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Autore: AnasseEnne    10/04/2015    1 recensioni
Un racconto che ho ritrovato. Scritto molto tempo fa, uno dei primi infatti. Spero vi piaccia, anche se vecchio e scritto diversamente dallo stile che ho adesso.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I tre dadi neri

 
Gaar fu un giocatore d'azzardo, grezzo, con la pelle secca e scolpita di rughe,
magro e con gli occhi di un colore verde pungente.
Uno sguardo quasi vuoto ma allo stesso tempo assetato di qualcosa.
Le sue notti passarono in cantine oscure dove un tavolo di legno consumato e sporco ospitava le battaglie dei dadi.
Un gioco frequentato da anziani, consumati dalle droghe e dall'alcohol, dalla fame e dal denaro, ma anche
da abili "giocolieri della mente". Nella Terra Del Est dove la vita fu dimenticata e la morte fece compagnia
a chi stette in solitudine nel buio, vi furono di ogni razza a contendersi vittorie giocando.
Sono molte ormai le partite perse e quasi nulle quelle vinte.
La fortuna non fu dalla sua parte, facendogli perdere ogni singola moneta che possedeva nel borsello.
Ormai deluso e vinto, s'incamminava per le strade sterrate di quella sporca cittadina senza speranza ne voglia di vivere.
Ecco che all'improvviso una mano con presa tenera e gentile gli afferrò la spalla.
Voltandosi di colpo vide un uomo di antica età, vestito d'un manto grigio e rovinato dal tempo,
con in testa un cappuccio che gli copriva il viso con l'ombra.
- "Salve!" disse con voce roca e silenziosa. "Mi chiamo Sheytan e sono il "Mercante dei Sogni", proseguì alzando lo sguardo.
Gaar non capendo a pieno le intenzioni del uomo chiese: "Che cosa volete da me? Non ho più nulla.".
- "Io sono qui per aiutarvi, la mia merce non ha prezzo in moneta, ma bensì è possibile barattarla
   con i propri ricordi più belli."
- "Ma come? C...c...come funziona?" Rispose un pò confuso.
- "E' semplice. Basta che pensi ad un oggetto che desideri davvero e in cambio io mi prenderò
    un tuo ricordo felice." Gli spiegò Sheytan con un sorrisetto sulla bocca."
Affascinato e stupito, Gaar non potè fare a meno di accettare.
Pensò a qualcosa che lo potesse aiutare a vincere sempre, ad essere il migliore dei "Maghi d'azzardo" e
a non pensare più al denaro perduto. E così, il mercante si prese il ricordo più bello che aveva il pover uomo.
Il ricordo di una famiglia oramai abbandonata da molti anni. Sheytan gli porse un sacco e lui ne estrasse tre dadi neri.
-"Grazie." Disse balzando in piedi e correndo via felice.
Mentre calpestava con fretta il terreno, pensò fra se e se di aver ricevuto un dono da dio, ma presto quel pensiero
si rivelò tutt'altro. Le giocate sì, erano vincenti, ma si accorse di non poter decidere chi sfidare.
I dadi, volevano scegliere chi sfidare e quanto puntare.
A primo impatto questo fatto può sembrare normale, senza nessun problema.
Ma un bel giorno Gaar si ritrovò di fronte uno dei più abili in quel gioco, un uomo temuto da molti.
Si dice che fosse stato un cannibale e che divorava i suoi avversari vinti.
L'anziano che possedeva i dadi dello zingaro, incontrato oramai molti anni addietro, fu assalito da una paura tremenda.Le sue
gambe tremavano e gli occhi non riuscivano a reggere lo sguardo di nessuno li attorno. Iniziò la partita.
Gaar lanciò i dadi facendoli roteare sul tavolo da gioco, finchè si fermarono e uscì un numero bello che vincente.
Il tenebroso avversario con molta manualità lanciò i suoi e con grande sorpresa del pover uomo vide che uscì il massimo del punteggio,
dando la vittoria al cannibale del est.
Il cuore di Gaar si fermò dalla paura.
L'affamato avversario lo prese e se lo portò dietro alla locanda, nel buio. Gli prese la testa e gliela spezzò di netto, dando poi via
al banchetto appena vinto. L'anima dell'anziano prese il cammino per l'aldilà, ma poco dopo gli apparve il mercante.
-"Perchè hanno perso i miei meravigliosi dadi neri?" Chiese sconvolto Gaar.
Sheytan sorrise.
-"Perchè il successo è meritato da chi è determinato in ciò che fa, senza dimenticare i propri cari. Tu non lo sei stato.
   Hai avuto paura e mi hai concesso il ricordo della tua famiglia, che abbandonasti per il gioco." Rispose svanendo nel
nulla.
I tre dadi neri lasciati nella cantina scomparvero, e Gaar con loro.
   
 
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