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Autore: galvanix    10/04/2015    3 recensioni
Vegeta decide di intraprendere un viaggio attraverso il tempo per dare un piccolo sguardo al futuro, nonostante qualche timore da parte della sua Bulma...
"Mentre padre e figlio parlarono, non si accorsero della presenza di una persona che si stava avvicinando all’abitazione perché presi dall’euforia di essersi rivisti dopo tanto tempo.
Vegeta salutò il figlio e fece per andarsene, ma quando si voltò, si trovò davanti proprio la persona che non avrebbe voluto vedere…
Avrebbe riconosciuto ovunque quegli occhi che lo perseguitavano ovunque andasse, in qualsiasi posto o epoca non poteva sfuggire a quello sguardo…
Dopo un lungo silenzio si udirono solo due parole:
“Bulma…”
“Vegeta…”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                              UNO SGUARDO AL FUTURO
                                                -La Decisione del Principe-
                                                     (Ultima parte-Finale)
                  

                 
 


…volevo dirti che la macchina del tempo è pronta e puoi partire quando vuoi. Però prima c’è una cosa che devi sapere…
Se non sei potuto partire prima è stata solo colpa mia.
In realtà il mezzo non aveva nessun difetto, era perfetto.
Ero io che volevo tenerti ancora un po’ qui con me…”

Il saiyan, udendo quelle parole, si alzò dal letto infilandosi i boxer e avvicinandosi alla finestra dove si poteva scorgere ormai l’alba.
La scienziata, per evitare che lui si adirasse in maniera imprevedibile, avvolse il proprio corpo intorno al lenzuolo e gli si avvicinò per poi spiegare, chiarendo la situazione:

“Vegeta, ascoltami…io non ho agito in questo modo per fare un dispetto alla tua famiglia. Sono stata egoista ed irresponsabile, te lo concedo, ma non era mia intenzione prenderti in giro, volevo soltanto averti accanto per un po’. Poi quando ho capito che stavo sbagliando ho subito rimediato e ho aggiustato i cavi che ho danneggiato di proposito. Sono stata una sciocca e ti chiedo perdono”
“Perché me lo stai dicendo soltanto ora, tanto non lo avrei scoperto” disse duramente il saiyan.
“Perché tu sei stato leale e sincero con me ed io volevo esserlo con te…sei arrabbiato, non è vero?”
“Non sai quanto ti sbagli donna…”
“Non sei infuriato con me per quello che ti ho fatto?”
“No, perché sei stata onesta e corretta. Potevi scegliere di nascondermi l’intera faccenda, invece hai deciso di dirmi la verità…detto questo non c’è altro da aggiungere” disse seriamente il saiyan.

Dopo qualche minuto di silenzio la scienziata riprese la parola:
“Cosa dirai all’altra me stessa riguardo al tuo ritardo?”
“Non preoccuparti…lei capirà”
“La ami, non è vero?”
“Io non so neanche cosa significhi amare…so soltanto che senza di lei non potrei vivere ora.
Trunks mi ha confidato che Bree è stata la sua rinascita…invece la mia Bulma è stata la mia salvezza.
Ogni volta che me ne sono andato lei è sempre stata lì ad aspettarmi… mi ha compreso quando nessuno lo faceva, mi ha riempito di abbracci e carezze quando non me lo meritavo, ha curato ogni singola ferita del mio corpo dopo un lungo ed estenuante allenamento. Mi ha offerto una casa, un posto sicuro…mi ha donato un figlio e tutto il suo cuore, ma credo di non esserne all’altezza” disse cupamente il saiyan.
“Ora sei tu a sbagliarti Vegeta. Non te ne sei neanche reso conto, ma hai già ammesso di amarla nel momento stesso in cui hai detto di non poter vivere senza di lei.
È strano parlare di me in terza persona, però se mi conosco almeno un po’ sono sicura che lei non te ne farebbe mai una colpa per ciò che sei, perché ti ama al di sopra di tutto.
Non vorrebbe mai sentirti fare questi discorsi perché è in questo modo che la faresti soffrire.
Se vuoi un consiglio corri da lei e da tuo figlio, prima che ci ripensi e distrugga quella dannata macchina” rispose sorridendo la scienziata.
“Hai ragione, donna…è meglio che mi sbrighi.
L’ultima volta hai staccato dei semplici fili, non oso immaginare cosa potresti farle se cambiassi idea…”sussurrò il saiyan divertito.
“Non farei tanto lo spiritoso se fossi in te!” replicò lei in tono ironico mentre si rivestì.
“Intanto vado a preparare la colazione saiyan”.

