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Autore: Vanilla_91    10/04/2015    7 recensioni
Potrebbe essere il solito cliché, ma di scontato e ripetitivo non c'è nulla quando si parla di lui, InuYasha Von Taisho.
Poco più di vent'anni e una vita perfetta: una famiglia solida e benestante, un gruppo di amici, quelli di sempre, con cui condividere ogni esperienza e una ragazza popolare, che sembra essere uscita da uno di quei film per teenager americani che InuYasha tanto detesta.
Anche la natura è stata generosa con InuYasha, che da più di un anno è diventato l'idolo di centinaia di ragazze, grazie alla sua carriera di modello.
La vita di Kagome è diametralmente opposta. La sua famiglia cade a pezzi, può contare sul sostegno della sua unica vera amica, ma non ha tempo per l'amore.
InuYasha sogna la fama, il successo, la gloria, l'unica cosa che Kagome desidera dalla vita è un attimo di tranquillità.
Perchè due destini così diversi dovrebbero mai incrociarsi?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lo studio del commercialista, Seya Myoga , uno dei più rinomati a Tokyo e dintorni, era di dimensioni notevoli, ma assolutamente accogliente.
L'arredamento dai colori temperati e neutri rendeva l'ambiente fine ed ospitale.
Kagome aveva pazientemente atteso il proprio turno, finché, nell'orario concordato, una cortese segretaria la invitò ad accomodarsi nell'ufficio principale.

Espletarono ogni convenevole, prima che si trovasse, come una sciocca, da tempo imprecisato, a fissare il pezzo di carta che le era stato posto di fronte.
Si era concessa di leggere con attenzione ogni singola clausola del contratto e ne era rimasta soddisfatta, ma a lasciarla realmente spiazzata era stata la voce dove veniva specificata la sua retribuzione.
-Qualcosa non va, signorina Higurashi? Forse qualcosa le è poco chiara o forse aveva preso accordi differenti con il signor Von Taisho? Se così fosse non si senta in imbarazzo a dirlo. Sono qui a sua completa disposizione e se sarà necessario provvederemo a modificare la bozza del contratto. -dichiarò, gentile, l'uomo.
La ragazza deglutì, per sciogliere il nodo che le aveva serrato la gola e per favorire la fuoriuscita della voce.
-No, no, sono solamente sorpresa del compenso più che generoso. -ammise, candidamente.
-Ho semplicemente seguito le disposizioni del suo datore di lavoro. -chiarì il commercialista.
La ragazza si limitò ad annuire, pensierosa.

Non aveva più rivisto InuYasha dopo il giorno in cui si erano scontrati. Lui si era limitato a chiederle un recapito al quale contattarla, specificandole di dover attendere una sua chiamata.
Col silenzio prolungatosi diversi giorni, aveva anche avuto il timore di essere stata ingannata, ma proprio il pomeriggio precedente, quando la disperazione cominciava ad assalirla, aveva ricevuto la telefonata tanto attesa.
Non aveva parlato con InuYasha, lui non si era presentato neanche quella mattina, ma le importò poco.
Le era grata per l'aiuto, per averle concesso quella possibilità, ma l'unica cosa che le interessava era lavorare, non perdere tempo a battibeccare con un tipo borioso e che riusciva ad irritarla come mai nessuno prima.
-Se lei è d'accordo, a questo punto, io procederei con la firma, miss Higurashi. -
La giovane annuì e dopo aver rilanciato una veloce occhiata al contratto firmò, sentendo il cuore farsi più leggero.
-Ottimo, comincerà domani mattina. Kaede, la governante, le spiegherà tutto. Non abbia timore, è una cara signora. -
Attese che le fossero consegnate delle fotocopie di ciò che aveva appena firmato, prima di ringraziare calorosamente il signor Myoga e congedarsi.
Scese di corsa le scale dell'elegante condominio con il sorriso in volto.
Dopo tanto buio, quel martedì mattina le parve di riuscire a vedere un barlume di luce.
Ciò che avrebbe guadagnato lavorando a casa Von Taisho era il doppio di ciò che riusciva a racimolare in tante ore di lavoro all'hotel, mance incluse.
Quella piccola fortuna le avrebbe concesso di potersi prendere maggior cura di suo nonno e di risparmiare i soldi che le erano necessari per iscriversi all'università.
Forse, pensò, aver conosciuto InuYasha non era poi stata una disgrazia.

