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Autore: kennylove89    10/04/2015    27 recensioni
Cosa può accadere se nella classe di letteratura del signor Smith arriva Sarah che insegnerà agli alunni uno strano modo di fare educazione sessuale?
Ormoni impazziti, strani esperimenti, tanti ragazzi e tante risate.
Leggete per scoprirlo!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Your boyfriend?


"Kevinnnnnnnnnnnnnnnn!" urlai con tutto il fiato che mi ritrovai in corpo.
Mi stavo annoiando, ma davvero, davvero tanto. Non mi ricordavo che essere malata fosse così palloso. Avevo passato tutto il mio venerdì sera e la giornata di sabato distesa nel mio letto a fare un bel niente. Il mal di testa giocava con me, proprio come la febbre che saliva e scendeva a suo piacimento. Ma insomma, cosa facevano i miei anticorpi invece di aiutarmi?
"Sto arrivando!" urlò a sua volta il mio adorato fratellino. Poverino, avevo l'impressione che mi odiasse. L'avevo mandato in cucina almeno trenta volte, prima avevo voglia di un po' di succo d'arancia, ma poi ho cambiato idea optando per l'acqua, poi per il the.. e poi per il latte. Sembravo tanto una donna incinta.
Sorrisi contenta quando lo rividi di nuovo sulla soglia della porta di camera mia, ma storsi il naso quando gli vidi in mano il bicchiere pieno di coca cola. Non mi andava più.
"Ho voglia di una cioccolata" mormorai prendendo dal comodino il ventesimo pacchetto di fazzoletti.
"Siamo quasi in piena estate Jade" disse lui avvicinandosi, e bevendosi al mio posto la bibita.
"Hai ragione" borbottai " mi sto annoiando.. vieni qui" continuai battendo la mano sullo spazio vuoto del mio letto.
"Sul serio? E se poi mi contagi?" domandò inarcando di poco il sopracciglio.
"Oh ti prego, ho voglia di coccole. E poi ho già bevuto gli antibiotici e tutte le cazzate che mi ha dato la mamma" cercai di convincerlo, sbattendo più volte le ciglia.
Avevo solo lui con cui poter parlare, le mie amiche mi avevano gentilmente scaricato per poter stare in santa pace con i propri i ragazzi e Luke aveva da fare con suo padre o sua madre.. non ricordo bene, ma sta di fatto che mi aveva bidonato anche lui. Certo prima mi faceva ammalare e poi non mi cagava neanche.. vabbè  forse era colpa mia, ma non poteva lasciarmi da sola.. mi mancava così tanto.
"Tua madre non scherzava allora" rise lasciando il bicchiere sulla scrivania per poi distendersi accanto a me. " Sei veramente una che ama le coccole."
Oh, non immagini quanto.
"Se fosse per me andrei in giro con appeso al collo, un cartellone con scritto 'free hugs" dissi stringendolo in uno strano abbraccio.
Rise pronto a dire qualcosa, ma fu preceduto dal suono del campanello.
Lo guardai confusa " aspettiamo qualcuno?"
"Umh in effetti si, avevo invitato Michael per giocare insieme alla play. Ti dispiace?" chiese sorridendo timidamente.
"No, no" sorrisi a mia volta lasciando la presa su di lui. Come potrebbe dispiacermi? Sapere che si stava facendo degli amici non poteva rendermi più felice.
Passarono pochi secondi, il tempo che Kevin aprisse la porta e anche Mike finì in camera mia.
"Ciao!" Esclamai vedendolo entrare.
"Ciao bellezza" mi alzai sulle ginocchia e senza uscire dal letto lo abbracciai calorosamente.
"Come stai oggi? Hai un aspetto migliore di ieri" sorrise sedendosi sul bordo del letto.
"Già" commentai infilandomi di nuovo sotto le lenzuola. Faceva un gran caldo, ma indossavo solo una maglietta abbastanza larga che mi lasciava tutte le gambe scoperte.
"Se volete giocare andate pure" dissi vedendo Kevin distendersi come prima di fianco a me.
"Ma no dai ti facciamo un po' di compagnia, andremo più tardi" rispose togliendosi le scarpe con i piedi.
Aw, che teneri.
"Fatemi un po' di posto" Michael si lanciò di peso sul letto, rischiando di cadermi addosso.
Feci una risata soffocata, per via della stretta sulla mia spalla con cui si stava aiutando a distendersi alla mia destra. Beh, se non altro si stava mettendo comodo.
Presi il telecomando da sotto il cuscino e spensi del tutto il volume della tv che ormai non stavo più guardando.
"Allora, cosa mi racconti?" domandai voltandomi verso il ragazzo dai capelli rossi, leggermente sbiaditi.
"Già è vero! Come è andato l'appuntamento con quella ragazza alla fine?" Esclamò Kev ricordandosi di Jasmine. Cavoli veramente, mi ero scordata completamente della sua serata latino americana.
"Beh, direi che è andata bene.." mormorò allacciando le braccia al petto.
"Davvero?"
 Non glielo avrei mai detto, ma avrei potuto scommettere che avesse combinato qualcosa.. tipo che le avesse pestato un piede o fatta cadere davanti a tutti.