Mirai Bulma raggiunse silenziosamente la cucina per non svegliare gli altri che stavano sicuramente dormendo.
Si avviò ai fornelli e preparò una sostanziosa colazione per Vegeta, prima della sua partenza.
Mentre dispose il necessario udì dei passi arrivare verso di lei.
Si voltò ed incrociò gli occhi ancora insonnoliti del figlio.
Trunks la guardò per un attimo e infine le chiese curioso:

“Mamma, cosa ci fai già alzata a quest’ora del mattino…sono solo le sei.”
“In realtà questa notte non ho dormito molto, così ho deciso di scendere e preparare la colazione per Vegeta, visto che oggi se ne andrà. Tu cosa ci fai già sveglio, per caso il piccolo fa i capricci?” rispose tranquillamente la donna.
“No, dorme come un angioletto. Ero solo sceso per bere un po’ d’acqua.
Comunque non sapevo che papà se ne andasse proprio oggi. Tuttavia credo che sia la cosa giusta per tutti…anche se un po’ mi dispiace.
Gli hai rivelato la verità?”
“Se ti riferisci alla macchina del tempo, posso solo risponderti di si. Non sarei stata in pace con me stessa se non gli avessi fatto sapere ogni cosa. Fortunatamente la presa meglio del previsto…”
“Mi è difficile crederlo con il carattere che si ritrova, ma voglio fidarmi” disse ridendo.
Dopo qualche minuto di silenzio il giovane aggiunse imbarazzato:
“Senti mamma io volevo chiederti scusa per ciò che è accaduto ieri…”
“Tesoro, non devi…”
“No, mamma lasciami finire. Mi sono comportato in maniera davvero egoista e ti ho ferita con le mie parole.
Ero veramente agitato e nervoso in quel momento, ma non mi giustifica per ciò che ti ho detto e me ne vergogno.
Non ero in me e per la prima volta mi sono sentito mortificato. Non le pensavo quelle cose mamma, devi credermi.
Ora ti chiedo solo di perdonarmi, se puoi” terminò il ragazzo visibilmente addolorato.
“Trunks, io non posso perdonarti perché non c’è niente di cui tu debba scusarti. Io non sono arrabbiata con te.
È vero che le tue parole mi hanno un po’spiazzata, perché non è da te esplodere in quel modo, ma la situazione non era delle migliori e ti sei lasciato sopraffare dalle emozioni. Io ti capisco e non te ne faccio una colpa. Quindi ora smettila di scusarti e abbracciami perché ne ho veramente bisogno” concluse la donna emozionata.
Il figlio le si avvicinò e la strinse tra le sue braccia sussurrandole:
“Ti voglio bene mamma”
“Anche io tesoro”.
Mentre i due si abbracciarono non si accorsero di una figura, nascosta dietro la porta della cucina, che osservò ogni cosa…


Dopo la colazione Vegeta si sentiva decisamente meglio, soprattutto perché suo figlio e Mirai Bulma apparivano più rilassati e sereni.
Sapeva della loro riconciliazione perché, non volendo, aveva ascoltato e visto tutto ciò che era avvenuto nella cucina.
Guardandoli si era reso conto di quanto fossero uniti e forti.
Nessuno li avrebbe mai divisi, neanche la discussione avvenuta il giorno prima era riuscita a scalfire il loro legame così intenso che solo un genitore e un figlio possono condividere.
Un  po’ gli dispiaceva lasciare quella dimensione, soprattutto per ciò che aveva instaurato con loro, ma voleva tornare nella sua casa, dalla sua donna e da suo figlio.
Però prima di andarsene c’era ancora un’ultima cosa da fare e con quel pensiero chiese, con il suo solito ghigno divertito, al giovane:

“Ehi Trunks, che ne dici di un ‘ultima scazzottata, prima della mia partenza…”
“E me lo chiedi…” rispose con il suo stesso tono.
Così i due si diressero all’aperto per l’ultima “sfida”.

