Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: unika    09/04/2015    2 recensioni
Sofia è sei anni che vive con il padre e la matrigna. Non sa cosa accade nel mondo dei vivi, suo padre non le dice nulla, è la matrigna che rivedendo nella figliastra se stessa per la prima volta è buona con i figli che il marito ha avuto con altre donne.
Persefone ogni volta che torna negli inferi le parla del mondo dei vivi raccontandole di quanto è bella la natura, ma senza mai parlarle degli scontri che ci sono stati negli anni. un giorno il padre le permette di uscire finalmente dagli inferi. alla sua prima uscita tutto le sembrava incredibile, ma mai quanto rivedere dopo così tanti anni il gemello che credeva morto, nonostante non l'avesse mai trovato fra le anime dei morti.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Gli Dèi, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo otto
Un sorriso si forma sul mio viso. Nathaniel, che gentile... appena lo incontrerò lo devo ringraziare.
Prendo il fiore e lo appoggio sul davanzale della finestra, vicino al mio letto; ovviamente fuori dalla casa, dentro morirebbe in un secondo data la mancanza luce solare.

 -eccomi!- raggiungo Nico con una corsa. -bene, vediamo un po' come combatti- mi sorrise posizionandosi davanti a me con la sua spada ben stretta in mano.  Sfilo la spada che mi ha regalato Persefone e mi rendo conto che è molto simile a quella di mio fratello, solo più corta.
-ok..- non sono molto sicura di voler iniziare con Nico, ma di altri non mi fiderei molto.
 Cogliendo il  mio momento di distrazione,  Nico tenta di disarmarmi colpendomi il polso. Mi colpisce col piatto della spada e infatti l'arma mi sfugge di mano, ma l'afferrò con la sinistra. Eheheh... Ora arriva il bello. Se c'è una cosa che Nico non sa, è che so combattere anche con la sinistra. E non sa che sono più brava con questa mano.
Provo un affondo ma me lo para, inizio a ricordare le parole di mio padre "tieni alta la guardia e scova il punto debole dell'avversario" intanto che stiamo combattendo, cerco di studiare i suoi movimenti. Ha una presa ben salda sull'elsa, ma spesso posiziona le gambe in un modo un po' precario quando tenta di attaccarmi. Cercando di essere rapida lo ferisco ad una gamba. Nico fa un accenno di star per cadere, così intanto che paro un suo colpo, gli faccio uno sgambetto. Finisce con la schiena terra e io che gli punto la mia spada alla gola, poi con un piede gli schiaccio una mano quel tanto che basta perché perda la presa dall'elsa. -brava, non sapevo fossi ambidestra- ridacchiò intanto che lo aiutavo a rialzarsi. Con un sorriso gli porsi la sua spada e rimisi la mia nel fodero. -papà ha insistito perché sapessi combattere con entrambe le mani- spiegai intanto che ci stavamo dirigendo verso la casa dei figli di apollo. -tu e... Will, quel figlio di Apollo- incominciai sovrappensiero, Nico mi lanciò un'occhiata un po' preoccupata. -cosa?- -m... ma niente... è il tuo ragazzo vero- alla mia osservazione Nico rispose sputando l'acqua che stava bevendo. Per poco non si stava strozzando. Gli diedi qualche pacca sulla schiena. -hm... cosa... cioè... perché me lo chiedi?- riuscì a dire in fine. Feci un ampio sorriso per rassicurarlo. -guarda che per me non è un problema, sono una ragazza di ampie vedute, indipendentemente dall'epoca in cui siamo nati- a quel punto vidi che si era un po' rilassato. Ma non del tutto. -sicura?- annuii convinta. Arrivammo nella casa VII dove troviamo un Will che mi accoglie... a braccia aperte? -ciao Sofia- esclama stringendomi in un abbraccio un tantino soffocante. Lancio un occhiata a Nico diffidente. -ora non sono più tanto una ragazza di ampie vedute- dico intanto che mi libero dall'abbraccio. Nico sposta lo sguardo su Will -anche lei non è molto espansiva Will, fattore ereditario divino- gli spiegò. -ok, scusa. Venite- ci invita ad entrare nella casa. Lancio un ultima occhiata a Nico che fa spallucce. -voleva essere carino con te- -non lo deve fare mai più- mi lamentai imbronciata, ma poi gli sorrisi -stai bene con lui?- domandai. Lui annui con un sorriso un po' imbarazzato. -allora va bene- lo rassicurai. Oltrepassammo la soglia e fui accecata da tutta la luce che c'era. -oh miei Dei!- borbotto facendo fatica a tenere gli occhi aperti. Quando si dice che gli opposti si attraggono. Will è tutto luce ed espansione, Nico solitudine e difficoltà nell'aprirsi. Boh... sono felici? Si. Allora non è un mio problema.
-sedetevi io vado a prendere due cubetti di ambrosia e le garze- ci accomodammo su un divanetto e aspettammo che tornasse.
Quando tornò diede un quadratino di ambrosia a ciascuno. Poi passò a curare la leggera ferita di Nico. Misi in bocca il pezzetto di ambrosia e mi sembrò di stare fra le nuvole. Sapeva di cereali, la prima volta che li ho mangiati è star negli inferi. Me li aveva consigliati Persefone e da lì me ne ero totalmente innamorata.
-che gusto ha?- mi chiese Will, intanto che passava al mio polso destro. Aspetta... cosa? -cerali- -ti sei slogata il polso- spiegò intuendo che non capivo perché mi stava fasciando il polso. Spostai lo sguardo verso Nico -menomale che papà ha insistito che imparassi a combattere con entrambe le mani- dissi con un tono misto fra l'accusatorio e il divertito. Lui  per discolparsi mi indico la gamba e il polso che gli avevo schiacciato col piede. -ti sei rifatta anche troppo- -siamo pari, io il tuo polso e la tua gamba, tu il mio polso e per poco non mi facevi sbattere la testa contro la porta ieri sera- Nico sgranò gli occhi -eri sveglia?- scossi il capo -non proprio, ero in un dormiveglia- spiegai. In quel momento suonò il corno che segnala il pranzo. -Nathaniel!- esclamo scattando i piedi. -cosa?- chiese mio fratello un po' confuso e forse anche un po' offeso. -lo devo ringraziare per avermi aiutato ieri sera- disse correndo fuori dalla casa Vll.

