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Autore: Pinker    10/04/2015    2 recensioni
Dopo 10 anni dall'ultima missione di Blaze a Mobius, la gatta lilla ritorna per svelare un caso già iniziato dall'amica Amy, la quale a un certo punto scompare misteriosamente.
Anche Shadow e Rouge saranno coinvolti in questa avventura dal finale incerto.
Tra bugie e passato, sorprese più o meno piacevoli e lotte tra ragione e istinto, nascerà una storia d'amore...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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~~In fretta e furia, le guardie spinsero le prigioniere fuori dal loro sonno e le caricarono di nuovo sui vagoni.
Blaze salì e si sedette nel suo angolino, nell'ombra e da sola.
Le altre ragazze arrivavano piano piano, e il vagone era ancora mezzo vuoto quando qualcuno si sedette vicino a lei.
Guardò chi le stava accanto e notò con sorpresa che era la ragazza che il giorno prima Shadow aveva schiaffeggiato.
La riccia dorata le diede una veloce occhiata timida, per poi abbassare lo sguardo, imbarazzata.
“Ehy” disse dolcemente, continuando a guardare il suolo con un triste sorrisino. Sembrava nervosa.
Blaze la guardò in silenzio. Non sapeva capiva perché quella ragazzina volesse parlarle. Passarono alcuni secondi prima che la gatta trovò qualcosa sa dire:
“Tutto bene?”
“S-sì.” rispose balbettando, anche se sembrava convinta della sua risposta.
“Sicura?”
“Sì...” e poi alzò lo sguardo per guardarsi velocemente in giro.
“S-sei... il riccio nero... sembra rispettarti...”
Blaze capì. La riccia voleva sentirsi protetta.
“E' per questo che sei qui vicino?”
Lei annuì.
Ho paura.” bisbigliò, con la voce che le tremava.
“Tranquilla,” la consolò la micia “Non ti picchierà più.”
La ragazzina annuì di nuovo.
“Annie, giusto?” chiese Blaze dopo qualche secondo.
“Sì. Tu?” chiese lei gentilmente, con la sua voce cristallina.
“Blaze.”
“Che bel nome!” gioì Annie.
La gatta lilla le fece un bel sorriso in risposta. Dopotutto, cercava di essere gentile con quella dolce e provata creatura.
Le ragazze erano salite tutte e il treno era ripartito.
Blaze doveva saper distrarsi dal riccio nero che controllava tutto il vagone. Così volle parlare un po' con la sua nuova compagna di sventura.
“Se posso chiedertelo, Annie... come ci sei finita qua?”
La riccia abbassò le orecchie. Blaze si rese conto che aveva rievocato memorie che l'amica cercava di tenere a bada.
“Mi spiace, lascia perdere se non te la senti-”
“No, va tutto bene!” rispose Annie, interrompendo la regina gatto.
“Mi hanno preso mentre tornavo a casa da scuola.” raccontò.
Blaze alzò un sopracciglio.
“Sei così giovane da andare ancora a scuola? Quanti anni hai?”
“17” ammise la riccia dorata “Molte hanno la mia stessa età, o sono addirittura più piccole.”
In quel momento, un'echidna bianca si mise seduta accanto a Annie. Blaze l'aveva riconosciuta.
“Piacere, Angel the Echidna.” si presentò la ragazza seria, freddamente, porgendo la mano alla gatta lilla. Sembrava frettolosa.
“Piacere, Blaze the Cat.” rispose lei allo stesso modo, ricambiando la stretta di mano.
L'echidna non fece la stessa cosa con la riccia, probabilmente perché si conoscevano già.
“Sta succedendo qualcosa di grosso.” disse Angel sottovoce, con fare grave.
“Davvero?” chiese Annie preoccupata. L'echidna bianca annuì. Sembrava non volersi far vedere troppo.
“Di che si tratta?” chiese Blaze, entrata anche lei nella discussione.
“Ci preleveranno per perquisirci e per farci delle domande. Si dice in giro il direttore sia fuori di sé: è convinto che tra noi ci sia un spia.”
Blaze s'irrigidì e si sentì gelare.
“Cosa?! Ma è impossibile!” piagnucolò Annie.
“Eppure è così. Quelli non scherzano, attenti a come agite o vi fanno fuori! Basta un sospetto per ritrovarvi con una pallottola nella testa! Vado a far passar parola.” disse, tutto d'un fiato, con tono preoccupato.
E poi cambiò aria, andando a fare quello che aveva promesso.
“Oddio. Oddio.” si agitò subito Annie.
“Calmati!” le ordinò la micia. Era preoccupata anche lei, ma non lo voleva dar a vedere. Almeno non a Annie, che si fidava di lei e la vedeva come un pilastro forte.
Ma calmare solo la riccia non era sufficiente, anche tutte le altre stavano scivolando nel panico.
“Non hai nulla da nascondere, Annie!” la consolò Blaze, quando vide che l'amica stava andando in iperventilazione “Devi solo stare calma!”
Anche Shadow aveva notato la situazione, ma non stava facendo niente.
Non incitava alla calma, né con le buone né con le cattive.
Era semplicemente lì che guardava l'agitazione delle ragazze, col suo sguardo non curante.
Le ragazze cominciarono presto a piagnucolare, piangere e cadere nel panico.
Blaze non capiva la loro reazione.
Sentì la mano di Angel sulla sua spalla.
“Aiutami Blaze, sei l'unica insieme a me che riesce a controllare la paura. Aiutami a calmarle!”
“Perché tutta questa agitazione?” chiese a voce alta la gatta, per farsi sentire dall'amica tra tutte quelle voci.
Angel impallidì.
“Non sai delle esecuzioni? Delle torture?...” chiese, con un filo di voce.
Blaze sgranò gli occhi.
“No...non ne sapevo niente.”
Angel prese un bel respiro.
“Ci sono tante cose che nessuno sa di questo traffico, per esempio che non è solo un commercio di schiavi...” spiegò, guardandosi attorno “Sono crudeli, Blaze, qualcuno li spedirà all'inferno!” disse, con la rabbia che le cresceva e che le alterava la voce.
Blaze stringeva i pugni.
“Qualcuno si farà male.” concluse.
“NO.” decretò decisa la gatta. “Non lo permetterò.”
E dopo questo, tutte e due cercarono di calmare la folla.