Rimasero fuori per tutta la mattinata e una volta tornati si fecero velocemente una doccia per poi pranzare tutti insieme.
Terminato il pasto, Vegeta prese tutte le sue cose e si avviò verso il suo mezzo per poter tornare nella propria epoca.
Lui non era un’amante degli addii, ma c’era ancora una cosa che doveva fare prima di partire, infatti si avvicinò al figlio e gli sussurrò, con tono serio, per non farsi sentire dalle due donne:

“Trunks c’è una cosa che volevo dirti…mi raccomando qualunque cosa succeda non abbandonare mai la tua famiglia.
Io l’ho fatto e non ne vado fiero.
Insegna tutto quello che sai a tuo figlio e per favore proteggi sempre tua madre. Lei è forte e ti dirà che non ne ha bisogno, ma sappiamo entrambi quanto sia fragile…”
“Lo farò papà e non preoccuparti, non ti deluderò”
“C’è anche un ‘altra cosa. Vedi, prima che partissi per arrivare qui, Bulma ha insistito molto che ti facessi sapere…ecco…”
“Papà, non ti sforzare. So già cosa vuoi dirmi e voglio evitarti tutto questo” proferì il figlio ridendo per poi aggiungere:
“Quando tornerai nella tua dimensione vorrei tanto che le dessi questa lettera e capirà…”

Vegeta prese la busta, la mise in tasca e si avvicinò al neonato che si trovava tra le braccia di Bree.
Doveva ammettere che assomigliava ad entrambi.
Aveva capelli scuri e occhi celesti come quelli di suo figlio, ma il suo viso corrucciato lo aveva preso sicuramente da lui e Mirai Trunks.
Lo guardò per un istante e si fece scappare un tenue sorriso. Quel bambino sarebbe sicuramente diventato un portento, lo sentiva.  Salutò Bree con una stretta di mano, per lui sarebbe stato troppo un abbraccio.
Infine si portò davanti alla scienziata che disse con occhi lucidi:

“Grazie di tutto Vegeta. Mi hai fatto un grande regalo che porterò sempre con me e scusami ancora per averti trattenuto più del dovuto”.
Il saiyan lasciò un leggero bacio sulla fronte della donna e le mormorò:
“Sii forte donna, sempre”.

Alla scienziata sfuggì, al suo volere, una lacrima dal viso che il saiyan prontamente asciugò.
Si guardarono per l’ultima volta, come per sigillare per sempre quel ricordo, perché entrambi sapevano che non ci sarebbe stata un‘altra occasione.
Infine Vegeta si decise a voltarsi e si avviò verso il mezzo che lo avrebbe riportato di nuovo a casa.


                                                                                      


Dopo alcune ore di viaggio, il saiyan era ritornato finalmente nella sua dimensione.
Era già calata la sera e Vegeta aveva deciso di atterrare un po’ lontano dalla Capsule Corporation per evitare di fare rumore, ma soprattutto perché voleva attuare il suo piano pensato durante il suo ritorno.
Una volta sceso dal velivolo prese la sua decisione.
Sollevò il braccio e creò una sfera luminosa che spedì contro il mezzo, distruggendolo in mille pezzi.
Lo guardò attentamente ardere finché  non rimase soltanto polvere.
Era la decisione giusta e Vegeta ne era pienamente consapevole.
Loro dovevano vivere la propria vita e lui avrebbe fatto altrettanto con la sua .
Era questo quello che voleva e ne fu pienamente convinto non appena arrivò davanti alla sua casa.
Si poteva udire solo un profondo silenzio e questo lo portava a pensare che la sua famiglia doveva già essere nel mondo dei sogni.
Si accorse che la finestra della camera che condivideva con Bulma era semi aperta così decise di entrare da lì per sorprenderla.
Si addentrò all’interno, ma notò con stupore che la donna non si trovava nel loro letto, così si avviò verso il corridoio e cercò di localizzare la sua aura.
Prima di trovarla avvertì distintamente quella del piccolo Trunks provenire dalla sua cameretta.
Non resistette e si avvicinò alla porta aprendola, scoprendo il figlio dormire.
Lo osservò per un momento e si recò verso di lui appoggiando la mano sulla sua piccola fronte come per depositargli una carezza.
Il piccolino, sentendo il calore del padre, si svegliò lentamente e con la voce impastata dal sonno gli sussurrò:

“Papà sei tornato”
“Perché, avevi forse qualche dubbio” disse con un tono da finto duro.
“No, io ero sicuro che saresti ritornato, ma la mamma non era più convinta… per aspettarti si è anche ammalata”.
“Che significa Trunks?” chiese allarmato il saiyan.
“La scorsa notte ti stava aspettando fuori al balcone, ma era freddo ed ora ha la febbre. Io le ho detto di rientrare perché prima o poi tu saresti tornato. Però papà non ti devi preoccupare perché ho fatto io compagnia alla mamma durante la notte e l’ho sempre protetta” disse tutto in un fiato il piccolo.

A quelle parole Vegeta sfuggì un sorriso.
Era orgoglioso di suo figlio e di questo non avrebbe mai dubitato, tuttavia il saiyan gli rispose:

“Lo so Trunks…sicuramente sei più giudizioso di lei.
Rimarrà sempre un‘incosciente” mormorò, ricordando l’episodio di quando Mirai Bulma era uscita in giardino senza coprirsi.
“Ora ci penserò io a lei…tu torna a dormire perché domani ti aspetterà un duro allenamento”.
“Dici sul serio papà?” chiese il bambino euforico di passare del tempo con lui.
“Io non mento mai, dovresti saperlo”
“Ok. Allora buonanotte papà” disse infilandosi sotto le coperte e riprendendo il suo sonno.

Vegeta lo osservò facendosi scappare un mezzo sorriso e raggiungendo poi il salotto dove percepì l’aura della donna.
Arrivò nella stanza e la vide sdraiata sul divano con un piccola coperta indosso.
Si avvicinò a lei sentendo la sua aura piuttosto debole per via ovviamente della febbre.
Si piegò su di lei e le posò un bacio sulla fronte.
La sentì piuttosto calda, infatti come gli disse il figlio, doveva avere la febbre alta.
A quel contatto la donna si ridestò e quando aprì gli occhi si ritrovò davanti proprio la figura che stava aspettando con ansia.
Con occhi lucidi per via della febbre e anche un po’ per il pianto, Bulma, abbracciandolo, gli sussurrò:

“Vegeta, sei proprio tu”
“E chi dovrebbe essere” rispose il saiyan con il suo solito cipiglio.
La scienziata ripensando alla paura dovuta al suo distacco si allontanò da lui e le diede uno schiaffo, urlandogli:
“Perché ci hai messo tutto questo tempo! Avevi detto solo tre giorni, invece ne sono trascorsi otto. Tu non puoi capire cosa ho passato”.
Vegeta, senza scomporsi molto per lo schiaffo, le prese subito il polso con il quale lo aveva schiaffeggiato e aggiunse con tono severo:
“Ti avevo detto che sarei tornato e l’ho fatto.
Ho avuto qualche piccolo imprevisto, ma ora sono qui.
Non avresti dovuto dubitare perché sai che mantengo sempre la parola data.
Non capisco perché ti crei sempre tutti questi problemi”.
“Perché ci hai già abbandonato una volta e la paura che riaccada mi sfiora ogni volta che decidi di lasciare questa casa e ti allontani per giorni. Io ho solo bisogno di sapere che tu ci sei e che posso contare su di te in ogni momento…ti sto chiedendo tanto?” terminò la donna con un filo di voce.
“Si, perché tu sai che sono stato lo schiavo di un maledetto tiranno per anni e non ho intenzione di sottomettermi più a nessuno”.
“Io non ti sto chiedendo di sottometterti, non lo farei mai…”
“Non ho ancora finito, donna…Comunque ti basti sapere che questo è stato l’ultimo viaggio che ho compiuto, anche perché ho distrutto la macchina del tempo”
“Cosa hai fatto? Ma ti rendi conto del tempo che ho impiegato per farla funzionare?” replicò lei urlando.
Si alzò persino in piedi per il nervoso, ma purtroppo questo scatto improvviso le provocò un giramento di testa che non sfuggì al saiyan e la recuperò in tempo prendendola tra le braccia.
“Sei sempre la solita Bulma. Hai la febbre alta, non mi sembra il caso di mettersi ad urlare e farne un dramma. Hai preso qualcosa per questa influenza” disse pacatamente il saiyan.
“Si, poco prima che arrivassi tu e comunque anche Trunks me lo ha ricordato” rispose lei debolmente.
“Tuo figlio è persino più giudizioso di te” disse lui sarcasticamente.