 

 

 

-Non posso che essere felicissima per te. -si complimentò Sango con l'amica.
Kagome annui, restituendole un sorriso tirato. Era uscita con la ragazza che considerava, praticamente, una sorella, nella speranza di ritrovare un po di quel buonumore sperimentato nella mattinata.
-Credimi, ero davvero euforica quando ho firmato quel contratto, mi era sembrata la soluzione a tutti i miei problemi. Sono rientrata a casa felice come non lo ero da anni, ma mi aspettava una brutta sorpresa. - sussurrò, mogia.
-Tuo nonno? - le domandò Sango allarmata.
-Sì, ha avuto un'altra crisi, peggiore delle altre. Sapendo di dovermi assestare ho chiamato l'infermiera che lo assiste e forse se non lo avessi fatto a quest'ora non sarebbe più qui. Siamo state costrette a chiamare un'autoambulanza, perché l'agitazione lo aveva reso violento. Il medico è stato chiaro, Sango, ormai il suo tempo sta per scadere. Si aggraverà giorno per giorno, non c'è scampo. Nemmeno mi riconosce più..-
-Vorrei davvero poter fare qualcosa, Kagome. -
-Piacerebbe tanto anche a me. Forse se avessi avuto maggiori disponibilità avrei potuto permettergli un trattamento sanitario migliore. -
Sango catturò le mani dell'amica tra le proprie, spingendosi sul tavolino che le divideva.
-Kagome, quello che sta accadendo a tuo nonno è una cosa triste, dolorosa ed ingiusta, ma non hai motivi per sentirti in colpa. Questa terribile malattia non ha una cura, ma tu hai fatto tutto ciò che era possibile per offrire a tuo nonno un trattamento medico adeguato. Hai accantonato i tuoi sogni e sei cresciuto in fretta per amore di un nonno che ha faticato ad accettarli, di più davvero non avresti potuto fare, amica mia. -
-Grazie, Sango. Se perdessi anche te non so cosa farei. - mormorò.
-Che sciocca! Non devi farli nemmeno certi pensieri; io sarò sempre al tuo fianco, amica mia. - la rassicurò, abbracciandola.

  •  

 

 

Da quel burrascoso martedì erano trascorsi quasi dieci giorni. La presenza costante di Sango era stato di enorme aiuto a Kagome per non soffocare nella disperazione, per quanto stava accadendo a ciò che restava della sua famiglia.
Il nuovo lavoro in casa Von Taisho, allo stesso modo, l'aiutava a mantenere la mente impegnata.
Come il signor Myoga le aveva preannunciato, Kaede, la governante, una gentile signora dai capelli grigi e le forme arrotondate dall'età, l'aveva accolta con calore.
Le ore di lavoro erano appena 5 e i turni le lasciavano comunque liberi la mattina o il pomeriggio, permettendole di dedicarsi alla cura del suo anziano nonno.
Le incombenze erano semplici, variegate e mai eccessivamente dure.
L'intero personale si era mostrato cordiale e disponibile, accogliendola nel miglior modo possibile.
Kaede, in particolar modo, sembrava essersi affezionata molto a lei e Kagome ricambiava quell'affetto sincero.
Ciò che davvero l'aveva sorpresa era stato il fatto di non aver mai visto InuYasha Von Taisho in casa, nemmeno di sfuggita.
Per quanto fosse ancora fintamente risentita verso il ragazzo per quel suo modo di provocarla e stuzzicarla, gli era profondamente grata.
Ci teneva a ringraziarlo e così una sera trovò il coraggio di porgere la domanda che da giorni le ronzava in testa alla gioviale governante.
-Kaede, mi chiedevo come mai il signor Von Taisho non faccia mai ritorno in casa. Non che siano affari miei, certo, ma mi sembra di non averlo mai visto durante questi 10 giorni. -
L'anziana sospirò, sorridendo.
- Non ti sbagli, bambina. InuYasha è così: uno spirito libero, selvaggio, non riesce a star fermo nello stesso punto troppo a lungo. Ogni volta che ne ha l'occasione va via, ma infine torna sempre. All'improvviso, quando meno te lo aspetti, te lo ritrovi in casa, come se non fosse mai andato via. -
-Potrebbe far ritorno anche tra molti giorni, quindi? - chiese.
Kaede scrollò le spalle.
- Potrebbe tornare domani o tra un mese, lo sapremo solo quando sarà nuovamente qui. -
Kagome annuì, prestando maggiore attenzione agli splendidi fiori che stava annaffiando e lasciando cadere l'argomento per non dare l'impressione di essere troppo interessata.


