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Autore: Perrespingertiinmare    11/04/2015    0 recensioni
Harry si è trasferito a Londra da poco, non ha amici, una squallida casa, uno squallido lavoro. Non ha niente da perdere.
Louis è a Londra per problemi personali, un brutto passato, un triste presente.
Harry, capelli ricci e fossette adorabili.
Louis, un paio di occhi azzurri e un sorriso che farebbe invidia al mondo.
Due persone destinate a incontrarsi per caso, in una rissa in un bar in pieno Dicembre.
Due persone che dopo quel giorno non smetteranno di cercarsi mai.
Due persone che si ameranno intensamente fino a quando uno dei due andrà via, per sempre.
E se tutto fosse un sogno?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Erano le 22.35 di un sabato qualunque, Harry come al solito lavorava nell'unico pub presente in quella via sperduta.
Si era trasferito a Londra da circa due mesi e non si era ancora ambientato. Viveva in uno squallido appartamento all'ultimo piano di un palazzo troppo piccolo. Senza acqua calda e riscaldamenti, d'altronde per quel che possedeva era già tanto. Per questo aveva deciso di trovare un lavoro, e purtroppo doveva accontentarsi di fare da cameriere e barista in pub dove non entrava anima viva.
Harry non aveva amici, e non aveva intenzione di stringere rapporto con nessuno di quelle parti, quella gente non gli piaceva, ripeteva ogni volta al padre quando lo chiamava per chiedergli se fosse tutto apposto.
Ma non sapeva che qualcosa stava per cambiare, quel giorno, quel sabato, in quel pub. Non sapeva ancora che qualcosa, o meglio qualcuno gli avrebbe stravolto la vita, e quel qualcuno aveva un paio d'occhi azzurri bellissimi e un sorriso che faceva invidia al sole.

Quella sera diluviava, la pioggia batteva incessantemente senza fermarsi, le macchine passavano veloci facendo schizzare l'acqua dalle pozzanghere. Forse era per quello che il pub iniziava a riempirsi, per la prima volta da quando era lì. Gente che chiacchierava, ragazzine che si mostravano messaggi a vicenda, un ragazzo dai capelli rossi se ne stava da solo in un angolo a sorseggiare una cioccolata con le cuffie alle orecchie, e poi due ragazzi, al primo tavolo. Un tizio dai capelli neri come la pece e due occhi di uguale colore farfugliava qualcosa nell'orecchio dell'altro, e poi scoppiavano a ridere. Da come si guardavano sembravano due fidanzati, in effetti avevano tutta l'aria di stare insieme. Harry era completamente immerso nei suoi pensieri quando..
< Harry! Sveglia! Oggi che fai dormi? Sono da quando sono entrati che non smetti di guardarli! > Il proprietario del bar, Nick, gli urlò contro.
< Si, no, cioè, scusami Nick, è solo un pò di stanchezza, mi rimetto subito al lavoro >
< Stanchezza Harry? Ma se non fai altro che fissare quel ragazzo laggiù >
< Nick ma cosa dici, sarà capitato di fissarlo qualche volta >
< Senti Harry, visto che ti va tanto di fissarlo, guardalo meglio da vicino, portagli queste birre che hanno ordinato, vai >
< Certo Nick >
Harry sbuffò, non aveva proprio voglia di avvicinarsi a quei due, non tanto per il moro, ma per il biondo che l'accompagnava. Prese le birre e facendo slalom fra i tavoli arrivo al loro. 
< Emh queste sono.. >
Non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo che gli stava di spalle si voltò ridendo, aveva un sorriso bellissimo, denti bianchi perfetti ed ogni volta che rideva gli si arricciava il naso in un modo adorabile. I suoi occhi, pensò Harry, cavolo, i suoi occhi. Erano di blu che ti ci perdevi dentro, erano il mare, e lui il mare l'aveva sempre odiato. Provò invidia nei confronti di quel ragazzo, e non seppe spiegarsi neanche perché. Era troppo indaffarato a farsi idee e pensieri stupidi quando non si accorse che le birre che aveva in mano stavano per cadergli. Le birre precipitarono in un secondo addosso a quel ragazzo che si alzò di scatto e iniziò a urlare.