Tra le sue braccia, la donna comprese quanto le erano mancate quelle strette che solo lui sapeva darle e quel senso di protezione che percepiva soltanto sfiorandolo.
Quella sorta di calore che lui emanava non lo avrebbe scambiato con niente al mondo.
Tuttavia con un filo di voce riuscì a chiedergli:

“Vegeta, promettimi soltanto un cosa…
Io non voglio costringerti a vivere una vita che non vuoi, ma non voglio neanche vivere perennemente nel timore che tu possa lasciarmi da un momento all’altro. Se non ti senti soddisfatto di quello che hai sei pregato di dirmelo ora, almeno poi me ne farò una ragione.
Io voglio solo evitare di soffrire oltre…”

Il saiyan ascoltò attentamente ogni singola parola e dovette ammettere a se stesso quanto quella donna avesse ragione.
Negli ultimi anni l’aveva delusa e ferita svariate volte, anche volontariamente, ma ora era arrivato il momento di chiarire l’intera faccenda perché lei lo meritava.
Così Vegeta con tono serio replicò:

Bulma, ascoltami molto bene perché non avrai occasione di risentire ciò che sto per dire.
Io non potrei mai fare a meno della donna che mi ha ridato la vita. Non posso più fare a meno della tua presenza, a volte irritante, ma assolutamente di vitale importanza.
Il tuo corpo, il tuo profumo, le tue carezze, le nostre litigate...non potrei pensare di vivere…senza di te”.
La donna, udendo tali parole, non riuscì a proferire parola  e il saiyan ne approfittò per deriderla:
“Devo averti davvero scioccata. Non è da te rimanere senza parole, donna”.
“Io…io no-non me lo aspettavo” rispose lei balbettando e con le lacrime agli occhi, aggiunse:
“Ora penserai davvero che sia una piccola e debole terrestre, non è vero?”
“Sbagliato…Tu sei la mia piccola e debole terrestre” concluse divertito.

 


 


Constatando la stanchezza e la debolezza della compagna, Vegeta la sollevò tra le braccia e la portò nella loro camera per farla sdraiare e stare al caldo.
Arrivati all’interno della stanza, l’adagiò sul letto e la coprì con le coperte.
Si tolse gli indumenti, appoggiando la lettera data da Mirai Trunks sul cuscino, rimase con i suoi boxer e indossò la sua maglia bianca a maniche corte pronta per la notte.
Nel frattempo Vegeta ne approfittò per andare in bagno e Bulma alzando gli occhi si accorse della busta indirizzata a lei.
La prese e tirò fuori il contenuto.
All’interno trovò solo una fotografia che raffigurava Mirai Trunks, Bree e il piccolo, nato da poco ,tra le braccia della madre.
In quell’istante Bulma provò una grandissima gioia per il “suo” ragazzo.
In quell’immagine intuì la serenità e la felicità che il giovane tanto aveva aspirato e finalmente raggiunta.
Lo meritava dopo tutto il dolore e l’angoscia subita in tutti gli anni passati e non poteva che augurargli il meglio.
Tuttavia si accorse che la foto riportava dietro una dicitura.
La girò e lesse le seguenti parole:

“Mamma, come puoi notare ho raggiunto finalmente il mio obiettivo: trovare la felicità. Come hai potuto intuire ho incontrato la mia anima gemella e grazie a lei, ora anche un bellissimo bambino che abbiamo chiamato Vegeta.
La mia gioia è immensa e ci tenevo a condividerla anche con te visto il supporto e il bene che mi hai sempre dimostrato, persino quando non conoscevi la mia identità.
Non ti dimenticherò mai… Con affetto Trunks.
Ps: stavo per dimenticare una cosa: anche io ti voglio bene e mi manchi tanto!”