Ci avevano provato fino alla fine, ma ormai la voce stava mancando a tutte e due.
Angel e Blaze, con la gola secca, cercavano di urlare per riportare la calma.
“E'...inutile...” ansimò Angel. L'unica che le aveva ascoltate era Annie.
Due guardie arrivarono da dietro alle due ragazze e presero le braccia di Angel, uno per ogni parte.
“Cosa fate?” chiese la gatta, vedendo che la sua amica era stata presa.
“Abbiamo visto come sgattaiolavi in giro tra le altre ragazze. Cosa volevi fare, eh?” disse una guardia rivolta verso l'echidna bianca, che li guardava con occhi pieni di terrore.
Adesso quella nel panico era lei, e non riuscì a parlare perché la stavano strattonando fuori dal vagone.
“No! Non è come pensate!” gridò Blaze, inseguendoli a passo veloce “C'è stato un malinteso! Non potete fare questo! Lei non c'entra niente! Fermatevi!” iniziò a correre dietro a loro, i quali erano diventati stranamente molto veloci. Non sapeva cos'altro fare se non tentare di parlare. Blaze voleva bloccarli, anche se sapeva che avrebbe potuto mettere a rischio la sua missione. Li inseguì per i corridoi di legno, sgattaiolando tra le ragazze.
Stava per richiamarli come un Fermi! ma una porta si aprì quasi in faccia alla povera gatta.
Ne uscì un grande e grosso bulldog, che sembrava non avere un buon umore.
Blaze rimase immobile, fissando il cane irritata.
Lui non se ne accorse, altrimenti sarebbe andata diversamente.
Chiuse la porta sbattendola e guardando da tutt'altra parte, con occhi feroci, decisamente incazzato.
Se ne andò per il corridoio dalla parte opposta da dove Blaze veniva.
Voltato l'angolo, finalmente Blaze si poté muovere.
Era davanti alla porta e si guardò velocemente intorno. Non c'era nessuno. Aprì delicatamente la porta che poco prima era stata sbattuta. Non sapeva perché doveva cacciarsi nei guai così facilmente, ma sentiva che doveva essere una stanza importante, o che almeno l'avrebbe illuminata su alcune aspetti.
Entrò velocemente e richiuse subito.
Poi si voltò ad ammirare la stanza. Era piena di cartine geografiche e urbane, con i post-it attaccati qua e là da delle puntine.
Al centro della stanza, stava una grossa cattedra di ferro, piena di documenti disordinati.
Sopra la superficie grigia c'era anche un posacenere di vetro contenete cenere e resti di sigari.
Blaze esaminò le mappe.
Alcune sembravano vecchie cent'anni, altre profumavano di nuovo.
Ma sia vecchie che nuove avevano alcune strade tracciate di rosso da un pennarello.
Blaze cercò una mappa che poteva condurla alla strada che aveva e avrebbe fatto.
Cercò per un bel po' di tempo, perdendosi ad analizzare boschi, fiumi, laghi, città.
Alla fine riuscì a trovare una mappa che partiva dal porto in cui l'avevano rapita, e con il dito percorse la strada evidenziata finché non arrivò a un post-it dove c'era scritto 'arrivo' e sotto 'due settimane dalla partenza'.
Scostò leggermente il foglietto per leggere la meta:
New Mobius Big City.
Fece un breve calcolo: undici giorni all'arrivo.
Cercò delle cartine più grandi, dove diceva dove si trovava più precisamente quella città.
Ma NMBC sembrava sorgere nel nulla.
Blaze si passò una mano sul muso, per riprendersi dalla stanchezza che tutte quelle carte appese al muro le avevano fatto venire.
Poi, dopo un'ultima breve occhiata alle mappe, passò ai documenti sulla scrivania.
Erano dei file personali, a giudicare da com'erano strutturati.
La gatta prese il primo che le capitava, ovvero quello sopra la pila.
L'aprì ….. e immediatamente si sentì morire.
C'era una foto di Amy allegata!!
Era seria, con un vestito che ricordava le uniforme dei poliziotti in borghese.
I suoi capelli erano legati in una coda, a parte due ciocche, una le scendeva sulla guancia destra, l'altra su quella sinistra. I suoi occhi verdi non guardavano l'obiettivo.
Blaze si fece coraggio e iniziò a leggere; centrale e in alto, il nome AMY ROSE era scritto in maiuscolo e in grassetto.
E poi, immaginate, tutti gli effetti personali:

Età: 22 anni
Sesso: Femmina
Specie: Riccio
Lavoro: Investigatrice

Caratteristiche: rosa, occhi verdi
Punti di forza e attacco: forza fuori dalla media, attacca con un martello rosa.
Stato: PERICOLOSA

Blaze fu percorsa da brividi freddi e continuò a leggere:

Richiedere particolari attenzioni, sospetti confermati.
Indaga sul commercio a-001.
Quantità informazioni scoperte: ignota.
Avvistamenti: scoperta a spiare a Salt Mère, da allora tenuta sott'occhio.
Provvedimenti: momentaneamente, catturata.

Blaze sudò freddo. Avevano scoperto Amy, come temeva, e l'avevano catturata.
Merda, merda, merda.
Il fascicolo dell'amica continuava con foto di lei, foto di lei con amici, al lavoro, alcune con Sonic una anche con Cream...
Non solo, era stata anche spiata a lungo: c'era scritta la routine quotidiana, con tanto di annotazioni se era qualcosa al di fuori dell'ordinario. Avevano trovato l'indirizzo. Quei figli di bastardi.
Sperava che non avessero coinvolto anche la piccola Cream... che a pensarci bene, non doveva essere più tanto piccola.
Blaze provò con altri fascicoli; era tutta gente che non conosceva, ma avevano in comune di essere degli investigatori – privati e non- alcuni persino spie del governo. Tutti lavoravano su quel traffico di schiavi.
Non solo: tutti avevano un ELIMINATO sotto la foto profilo, fatta da uno stampino con l'inchiostro rosso.
Non ci voleva un genio per capirlo: li avevano uccisi tutti, un annientamento totale.
Tutti detective esperti, attrezzati, in gamba. Eppure tutti beccati, presi, eliminati prima di mandare all'aria il commercio illegale di schiavi. E Amy era una di loro.
Blaze si chiedeva inquieta quanto ci volesse prima che anche il fascicolo dell'amica fosse sigillato col marchio rosso.
In fondo, trovò anche Sonic, e ne rimase sorpresa. Si calmò solo quando notò che oltre al nome e alcune informazioni essenziali loro avevano niente. Nello stato c'era scritto semplicemente 'Fuori dalla faccenda, ma non si sa mai'.
La prudenza non è mai troppa.  Pensò ironicamente Blaze.
Per quanto cercasse, non trovò informazioni sulla posizione della riccia rosa.
Dannazione! Dove l'avranno messa!  Pensò ferocemente, frugando tra i cassetti della scrivania.
Forse Amy è ancora viva, e devo fare in fretta!

