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Autore: MagikaMemy    23/12/2008    9 recensioni
E' arrivato il momento di dirsi addio. Il momento di capire che niente, per Sora e gli altri, tornerà ad essere come prima.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13: succhi alla papaya, baci notturni e vendette d’amore

“Sora…ehy, Socchan!”

Sora sussultò su sé stesso, risvegliandosi dal suo sonno ad occhi aperti, e si ritrovò davanti agli occhioni azzurri una mano svolazzante, cone le unghie tutte curate.

...conosceva quello smalto.

Lo avrebbe riconosciuto tra mille, Dio Santo, se fosse stato necessario.

E, non appena ricollegò quella manicure alla proprietaria, fece un sospiro pieno di compassione verso sé stesso.

Che vita del cacchio.

“Ciao, Selphie.” Cantilenò, cercando di far trasparire che sì, era scocciato, e sì, a volte succedeva anche a lui, che potessero girargli le scatole.

Ma tentare di far recepire un messaggio a Selphie senza dirglielo chiaramente era come chiedere a un criceto di indossare un mantello e buttarsi giù dalla Tower Records imitando Batman.

La ragazza gli piazzò davanti un brick di succo di frutta preso al distributore, e sosrseggiando il suo sorrise: “Spero ti piaccia la papaya. Ah, tranquillo, offro io.”

Sora, non appena sentì le ultime due parole, si svegliò definitivamente.

“Tu COSA?!”

Selhpei fece una mezza risata, sputacchiando qua e là del succo, ma l’espressione sembrava un po’ offesa.

“Ehy, solo perché non ho mai soldi non vuol dire che non sono generosa! Di tanto in tanto, mi piace offrire.”

Sora studiò con attenzione il brick, quasi avesse paura che potesse scoppiare, poi, senza indagare oltre o porsi altre domande da deficiente, lo bucò con la cannuccia e iniziò a bere lentamente.

“Socchan…senti…”

“Nh?” Sora distolse lo sguardo da Axele Demyx che surfavano per osservare Selphie.

SAPEVA che c’era qualcosa sotto!

Avrebbe dovuto immaginarlo…Selphie che paga per qualcun altro è una cosa da Apocalisse!

Sgranò gli occhi al cielo, chiedendosi perché, dannazione, quando gli altri avevano un qualche favore da chiedere andavanoi tutti da lui.

Come se non ne avesse già abbastanza da solo, di guai da risolvere.

“…Wakka e Tidus mi hanno detto che…sono un paio di giorni che ti comporti…non so…in modo diverso.”

Sora restò in silenzio, tentando di fare marcia indietro con quel cervello di batterio che si ritrovava.

Un paio di giorni…quindi due…dunquedunquedunque…cosa era successo due giorni fa?

Oh, merda!!!

“N-non so di cosa tu stia parlando!!!!” si affrettò a dire, facendo oscillare il brick di succo di frutta e riacchiappandolo in tempo, prima che si rovesciasse tutto sulla sabbia.

Selphie gli lanciò uno sguardo contrariato, poi scosse la testa, per nulla convinta.

“Oh, andiamo, Sora. Ieri pomeriggio, mentre giocavamo a carte, avrai detto sì e no due parole. Tu, che di solito sei logorroico!”

Sora cercò di riflettere un attimo, pensando che, in realtà, neanche sapeva cosa voleva dire, logorroico: cioè, glielo dicevano spesso, in particolare Riku, ma non aveva mai indagato sul reale significato di questa specie di insulto.

Doveva controllare, prima o poi.

Chissà se avrebbe trovato un dizionario.

Forse avrebbe potuto chiedere a Zexion; quello era fissato, coi libri.

“Sora…Sora, ma mi stai ascoltando?!”

“Ah..sì, scusa.” Borbottò distratto, sorseggiando un altrto po’ di qello schifo di succo.

…ma che razza di gusto era, papaya?!

“Socchan…se hai un problema, perché non ne parli con qualcuno? Che ne so, con Rox…oppure con Riku! E’ il tuo migliore amico, no?”

Sora saltò in piedi, abbandonando il brick sull’asciugamano che ritraeva Genma* in versione panda che gli aveva regalato Kairi un anno prima, e guardò Selphie torvo, con un’espressione di autentico terrore stampato sul viso da bambino.