Quando arrivo ai tavoli c'è una tale confusione che era già tanto se capivo dove mi trovavo. Aguzzo un po' la vista e provo cercarlo fra i suoi fratelli e sorelle nel tavolo dei figli di Demetra, ma nulla. Delusa dal non averlo trovato mi siedo al tavolo di Ade.
Con la forchetta faccio rotolare l'unico pezzo di pasta superstite nel mio piatto. Nico se ne stava tranquillo davanti a me. Aveva il piatto pieno di cose da mangiare e mi chiedo come faccia a mangiare così tanto, ha un fisico slanciato e asciutto. Poi un piatto ancora più colmo attirò la mia attenzione. Era in un tavolo solitario, guardai chi era e vidi Percy. Per la precisione vidi Percy che si stava ingoiando ciò che aveva nel piatto come un morto di fame. -ma... come ci riesce -mormorai mezza schifata e perplessa. Nico seguì il mio sguardo e sorrise. -non lo so', mangia tantissimo. Fa tantissimo allenamento e...- soffocò una risata mettendosi una mano davanti alla bocca. -e cosa?- chiesi incuriosita. Mio fratello fece cenno di no col capo -no... niente- mi rassicurò con un sorriso. Io gli puntai la forchetta contro. -non puoi iniziare una frase e lasciarla a metà in questo modo- gli agitai la posata davanti agli occhi. -ma niente... è che il più delle volte lui passa il tempo a scappare da Clarisse perciò è ovvio che abbia tutto questo appetito- -tipo ieri?- lui annuì rubando il mio pezzo di pasta. -ehi! Era mio!- mi lamentai ma senza essermela presa veramente. -l'hai detto anche tu, era. Ora non più- e si mise il pezzo di pasta in bocca.

Dopo il pranzo mi riposo un po' e decido di provare a cimentarmi col tiro con l'arco. Inutile dire che per poco non beccavo mio fratello Nico in una gamba. Lui mi aveva chiesto di stare più attenta. Ma ehi, cosa vi aspettate da una che prende arco e frecce per la prima volta in mano.  E poi ma spiegatemi bene, io sto cercando di colpire il bersaglio e Nico si piazza a mezzo metro da quest'ultimo. Se le cerca proprio. Dopo un'ora e mezza di tentativi riesco a centrare il cerchio più esterno del bersaglio. -brava, Percy è anni che ci prova ma ogni volta rischia di ferire qualcuno. -guarda che sono migliorato- si lamentò Percy venendoci in contro. -l'ultima volta hai fatto arrivare la freccia nella Diet coke del signor D Percy- gli fece notare Nico diffidente. Percy sfoderò un a faccia da "ma che vuoi che sia" con un sorrisetto da pianta grane. Prese arco e frecce, cercò di prendere bene la mira e poi lasciò la cordicella dell'arco. A confermare l'osservazione di mio fratello la freccia andò a conficcarsi in un modellino di un palazzo che Annabeth stava facendo. La freccia lo beccò in pieno e lo distrusse. Annabeth sconvolta guardò nella nostra direzione e divenne tutta rossa dalla rabbia. -ti amo!- gli gridò Percy nella speranza di addolcirla un po'. In tutta risposta lei lo trafisse con lo sguardo -Perseus Jackson! Sei un ragazzo morto! Sono settimane che ci stavo dietro-  -te l'ho già detto che sei bellissima?- provò lui, ma niente ora mai Annabeth gli stava urlando contro qualsiasi cosa. 



ehi!!!! ciao ;D ho trovato un buchetto libero nel tempo ed ecco qua il capitolo n° 8
Scappo di nuovo dato che nessuno vuole studiare al mio posto.
ciao, ciao alla prossima!!!! :D
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: unika