Sentì dei rumori provenienti fuori dalla porta. Si stavano avvicinando. Erano in due, stavano chiacchierando.
Mise tutto in un modo più ordinato possibile e cercò d'uscire di corsa, ma prima che potesse aprire la porta, il pomello girò.
Dall'altra parte della porta, chiunque fosse era troppo impegnato a parlare che fece tutto lentamente, dando il tempo a Blaze di nascondersi sotto la cattedra.
Rannicchiata e ben nascosta, la gatta poté sentire i passi dei due che entravano.
Uno chiacchierava con l'altro che invece lo ascoltava nel più completo silenzio.
La guardia che parlava era Joe. Blaze lo riconobbe dalla voce, era lo stesso che aveva presentato Shadow, anche se ovviamente non sapeva il suo nome.
“...E quindi amico” diceva la guardia al compare “Qui ci sono tutti i fascicoli di quei salami!” disse ridendo, battendo una mano sulla pila di documenti che Blaze poco prima aveva esaminato.
“Ci sono tutti! Dalla A di Amy Rose alla Z di...”
“Amy Rose?” Interruppe l'amico prendendo il fascicolo riguardante la riccia rosa.
Blaze riconobbe quella voce fredda e calma: Shadow.
“La conosci?” chiese leggermente stupido Joe.
“Sì.” ammise il riccio nero leggendo le informazioni “Ma sono anni che non la vedo. Non mi sarei mai aspettato che diventasse un'investigatrice.”
“E invece eccola!” esclamò la guardia, indicando bruscamente il fascicolo.
“Che ne è stato di lei?” chiese l'ex agente posando i documenti.
Joe ghignò: “E' stata catturata, come avrai appena letto...”
“E dov'è adesso?” chiese il riccio.
“E' stata su questo treno. Ma non so se in questo giro o in quello prima. Comunque non so molto, è solo quello che ho sentito dire in giro. Il capo non ci dice mai nulla nello specifico.” rispose serio l'amico.
Shadow si limitò ad annuire. “Perchè mi hai fatto venire qui?”
“Eh eh.” Joe gli consegnò un portadocumenti. Il riccio lo prese.
“Tieni. E' un fascicolo vuoto. Dovrai mettere tutte le informazioni possibili sulla spia, come noi abbiamo già fatto per gli altri. Piuttosto... come va con le ricerche?”
Per un attimo, Shadow non rispose. Aprì il fascicolo che era – come era stato previsto – vuoto.
“Le ricerche sono ancora in corso.”
Il compagno annuì lentamente.
“Sai,” si confidò quest'ultimo “avere una spia sul treno e non sapere chi sia mi manda in bestia! E' così brava che nessuno l'ha ancora scoperta! Chi sarà mai? Sospetti Shad?”
“Non chiamarmi Shad.” rispose il riccio, irritato. Aveva iniziato a esaminare un bel po' di fascicoli.
“Oh, scusa.” disse l'altro, non molto dispiaciuto.
“Perché ci sono tutti questi ELIMINATI ?”
Joe sorrise con cattiveria. “Significa che non daranno problemi. Mai più.”
Shadow annuì di nuovo, lentamente.
“Tutti quanti?”
“Sì! Tranne la riccia rosa... non so cosa aspettino, sinceramente.”
Un brivido freddo scese per la spina dorsale della gatta lilla, mentre guardava con odio la guardia.
“Sono un bel po'.” commentò ancora Shadow, facendo scorrere tutti i fascicoli.
“Che ci posso fare? Tutti ci tentano!” disse Joe, con un tono fiero.
“E...se i sospetti sono più di uno?”
“Bhè!” ridacchiò la guardia “Allora ti do un block notes e tanti sinceri auguri!”
“Mph!”
E entrambi uscirono.

Blaze uscì cautamente da sotto la cattedra.
E così...Amy è stata qua. E magari lo è ancora!  Pensò la gatta, semi-rincuorata.
Uscì furtivamente dalla stanza. Ora iniziava a capire...
Shadow lavora per loro per trovare questa “spia”. Mi chiedo se stiano cercando me... o qualcun'altra che si è infiltrata come ho fatto io.
La sua mente balzò all'improvviso su qualcun altro;
Angel!
La gatta corse verso il suo vagone, sperando che l'echidna bianca fosse ritornata.
Non la vide. Si diresse verso Annie, che era rannicchiata in un angolo che guardava preoccupata i dintorni. C'era molta meno gente di quando se ne era andata.
“Annie!” la chiamò la gatta “Che è successo?”
“Hanno preso alcune ragazze per interrogarle...” disse semplicemente la riccia, sempre preoccupata.
“Te no?”
Annie scosse la testa.
“Notizie di Angel?” chiese la micia.
Ancora una volta, la riccia dorata scosse la testa.
“Non è ancora tornata?!” si agitò Blaze.
“No. Pensavo che tu sapessi dove fosse. Ti ho visto andarle dietro...”
Blaze si calmò.
“...L'ho...persa di vista...”
“Non ti preoccupare!” la interruppe Annie, che aveva notato il disagio dell'amica, e l'abbracciò. Cercava di essere allegra e di rasserenare la micia.
“Va tuuuuuuutto bene!”  e le diede alcune pacche dolci sulla testa.
Questa ragazza è davvero tenera.  Pensò stupita Blaze.

   
 
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