Perché aveva tirato in ballo proprio Riku?

Aveva forse scoperto qualcosa?

Ma come era possibile…nessuno li aveva visti, quando si erano baciati fuori dal bungalow… né quando, due giorni prima, avevano parlato alla fermata del bus…

“Non voglio mettere in mezzo nessuno, tanto meno Riku!” sbottò, in tono quasi capriccioso.

Selphie inarcò un sopracciglio, colpita da una reazione così tempestiva e strana.

Sora non si arrabbiava quasi mai…non sul serio, almeno.

..cos’aveva detto di sbagliato?

“...scusa, non…volevo impicciarmi…lo so, sono affari tuoi…ma anche Kairi sta tanto male, a vederti così…”

Sora non trovò la forza per rispondere.

La verità era che lui stava una merda.

Si sentiva uno schifo, e non sapeva il perché.

…ACCIDENTI, CHE BUGIARDO!

Certo che sapeva il perché…era a causa di Riku.

Non riusciva più a capire cosa stesse succedendo dentro di lui: una parte di sé avrebbe voluto vedere Kairi, tornare a pensare costantemente a lei, al suo profumo buonissimo…ma l’altra parte si ribellava, era come se gli dicesse che, ehy, non poteva farci niente, Kairi era ormai lontana anni luce dai suoi pensieri.

Adesso c’era qualcun altro.

Qualcuno che si era fatto prepotentemente largo nella sua testa, invadendo la sua vita, i suoi pensieri in maniera quasi morbosa.

…e quel quaqlcunoi era Riku.

Lo stesso Riku che conosceva da una vita.

Lo stesso Riku che aveva sempre visto come un fratello, senza immaginare che, un giorno, si sarebbe ridotto in questo stato a dir poco pietoso.

…accidenti, che casino di merda!

“…ti prego…parla con Kairi, So. Avete bisogno di stare un po’ da soli. “ Selphie restò in silenzio per un breve istante, poi buttò lì timrosa: “…dovete parlare di voi due. Dei vostri sentimenti.”
Sora la guardò, senza capire fino in fondo quello che stava dicendo.

…sentimenti?!

“Che diamine vuoi dire?! Quali sentimenti?”

Selphie sbuffò, un’aria un po’ spazientita che le animava il visetto ben truccato: “I vostri, So! Sora, tutti sanno quello che tu provi per Kairi…”

Sora stava per ribattere, ma qualcosa dentro di lui lo fermò e lasciò che l’amica continuasse a parlare.

“….anche tu piaci a lei, So! Vuoi capirlo sì o no?! Lei ricambia i tuoi sentimenti! Cacchio, sei l’unico a non averlo capito!”

Sora si bloccò come se qualcuno avesse tagliato il filo che legava un pianoforte, facendoglielo finire in testa.

…la situazione stava decisamente andando fuori dal suo controllo.

…Ok, cosa stava succedendo?!

Insomma, lui era sempre stato innamorato di Kairi…erano quattro anni, ormai, che il suo unico desiderio era baciarla, toccarla, stringerla a sé senza dover avere paura delle conseguenze…e proprio quando lei stava scomparendo dalla sua testa scopriva che quella specie di creatura eterea ricambiava?!

…non poteva farcela, questo era davvero troppo!!!

“…Kairi è innamorata di me?!” cheise quasi urlando, e Selphie sospirò come se stesse cercando di far imparare l’abc ad un bambino dell’asilo.

“Certo che lo è, So! Sveglia!! L’hanno capito tutti! Cazzo, sapevo che eri ritardato, ma non credevo che la tua situazione fosse tanto grave!”

“Di me?!” ripetè Sora, alzandosi di nuovo e, stavolta, facendo cadere il brick senza neanche accorgersene.

Selphie tacque per un istante, scostandosi un poco, poi inarcò un soppracciglio, tranquilla.

“A te serve un neurologo. Dico davvero.”

“Gwah!” riuscì solo a dire lui, iniziando a saltellare per lo stress e tentando di strapparsi i capelli con le mani.

Perche, perché, perché????!