Quelle parole colpirono molto la donna e le provocarono un pianto dovuto ovviamente alla gioia.
Era davvero contenta per Mirai Trunks, per essere riuscito a costruire una famiglia e ad essere veramente felice.
Ciò che il giovane le scrisse la emozionò particolarmente, soprattutto la parola “anche” che in quel contesto significava soltanto una cosa…
Vegeta, in qualche modo, aveva mantenuto la sua promessa fatta prima di partire per quella dimensione e questo la rese molto contenta.
Intanto il saiyan uscì dal bagno e quando trovò la donna in lacrime, con in mano la lettera, le chiese curioso:

“Cosa ti ha scritto il moccioso da farti sciogliere in questa maniera... Oppure è la conseguenza della febbre?”
“Piantala di prendermi in giro. Piuttosto guarda qui come sono carini tutti insieme” proferì la scienziata.
Donna, io li ho visti dal vivo quindi non ho bisogno di rivederli in foto” aggiunse lui seccato infilandosi nel letto.
“Vegeta, sei sempre il solito insopportabile” concluse lei indispettita, appoggiando la foto sul suo comodino e posando poi il capo sul petto del compagno.

A quel punto il saiyan non se la sentiva di spostare la donna, non solo perché gli era mancato quel contatto, ma anche per accontentarla dopo essere rimasto lontano per giorni.
Così la strinse tra le braccia e posò le labbra alla fronte, ancora calda, della scienziata e percepì la sua aura leggermente rinvigorita per via sicuramente della medicina.
Dopo un breve silenzio Bulma, con tono curioso, chiese al saiyan:

“Come l’hai trovata lei…non solo fisicamente, ma anche emotivamente”
“Perché vuoi saperlo” disse lui seriamente.
“Sono soltanto curiosa…tutto qui”
“Nonostante non sia più così giovane fisicamente non le manca nulla…anzi…” disse lui con tono divertito.
“Smettila Vegeta!” urlò la donna.
“Sei tu che me lo hai chiesto e comunque se proprio vuoi saperlo è una donna forte, all’apparenza, ma cela dentro di se un grande dolore che nessuno riuscirà mai a risanare.
Io ho solo cercato di alleviare la sua sofferenza, almeno per un po’ e spero di esserci riuscito” aggiunse con tono severo.
“Che cosa hai fatto per aiutarla?” chiese lei guardandolo negli occhi.
“Sei sicura di volerlo sapere?”
“Ascolta Vegeta, qualsiasi cosa tu abbia fatto sono sicura che sia stato solo per farla sentire di nuovo bene.
Dopo il chiarimento avuto in salotto non temo più niente e nessuno perché ho letto nel tuo sguardo un’estrema sincerità, ma forse hai ragione…ora è meglio non sapere” disse seriamente per poi aggiungere con tono divertito:
“E comunque, giusto per informazione, non ti costruirò più nulla così evitiamo altri problemi, non ti pare?”
“Non ce ne sarà più bisogno” rispose il saiyan baciandola con la sua solita e travolgente passione.
Quando si staccarono Bulma gli sussurrò:
“Vorrei tanto fare l’amore con te”
“Non questa notte. Ne riparleremo quando ti sarai rimessa…ora dormi”.

Così la scienziata si addormentò serenamente tra le braccia del suo uomo, come non accadeva da tempo.
Persino Vegeta dovette constatare quanta tranquillità poté respirare.
Ora si sentì davvero completo, grazie anche all’esperienza vissuta nell’altra epoca.
In quel momento ricordò il periodo sotto la tirannia di Freezer e all’epoca si chiese quando sarebbe arrivata la libertà e la pace.
Pensava che per lui non ci fosse via di scampo e che fosse destinato a vivere per sempre nell’odio e nella vendetta.
Per fortuna si era sbagliato.
Grazie alla sua famiglia aveva raggiunto non solo la salvezza da un mondo intriso di sangue e distruzione, ma la tanta agognata e ricercata pace che ora vagava libera, senza restrizioni, nel suo cuore. 


 


 
                                          
                                                                                                                                                                                                FINE

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciaooo a tutti!
Finalmente sono riuscita a postare l’ultima metà del capitolo conclusivo di questa storia.
Ora è veramente completa.
Vorrei ringraziare tutti coloro che l’hanno seguita, anche i lettori silenziosi...l’ho apprezzato tantissimo.
Spero davvero che il finale vi piaccia.
Vi ringrazio ancora tutti e ci sentiamo presto perché ho già in mente dell’altro! ;)
A Presto.
Un Bacioneee

Galvanix

  
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