"Si si, certo non sono stato un ballerino perfetto, ma le basi che ci ha fatto vedere Bella sono state di grande aiuto" sorrise mettendo in mostra i suoi denti bianchi. " Poi per fortuna abbiamo passato la maggior parte del tempo in un parco vicino a quel locale. Abbiamo parlato e ho cercato di conoscerla meglio."
"E com'è?" gli domandò Kevin, sembrando molto interessato.
"E' molto simpatica. Sai con certe ragazze è difficile parlare e far continuare il discorso a lungo. Invece con lei mi sono trovato bene e gli argomenti uscivano fuori da soli" spiegò non smettendo un attimo di sorridere. Aveva gli occhi che brillavano e per qualche strano motivo quella visuale mi scaldò il cuore, si vedeva tanto che gli piaceva.
Aw, il nostro Michael si era preso una bella cotta.
Aprii la bocca, pronta a dirgli quanto fossi felice per lui, ma la richiusi subito quando sentii un rumore provenire dal salotto, o comunque dal piano inferiore.
"Cos'è stato?" domandai guardando Kevin, confuso tanto quanto me.
"Ragazzi, siete in casa?" sentii la voce squillante di mio padre e tirai un sospiro di sollievo, rilassandomi.
Okay, dovevo smettere seriamente di vedere tutti quelle serie piene di mistero, di vampiri e licantropi.
"Siamo in camera mia!" urlai di mio rimando, udendo qualche secondo dopo i suoi passi che salivano le scale.
"Dio, ma perché voi donne dovete essere così complicate.. oh! Ciao Michael!"esclamò contento di vedere il mio amico.
Si allungò sul letto, per salutarlo nel tipico modo in cui facevano solo i maschi.
"Che ci fai qui?" chiese sedendosi sul bordo del letto.
Oh povero letto, prima o poi si sarebbe rotto con tutto quel peso addosso, me lo sentivo.
"L'ho invitato io" rispose per lui Kevin rannicchiando le gambe per far più posto a papà.
"Ci sono anche gli altri?" domandò guardandosi in giro.
Come se potessi nascondere gli ospiti nell'armadio.
"No, avevano tutti da fare."
"Oh okay" disse sembrando quasi dispiaciuto, beh almeno potevo dire che gli piacevano i miei amici.
"Dov'è la mamma?" guardai verso la porta, sorpresa di non aver sentito ancora la sua voce.
"Ha incontrato una sua amica al centro commerciale e mi ha liquidato dicendomi che era da tanto che non si vedevano e avevano un sacco di cose da raccontarsi. Ti rendi conto? Mi ha cacciato!" ripeté sembrando al quanto offeso.
Mi morsi il labbro per non scoppiargli a ridere in faccia. Quell'espressione da cucciolo ferito stonava parecchio rispetto alla sua corporatura alta e muscolosa.
"E come torna a casa?" mi preoccupai, realizzando che molto probabilmente era tornato con la macchina.
"Non me ne frega niente, che si faccia dare un passaggio" mormorò scatenando quell'adorabile risata di Kevin e facendo comparire un sorriso divertito a Michael.
"Comunque di cosa stavate parlando?" cambiò argomento mettendosi più comodo.
Scossi la testa, innegabilmente divertita, ma perchè avevo dei genitori del genere?
"Sono uscito con una ragazza ieri" confessò Mike come se stesse parlando tranquillamente con un suo coetaneo.
"Primo appuntamento?" domandò interessato, facendolo annuire.
"L'hai baciata?" continuò posizionandosi a gambe incrociate di fronte a lui.
"Ecco.. no" Michael sospirò, passandosi una mano fra i capelli " volevo, cavolo se lo volevo.. ma non ci sono riuscito."
"Amico se ti interessa davvero una ragazza, il bacio al primo appuntamento è immancabile! E' come se marcassi il territorio, come se stabilissi una connessione dicendole sei mia punto."
Sentire dire certe cose da tuo padre, fa davvero uno strano effetto.
"Lo so, ma cazzo! Ogni volta che mi avvicinavo pronta a baciarla, sembrava che c'era qualcosa a bloccarmi." mormorò frustrato " non so cosa fare."
Mio padre scosse la testa, poi si fermò di colpo guardandomi negli occhi.
"Tu non ascoltare" disse puntandomi un dito contro " e non farti baciare da nessuno".
Ah papi, arrivi un po' in ritardo.
"Okay" ridacchiai alzando la mani in segno di resa.
"Cosa mi consigli?" chiese Michael attirando di nuovo l'attenzione su di sé.
Mio padre sembrò pensarci, portando anche l'indice al mento, poi sorrise e per poco non si mise a ridere.
"Okay c'è una specie di tecnica che usavo sempre con Lindsey, era un tipo tosto all'inizio e dovevo sempre coglierla di sorpresa per riuscire a baciarla."
"Questa voglio sentila" si intromise Kevin chinando la schiena e avvicinandosi di poco, sorridendo divertito.
Chissà perchè non mi veniva difficile immaginare mio padre al liceo come il tipico bello e popolare e mia madre come una ragazzina diffidente nei suoi confronti.