I successivi cinque giorni scivolarono tranquilli, abitudinari.

Le condizioni del nonno di Kagome si erano mantenute stabili, permettendo alla ragazza di tranquillizzarsi lievemente.
L'orologio segnava le 20:00 quando la giovane decise di concedersi una breve pausa.
Al termine del suo turno mancavano ancora due ore.
Posò il suo sguardo sulle vetrate delle portefinestre che conducevano su un ampio terrazzino. Si lasciò attirare da quel paesaggio suggestivo e incurante si affacciò al balcone.
La vista spettacolare le mozzò il fiato. La caotica Tokyo si estendeva di fronte a lei, che poteva ammirarla da una posizione riservata e privilegiata.

Il buio della notte era squarciato dalle mille luci e da una luna piena e bellissima.
-È uno spettacolo la città vista da qui, vero? -
La voce proveniente dalle sue spalle la fece sobbalzare.
Si voltò a fissare l'ultimo arrivato e arrossi.
-S.. signor Von Taisho, buonasera. - balbettò.
-Quanta formalità per una che l'ultima volta si è a malapena trattenuta dal mandarmi a quel paese. -la provocò.
Kagome arrossì maggiormente, per la rabbia, il fastidio e la vergogna.
Ricordava perfettamente la sfrontatezza e l'irriverenza che aveva sfoggiato l'ultima volta e non ne era pentita, ma da allora le cose erano cambiate. InuYasha era diventato il suo datore di lavoro e lei di quell'impiego aveva davvero bisogno.
- Io le chiedo scusa, non avrei dovuto dire quelle cose. -
Lui sorrise, affiancandola.
- Non scusarti, non ne hai motivi. -
Kagome lo fissò, sorpresa.

Il ragazzo che le stava di fronte quasi non le sembrava il tipo borioso che aveva conosciuto nell'hotel.
Era bello, lo aveva sempre pensato, ma a colpirla particolarmente fu l'espressione dolce che il suo viso assunse quando gli occhi si concentrarono sulla città lontana e i lineamenti si rilassarono.
Si accorse di essere rimasta immobile a fissarlo si diede della sciocca.
-Mi scusi, torno a lavoro. -tentò di congedarsi.
-No, aspetta. Resta, Kagome. -
La sorprese, prima per quell'inaspettata richiesta e poi per la sicurezza con la quale pronunciò il suo nome.
-V.. vuole che le porti qualcosa? -
-No, voglio solo scambiare qualche parola con te, senza metterti a disagio. -
Stringendosi nella divisa, la ragazza avanzò, fino ad affiancarlo.
-Kaede è molto soddisfatta di te e per me la sua opinione è fondamentale. Lavora per la mia famiglia da tempo immemore e mia madre si è disperata quando ha deciso di trasferirsi qui in casa mia. La considera una della famiglia, ormai.-
-Kaede è una cara signora e sono felice di averla soddisfatta. -
InuYasha annuì, voltandosi poi a fissarla.
Aveva ancora le gote arrossate, come la prima volta che l'aveva vista ed era in evidente disagio.
Sogghignò al divertente pensiero di stuzzicarla, solo per vedere emergere quel lato ribelle che la ragazza si sforzava di celare.
Era buffa e per qualche strano motivo desiderava che lei si sentisse a suo agio in sua compagnia.
-E tu, Kagome, come ti trovi? Perché sai, ovviamente, anche la tua opinione conta. -
-Io mi trovo benissimo, sono stati tutti molto gentili e disponibili con me. In realtà, signor Von Taisho, i miei più grandi ringraziamenti li devo a lei. -
- A me? Temo tu ti sbagli. Io ti ho offerto un'occasione, tu hai saputo coglierla e sfruttarla. - La elogiò.
Un silenzio non teso calò su entrambi, che restarono a fissare l'orizzonte.
-Posso farle una domanda? -chiese la ragazza, con tono appena udibile.
-Solo se smetti di darmi del lei, non sono mica un vecchio. Nonostante il mio "ego spropositato" preferisco che tu mi chiami per nome. -la pizzicò, usando le stesse parole che lei gli aveva rivolto il giorno del loro ultimo incontro.
- Non sarà inopportuno? -
-Non se sono io a dirtelo, se preferisci posso anche comandartelo. -ammiccò. -Cosa volevi chiedermi? -
-Perché mi hai offerto questo lavoro? Insomma, senza offesa, ma non hai la faccia del buon samaritano che se ne va in giro ad offrire lavoro al primo disgraziato che passa. -
InuYasha ridacchiò; un suono basso e roco che fece sorridere anche Kagome.
- No, in effetti hai ragione, non è mia abitudine offrire lavoro al primo che capita. Quel giorno ti ho sentita discutere con quel negoziante per ottenere un lavoro e in un certo modo mi hai ricordato me stesso. -ammise senza vergogna.

