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Autore: Rowan936    09/04/2015    1 recensioni
Ogni tanto ci pensa, a quell’arma maledetta che gli apparterrebbe per sfortunato diritto, ma subito tenta di concentrarsi su altro: cerca articoli di cronaca nera che suggeriscano la presenza di un caso, va a prendere due birre e ne porta una a Sam solo per lasciare che la voce di suo fratello copra i suoi pensieri, si butta sul letto con le cuffie alle orecchie e la musica talmente alta che la testa minaccia di esplodergli da un momento all’altro.
Sta adottando la prima soluzione quando Sam lo raggiunge di corsa, il volto deformato dalla preoccupazione e il telefono ancora in mano.
Quello non è mai un buon segno.
« Che è successo? » domanda Dean, e a dire il vero è quasi grato di avere una distrazione, qualunque essa sia.
« Crowley. » gli risponde Sam. « Crowley ha preso Cas. Vuole la Lama. »

I tre passi che segnano la vittoria del Marchio di Caino e la sconfitta di Dean Winchester.
[Dean POV][Dean&Castiel][Dean&Sam][What if?][Mini-long]
[Spoiler decima stagione]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Disclaimer: Supernatural e i personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Eric Kripke, Warner Bros Studios e tutti coloro che ne detengono i diritti. Il titolo della fanfiction è una canzone di Robert Pettersson. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
 
 
 
*    *    *
 
Angelo [Secondo passo]
 
 
 
 
« Non significa niente, Dean. » continua a ripetergli Sam, mentre Castiel riposa in una stanza del bunker. « Dovevi farlo. »
Dean lo guarda storto, perché sanno entrambi che sta mettendo.
Avrebbe potuto sconfiggerlo senza ucciderlo, avrebbe potuto metterlo fuori gioco per il tempo sufficiente a portare via Castiel. Avrebbe potuto per lo meno evitare di continuare a pugnalare il suo cadavere, in ogni caso.
Invece no, ha perso il controllo e lo sanno entrambi.
« Non dire cazzate. » sbuffa Dean, ingurgitando un sorso di... Cos’è quella roba? Boh, è alcolico, quindi va benissimo.
Si sente strano.
Strano, non solo arrabbiato con se stesso perché sta mandando tutto a puttane, non solo spaventato perché il prossimo sulla lista è Castiel: ha come la sensazione che quella stretta allo stomaco nel ripensare al cadavere sotto di lui non sia dovuta solo al disastro che sta combinando.
Non prova affetto nei confronti di Crowley, di questo almeno è abbastanza certo.
Quell’abbastanza non dovrebbe stare lì.
Non ha dimenticato ciò che ha fatto quando era un demone e ricorda di aver passato una quantità di tempo tremendamente lunga con il re dell’Inferno. Ma, soprattutto, ricorda che Crowley ha dimostrato di tenere a lui, nella maniera perversa in cui un demone può tenere a qualcuno, per lo meno. Dean ricorda la sensazione di essere privo di anima e sentimenti, ed è certo che non gliene fregasse un granché di quello che Crowley provava per lui. Però, gli piaceva la sua compagnia, in qualche modo.
E forse è anche per questo che si sente una merda, al momento.
« Dean? Mi stai ascoltando? »
Dean alza lo sguardo su di lui e Sam lo fissa con quegli occhi spaventati che somigliano tanto a quelli del bambino che di notte gli toccava il braccio perché aveva avuto un incubo e voleva stare nel letto con lui.
« Dean, non è sbagliato quello che hai fatto, okay? Era… Era necessario, ed è di Crowley che stiamo parlando! » insiste il minore dei fratelli, con convinzione. Dean è combattuto tra il desiderio di abbracciarlo e prenderlo a pugni.
Opta per una sana menzogna.
« Ma sì, forse hai ragione. » concede, con un mezzo sorriso.
Dai, Dean, puoi fare di meglio.
Il sorriso si allarga.
« Vado a togliermi ‘sti vestiti di dosso. » annuncia, lasciando la bottiglia ormai praticamente vuota sul tavolo. Mentre si allontana, sente lo sguardo di Sam fisso sulla sua schiena.
 