"E quale sarebbe?" domandò Michael facendosi più curioso. 
Okay lo ammetto anche io lo ero abbastanza.
"Beh allora, se siete tipo abbracciati, tu le lasci alcuni baci sulla guancia a volte molto vicini alla bocca.. fai un po' il tenero la coccoli, poi le fai una carezza sulla guancia guardandola negli occhi e boom! E' fatta, vedrai che sarà lei la prima a baciarti."
"E dici che funziona?" 
"Si amico, magari solo alla seconda o terza volta che ci proverai, ma credimi funzionerà" disse sorridendo a trentadue denti.
"Tenterò" asserì Michael per poi passarsi una mano fra i capelli per la terza volta.
Papà gli sorrise un'altra volta, prima di alzarsi dal letto. Si stirò la t-shirt bianca con le mani e tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini sportivi il telefono.
"Visto che sono stato trattato in questo modo da vostra madre, esco un po' con i ragazzi. Per voi va bene?" domandò alzando lo sguardo dal cellulare. 
I ragazzi che intendeva lui non erano proprio giovanissimi, consistevano nel suo gruppo di amici con cui andava a scuola. Era una cosa che sarebbe piaciuta anche a me, rimanere uniti anche dopo aver finito gli studi.
Annuii, rimanendo perplessa per un secondo. Aveva appena inconsciamente detto 'vostra madre', chissà se se ne era reso conto. 
Kevin non mi aveva ancora parlato di  quelli che erano i suoi genitori, per cui non sapevo se considerasse mia madre come una seconda per lui.
Certo, non avrebbe mai potuto prendere il suo posto, ma ci speravo. Speravo davvero che potesse considerarci come una famiglia. Voltai lo sguardo proprio su di lui, ma la sua espressione era normale, non mi pare che si fosse irrigidito o che si fosse offeso.
Magari non ci aveva fatto troppo caso.
"Andiamo anche noi?" disse risvegliandomi dai miei pensieri, facendomi spostare automaticamente lo sguardo da lui.
"Si" rispose Mike scendendo a sua volta dal letto.
Kevin mi guardò come per avere il mio consenso, così sorrisi annuendo silenziosamente. Uscì dalla stanza seguito da Michael, non badando alle scarpe lasciate ai piedi del mio letto.
Sbuffai, buttandomi a peso contro al cuscino. Non volevo stare da sola, ma non volevo neanche rompere troppo le palle. Sospirai un'altra volta passandomi un mano sulla fronte, osservando davanti a me la tv senza volume. C'erano due ragazzi che si stava baciando e si abbracciavano aspettando un treno.
Mugugnai qualcosa, deprimendomi ancora di più e spensi la televisione. Mi allungai sul comodino a prendere il cellulare e iniziai subito a scrivere un messaggio.
A: SuperFigoLuke
Giuro che per una settimana intera non potrai più baciarmi.
Non attesi neanche dieci secondi e la risposta arrivò subito.
Da: SuperFigoLuke
Mi stai per caso minacciando?
Hm, allora non è così scemo come credevo.
A: SuperFigoLuke
Impari in fretta. 
E comunque si, mi hai lasciato da sola e non immagini neanche lontanamente il bisogno che ho di averti qui con me, adesso.
Ma ero davvero così disperata?
Da: SuperFigoLuke
Piccola, lo sai che se non fosse per mio padre non sarei qui ad aiutarlo a dipingere le pareti della casa di mio zio. Molto probabilmente avrei fatto qualcos'altro con te, contro il muro.
Oh, maledizione a lui e le sue battute del cazzo. Pure con dei semplici messaggi sapeva come far battere forte il mio povero cuore.
A:SuperFigoLuke
Mandami un foto.
Cambiai argomento, perchè sapevo che se avessi continuato quel discorso, del mio autocontrollo non ne sarebbe rimasto nulla e avrei potuto seriamente alzarmi del letto, andare a casa di suo zio e sbatterlo su qualsiasi ripiano resistente.
Ok basta, devo darmi una calmata.
Mi arrivò la foto e mi maledii immensamente per avergli fatto quella richiesta.
Era a petto nudo, coperto da dei pantaloncini da basket, i capelli leggermente arruffati e un sorriso bastardo in volto. E la prova che mi aveva raccontato la verità, fu quel rullo da pittura colorato di un giallino caldo tenuto nella mano. 
Oddio, quelle mani... Stop!
A: SuperFigoLuke
Vaffanculo!
Buttai il cellulare sul letto e per fortuna si fermò appena prima di cadere a terra sulla moquette.
Immaginai il suo sorriso divertito, seguito poi da quella sua strana risata.
Mi rigirai fra le lenzuola stringendo gli occhi e pensando a qualsiasi cosa che non fosse Luke Hemmings e quelle sue dannate spalle e alle sue braccia sexy e muscolose.
Mi voltai di nuovo e cercai di calmarmi bevendo un sorso di coca cola dal bicchiere che Kevin aveva lasciato sul comodino.




"Alzati dormigliona!" sentii urlarmi qualcuno nell'orecchio.
Sussultai spaventata e confusa per quel risveglio violento, aprii gli occhi ritrovandomi avvolta nel buio della mia stanza, ma che ore erano?
