Maria tamburellava con le dita sul tavolo mentre fissava il suo interlocutore con sguardo serio ed in parte annoiato, con una mano che le reggeva la testa e le gambe accavallate; Eriru era tutta gongolante, felice di fare qualcosa che non comprendesse pulire tavoli o servire drink, e fissava il ragazzo con un sorriso radioso; Izul era perplessa ma non osava obiettare, anche se ora era diventato buono il suo ex padrone le incuteva ancora un certo timore; Yuri era seduta compostamente sulla sedia e lo guardava con una faccia innocente e curiosa quasi come se non avesse capito di cosa stesse parlando; Gaito, dal canto suo, aspettava una risposta.
“Allora?” domandò dopo alcuni minuti di assoluto silenzio.
“Io ci sto!” saltò subito Eriru senza perdere il sorriso: non vedeva l’ora di cimentarsi in una nuova avventura! Oramai la vita lì stava diventando monotona.
“Mmh…” mugolò Maria.
“Beh…” tentò Izul mentre Yuri manteneva il silenzio e inclinò il capo di lato come un bambino che osserva qualcosa di strano.
“Cosa?” chiese il ragazzo.
“Non so… non mi sembra una buona idea” disse finalmente la bionda.
“E’ un po’ azzardato chiederci di ripescare le perle… proprio a noi, poi!” esclamò la rossa.
“Io sono d’accordo” affermò la verde stupendo tutte che la fissarono “Insomma: noi quattro che diamo la caccia alle perle. Sarà come un tuffo nel passato, no?” chiese.
“Solo che invece di usarle per distruggere il mondo, lo faremo per salvarlo” intervenne la mora ma le due compagne erano ancora perplesse “Dai, sarà divertente!” tentò di convincerle.
“Non c’è nulla di divertente in questo, Eriru” la richiamò Gaito “Sapete meglio di me quanto siano potenti le perle e sarebbe un guaio se finissero nelle mani sbagliate. Ci hanno voluto affidare questo compito per metterci alla provare, per vedere quanto siamo cambiati e se abbiamo davvero intenzione di vivere pacificamente: dobbiamo impegnarci e dimostrare a Lucia e le altre principesse che possono fidarsi di noi.
Quindi ora vi chiedo: volete farlo oppure no?”
“Io ci sto!” esclamò Eriru convinta.
“Anche io!” le fece eco Yuri alzandosi, più determinata che mai.
“Ahm… d’accordo!” Izul fece spallucce.
“Oh… e va bene!” esclamò Maria.

Un altro giorno nasceva nell’alba della mattina, le strade erano deserte e silenziose illuminate fiocamente dalla luce del sole che riemergeva pian piano dall’oceano. Sulla spiaggia una sola figura era visibile: una giovane ragazzi sui 17 anni, coi capelli lisci e neri lunghi fin sotto le spalle e due splendide pozze azzurre a fargli da occhi. Teneva tra le mani una tavola da surf di un opaco indaco con delle strisce ondulate che l’attraversavano di uno sfavillante nero, indossava una tuta da sub nera con delle fiamme arancioni ai lati delle caviglie e osservava il mare con aria di sfida: “Oggi vedremo chi la spunta, fra me e voi, care onde!” e si tuffò.
Nel centro della città, in una piccola casetta di quartiere, una sveglia stava trillando allegramente su un comodino color panna ornato di fotografie, accanto ad esso un groviglio di lenzuola si muoveva in modo sinistro: da esso spuntò una giovane fanciulla poco più che sedicenne, coi capelli rossi tutti arruffati e gli occhi acquamarina più chiusi che aperti. Con noncuranza afferrò la sveglia e guardò l’ora: “Ma sono solo le cinque!” si lagnò constatando che mancavano ancora tre ore prima che dovesse alzarsi, tre ore di splendidi sogni... premette il pulsante per spegnere la sveglia ma quella si era incastrata e non si decideva a zittirsi. Dopo aver provato diverse volte perse la pazienza e, alzatasi in piedi sul letto, scaraventò l’orologio attraverso la porta del bagno: percepì con beata soddisfazione il CRASH! che segnava indubbiamente la rottura dell’apparecchio poiché il trillo cessò immediatamente. Con un sorriso riscivolò sotto le lenzuola e si rannicchiò pronta a rientrare nello splendido mondo della fantasia.
Sulla spiaggia che circondava il paese, invece, qualcuno di meno svogliato era sveglio e pimpante: una ragazza diciannovenne con una lunga treccia, che le ricadeva sul petto fino alla cintola, che teneva legati i suoi luminosi capelli rosso fuoco, gli occhi verdi erano concentrati sul mare che si accingeva a ritrarre su una tela situata di fronte ad essa; era seduta su un piccolo sgabello a tre gambe morbidamente poggiato sulla sabbia dorata e aveva un grossa borsa da viaggio nera accanto sé, indossava un top arancione quasi nascosto da una giacca color crema, una gonna arancione scuro che le arrivava alle cosce coperte dalle lunghe calze bianche e delle scarpe marroni. Dalla borsa tirò fuori una bottiglia d’acqua con cui diluì il colore azzurro per creare l’effetto dell’ombra sulle onde, già che c’era ne bevve un sorso e poi tornò a lavoro; era a metà della sua opera quando scorse un forte bagliore provenire da degli scogli poco distanti dal punto dov’era lei.
Si alzò dallo sgabello e si diresse verso la fonte della luce che si rivelò essere una perla: una piccola e magnifica perla color arancione.


Angolo Autrice:
Benissimo, ora che ho tutte le principesse sirene, il capo dei cattivi e tre seguaci (di cui uno in arrivo ;) ed ho già pubblicato il primo (ovvero il capitolo precedente che ho modificato inserendo il testo del primo) posso pubblicare anche il secondo iniziando a presentare le prescelte. In questo ho presentato le prime tre OC che mi sono state mandate e, via via che avanzeranno i capitoli, presenterò anche le altre.
Ricordo inoltre che sono disponibili altri due posti per i suegaci dei cattivi, potete tranquillamente inserirli nelle recensioni di questo capitolo e, riguardo a coloro che hanno commentato il precedente con le proprie OC: se vogliono lasciare un parere riguardo al primo potete inserirlo in questo tranquillamente.
Spero di essere stata chiara e ringrazio ancora una volta tutti coloro che mi hanno aiutato, siete state gentilissime ^^
Kiss Kiss,
Caroline94