 
*
 
 
Dopo qualche giorno, Castiel si è praticamente ripreso, anche se ha delle enormi occhiaie da sonno e gli occhi stanchi.
Sam ha provato a dirgli di procurarsi un’altra Grazia, ma la risposta che ha sempre ottenuto è stata sulla linea: « Ho già ucciso troppi dei miei fratelli. »
« Magari Metatron può aiutarti. » suggerisce quella mattina il minore dei Winchester. Dean sta bevendo il suo caffè con gli occhi bassi: sono giorni che evita anche solo di incrociare lo sguardo di Castiel. « È lui che ti ha rubato la Grazia, no? »
« Al momento abbiamo già abbastanza problemi senza correre il rischio di far uscire Metatron di prigione. Se scappasse sarebbe un disastro. » afferma l’angelo e, Dio, Dean ha voglia di prenderlo a testate. Parla come se non ci fosse la sua vita in gioco, o meglio, parla come se non fosse importante.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Stringe la tazza tra le dita, sentendo la stanchezza derivante dalle suo dormire poco e male negli ultimi giorni crollargli addosso con tutto il suo peso.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Sam sta protestando, afferma che la vita di Castiel non deve passare in secondo piano.
Dean ha voglia di tapparsi le orecchie, ma non servirebbe a niente.
Uccidili, uccidili, starai meglio.
« Vado in bagno. » annuncia, alzandosi forse un po’ troppo in fretta.
 
 
*
 
 
« Dean. »
Si volta verso la porta.
« Ehi, Cas. » dice, con forzata allegria. Vattene, vattene via. « Non dovresti dormire a quest’ora? »
« Sono un angelo. »
« Con una Grazia malandata. »
Castiel tace per qualche istante e Dean quasi si pente di averci scherzato su.
« Anche tu dovresti dormire. » dice però l’angelo, prima che l’idea di scusarsi prenda davvero forma nella mente del cacciatore. Vattene, Cas, vattene.
« Sto… Cercando di capire se c’è un caso qui. » gli spiega Dean, battendo un paio di colpetti sul portatile aperto di fronte a lui, e non è una bugia.
« Sembri stanco. » gli fa notare Castiel.
« Senti da che pulpito. »
« Io ho una Grazia che si sta consumando dentro di me, quindi, se hai finito di cercare di sviare il discorso sulla mia condizione, potremmo parlare un po’ dei tuoi incubi, invece? »
Dean deglutisce di fronte allo sguardo decisamente poco amichevole dell’angelo e si rende conto che, sì, Grazia malandata o no, Castiel è sempre in grado di psicoanalizzarlo senza alcun problema.
« Non è nulla di nuovo, Cas. » concede, riluttante.
« Che cosa sogni? »
« Perché ho la netta sensazione che tu lo sappia benissimo? »
La replica quasi ringhiata cade nel silenzio. Castiel lo fissa senza dire una parola, e Dean si passa una mano sulla bocca.
« Cas. » comincia, e la voce gli esce roca. « Ricordi che cosa mi hai promesso, vero? »
L’angelo attende qualche istante prima di rispondere. Dean lo detesta per questo.
« Certamente. »
« Lo farai, non è vero? »
« Forse non sarà necessario. »
« Lo farai? »
Dean non vuole bugie o false rassicurazioni, solo la conferma che Castiel manterrà la sua promessa e lo spedirà all’Inferno con qualunque mezzo, qualora le cose dovessero mettersi male. E succederà, ne è certo.
L’angelo sospira, ma annuisce.
« Grazie, amico. » gli sorride Dean, e si sente un po’ sollevato, perché magari non sarà direttamente responsabile dell’uccisione della sua famiglia, quando già sulle sue spalle gravano le morti di molti dei suoi cari.
Castiel esita, poi gli augura la buonanotte e sguscia via nella penombra del corridoio.
« ‘Notte, Cas… » mormora Dean, tornando a navigare su Internet alla ricerca di una distrazione per i prossimi giorni.
 
 
*
 
 
Non è riuscito a dormire come si deve né a trovare qualcosa da uccidere per i successivi quattro giorni. Un paio di volte, insieme a Sam, è andato a visitare qualche scena del crimine nella speranza che ci fosse un caso, ma non hanno mai trovato niente e dunque Dean si domanda dove diavolo siano tutte quelle schifezze soprannaturali, che di solito sbucano come funghi, quando gli servono.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Ha paura di essere sul punto d’impazzire e ha come l’impressione che se non bevesse quantità industriali di caffè non riuscirebbe neppure a reggersi in piedi. O magari sì, ripensando a come l’insonnia sia un problema già presentatosi in passato, ad esempio al suo ritorno dall’Inferno o dopo la “morte” di Castiel e quella vera di Bobby poco dopo.
L’angelo non gli ha più parlato, da quella notte.
O meglio: Dean lo ha accuratamente evitato e Castiel non ha opposto resistenza, forse per prepararsi a fare quel che deve o forse perché ha finalmente imparato a rispettare gli spazi personali – pfft, figuriamoci.
« Dean, vuoi che guidi io? Magari è il caso che tu dorma un po’. » suggerisce Sam, mentre sono sull’Impala di ritorno dal terzo falso allarme – Un caso, maledizione, non potete darmi uno stupido caso?!
« Nah. » nega Dean. Uccidi, uccidi, uccidi. Ti sentirai meglio, basta che tu li uccida. « Passami il thermos: un po’ di caffè e sono a posto. »
« Dean, non dormi da giorni, non credere che non lo sappia. » lo rimprovera Sam, con un’occhiataccia che il maggiore dei fratelli coglie solo con la coda dell’occhio, impegnato com’è a far finta di concentrarsi sulla strada.
« Non dire sciocchezze, ieri ho dormito. » Per un’ora e mezza complessiva, forse.
« Dean– »
« Oh, andiamo, passami quello stupido thermos e chiama Cas per vedere se è tutto okay. » lo interrompe il cacciatore, allungando la mano come incoraggiamento.
Sam sbuffa, passandogli il caffè ed estraendo il telefono.
« Certo che potresti anche telefonargli tu, una volta tanto, visto che insisti perché lo chiami in continuazione. » borbotta, ma Dean non lo sta ascoltando.
Uccidi, uccidi, uccidi.
 