Mi guardai attorno ancora mezza addormentata e stranamente non mi sorpresi più di tanto nel vedere Sam in piedi con le mani sui fianchi, aspettando che mi svegliassi del tutto.
"Ce ci fai qui?" domandai con la voce ancora impastata dal sonno.
"Sono le dieci di mattina e noi abbiamo una giornata meravigliosa davanti da affrontare."
La guardai confusa, non sapendo se riderle in faccia o buttarla fuori di casa a calci nel sedere per avermi alzato così presto di domenica.
E poi cosa minchia stava dicendo?
"Andiamo in spiaggia oggi con i ragazzi. Non ti ricordi?"  chiese guardandomi contrariata andando a spostare le tende e spalancare le finestre, accecandomi con tutta quella luce.
"No" ammisi portandomi una mano davanti agli occhi.
"Su dai alzati" disse rimettendosi di nuovo davanti al letto.
"Hm" mugugnai ributtandomi di nuovo sul cuscino e coprendomi con le coperte fin sopra alla testa.
" Oh andiamo" sbuffò afferrandomi un piede " tua madre ha detto che non stai più così male, per cui non fare la finta malata" disse tirandomi fino a farmi cadere giù dal letto.
"Zoccola" mi limitai a mormorare non avendo le forze e soprattutto la voglia di muovermi.
Sorrise vittoriosa camminando verso la mia cassettiera.
"Vai a farti una doccia e non chiudere a chiave, ti scelgo il costume e te lo porto."
Annuii distrattamente, catturata alla vista di un sacchettino di Starbucks che fuoriusciva dalla borsa che aveva appoggiato sulla mia scrivania.
"Mi hai portato la colazione?" chiesi con uno strano sorriso dipinto il volto.
Non le lasciai il tempo di rispondere che assaltai la sua borsa, tirandone fuori quel bicchierino dal coperchio trasparente, che mostrava la panna in superficie decorata da alcune gocce di cioccolato.
"Ti amo" esclamai infilando la cannuccia nell'apposita apertura.
La sentii ridacchiare mentre mi gustavo quella goduria. Si, ora ricordo il motivo per cui eravamo tanto amiche.
"Io tra poco esco con Kevin, ho incontrato tuo padre di sotto e stava andando alla partita di rugby e tua madre.. non lo so, però aveva uno tappetino arrotolato fra le braccia."
"Ah si, ha iniziato un corso di yoga. A dire il vero non so neanche a cosa le serva" spiegai per poi prendere un altro sorso del mio frapuccino.
"Ma aspetta, io con chi vengo allora?" mi bloccai ricordandomi di non avere una macchina e soprattutto la patente.
"Non ti preoccupare di questo" sorrise il modo abbastanza inquietante " vai " continuò indicando con un cenno del capo la porta del bagno.
Finii di bere tutto il contenuto dal bicchiere e andai a farmi la doccia. L'acqua calda aveva un effetto quasi magico su di me, mi rilassai del tutto lasciando che quell'odore di influenza e farmaci, mi scivolasse addosso.
Non avevo con me il telefono, ma avrei scommesso di essere rimasta nel box una buona quindicina di minuti.  Girai la manopola per fermare l'acqua che stava scendendo dal soffione e uscii dalla doccia per poi avvolgermi nel mio accappatoio verde acqua.
Presi un altro asciugamano dall'armadietto di fianco al lavello e iniziai a frizionarmi i capelli.
Mi fermai quando notai il costume che mi aveva portato Sam, non l'avevo neanche sentita entrare. Avevo scelto quello nero con i fiori rossi, era carino ma non lo mettevo mai essendo che lasciava maggiormente scoperto il seno, rispetto agli altri che avevo.
Alzai senza motivo le spalle e lo indossai lo stesso, non avevo alcuna voglia di mettermi a cercarne un altro. Lo indossai velocemente e rimisi addosso l'accappatoio iniziando ad avere la pelle d'oca per il cambio di temperatura dal box della doccia.
Aprii la porta del bagno e urlai tremendamente spaventata quando mi ritrovai di fronte Luke seduto sul mio letto.
"Vaffanculo".. "stronzo".. " tua sorella quella puttana zoccola!" esclamai portandomi una mano sul cuore, sentendolo battere all'impazzata.
"Non farlo mai più" soffiai appoggiandomi allo stipite della porta chiudendo per un attimo gli occhi.
"Io non ho una sorella" rise apparentemente divertito dalla mia reazione.
"Appunto.. Cosa ci fai qui?" mi portai una mano fra i capelli ancora umidi, smuovendoli un poco.
Santo cielo, di questo passo sarei morta di infarto nel giro di poco tempo.
"Sam mi ha detto che ti serviva un passaggio"  fece spallucce appoggiando i gomiti sulle gambe.
Ma come cavolo faceva ad essere così bello anche di prima mattina? Beh forse non era proprio prima mattina, ma la domenica come minimo mi svegliavo alle dodici e mezza.
"Sam dice tante cose" mormorai avvicinandomi a lui e mi buttai sul puff, toccando con una mia gamba la sua.