Oh merda, che casino…merda, che grande, grandissimo casino…

Un triangolo!

Era riuscito a infilarsi in uno stressantissimo triangolo!
Aspetta un momento…forse era tutto uno scherzo…uno di quelli che si fanno con le telecamere!

Magari era il protagonista di uno di quei programmi che ti rirpendono mentre credi di vivere la tua vita normale…forse era il protagonista di una di quelle soap-opera che Naminè vedeva sempre il Sabato mattina…

Oppure un incubo…sì, era sicuramente un incubo…gli sarebbe bastato ferirsi per svegliarsi…

Convintissimo della sua teoria, si gettò un mucchiett di sabbia negli occhi, vittima di un momento di pura follia, ma l’unica conseguenza fu che cominciò a gridare e orrere in circolo chiedendo aiuto a tutti i clienti del club rimasti sulla spiaggia, che lo guardavano come se fosse un toro nell’arena.

In tutto questo, Selphie era riuscita solo a spalancare la bocca, senza riuscire neanche a commentare.

…Riku aveva ragione, accidenti.

Sora era davvero, davvero un pazzo.

***

Era stato un pomeriggio pieno di avvenimenti, e questa cosa doveva ammetterla.

Da quando si erano baciati due giorni prima, Roxas non faceva altro che pensare ad Axel.

Più cercava di darsi una spiegazione del suo atteggiamento impulisvo, e più sentivala voglia di pentirsene,

Ma il problema era proprio questo.

Lui non era pentito.

Un po’ scioccato, forse, e leggermente a disagio, e quasi spaventato da sé stesso.

Ma pentito no.

Gli ultimi due giorni erano stati terribilmente tranquilli: lui e Axel si comportavano in modo quasi normale, davanti agli altri.

E bisticciavano di continuo, più di quanto non avessero mai fatto in quasi tre mesi che si conoscevano.

Ma quando la mattina del giorno prima Axel si era fatto trovare davanti al suo bungalow e l’aveva baciato, sussurandogli ‘buongiorno, cagnolino…dormito bene nella cuccia?’, lui non era riuscito a fare altro che restare in silenzio, tentando di non cedere più dui tanto.

Ma ormai era impossibile.

Perché adesso non poteva più negarlo: Asxel gli piaceva.

Dio, Axel gli piacvea da impazzire.

Gli piaceva quando lo baciava senza chiedergli il permesso, gli piaceva sentire la sua voce bassa sussurrargli frasi vietate ai minori nell’orecchio, gli piaceva che lui lo guardasse spudoratamente e senza paura di essere scoperto.

Odiava ammetterlo, ma era così,m non poteva farci niente.

“Roxas, per stasera può bastare. Và a riposarti un po’, tra mezz’ora ceniamo.”

Roxas lasciò perdere i pensieri nei quali si era buttato e i piatti che stava finendo di sistemare nella dispensa, poi mostrò a Xaldin un larghissimo sorriso colmo di gratitudine.

“Grazie, boss!”

Fece appena in tempo a levarsi la divisa e sentire Sora gridare da lontano “Ehy, Xaldy-chan, perché io non posso andare via?! Ce l’avete tutti con meeeee!” in modo isterico che si erea già fiondato fuori dalla sala.

Appoggiato al muro, accanto alla prota di servizio, c’era Axel che, seduto a terra, si era appena accesso quella che doveva essere la cinquantunesima sigaretta del pomeriggio.

Non del giorno.

Del pomeriggio.

Mio Dio, quanto fumava.

Al posto dei polmoni doveva avere due accendini.

“Sei uscito prima.” Osservò Axel quando lo vide, aspirando e gettandogli il fumo sul viso.

Roxas rimase in piedi e tossicchiò un poco.

Odiava il fumo.

“Xaldin mi ha dato cinque minuti di anticipo. E buttalo dall’altra parte, sto schifo! Mi fa venire voglia di vomitare.” Si lamentò, sedendosi vicino a lui.

Axel sghignazzò un poco, il viso illuminato dalla luce fioca delle stelle, poi ripetè il dispetto emettendo una piccola risata.

“Cazzo, Axel, basta! Sei insopportabile quando fai così!” esclamò Roxas, agitando feenetico le braccia per cercare di allontanare le nuvolette.