< Oh, ma sei deficente, guarda cosa cazzo hai fatto, guarda! Cretino, ti sei incantato come un coglione! Ed ora chi me la pulisce la giacca eh? >
Iniziò a sbottare attirando l'attenzione della gente, e anche quella di Nick.
< Scusami, non volevo >
< Scusami un cazzo, ma chi cazzo prendono a lavorare eh, coglione >
< Calma con le parole > Rispose Harry, aveva la voce che gli tremava, per la vergogna e quant'altro.
< Io non sto calmo proprio per niente, ora pulisci > 
Louis si tolse la giacca e gliela tirò contro, colpendolo in piena faccia.
Harry non ci vide più dalla rabbia e gli si buttò contro. La prima rissa da quando era a Londra, figo. Il moro che l'accompagnava tentò di separarli ma senza riuscirci, era troppo ubriaco e infatti la prese a ridere. Per fortuna che intervenne Nick.
< Ma che cazzo fate, Harry ma che cazzo fai non lo vedi che è ubriaco fradicio? >
< Nick ma vaffanculo >
Louis restò in silenzio. Non spiccicò una parola, anzi si, 'scusa', fu tutto quello che riuscì a dire. Ormai era quasi mezzanotte, e il locale si stava svuotando.
< Harry scusami, tutto ok? > La voce di Nick interruppe il silenzio che era calato.
< Si Nick, scusami tu, posso andare a casa, è stata una giornataggia oggi >
< Certo Harry, ma 'sti due qua in queste condizioni non possiamo lasciarli >
< Portati il moro >
< Zayn > una voce alle nostre spalle.
< Eh? > fece Nick.
< Zayn, mi chiamo così, Zayn >
< Bhè si, allora tu accompagni Zayn e io mi porto Lui > Fece Harry indicando il ragazzo che ormai indossava la sua giacca tutto bagnata e non parlava più.
Ne lui, ne Zayn dissero nulla, non si opposero e lasciarono a noi il compito di riportarli a casa. Prese quel ragazzo per il braccio e si incamminò verso l'uscita.
< Ciao Nick, a domani, e scusami ancora >
< Buonanotte Harry, a domani, e mi raccomando a te, non ti ci perdere troppo in quegli occhi >
Harry arrossì, ma si girò subito per non farsi notare. Lasciarono il pub. Era quasi l'una di notte, il cielo era pieno di stelle, le nuvole ormai erano sparite, ma faceva freddo, d'altronde era dicembre.
Harry entrò in macchina, il ragazzo era seduto di fianco a lui e non aveva ancora spiccicato una parola.
< Dove abiti? >
.....
Silenzio.
< Senti allora, io ho sonno, ho freddo e sono maledettamente stanco, ora tu mi dici dove cazzo abiti e ti porto a casa, altrimenti quella è la strada, scendi e te ne vai a piedi ubriaco come sei >
Non fece nemmeno tempo a finire di parlare che il ragazzo aprì lo sportello e scese. 
< Ah, e per la cronaca, non sono ubriaco >
Si voltò e iniziò a camminare, barcollando e mantenendosi al muro.
'maledetto sabato, maledetto pub, maledetta Londra, maledetto lui' pensò Harry. Scese velocemente dalla macchina e gli corse dietro, lo afferrò per un braccio e lo guardò fisso negli occhi. Il biondo non si mosse di un millimetro, sostenne lo sguardo di Harry fino a quando non fu lui a cedere.
< Dove te ne vai, che sei ubriaco, e come se sei ubriaco >
< Non portarmi a casa >
< Come no? E dove vuoi che ti porti? >
< Ovunque, basta che ci sia tu >
A queste parole Harry sentì qualcosa da dentro lo stomaco arrivare al cuore, che iniziò a battergli forte, fortissimo. Era arrabbiato come non mai, ma per un istante quella rabbia svanì, provò tenerezza nei confronti di quel ragazzo, tenerezza e qualcos'altro che non seppe spiegare.