Mi guardò silenzioso, scrutandomi attentamente e mettendomi anche in soggezione.
I suoi occhi era qualcosa di cui non mi sarei mai stancata di vedere. Se il momento prima erano azzurri, il secondo dopo diventavano blu o grigi, le foto che avevo nel telefono non gli rendevano giustizia.
"Sei nuda sotto al quel coso?" chiese indicando l'accappatoio, risvegliandomi dai pensieri.
"Ti interessa?" lo provocai non riuscendo a trattenere un sorrisino.
"Se te l'ho chiesto" rispose ovvio avvicinando la mano per slegare il nodo in vita.
Volevo fermarlo prima che potesse aprire l'accappatoio, ma il modo in cui lo fece mi prese del tutto alla sprovvista, facendomi rimanere quasi pietrificata.
Com'è che aveva tutta questa confidenza con il mio corpo?
"Ah" sussurrò quasi deluso " hai già il costume" fece una smorfia che mi fece sorridere divertita. "Ti sta bene però" ammise per poi mordersi quel maledetto labbro.
"Grazie" mormorai alzandomi velocemente dal puff sottraendomi dal suo sguardo.
Mi posizionai davanti all'armadio e aprii la porta della cabina per decidere cosa potermi mettere.
"Allora come è andata ieri?" domandai prendendo da una pila di vestiti un paio di pantaloncini in jeans.
"Alla grande, abbiamo ridipinto tutta la stanza della mia nuova cuginetta" mi girai di scatto ritrovandomi a sorridere come una ebete. I bambini piccoli mi piacevano così tanto.
"Aw, anche io voglio un bambino" battei le mani ridacchiando. 
"Sul serio?" chiese perplesso.
"Certo, ma fra qualche anno. Sono ancora giovane." 
"Beh, se vuoi posso aiutarti a farlo" sorrise incrociando le braccia al petto.
Scossi la testa buttandogli addosso i pantaloncini che tenevo mano, sussurrando qualcosa come 'cretino'.
Sentii la sua strana, ma adorabile risata alle mie spalle mentre sceglievo una semplice canottiera da indossare.
Ero indecisa se vestirmi o no davanti a lui, ma poi pensai al fatto che mi aveva vista anche nuda e fare la finta timida non aveva alcun senso.
"Me li passi?" chiesi indicando i pantaloncini in suo grembo.
"No" disse divertito alzandosi in piedi, mettendosi di fronte a me. "Posso vestirti io?" sorrise come se avesse chiesto una semplice caramella.
"Per.. perchè?" mi schiarii la voce, cercando di non fargli notare il fatto di essere rimasta sorpresa.
"Ci deve essere per forza una ragione?" inarcò il sopracciglio cominciando a far scendere l'accappatoio dalle mie spalle.
Beh, si.
"No" soffiai lasciandolo fare.
Buttò l'accappatoio per terra, cosa che mi fece alzare gli occhi al cielo. Lui e il suo disordine.
Mi fece sedere sul letto e inginocchiandosi davanti a me, mi infilò la canottiera nera.
"Luke me l'hai messa al contrario" ridacchiai vedendo l'etichetta uscire dalla scollatura sopra al seno.
"Scusa, sai di solito le spoglio le ragazze" si giustificò.
Sorrisi, nonostante avrei dovuto essere gelosa. Mi provocava una strana, ma piacevole sensazione allo stomaco, sapere che ero la prima ragazza con cui stava facendo questa cosa.
Me la sfilò e poi la rimise nel verso giusto, poi passò ai pantaloncini, facendoli salire fino alle ginocchia, poi mi fece alzare e li chiuse esitando di tanto in tanto con i tre bottoni sopra alla zip.
"Ma non puoi comprarteli con un solo bottone tu?" confabulò riuscendo ad allacciare anche l'ultimo.
Risi saltandogli in braccio, con le braccia intorno al suo collo e le gambe attorno alla sua vita. Mi afferrò per le cosce e poi - come sempre- lasciò una pacca sul sedere.
"Mi sei mancato" ammisi inspirando il suo profumo.
"Anche tu, piccola" sussurrò appoggiando le sue labbra sulla mia guancia. "Posso baciarti?" chiese alludendo ai messaggi della sera prima.
"No" ridacchiai mordendogli il collo.
"Ma io voglio baciarti" piagnucolò aumentando la presa attorno a me.
"Anche io" dissi allontanandomi per poterlo vedere in viso.
Sbuffò sedendosi con me in braccio sul bordo del letto.
"Allora baciami" insistette punzecchiandomi la schiena.
Mi morsi il labbro inferiore scuotendo la testa, anche se non accennando ad allontanarmi da lui.
"E dai Jade " disse avvicinandosi al mio viso " posso mordertelo io quel labbro, non c'è  bisogno che lo faccia tu."
Sorrisi divertita, dandogli modo di fiondarsi sulle mie labbra, e baciarle come mai aveva fatto, lasciandomi senza fiato.
Inutile dire che finimmo a rotolarci nel letto  e a fare cose poco caste, arrivando così inevitabilmente in ritardo in spiaggia.
In macchina feci del mio meglio cantando Sugar con i Maroon 5 alla radio, facendo ridere Luke per la mia voce simile a una foca strozzata.