“Ok ok, ho capito, non ti arrabbiare.”

“Piuttosto…come mai sei qui? Da quando vieni in anticipo, per la cena? Tu ci sei nato, in ritardo.”

“Diciamo che avevo una voglia matta di restare da solo con te.” Disse tranquillo, per poi aspirare un altro po’.

Roxas arrossì un poco, accorgendosi solo allora che erano soli.

…ormai, la voglia di resistere gli era passata.

Vide le labbra di Axel chiudersi intorno alla sigaretta, e quando il fumo uscì dalla sua bocca sentì un’improvviso desiderio di provare.

“Senti…mi fai fare un tiro?”

Axel, incredulo, si ovltò verso di lui sopprimendo a stento una risata.

“…TU vorresti provare a fumare?”

Roxas gonfiò un po’ le guanciotte, assumendo un’espressione simile a quella di un criceto, e drizò le spalle per sembrare più alto.

“Beh, che c’è? Guarda che non ho mica due anni!”
”Ne hai quindici, sei solo un marmocchio. Ora stai a cuccia, e fammi finire la mia Chesterfield**in santa pace.”

“Sedici!” lo corresse Roxas, che, per quella che forse era la prima volta in tutta la sua vita, stava assumendo lo stesso atteggiamento infantile di Sora.

Il fatto era che non lo sopportava, a quel pedofilo, quando si comportava così!
Si credeva tanto grande e saggio solo perché aveva ventidue anni…tsk, sai quanto gliene importava.

Avrebbe potuto anche averne cinquanta, di anni, ma lo sostanza della cosa non sarebbe affatto cambiata.

Axel lo guardò per un secondo.

“Sicuro di voler provare? Guarda che ti fa schifo, alla prima botta. E ti verrà da tossire. Sicuro a palla.”

“Fammi provare.” Ripetè Roxas, piegando in giù il labbro inferiore.

Axel allora, senza dire niente, gli mise la mano libera sulla testa e, chinandosi, lo baciò.

Roxas percepì il sapore diverso dal solito della sua bocca, e sentì la nausea salirgli su per la gola.

Ma non ci mise molto a capire che aveva fatto la cazzata del mese, a dare un pretesto così stupido ad Axel per baciarlo.

Accidenti a lui e alla sua stupida curiosità!

Non era mai stato curioso in sedici anni di vita, e quandè che lo era diventato?

Davanti a quell’istrice!

Ormai era ufficiale: stava diventando terribilmente cretino.

Non ai livelli di Sora, ma comunque abbastanza da capire che la sua vita lentamente si stava tramutando in qualcosa di patetico.

Axel continuava a giocare con la sua lingua, senza badare alla sigaretta che, nell’altra mano, si stava spegnendo da sola.

Roxas seguiva i suoi movimenti, assaporando quell’odore nuovo e particolare sulle sue labbra, e sentendo il cuore aumentare il battito si sollevò sulle ginocchia, tendendo la schiena.

Axel, ora, stava leggermente più comodo, e lasciò una volta per tutte la cicca al suo destino, per circondare la vita piccola e stretta di quell’esserino così adorabile.

Più scorrevano i secondi, più Roxas partecipava, rendendosi conto che, per la prima volta, nella sua testa stavano facendosi sempre più vive immagini non proprio caste.

Si staccò tutto d’un botto, rendendosi conto di quello che stava succedendo al suo corpo, e Axel lo guardò come se fosse impazzito.

“Tutto ok?” chiese, tra lo scocciato e il premuroso.

Doveva avere una buona scusa, diamine, per aver interrotto la pomiciata del secolo.

Roxas socchiuse gli occhi azzurri, senza però muoversi di un millimetro.

“Sì, tutto ok…è solo che stiamo facendo tardi per la cena..” si affrettò a dire, nascondendo la verità.

Cosa avrebbe dovuto dirgli? Che si era allontanato perché, per un istante, aveva immaginato di farlo con lui?!

Era fuori discussione, assolutamente!

Mica era come Riku, che riusciva ad essere freddo in qualsiasi situazione.

Axel rimase in silenzio per alcuni secondi.

