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Autore: la_lalla_lovers    09/04/2015    3 recensioni
"I suoi occhi erano di un azzurro/grigio. Tipo quando il cielo è nuvoloso e il grigio e l'azzurro tendono a contendersi il cielo".
"Jamie era il tipico ragazzo figo:occhi azzurro/grigio, capelli biondi, color del grano, fisico perfetto - alto, magro, ma abbastanza muscoloso, con tanti tatuaggi - ognuno dei quali ha una storia. Il primo, ad esempio, lo ha fatto per una scommessa con degli amici; ha tatuato la scritta "Bob Dylan" sulla natica destra".
Questa è la mia prima storia in assoluto. So che molto probabilmente sarà la tipica storia su Jam, ma ho voluto provare.
Baci lalla :*
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Campbell Bower
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-  Hey. Penavo non arrivassi più - disse il biondo.
- Si scusa. Stamattina ho avuto problemi a scuola e sono uscita un po’ tardi - dissi con tono di scuse. In effetti non aveva tutti i torti. Ero in ritardo di almeno venti minuti.
- Ora mi dici in cosa consiste questa sorpresa? - domandai curiosa. Il biondino non sapeva che io morivo per le sorprese.
- Allora?! Allora?! - dissi, mentre saltellavo sul posto, come una bambina che non aspettava altro che arrivasse Natale per scartare i regali.
- Si si. Seguimi - disse, prendendomi per mano. In un primo momento rimasi un po’ pietrificata, sperai infatti che lui non se ne fosse accorto, ma poi mi rilassai. In fondo che c’era di male se un ragazzo ti prende per mano. Delle volte mi capitava anche con Lucas.
Scendemmo così le scale della stazione e prendemmo un treno. Non so dove fossimo diretti, ma dopo un’oretta ci fermammo e  scendemmo.
Camminammo su per giù una quindicina di minuti.
All’improvviso arrivammo su una collinetta. Notai che c’erano una tovaglia a quadri azzurri, bianchi e verdi, che si abbinava ai colori della natura e, un cesto da pic – nic, pieno di roba da mangiare.
- Ti piace? - mi chiese, con un’aria così … così … dolce e speranzosa in una mia risposta positiva.
- Si. Come farebbe a non piacermi. E poi io adoro la natura. Ti da un senso di … -
- Di libertà. - continuò lui, terminando la frase, dicendolo con lo sguardo perso verso la vallata.
Lo guardai e dissi  - Si. Libera - e mentre lo dicevo, lui si girò, e dopo due secondi mi ritrovai a baciarlo.
Non feci in tempo a fare nulla che cademmo per terra, su quella soffice erba, inalando quell’aria pura.
Lui era sopra di me e mi guardava con quei suoi occhi azzurri, che invidiavano l’azzurro del cielo, quei suoi capelli biondi, illuminati dal sole. Infilò dolcemente le sue mani nei miei capelli scuri.
- Kate … -
- Jam … - e mi baciò, incastrando le sue mani nelle mie, come fossero pezzi di un puzzle, e le portò sulla mia testa inchiodandole per terra.
Andammo avanti a baciarci per un buon dieci minuti, senza prendere mai fiato.
- Kate - cominciò Jam.
- Si? -
- Mi sei piaciuta dalla prima volta che ti ho vista. O meglio, dalla seconda volta che ti ho vista. - confessò - Mi piacerebbe che ci frequentassimo. So che forse è un po’ presto, lo so, ma non riesco a non pensarti. Non ho mai creduto nel colpo di fulmine, ma ora. Ora si. Ti va? - aggiunse poi, sempre con quegli occhi luminosi. Pieni di speranza notai.
A me andava. Se avessi pensato a tutte le volte che mi si sarebbe spezzato il cuore ogni volta che ci provavo con qualcuno, avendo paura di fare la fine come con Michele, non avrei avuto più una storia. Ma non dovevo pensarci, e poi, peggio di quello che mi era successo, cosa poteva mai accadere.
Così come conferma, lo baciai, e lui ricambiò.
- Allora? Mangiamo qualcosa? Ho una fame da lupi - ammisi ridendo.
- Si si. Va bene - disse scoppiando in una fragorosa risata.
 