Non mi stupii neanche di tutte le occhiate maliziose che ci rivolsero i ragazzi appena ci ritrovammo davanti a loro. Cercai di non farci molto caso e corsi verso le ragazze sedute per terra, sopra ai loro asciugamani.
Sorrisi a Kelsey, Jasmine e Bella mentre rivolsi un finto ringhio a Sam che mi aveva svegliata così presto. Tirai fuori dalla mia borsa il mio asciugamano e mi sistemai accanto a Jasmine, spogliandomi poi della canottiera per rimanere in costume.
"Qualcuno ci ha dato dentro eh" mormorò Jasmine sorridendo maliziosa. Inarcai il sopracciglio non capendo a cosa si stesse riferendo.
"Tesoro hai un succhiotto sulla tetta" continuò allacciando un braccio intorno alle mie spalle.
"Oh" riuscii a dire quando abbassai lo guardo e vidi una macchiolina sul seno destro.
Certo che poteva anche essere un po' più discreto quel deficiente.
"Fammi capire, ve la spassate come coniglietti e vi comportate come fidanzatini, ma non avete ufficializzato ancora niente?" domandò Kelsey giocando con una ciocca dei suoi capelli neri.
"Cosa dovrei fare? Scrivere su una spilla proprietà di Luke Hemmings e indossarla costantemente?" domandai ironica, prendendo la crema solare dalla borsa.
"E' un'idea carina" ironizzò Bella sorridendo.
"Sta zitta e mettimela sulla schiena" risi buttandole la confezione, girandomi di spalle.
Quando Bella finii, mi tolsi anche i pantaloncini e mi sdraiai a pancia in giù sull'asciugamano, sperando per lo meno di abbronzarmi un pochino.
"Credo che piuttosto dovrebbe farlo Jasmine" la prese in giro Sam, alludendo all'interessata che era rimasta incantata nel vedere Mike a petto nudo giocare a calcio con gli altri ragazzi.
"Eh cosa?!" si riprese, sentendosi chiamata in causa.
Kelsey rise buttandole addosso una piccola bottiglia d'acqua "invece che guardare in tuo ragazzo perchè in ci racconti cos'è successo al vostro appuntamento?"
"Oddio" mormorò afferrando al volo la bottiglietta " magari fosse il mio ragazzo, non mi ha neanche baciata".
"Davvero?!" esclamò sorpresa Sam.
"Si" sussurrò abbattuta "magari non gli piaccio" alzò le spalle per poi girare di nuovo lo sguardo e osservarlo.
Oh tesoro, non sai quanto ti sbagli.
"Se continui a fissarlo così ti usciranno gli occhi dalle orbite." Ew, le battute di Sam erano veramente pessime.
Dovevo fare qualcosa, quei due non vedevano l'ora di saltarsi addosso, non potevo lasciarli stare una situazione del genere, erano pur sempre miei amici.
"Ti do venti dollari se vai li e lo baci" proposi sentendomi una stronza ma super curiosa allo stesso tempo.
"Cosa?! Come, adesso?" Chiese terrorizzata.
"Si adesso, in questo momento" risposi ovvia.
"E.. se.. e se mi rifiuta?"
"Oh andiamo Jas, tanto male che vada un bacio non si rifiuta mai" disse Kelsey facendole un occhiolino.
"Jade ti odio" mormorò alzandosi sulle ginocchia. " No non lo faccio, non ne ho in coraggio" disse rimettendosi seduta.
"Avanti violetta! Sei davvero così codarda?" la provocai punzecchiandole un fianco.
"No!" 
"Dimostracelo allora" le sorrise Kelsey toccandole con un piede un ginocchio.
"Vi odio cazzo, vi odio" sussurrò alzandosi in piedi.
Ridacchiai abbastanza divertita, ma la fermai prima di lasciarla andare da lui.
"Che c'è?"
"Togliti la maglietta, così sarà più distratto dalle due tette."
Almeno, con Luke funzionava così. Anzi credo proprio che funzionasse con tutto il popolo maschile.
"Se lo fai per davvero, ti regalo anche la mia borsa di Prada" rise Sam incrociando le gambe, guardandola dal basso.
"Che stronza, avevi detto che la davi a me" Kels le colpì il braccio, per poi imbronciarsi.
"La finite voi due?" sbottai sentendomi già abbastanza agitata per Jasmine.
Se in qualche modo questa cosa andasse male sarebbe solo colpa mia.
"Poverina però, non potete farle baciare Michael davanti agli altri idioti, insomma io sarei parecchio nervosa a baciarlo così, figuriamoci davanti ai suoi amici" osservò Bella vedendola avvicinarsi ai ragazzi.
Beh, non aveva torto.
"Calum! Vieni qui muoviti!" urlò Sam, e dopo neanche due secondi le si parò davanti, inginocchiandosi per arrivare alle sua stessa altezza. "Prendi Luke, Ashton e Kevin e venite qui."
"Perchè?"
"Cazzo fallo e basta!"
"Okay" alzò le mani in segno di resa.
Risi non riuscendo a contenermi, amavo quei due cretini, la loro relazione era così strana.