Sembrava stesse sul punto di sbottare a piangere o mettersi a ridere: difficile dirlo.

Roxas avrebbe voluto dire qualcosa, ma riuscì solo a tornare come prima, seduto al suo fianco, una mano che gli reggeva la fronte.

Aveva in mente tante di quelle domande che voleva porgli…ma non poteva certo chiedergli cose come “ma noi due stiamo insieme?” o roba simile.

Però non riusciva ad andare avanti così…non poteva!

…Axel…

Chissà cosa pensava, di lui…chissà cosa rappresentava, lui, nella sua vita…

Stavano insieme?

Si frequentavano?

Erano colleghi, amici, compagni di scopate, insomma, COSA DIAMINE ERANO?!

“…senti, Axel…” provò a dire, ma il resto della frase sembrava bloccato nei meandri della sua gola come se lo trattensse un enorme tappo.

Axel si alzò dall’erba, pulendosi distrattamente le macchie rimaste sui jeans, e guardò l’ora sul display del cellulare.

Sembrava non essersi neanche minimamente accorot che il suo cucciolo preferito stava praticamente collassando sotto i suoi occhi.

Capendolo, Roxas non sapeva se esserne grato o sentirsi incazzato.

Insomma…che dimaine di considerazione aveva, per lui?!

“Ehy, sto cercando di parlarti!! Potresti almeno guardarmi negli occhi!”

Axel si mise a ridere, senza distogliere lo sguardo dal cellulare.

“Non credo che ti riusciresti a parlare, se ti guardassi. Non pensi che ti sentiresti ancora più nervoso? Dimmi quello che devi dirmi, così poi andiamo a cena.”

Roxas fece un balzo, stavolta sentendosi infuriato davvero, e senza pensarci due volte gli puntò il dito contro, tremando di rabbia.

“VEDI?! E’ questo lato di te che non sopporto! Te prendi sempre tutto sotto gamba, vivi come se tutto fosse scontato, nella vita!! Crerdi di avere sempre e comunque ragione, in qualsiasi occasione…”

“E allora perché ti sei messo con me, scusa?!” sbottò all’improvviso Axel, e finalmente Roxas riuscì a zittirsi.

…un momento…

…cosa voleva dire quella frase?

Axel si mise una mano sulla bocca, come se si fosse appena pentito di aver buttao lì per lì parole tanto azzardate, ma ormai non poteva più tornare indietro.

Roxas, immobile, lo osservava con gli occhi spalancati, e quando Axel lo vide non potè fare a meno di chinarsi e baciarlo.

Sentì Roxas opporre una resistenza tanto minima da sembrare patetica, giusto per fingere di non volerlo e poi, lentamente, lasciarsi andare.

Il profumo del più piccolo gli invase la bocca, dandogli completamente alla testa.

…accidenti.

Davvero non riuscva a trovarlo, un difetto, in Roxas.

Eppure, doveva esserci.

Voglio dire…aveva sempre creduto che la perfezione non esistesse.

…forse, però, aveva ragione Zexyon, quel giorno quando avevano appena finito di vedere quel film super romantico sotto Natale dell’anno prima.

Forse, la perfezione era davvero…solo una questione di punti di vista.

***

Naminè tirò su con il naso, sentendo l’aria gerlide soffiarle lieve sul collo nudo.

Il giorno dopo si sarebbe alzata con un cazzo di mal di gola, e soiciramente la voce sarebbe sembrata quella di un trans.

Ma in quel momento le sembrava la cosa più stupida a cui pensare.

Nascosta dietro quell’albero, di fronte all’ingress secondario, continuava a studiare in silenzio Axel e Roxas baciarsi, toccarsi, sfiorarsi senza il minimo rumore.

Una leggera folata di vento le scostò di un poco la frangetta, oscurandole la vista all’occhio destro, ma poteva ancora vederle, le sagome di quei due.

Persi nel loro piccolo mondo di gioia e finto pudore.

Pensò per un attimo, con insolita cattiveria, a quanto entrambi erano bugiardi: così desiderosi di continuare, di andare oltre a semplice bacio, eppure, allo stesso tempo, attenti a non mostrare all’altro segni di cedimento.