Kagome lo fissò, esterrefatta.
Tentò di mettere a freno la lingua, ma complice il clima sereno che si era instaurato tra loro, non riuscì a tacere il proprio pensiero.
-Perdonami se te lo dico, ma non mi sembri il genere di persona che necessita urgentemente di un lavoro. -
-No, infatti, non nel senso più comune del termine. Vedi, tutti credono che nascere in una famiglia ricca e famosa sia elettrizzante, meraviglioso, ma non è così per tutti. -
Avrebbe voluto chiedergli di continuare a raccontarle, ma non se la sentì. InuYasha dovette comprendere i pensieri della ragazza e l'accontentò, perché continuo il suo racconto senza farsi pregare.
-La mia famiglia ha origini Olandesi e i miei sono molto noti in Europa. Mio padre ha cominciato lì la sua attività di regista e mia madre ha frequentato una prestigiosa scuola di recitazione che l'ha resa nota al pubblico. -
-Beh, direi che oltre che in Europa sono molto conosciuti anche qui in Giappone.-

-Esatto, per questo dico che per me non è stato semplice. Ho una famiglia splendida, ma non mi andava di esser conosciuto solo per le raccomandazioni di mamma e papà . Ho cercato, sto cercando, di farmi conoscere per altro-
Kagome restò qualche secondo a riflettere prima di parlare.
-Vuoi che ti conoscano per le tue doti, non per il tuo cognome. -
-Esatto, per questo sto studiando sodo e mi sto impegnando, per avere la mia possibilità. -dichiarò con enfasi.
Kagome sorrise, ammirata da tanta risolutezza e determinazione.
Anche lei aveva il suo sogno nel cassetto e stava lottando per realizzarlo.
-Sai, mi ero fatta un'idea sbagliata su di te. Ti credevo un bruto montato e superficiale. -ammise, arrossendo nuovamente.
InuYasha le sorrise, sorpreso e divertito per tanta schiettezza e sincerità.
-Ti ringrazio, ragazzina, ma continuerò a farti arrabbiare. Stuzzicanti è troppo divertente. -
Le passò accanto e le scompiglio i capelli, pretendendo e conquistando una confidenza che non avevano mai avuto.
Kagome restò spiazzata, finché il fastidio e l'irritazione non la risvegliarono.
- Il mio nome è Kagome, non ragazzina. -precisò.
-Si, si, certo.. ragazzina. - la provocò lui, andando via e riempiendo lo spazio col suono acuto della sua risata.
Kagome ringhiò, segretamente divertita.
-Non mi ero affatto sbagliata:è solo un bruto prepotente, borioso ed egocentrico- latrò, prima di rientrare a propria volta.


NOTE DELL'AUTRICE:
Hola, eccomi qui con il nuovo capitolo. Siamo,ovviamente, in piena fase conoscitiva, ma le cose tra i due sembrano andare bene. Abbiamo conosciuto un po meglio InuYasha e la prossima volta toccherà a Kagome raccontarsi, ma come avrete intuito, non ha una storia felice alle spalle.
Mi spiace che il capitolo sia corto, avrò modo di rifarmi quando entreremo nel vivo della storia :)
Ringrazio tutti voi che state seguendo la storia e se ne avete voglia sarei felicissima di conoscere il vostro parere.
Infine, vi lascio il link del gruppo facebook per chi avesse voglia di unirsi a noi;https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Baci

 

   
 
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