 
*
 
 
Trema, forse per il freddo, però sente le guance in fiamme e il Marchio che brucia sulla pelle.
Uccidi, uccidi, uccidi.
La mano tremante s’infila nella giacca alla ricerca del cellulare: deve chiamare Sam, lui di certo saprà cosa fare, Sammy può aiutarlo…
Uccidi, uccidi, uccidi.
Riesce ad afferrare il telefono, ma quando fa per avviare la chiamata l’apparecchio gli esplode tra le mani e schizzi di sangue gli colpiscono il viso insieme a brandelli di carne.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Magari, se prega abbastanza forte, Castiel può raggiungerlo e aiutarlo.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Spalanca la bocca per chiamare l’angelo, può anche abbassarsi a congiungere le mani e borbottare quelle poche parole che ricorda del Padre Nostro, se proprio è necessario, ma deve funzionare per forza.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Cas! Cas! Nella sua mente il richiamo è forte e chiaro, ma non riesce a far uscire la voce. Cas, ho bisogno di te. Cas!
Uccidi, uccidi, uccidi.
Continua a tremare, nessuno viene ad aiutarlo. È solo e ha voglia di uccidere.
 
Quando spalanca gli occhi, Dean è ancora solo e quella voglia malsana non se n’è andata.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Rimane sdraiato sul letto, le gambe attorcigliate alle lenzuola e la maglia zuppa di sudore appiccicata alla pelle, in attesa che passi o che il bisogno scemi fino a divenire quantomeno sopportabile.
Non succede niente.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Con il cuore che martella in petto, si alza più velocemente che può, cadendo praticamente a terra con il lenzuolo ancora attorcigliato attorno a una gamba. Respira affannosamente mentre attraversa al buio il corridoio fino a giungere in cucina a tentoni.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Si china sul lavandino e si butta in faccia dell’acqua fredda, cercando di recuperare la propria lucidità mentale – l’ha mai avuta?
Uccidi, uccidi, uccidi.
« Ciao, Dean. »
Nel sentire quella voce, il cuore del cacciatore smette di battere per un istante, mentre il terrore gli deforma il viso. Si volta, e le ginocchia quasi cedono quando riconosce la figura di Caino in piedi a non troppa distanza da lui, con un sorriso storto sulle labbra.
« Tu– Tu sei– Io ti ho– Non puoi– » farfuglia Dean.
Caino continua a sogghignare gli istanti necessari perché il Winchester recuperi la lucidità mentale sufficiente a scagliargli contro una sedia e filarsela verso la stanza di Castiel.
« Cas! » chiama Dean, spalancando la porta senza troppi complimenti e trovando l’angelo sdraiato sul letto.
« Dean » replica Castiel, issandosi sui gomiti. « Che cosa succede? »
« Dove hai messo la Lama, Cas? Mi serve quella maledetta cosa! » esclama il cacciatore, chiudendosi velocemente la porta alle spalle e girando la chiave. Come se servisse a qualcosa, poi, ma al momento pensare razionalmente non gli riesce.
« Cosa? Che stai dicendo Dean? » domanda Castiel, mettendosi a sedere e aggrottando le sopracciglia.
Dean ha voglia di prenderlo a pugni.
Uccidi, uccidi, uccidi.
« Porca puttana, Cas, c’è Caino di là, mi serve quella– Oh Cristo, Sam! Devo avvertire Sam! »
Dean fa per voltarsi e correre in camera di suo fratello, ma Castiel lo afferra per un braccio.
« Che cosa stai facendo?! » gli urla in faccia il cacciatore. Non può stare lì: Sam è ancora a letto, probabilmente ignaro di tutto, e Caino gira per la casa; Dio, come ha potuto essere così stupido da non avvertire immediatamente suo fratello?! Magari perché pensava che Castiel gli avrebbe subito detto dove trovare la Lama, magari perché era troppo impegnato a cercare di capire come ammazzare quel figlio di puttana, magari–