Si voltò verso la luna, poggiando la schiena lasciata nuda dal vestito sul tronco, e, cedendo sulle ginocchia, mise il volto lievemente truccato tra le mani.

…non ne era neanche valsa la pena.

Aveva rinunciato a lui, e per cosa?

…per dargli un amorwe finto, un amore ingannevole.

Un amore che lo avrebbe fatto soffrire.

Per lui, aveva fatto di tutto.

Aveva mentito ai suoi genitori, aglòi altri loro amici, a sé stessa.

….si era macchiata di colpe che, se non fosse stato per lui, non avrebbe mai commesso.

Si era finta un angelo, quando dentro in realtà il male le si insidiava in ogni vena, in ogni cellula, in ogni stramaledetto vaso sanguigno.

E ora, più che mai, se ne rendeva conto.

La gelosia poteva rendere terribile anche la persona più dolce del mondo.

Era come un veleno, una puzza che raggiungeva ogni minima parte del suo cuore, per poi invaderlo, bloccarglielo, quasi sembrasse stesse per uscirgli dal petto.

…ma non era ancora finita.

Avrebbe lottato.

Perché aveva lottato troppo, troppo, per vederlo felice.

Se non poteva essere suo, sarebbe stato di qualcuno che davvero meritava il suo sorriso, i suopi occhi azzurri, i suoi capelli spettinati ad arte dal gel del negozio sotto casa.

“Axel…non te lo cederò tanto facilmente.”

***

…non sapeva più cosa fare.

Sora guardava le onde illuminate dalla luna infrangersi a riva, sfiorandogli le punta delle dite dei piedi, e provò il forte desiderio di sparire.

Non di morire.

Sparire.

Schioccare le dita e svanire nel nulla, senza lasciare alcuna traccia di sé, come quelle stupide majokko*** che stavano sui manga di Kairi.

Sentì il cellulare vibrargli in tasca, e sveltò lo tirò fuori prima i perdere la telefonata, cosa del quale non si sarebbe stupito, dato che acadeva tutte le sante volte.

“Pronto?!” rispose, palesemente scocciato, e quando sentì la voce dell’interlocutore maledì sé stesso e il suo brutto vizio di non guardare mai il nome di chi chiamava sul display.

“Ehy, perché ti rode? Stavi al cesso?”

Si sbattè una mano sulla fronte.

Che delicatezza.

“Riku, sei proprio un aspirante principe.”

“Modestia a parte, so di avere un vocabolario molto ricco.”

“Certo, se per te ‘cesso’ è una parola elegante, non voglio neancxhe immaginare quale sia la tua definizione di ‘parola volgare’.”

Udì Riku sbuffare dall’altra parte della cornetta.

“Lasciamo perdere. Senti, qui c’è Axel che rompe altamente le palle perché stiamo giocando al gioco del re**** e tu non ci sei. Sbrigati a venire che non lo soporto più.”

A Sora si illuminarono gli occhi di colpo, e in un attimo dimenticò tutti i suoi crucci.

Lui adorava quel gioco!

“Ok, arrivo!” esclamò entusiasta, e senza perdere altro tempo infilò le cxiabatte e abbandonò la spiaggia, facendola tornare deserta.

Iniziò a corrrere, superando la zona della piscina e l’anfiteatro, da dove il suono dei balli di gruppi si espandeva fino alla fine diei campi sportivi, ma la sua personalissima e discutibile maratona privata non durò molto, visto che colpì in pieno la schiena di qualcuno.

Sora cadde di sedere come un perfetto deficiente, e davanti agli occhi si ritrovò un Demyx quasi divertito.

“Senti, Socchan, so di assomigliare a un palo della luce, ma…”

“Scusascusascusascusa! Non ti avevo proprio visto!!” si affrettò a dire, massaggiandosi le natiche e aggrappandosi alla maglietta dell’amico per alzarsi.

Demyx gli mostrò un sorriso tanto largo da fare quasi paura, mostrado i denti perfettamente bianchi che masticavano una gomma.

“Tranquillo, mi hai solo diviso la schiena in due. La prossima volta, se vuoi iccidermi, vieni armato di spranga! Oppure una mazza da baseball…mia nonna una volta l’ha usata per cacciare un ladro di casa!”