 
                                                                                              *    *    *
 
Tornata a casa avevo un sorriso  trentadue denti. Incontrai Stephanie che stava per uscire.
- Hey hey. Cos’è quel sorriso che parte da un orecchio e finisce all’altro? - domandò
- Dove corri? - sviai la sua domanda ponendogliene un’altra.
- Corro a casa di Cassidy. - rispose tutt’affannata.
- A fare cosa? – domandai
- Ha bisogno di aiuto per una cosa. E sono già in ritardo - rispose mentre prendeva al volo la giacca e la borsa.
- Si, ma cosa? - ma lei stava già correndo giù per le scale.
Scossi il capo ridendo e pensai “Quella ragazza è impossibile” e chiusi la porta d’ingresso e mi incamminai verso la mi stanza.
Entrata nella stana mi sdraiai sul letto e dopo tanto tempo, m rilassai, per la prima volta.
Ero sul punto di addormentarmi, quando mi squilla il telefono. Un messaggio. Era Jam.
- Allora? Ti è piaciuta la sorpresa? - domandò. Ma credo che la risposta la sapesse già.
- Si tantissimo. Grazie – accennai un sorriso
- Ne sono contento. Non vedo l’ora di rivederti. Baci -
- Anch’io. Baci - Che dolce” pensai.
- Ah! Un’ultima cosa. Ti va di fare colazione insieme domani? - mi domandò, immaginandolo con quello sguardo speranzoso, e sorrisi, di nuovo.
 Questo ragazzo era capace di strapparmi un sorriso con poco.
- Si. Perché no. Dove e quando?- domandai.
- Al solito poto verso le otto e trenta. Va bene per te? -
- Perfetto. Ora vado ci sentiamo - risposi.
L’occasione era perfetta. Domani a scuola sarei dovuta entrare verso le nove e un quarto e non mi dispiaceva stare con Jam.
A dirla tutta mi piaceva passare del tempo con lui. Mi faceva stare bene, mi faceva ridere, e questo per me era molto importante.
Mi addormentai.
Erano le vent’uno quando mi svegliai. In quel momento sentii la porta d’ingresso aprirsi. Era Stephanie.
- Raagaazze! - esclamò
- Ho portato cinese –-aggiunse
Io adoro il cinese, e lei questo lo sapeva benissimo.
Saltai così giù dal letto, e una volta messe le pantofole, mi incamminai verso la cucina. Mi sedetti al solito posto, vicino al tavolo a penisola.
All’improvviso suonò il campanello, e Margot piombò dalla sua stanza.
- E’ per me! - urlò
Quando tornò, aveva in mano una scatola, con una striscia di scotch rosso con la scritta in bianco “MONDADORI”. E così capii che era il corriere, che le aveva portato dei libri, sicuramente.
Arrivavano corriere che portavano libri a fiumi. Iniziai a pensare che la maggior parte del denaro che entrava era nostro.
Tra tutte e tre, arrivava un corriere alla settima.
Ma noi adoravamo leggere. Io specialmente. Mia piaceva perdermi in quel mondo, dove ti immedesimavi nei personaggi, nelle storie d’amore, che forse nella realtà non esistono, o che almeno se esistono non avevo avuto la fortuna di incontrarlo.
Vengo riportata alla realtà da Margot, che all’improvviso mi chiede:  - Com’è andato il pranzo con Jamie? -
In realtà non avevo ancora raccontato niente a nessuno del pranzo. E nessuno sapeva che io e Jam ci eravamo baciati e che avevamo iniziato a frequentarci.
- E’ … andato bene - dissi, cercando di essere il più vaga possibile.
- Tutto qui? –-aggiunse Stephanie
- Perché? Cosa sarebbe dovuto accadere? - domandai con finta curiosità.
Nel frattempo mi alzai per andare a buttare lo scatolo della mia cena cinese.
- Kaaatheriiine - mi chiamò Stephanie
Mi girai.
- Cosa? –-dissi, accennando un sorriso beffardo.
- Parla! Cos’è successo? Non me la racconti giusta - aggiunse poi lanciandomi uno sguardo con un filo di malignità, mentre accennavo un sorriso beffardo.
Rimasi sul posto per almeno qualche minuto e poi dissi: - Ok. Ok. Forse è successo qualcosa - dissi accontentandola.
- Vedi che c’era qualcosa - disse Stephanie, con gli occhi lucidi; se per la felicità o per l’averci azzeccato che c’era qualcosa, non saprei dirlo.
- D’accordo. Si, hai ragione. Qualcosa è successo - ammisi. Mi guardò e mi fece segno di andare avanti. Le descrissi il posto. - Mentre siamo arrivati stavamo parlando di come ti fa sentire la natura, Quando all’improvviso me lo trovo addosso che mi bacia. E io ricambio. -
- Logicamente - commenta Margot accennando un sorrisetto.
- Quando ci stacchiamo per riprendere fiato, mi dice che gli sono piaciuta fin da subito e che gli piacerebbe sentirsi con me -
- E tu hai accettato. Ecco perché avevi quel sorriso ieri, quando stavo uscendo - aggiunse Stephanie, battendo le mani come una bambina.
- Bè … all’inizio ero dubbiosa. Mi sono lasciata da non molto con quel bastardo e a idre la verità avevo un po’ paura. Ma alla fine se avessi dato conto al mio passato, non mi sarei frequentata più con nessuno. Allora ho pensato, gli piaccio, è carino, lui a me piace, perché no. E così ora ci stiamo sentendo. - dissi.
- Oooh che dolci! Sono proprio contenta per te. Te lo meritavi proprio - disse Stephanie alzandosi dalla sedia e correre ad abbracciarmi.
- Ora quando vi vedrete di nuovo? - aggiunse Margot, mentre finiva la sua cena.
- Domattina. Ci incontriamo per fare colazione - risposi
- Che bello! Sono contenta anch’io per te - aggiunse Margot.
 
 
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