno di notte che però per Elena non sembra andare troppo bene, è stanca e non dorme dal giorno precedente alla fine sviene e chi va a soccorrerla? Damon logicamente! C'è un piccolo dialogo tra i due ma è di estrema importanza, lui vuole essere suo amico ed Elena accetta ad una condizione: sapere perchè se n'è andato. Damon si rifiuta dicendole che non è che non vuole ma non può.

Cosa nasconde il dottor Salvatore? Cosa accadrà tra lui ed Elena? Riusciranno a mettere da parte il passato?

Come sempre vi chiedo di lasciarmi una recensione, vi prego mi fareste tanto contenta :') vi sta piacendo la storia finora? Siete curiose di sapere di Damon? Aspetto con ansia, spero siate in tante <3

Un bacio e ci vediamo al prossimo capitolo.
Anna
   
 
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