Sora ringraziò mentalmente Dio per quella stupenda figura di merda, dopodichè pose le mani come se stesse pregando.

“Mi dispiace! Ti ho colpito proprio dove sei caduto ieri! Ti ho fatto tanto male?”

“Eeeeh…stavo meglio prima” buttò lì Demyx, al quale sembrava che un SanBernando lo stesse morsicando proprio sul livido.

“Sai, i rischi sono sempre tanti, quando si fa surf…”

“Mi dispiace così tanto! Che posso fare?!” Sora cominciò ad agitarsi, dimentico degli altri che lo stavano aspettando, troppo preso dai sensi di colpa, e frenetico cominciò a guardarsi intorno.

Demyx smise di sorridere di botto, e Sora non fec nemmeneo in tempo ad accorgersene che sentì qualcosa prenderlo per il mento…

***

Aaaaah, quella stupida scimmia!

Non riusciva neanche a tornare al ristorante da solo!
Cosa gli serviva, la baby-sitter ventiquattr’ore su ventiquattro?

Con quello scemo, non ne sarebbero bastate quindici, di Mary Poppins.

Riku lanciò un calcio a un sasso che gli ostacolava il passaggio, e avvicinandosi ai pressi dell’anfiteatro sentiva la musica dei lenti dell’animazione sempre più forte.

….lui odiava i lenti.

Era uno di quei tipi che, come dire, non erta proprio il re della pista da ballo, ecco.

In realtà, non ne era assolutamente capace.

Insomma, come fai a muoveerti con la stessa agilità di una barretta di kit-kat davanti a cento persone e definirti un figo (cosa che Wakka ostentava a fare, e ogni volta che succedeva, in discoteca, lui, Sora e gli altri cercavano di scappare, fingendo di non conoscerlo)?

A direil vero, il suo odio verso il ballo era fortemente causato da una brutta esperienza avuta da piccolo.

Non ci teneva a ricordarla, comunque: vi dico solo che tale incidente era collegato ad una rampa di scale, dell’acqua per terra e un paio di scarpe da tip-tap.

Comunque.

…ma insomma, dove diavolo s’era cacciato, quella specie di cavalluccio marino amante dei Pokèmon?

“Sora, dove sei?! Ti avverto, se non esci subito fuori ti do un pugno la dove non batte il so…”

Riku non finì la frase e si fermò di colpo, spalancando gli occhi come mai in vita sua.

Davanti a lui, accanto alla rete del campo da tennis, c’era Sora.

E, sopra di lui, che gli teneva fermo il mento, Demyx.

Che aveva le labbra premute sulle sue.

Le stesse labbra che nessuno, apparte lui, aveva mai toccato.

Note dell’autrice:

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!! BANZAIIII! Lo so, lo so, alcuni di voi mi credevano morta XD A dire il vero, a essere defunto era il mio pc…fortunatamente, come avrete visto, ora l’ho aggiustato! Yeah!

Allora…Demyx ha baciato Sora! O___O Oh my god!! Aspettate…mi sembra di sentire qualcuno che ringhia XD! Tana per Riku! Ahahahah!

E Axel e Roxas…uaaah, cominciano a fare gli sporcaccioni! ^////^ Tanto se io non vado a parare lì non sono contenta….ma non so ancora se riusciranno a combinare qualcosa XD! Insomma, sono ancora ingenua, io *w*

Ok, passiamo alle note ^^

*Genma= avete presente Ranma? Ecco, vi ricordate che il padre di lui si trasformava in un panda, a contatto con l’acqua fredda? Sora ha un asciugamano con lui disegnato sopra…lo voglio anche iooo! Chissà dove l’ha comprato Kairi??

** Chesterfiled= una marca di sigarette! A dire il vero, inizialmente Axel doveva fumare Malboro, ma poi mi sono detta che forse erano una marca troppo banale…allora ho scelto queste, che sono quelle che fuma il mio migliore amico! Mi raccomando, ragazzi, non dovete seguire l’esempio di questo scemo! Non si fuma, chiaro?!