Calum si incamminò verso gli altri, prese per un orecchio Ashton e Luke per il braccio, facendo segno a Kevin di seguirlo. Lo sapevo, l'ho sempre saputo che Cal aveva una specie di debole per Luke. Beh, come biasimarlo insomma, era così tenero e dolce quando non si mordeva quel fottuto labbro e diventare un dio del sesso..
Mi sbattei la mano sulla fronte sospirando, maledetti ormoni adolescenziali. Ma quando la finiranno di farmi questo effetto?
"Fammi spazio" disse Luke affiancandomi, non intendo a sedersi sulla sabbia calda. Mi alzai appena e poi mi sedetti sopra di lui, sentendomi già molto più comoda.
"Mi spieghi cosa succede?" sussurrò al mio orecchio, provocandomi una serie di brividi sulla schiena.
"In teoria dovrebbe succedere qualcosa, in pratica non lo so.." mormorai cercando di ignorare quella sensazione appoggiandomi al suo petto.
Vidi Jasmine avvicinarsi a Mike ed esitare un attimo, per poi girarsi verso di me. Sorrisi alzando in pollice in su per incoraggiarla. 
"Gente, non guardateli. Fatevi un po' di cazzi vostri" disse Kelsey, facendomi sorridere divertita.
"Allora mangiamo?" chiese Kevin cambiando argomento.
E mentre Bella e Sam tiravano fuori le cose per poter pranzare, voltai appena lo sguardo riuscendo a intravedere Jasmine mordersi nervosamente il labbro e rigirarsi una ciocca di capelli attorno al dito, mentre Michael  si grattava la nuca arricciando in uno strano modo il naso.  Sembrarono tutti e due al quanto imbarazzati, per cui decisi di porre fine a quella tortura e li richiamai usando la scusa per mangiare.
Appena ci furono abbastanza vicini, mi alzai da Luke e corsi ad abbracciare la violetta.
Non seppi neanche io il motivo per cui feci quel gesto, ma in qualche modo sentivo che ne aveva bisogno.
"Scusa" mormorò con la testa appoggiata sulla mia spalla. "Volevo farlo solo che non ci sono riuscita ..non ne avevo il coraggio e.."
"Hei" la interruppi accarezzandole una guancia "va bene, non lo stavi facendo per me, ma per te stessa. Si vede che non deve accadere così, tutto qui. Magari succederà in un altro modo.. magari un po' più speciale."
Sorrise stringendomi una mano.
"Grazie Jade, sei.. sei una buona amica."
Abbozzai un sorriso, non sapendo come rispondere. Non mi era mai capitato che qualcuno mi dicesse parole del genere. Si insomma, sapevo che Kelsey e Sam mi consideravano tale, ma forse semplicemente non c'era stata la situazione adatta per esternare così tanto amore. Ma sentirselo dire, era davvero emozionante.
"Comunque i venti dollari non te li avrei dati in ogni caso."



"Sei pronto?" Domandai voltandomi a destra, trovandomi un Kevin dall'aria piuttosto nervosa.
"Per niente."
Risi, stringendo la mia mano nella sua, cercando di dargli un po' di conforto. "Non sarà così male in fondo, vedrai."
Sbuffò, ma poi alzò la testa e mi sorrise appena.
"Andiamo, prima che torni indietro" mormorò salendo il primo gradino della piccola scalinata che portava all'interno della scuola.
Camminammo lungo il corridoio e ci fermammo non appena notai il nostro gruppo sotto alla scala che portava al secondo piano.
"Primo giorno?" lo accolse Ashton allacciandogli le spalle con un suo braccio.
"Già."
"Potrai stare con noi in mensa, sempre se ne hai voglia" disse Calum sorridendogli teneramente.
Kevin sorrise a sua volta e quasi gli brillarono gli occhi. " Certo, prima però dovrei andare a ritirare il mio orario e tutte quelle robe."
"Perfetto, ti accompagna Bella. Non è vero sorellina?"  Disse Kelsey attirando per lo zaino la sorella, che stava proprio passando accanto a noi in quel momento.
"Che cosa?" Domandò confusa.
"Bene, andate pure" disse Sam spingendoli per la schiena verso la segreteria.
Dio, che amiche idiote con cui mi ritrovavo.
"Ci vediamo a pranzo" urlai sventolando la mano, nonostante non potesse vedermi visto che era girato di schiena.
"Adioss" esclamò Jasmine stringendosi la borsa in spalla.
"Dici che prima o poi lo capiranno di piacersi?" chiese continuando a guardare i due allontanarsi.
"Beh, meglio tardi che mai" le risposi facendole un occhiolino.
"Yep" si intromise Sam facendo scattare lo sguardo da Jasmine a Mike.
"Voi ragazze siete davvero strane" disse Calum infilando una mano nella tasca dei jeans.
La sua ragazza aprì la bocca pronta a rispondere, ma la campanella la precedette evitando una discussione che sapevo sarebbe nata tra i due.
"Forza nanetta, andiamo" mi affiancò il moro con il cespuglietto biondo.
Feci una smorza per il modo in cui mi aveva chiamata, facendolo sorridere.