< Allora vieni con me,.. emh? >
< Louis, il mio nome è Louis >
Louis si incamminò di nuovo verso la macchina. Era bellissimo, anche da ubriaco, era bellissimo. Aveva un viso stupendo, ed una voce che ti entrava dentro e non andava via, più, mai più.
Percorsero un tratto in macchina senza fiatare. Arrivarono in un parco abbandonato, che Harry aveva scoperto qualche settimana prima. Ci veniva quando voleva stare solo, o quando voleva fumare. Era un luogo segreto per lui, il suo luogo, ed oggi l'avrebbe condiviso con quel ragazzo di cui conosceva solo il nome.
L’aria era gelida, alle due di notte non ci si poteva aspettare altro. Da quelle parti non passava mai nessuno, c’era silenzio, troppo silenzio. Scesi dalla macchina con le mani in tasca i due ragazzi si incamminarono verso quella che un tempo doveva essere l’entrata del parco. Scavalcarono un cancello, per Harry non fu un problema, ma dovette aiutare Louis che per poco non cadeva.
< E che cavolo però, evita di bere se non reggi l’alcool >
< Ma chi ti dice che non lo reggo, taci e aiutami piuttosto >
Harry sbuffò, gli pose la mano e Lui l’afferrò, sentì come una scossa di corrente al tocco con la mano di Louis, era fredda, tremendamente fredda. Una volta dentro arrivarono sotto una quercia, e Harry si sdraiò. Louis lo guardava da sopra con gli occhi serrati.
< Bhè, che hai da guardare? Mi hai detto che potevo portarti ovunque ed eccoci qua >
Louis scoppiò in una risata fragorosa.
Maledetto sorriso pensò Harry.
< Ovunque si, ma qui fa schifo, vieni con me >
Harry lo guardò perplesso, dove lo voleva portare ora?
Senza pensarci due volte Louis gli strinse la mano e lo sollevò, e insieme percorsero un altro tratto di strada, sempre mano nella mano. Harry non si oppose, strinse forte la mano di quello sconosciuto e si lasciò guidare.
Non gli era mai capitato di provare quelle sensazioni che adesso stava provando con Louis, eppure non lo conosceva, ma sembrava conoscerlo da una vita. Era felice, o quasi, per la prima volta da quando era a Londra. 
< Pensavo di essere l’unico a sapere dell’esistenza di questo parco >
< Ora sai di non essere l’unico, siamo in due. Questo posto è sconosciuto a tutti, io ci vengo quando voglio stare solo, e credo che tu l’abbia scoperto per lo stesso motivo >
Harry annuì. Erano in una specie di capannone, la brezza leggera gli scompigliava i capelli, e alzando gli occhi al cielo potevi vedere la miriade di stelle presenti quella notte, la notte che nessuno dei due dimenticò mai.
Louis si sedette, e fece segno con la mano.
< Vieni qui, siediti > Lo fece con risolutezza e tranquillità. Harry ubbidì senza pensarci troppo.
< Bhè, che ci fai da queste parti Harry? >
< In teoria avrei dovuto portarti a casa caro Louis, da questa parte mi c’hai portato tu >
< Cretino, intendo a Londra, che ci fai a Londra >
< Come sai che non sono di qui? >
< Il tuo accento, e poi me l’ha detto Nick >
< Nick? Conosci Nick? >
< Certo che lo conosco, da una vita >
< Che gran figlio di.. > sbottò Harry.
< Cosa? >
< Niente, niente. Bhè se dobbiamo fare le presentazioni io sono Styles, Harry Styles. Sono qui da quasi due mesi e già vorrei scappare via. Non mi piace questo posto, non ho amici, ho una casa, che tutto sembra furchè una casa. Quattro mura dipinte male e un letto del cazzo, e lavoro in uno stupidissimo pub, e poi oggi, ironia del destino, mi ritrovo con un deficiente ubriaco che voleva ammazzarmi di botte. Non potrebbe andare meglio, vero? > Disse Harry in tono giocoso.
Louis guardava il cielo, alzò la mano e puntò il dito.
< Guarda Harry, quella stella, brilla più di tutte >
Silenzio. Rumoroso silenzio.