« Dean. » lo chiama Castiel, afferrandogli entrambe le braccia e parlandogli con una tale calma che il cacciatore prova un’irrefrenabile voglia di staccargli la testa a morsi – Sam è di là, devo andare da lui, devo avvertire Sammy – « Dean, calmati. Caino è morto, Sam non è in pericolo. »
Dean emette un grugnito di frustrazione, strattonandolo per liberarsi.
« Cazzo, lasciami! Non capisci, Caino– »
Uccidi, uccidi, uccidi.
« È morto, Dean! » Ma perché non capisce? – Uccidi, uccidi, uccidi – Perché non lo lascia andare a salvare suo fratello? – Uccidi, uccidi, uccidi – Proteggerlo è – Uccidi, uccidi, uccidi – il suo compito, maledizione! – Uccidilo, uccidilo ora! – « Cerca di calmarti, sicuramente hai avuto un in– »
Dean non ce la fa più e gli molla un pugno in faccia, cercando di approfittare dell’attimo di debolezza dell’avversario per sgusciare via dalla sua presa, ma Castiel riesce a trattenerlo per un braccio.
Uccidi, uccidi, uccidi.
« Lasciami, bastardo, lasciami! »
Uccidi, uccidi, uccidi.
« Dean, cerca di calmarti! »
Uccidi, uccidi, uccidi.
« Ti ho detto di lasciarmi! » urla Dean, cercando di sovrastare i suoni che gl’incasinano la testa.
Uccidi, uccidi, uccidi.
« Dean, è tutto a posto, va tutto bene. »
Uccidi, uccidi, uccidi.
Con la coda dell’occhio, vede il pugnale angelico che Castiel tiene sul comodino.
Uccidi, uccidi, uccidi.
Nemmeno si è reso conto di averlo afferrato – « Dean! Cas! Che cosa succede?! » –, che lo sta puntando contro all’angelo.
Uccidi, uccidi, uccidi.
« Dean, fermo– »
Uccidi, uccidi, uccidi. Uccidi, uccidi, uccidi.
Quando affonda la lama nel torace di Castiel, tutto finalmente diventa silenzioso, come se qualcuno avesse all’improvviso tolto l’audio. Le orecchie di Dean fischiano, un’animalesca furia gli deforma il volto mentre affonda il pugnale fino all’elsa.
Castiel lo guarda a occhi spalancati, la bocca impastata di sangue e una punta di sconcerto sul viso pallido – Colpi alla porta, spallate probabilmente; Dean non le sente; « Dean! Dean, qualunque cosa tu stia facendo, fermati! Dean! »
Una parte di Dean urla, l’altra gioisce. Non riesce a sentire la prima, è stata silenziata come le voci che lo incitavano – altre spallate; la porta inizia a cedere.
Rigira la lama nella ferita, sente la presa sul suo braccio farsi sempre più debole. Castiel gorgoglia qualcosa, forse il suo nome – « Dean! Dean! Fermati! »
Il cacciatore estrae la lama, lo sguardo indugia sul sangue fresco, mentre l’angelo si accascia ai suoi piedi.
La porta cede, Dean sussulta, l’arma celeste cade a terra con un tintinnio orrendo.
« C-Cas? »
L’audio non sembra voler ripartire, l’unica cosa che riesce a sentire sono i battiti sordi del suo cuore che tenta di sfondargli il petto.
No, no, no. Ti prego, no.
« Cas! »
Afferra quello stupido trench che Castiel indossa anche di notte, lo tira su di peso nella speranza di individuare qualche segno di vita, ma tutto quello che trova sono due occhi chiusi e una macchia scarlatta al centro del petto immobile.
Per favore, per favore, no.
« Cas. »
Lo scuote, ignorando il dolore alle ginocchia su cui sta appoggiando tutto il peso, anche se è stupido e non serve a niente.
« Cas »
Si sente afferrare da dietro e un paio di braccia lo trascinano via. Continua imperterrito a pregare un Dio sul quale non ha mai fatto affidamento, perché in fondo quello lì è uno dei suoi figli e, andiamo, non lo lascerà morire così, per la sua debolezza.
Ma questa volta nessuna forza divina resuscita l’angelo caduto.
 
 
And then you’d kill the angel Castiel.
Now that one, that I suspect would hurt something awful.¹
 
 
 
 
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¹ Caino, Supernatural 10x14 “The Executioner’s Song
 
 
 




  
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