"Senti, ma se tuo padre è alto e tua madre d'altronde non è così bassa.. la tua statura da chi l'hai presa?" sghignazzò, mentre ci avvicinammo alla classe di biologia.
"Mia nonna" ringhiai alterata. Si odiavo mia nonna, e si so che è una cosa orribile da dire. Ma ha cominciato lei, non voleva neppure che nascessi, pft.
"Ok, ho capito. Non parlo più."
Lo ringraziai mentalmente, forse aveva intuito che quello era un argomento tabù per me.
Mi buttai pesantemente sulla sedia e aspettai esasperata che un altro giorno di scuola finisse, forse l'unica cosa che mi dava la forza per continuare a studiare era la gita. Ah, la Spagna era sempre stato un mio sogno e non riuscivo a credere che tra meno di due settimane quel momento sarebbe arrivato.
Che poi dai, la verità era che morivo dalla voglia di vedere come erano i ragazzi spagnoli. Dicevano tutti che erano così sexy..
"Benson!"
"Si?" sussultai spaventata.
"Ha intenzione di continuare a sbavare o magari stare attenta alla lezione?" domandò il professore con quel ghigno che gli insegnanti facevano solo quando beccavano qualche alunno fare qualcosa che non si dovrebbe fare.
"Si"
"Si cosa?"
"Si"
"La finisca!"
"Si"
"Benson fuori!"
"Si.." mi lamentai silenziosamente.
"L'ho sentita!"
"Okay, me ne vado" mormorai riuscendo a vedere di sfuggita Cal cercare di trattenere le risate.



"Hei!" Urlai sbattendo gli appunti di Kelsey sul tavolo della mensa.
 Non ci credevo, non potevo crederci! Ma come si permetteva quella zocco.. troia!
Ecco cos'era, una che appena vedeva un ragazzo carino si comportava come una gatta morta. Ma cos'aveva quella ragazza al posto di un po' di sanità mentale e un po' d'orgoglio femminile?
Mi alzai furiosa dalla panca sotto lo sguardo confuso di tutti i ragazzi e mi diressi verso la porta, dove stavano entrando Kevin avvolto fra le braccia di quella pu.. puzzola di Megan.
"Lascialo" ordinai non appena fui davanti ad entrambi.
Quella fece un ghigno strafottente avvicinandosi di più a lui.
"Come scusa? Perchè dovrei farlo?" fece con quella sua vocina nauseante.
Kevin mi guardò con uno sguardo supplichevole, muovendo gli occhi affinché capissi di levargliela di dosso.
"Se non lo lasci giuro che ti strappo di dosso quelle tette finte e te le ficco non dico dove" la minacciai allacciando le braccia al petto.
Il suo sorriso svanì, come le sue mani dal corpo del mio, e sottolineo MIO Kevin.
"Prima il mio ragazzo e adesso mio fratello. Non lo so, c'è qualcos'altro che vorresti rubarmi Megan? Anzi, forse è proprio questo il punto, neanche tu sai quello che vuoi. Perché non cerchi di chiudere le gambe e di aprire un po' di più il cuore? Almeno la gente smetterà di parlare di te come una poco di buono. Dio!" smisi di guardarla e afferrai Kevin per la mano per poi tornare al nostro tavolo. Forse non dovevo dirle quelle cose, ma dannazione era già tanto che non le avevo risposto al suo scherzetto del cavolo, in qualche modo dovevo pur sfogarmi.
"Che discorsetto" mi prese in giro Ashton addentando la sua fetta di pizza.
"Mi ha fatto incazzare" alzai le spalle, dicendo la verità.
Sentii un pizzico sul fianco e quando voltai lo sguardo, vidi Luke farmi segno di avvicinarmi maggiormente.
"Che c'è?" chiesi scivolando di poco sulla panca.
"Il tuo ragazzo eh?" sussurrò in un misto fra serio ma anche abbastanza divertito.
O cazzo, o doppio cazzo, o triplo cazzo.
L'avevo detto seriamente?
Sorrisi appena, per poi mordermi violentemente il labbro. 
"Ups?"


 
O mio Diooooooooooooooo sto aggiornandooooo! 
Non ci credo neanche io D: hahah
Sembra quasi un miracolo, che la vita ti riserva cose inaspettate è vero, la mia ha proprio esagerato!
Vi dico soltando che ogni volta che mi mettevo a scrivere c'era sempre qualcuno che rompeva e indovinte un po'? Come se non bastasse i miei stanno ristruttando casa, tenendo occupata pure me. :(
Vabbo bando alle ciance, vi è piaciuto  il capitolo? Cavolo spero proprio di si, ci ho messo tanto a scriverelo e perdonatemi se non è il massimo. Cercherò di rifarmi in qualche modo :3
Aniway, devo seriamente ringraziarvi per la vostra pazienza, e il vostro sostegno, siete fantastiche!
Ah, volevo dirvi che forse pubblicherò la storia su wattpad, visto che molte di voi me lo hanno chiesto. Cercherò di scoprire come cavolo funziona quel sito e spero seriamente di riuscirci :D
Okay, basta me ne vado ho scassato abbstanza. 
Good Bye <3
  
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