Natale….
Era
Natale per le strade di New York ed aveva nevicato molto , quando arrivai in
aeroporto. Sara mi aveva detto di prendere un taxi per arrivare a casa sua,
c’ero già stato a Ferragosto, ma la
città non mi piaceva.
Arrivai
stanco e confuso: il giorno prima avevo perso un investimento con una compagnia
digitale molto importante ed ero molto
incazzato.
Presi il
taxi.
“ mi
porti 912 street, Brooklin.” Il cellulare suonava ed io rispondevo a raffica,
“ Dove sta andando? “ chiese il taxista
curioso che aveva circa sui 50 anni d’età e si girava appena vedeva una ragazza
giovane per le strade.
“ Da mia
moglie…” risposi, accendendomi un sigaro.
“Vive a
New York?” chiese.
“ Si, ma
provvisoriamente, lavora per le editorie di New York…”
“ Sola
l’ha lasciata allora….” Disse, ma io non feci più caso alle sue parole.
Arrivai
a casa, suonai, ma lei non c’era, così presi la chiave sotto lo zerbino.
Entrai:
la casa era accogliente, vidi un biglietto che c’era scritto che era uscita per
alcune commissioni, guardai che c’era un albero di Natale grande tutto
decorato.
Le
pareti della casa erano pieni di disegni e foto che mi faceva strano, anzi mi
dava proprio fastidio. Feci una doccia e poco dopo Sara arrivò.
Entrò
allegra e sorridente piena di sporte. Uscì con un asciugamano. Sara mi zompò
addosso come un cagnolino appena mi vide. “ Amore, quanto sono contenta di
vederti, auguri! “ Mi riempì di baci. Facemmo l’amore lì sul pavimento, così le
dissi di andare in camera, mal lei non voleva: era un vortice, un uragano, come
un vento scuoteva le foglie di un albero, era così potente.
Era
appoggiata sul mio petto ed io la guardavo sbigottito.
“ Ehi,
cos’hai? Hai due occhi …” mi chiese.
“ Ho
perso un importante affare….”
“ su, su
ti rifarai, sei così bravo …” disse, giocando con i miei capelli. Si alzò nuda
come la natura le aveva donato.
“ Ehi,
non ti vesti? “ gli chiesi.
“ Perché
non ti piace vedere tua moglie con il suo corpo libero?”
Io mi
rivestì, lei rimase nuda e mi eccitava.
Era così bella, ma non riuscivo a dirglielo, sul tardi si rivesti e
mangiammo per il pranzo di Natale, sprofondammo in un grande silenzio, poi gli
chiesi: “ Come mai hai fatto l’albero? “
“ Perché
volevo dare un tocco di magia in questa casa….”. L’unica cosa che gli domandai
per tutto il giorno, poi silenzio. Ci scambiammo i regali, io le avevo comprato
un vestito da sera di Armani, lei apprezzò molto e mi guardava con occhi
luminosi. Lei mi aveva comprato un’acqua di colonia molto cara, sa che ne vado
matto, però in quel momento non dimostrai niente. Scartai il regalo, abbozzai
un sorriso e le diedi un bacio. Mi
sentivo vuoto, grigio e la sua allegria in quel momento era indifferente. Non
avevo voglia di far nulla, fuori nevicava. Mi avvicinai alla finestra e lei con
il suo candore, con la sua leggerezza mi abbracciò: aveva bisogno di affetto e
di calore, ma io la scansai. Lei si arrabbiò e andò nella sua camera, il giorno
dopo andai via, quando partì dall’aeroporto lei mi accompagnò ….Aveva due occhi
luminosi che solo adesso capisco cosa significavano.