***majokko= termine che si riferisce alle protagoniste dei manga che si trasformano in maghette o ragazze più grandi…tipici esempi di majokko sono: Doremì, Creamy, Magica Emi…

E ora si risponde alle recensioni! Yatta! (ormai sta frase è sempre la staessa…la banalità regna sovrana XD)

SoRifan: davvero sono una delle tue autrici preferite? Grazie infinite! Come al solito, sapere che il mio modo di scrivere mi piace mi rende davvero felice…e pensare che io ho sempre la sensazione che potrei fare meglio….spero che col tempo riuscirò a migliorare sempre di più! A proposito di Riku….come vedi, ancora non si è dichiarato XD vabbè, lo sai com’è fatto…è così orgoglioso…però…chissà, forse ora che ha visto Demyx e Sora baciarsi si darà una svegliata..

CrAzYtEn: la tua recensione è davvero bellissima! Sei stata deliziosa! ...certo, non mi sarei mai permessa di paragonarmi a Dante o a Manzoni…io scrivo perché mi piace, perché mi diverto, perché sento il bisogno di scappare via da questa realtà tanto stressa e buttarmi, di tanto in tanto, in un mondo di sogni e fantasticherie. Sarà una cosa da bambini, ma a volte è l’unico modo che ho per non pensare ai problemi. E sapere che voi vi sostenete e che, a mia volta, io sostengo te e altri mi fa sentire a un palmo da terra. Grazie davvero.

KairiChanRules: accidenti, incredibile quante persone mi dicano “tu mi hai convertita all’Akuroku”! Devo avere una specie di potere ipnotizzante XD Sarà che questa coppia mi piace infinitamente…perché il loro rapporto è delicato ma, al contempo, solido e sicuro…grazieeeee per i complimenti e per la passione con cui mi leggi! Te ne sono grata ^^

kiaaxel18: come vedi, impiego parecchio ad aggiornare…spero mi perdonerai! E spero anche che il capitolo ti sia piaciuto! Eheh, siete tutte super in fermento riguardo a Riku….però, se lui non si dà una mossa, mi sa che Sora cadrà nelle braccia di qualcun altro….*tutti guardano Demyx*

Nancy92: già già, Roxy direi che ormai ce lo siamo bello che giocato xD mi sembra abbastanza comodo, tra le braccia di Axel…anzi, comincia anhe a fare lo sporcaccione XD Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo

Il_Trio_Infernale: felicissima che la scena tra Axy e Roku ti sia piaciuta! Quando scrivo di loro tengo molto a dare la giusta impressione…grazie infinite per aver aggiunto la storia tra i preferiti ^^

sakura182blast: oddio, una decina di volte?! Ma come fai XD? Beata te, io riesco a rileggerli sì e no due, soprattutto se si tratta di miei lavori vecchi, che sono obrobriosi (mi riferisco alle prime one-shot shonen-ai che ho pubblicato…stanno anche qui, ma non le rileggo quasi mai, anche se dovrei)….chebello, vedo che il bacio è piaciuto a tutte! Meno male! Grazie mille per i complimenti

psyduck64: sapere che leggi la mia storia shone-ai anche se ti piace un raiting diverso non può che farmi un enorme piacere! Riguardo agli sviluppi Riku/Sora/Kairi…mi spiace, ma per il momento non mi sbottono…sappi solo che, dopo questa fiction, ci sarà anche il seguito ambientato in inverno, quindi quello che succederà alla fine di questa fanfiction non è detto che non potrà cambiare nel continuo…mi raccomando, continua a difendere i tuoi gusti! E’ bello sapere che vai avanti con la lettura di questa storia, nonostante il RiSo non ti piaccia…grazie per i complimenti ^^

INFINE, UN ‘GRAZIE’ ENORME A TUTTI COLORO CHE RECENSISCONO, CHE MI LEGGONO, MI AGGIUNGONO TRA I PREFERITI O CHE COMUNQUE MI SEGUONO E MI SOSTENGONO!!

APPROFITTO DELL’OCCASIONE PER AUGURARVI UN NATALE E UN CAPODANNO STUPENDI, A VOI E ALLE VOSTRE FAMIGLIE!!

BUON NATALE E UN GRANDIOSO INIZIO DI 2009!!

MagikaMemy

   
 
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