Louis tentava di evitare le presentazioni. < Louis, perché sei qui? >
< A Londra intendi? > Per un momento Louis si zittì, come se non sapesse cosa dire.
< I miei stanno divorziando, volevo cambiare aria. Stare a casa mi avrebbe fatto solo male. E poi lì non avevo nessuno, mi sentivo solo, e allora ho deciso di trasferirmi qui. E ho trovato Zayn. E’ la persona migliore che abbia mai conosciuto, mi capisce e con lui posso parlare di tutto, è il miglior amico di sempre >
< Migliore amico? Credevo stesse insieme, cioè oggi al pub vi ho visti, come vi guardavate eh.. >
Louis scoppiò in una risata
< No ma dai Harry, Zayn è fidanzato, e poi, io e lui insieme, siamo l’opposto >
< Ma sai come si dice no? Gli opposti si attraggono >
< Non in questo caso, però questa cosa mi fa sorridere >
< Ah si? E perché? >
< Perché vuol dire che per tutta la serata mi hai guardato >
Harry arrossì, in realtà era vero, non aveva fatto altro che guardarlo per tutta la serata, non poteva dargli torto. Ringraziò il cielo che fosse notte fonda e non c’era spiraglio di luce.
< Cos’è hai perso la parola? >
< Non so cosa dirti, pensaci, due perfetti sconosciuti alle tre di notte, nel freddo di dicembre, stesi in un parco abbandonato a guardare le stelle. E’ una cosa assurda, e per di più dopo aver scatenato una rissa, avrei anche dovuto portarti a casa >
< Le persone migliori si conoscono così >
Harry non parlò più per la restante mezz’ora, e lo stesso fu per Louis. Rimasero sdraiati l’uno accanto all’altro a guardare il cielo. A pensarci bene era davvero una cosa assurda. Harry aveva odiato quel ragazzo senza un’apparente ragione da quando era entrato in quel maledetto pub e adesso si ritrovava con lui come se si conoscessero da anni. Faceva davvero freddo, dalle loro bocche usciva fumo, ed Harry se ne accorse anche perché sentì Louis battere i denti.
< Hai freddo? > Chiese Harry. Le parole gli uscirono spontanee dalla bocca, senza che nemmeno se ne accorgesse.
< Leggermente, in fondo ho ancora tutta la giacca, e metà maglietta bagnata di birra per colpa di non so chi > Ironizzò.
Harry ci pensò, aveva ragione, ma la colpa non era sua. Le birre gli erano cadute perché era troppo perso ad ammirare i suoi occhi azzurri. Si alzò di scatto e tolse la giacca, quel ragazzo gli faceva tenerezza. Gliela lanciò e si mise a sedere. Louis ne rimase colpito. Il riccio aveva fatto qualcosa per lui. Si mise la giacca sulle spalle e si sedette anche lui. Odorava di un misto fra acqua di colonia e fiori di gelsomino. Era il profumo preferito di Louis, e gli scappò un sorriso.
< Grazie Harreh >
< In fondo la giacca te l’ho bagnata io LouLou >
Si voltarono entrambi e i loro occhi si incrociarono.
 Poi silenzio.
Il riccio era bellissimo, non poteva negarlo. Aveva dei capelli fantastici che gli coprivano la fronte, un sorriso meraviglioso e delle fossette bellissime. Louis aveva un debole per le fossette, e quelle di Harry gli piacevano da morire.
Harry notò che Louis arrossì e spostò lo sguardo. Era bello, troppo bello. Il cuore iniziò a battergli e non seppe spiegarsi perché. Mai nessuno l’aveva colpito quanto Louis. Era strano perché sinceramente mai nessuno l’aveva colpito, erano emozioni nuove, provate adesso. Sentiva un miscuglio nello stomaco, gli si stava rivoltando, e per la prima volta provò interesse per qualcuno. Fu Louis a rompere il ghiaccio, fortunatamente.
< A te piace il mare Harry? >
< Il mare? Cosa c’entra il mare adesso? >
< Niente, è una semplice domanda, al dire il vero anche noi due qui non c’entriamo niente, eppure siamo insieme adesso >
Noi due. Noi. Noi. Quel noi fece rabbrividire Harry, era una cosa che gli piaceva.
< Detesto il mare Lou >
< Anch’io. >
< Lo detesto per la sua eleganza, per il suo essere amato da tutti. Per il suo non arrendersi mai, al contrario mio Lou. E’ incessante, il mare, non trova pace, clemenza. Si infrange sempre contro la scogliera, si infrange e non smette mai, non si arrende, finisce la sua corsa e ricomincia da capo. E osserva tutto, sa tutto, vede nuovi amori, gente che contempla, chi ormai stanco vuole farla finita. Parla Louis, il mare parla. Racconta di chi ha paura, chi vorrebbe scappare, di chi è al limite. Ed è traditore. Potrai scrivere mille cose sulla sabbia, date, promesse, nomi, potrai camminarci e guardare le orme lasciate dietro, lui cancellerà tutto, non ti lascerà niente. Spazza via i ricordi, lascia la tua anima in tumulto. Il mare me lo porto dentro, mi detesto per questo. Potrai credere di essergli amico, potrai ammirare quell’enorme distesa d’acqua e credere che sia bellissima, perché infondo lo è, ma il mare non è amico di nessuno. E’ immenso, e per questo che lo odio, non potrai mai capire da dove inizia e dove finisce, proprio come certe persone, immense e tu non finirai mai di scoprirle >
Harry per la prima volta riuscì a parlare con qualcuno per più di dieci minuti consecutivi. Capì subito allora che Louis non sarebbe mai stato uno qualunque.
< Mi stupisci Harry, non credevo riuscissi a parlare per così tanto tempo, e per di più a dire certe cose >
< Non mi conosci >
< Avremo tutto il tempo per farlo >
Questo significava che si sarebbero rivisti ancora, e ancora e di nuovo ancora, e Harry non poté essere più felice.
< Sarà per questo che ti ho detestato da quando hai messo piede in quel pub >
< Cosa? > Fece Louis con un po’ di stupore.
< Si, perché hai gli occhi azzurri, di un azzurro che non è cielo, e se non è cielo deve essere mare. E io odio il mare >
< Amo da morire questa cosa > Disse soddisfatto.
< Ah si? Ti ho odiato, capisci? >
“L’alta marea dei loro sguardi” 
< Non mi interessa, vuol dire che mi hai guardato negli occhi Harreh >
< Sei strano Lou, mi sono bastate poche ore con te per capire quanto tu sia strano >
< Ti sto odiando Harreh, questa volta tocca a me. Poche ore ed hai già capito come sono? Non l’aveva mai fatto nessuno, sei un tipo sveglio allora >
< Si inizia dall’odio, è pur sempre un sentimento, no? >
Harry non fece caso a ciò che disse, ma cosa strana non se ne pentì, anzi per una volta fu felice di non aver ragionato prima di parlare.
Louis fu felice di quelle parole, infatti sorrise. Illuminò quella buia sera con un sorriso, uno di quelli splendidi, uno dei più belli che Harry avesse mai visto.
Si avvicinò di più e poggiò la sua testa sulla spalla di Harry. Chiusero entrambi gli occhi. La musica partì senza che nessuno dei due fece nulla, riproduzione casuale, Kiss me, Ed sheraan.
“Settle down with me, cover me up, cuddle me in, lie down with me, hold me in your arms.”
‘I’ve fallen for your eyes” Canticchiò a fil di voce Harry.
‘I’m in love now, kiss me’ Continuò Louis.
< La mia canzone preferita >
< Anche la mia >
Harry rabbrividì, le loro mani si sfiorarono, chiusero gli occhi e si addormentarono lì.
Harry e Louis, due sconosciuti incontrati per caso, sarà stato il destino forse, e allora ringraziamolo.                                                              
Harry e Louis, notte fonda, inizi dicembre, con un freddo gelido che non sentivano.
Harry e Louis dagli occhi bellissimi.                                              
Harry e Louis in quel parco che diventò loro, con quella canzone che diventò loro e le loro anime, apparentemente lontane ma vicine più che mai.
 
  
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