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Autore: lyndea    23/12/2008    1 recensioni
" Qual è il tuo più grande desiderio? La risposta non è fatta di parole, ma una serie di immagini che si sovrappongono l’un l’altra, con i contorni sfumati dal tempo. "
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“È privilegio della prima giovinezza vivere in anticipo i propri giorni, in una splendida, continua speranza che non conosce soste, né introspezione.
Ciascuno chiude dietro di sé la porticina della semplice  infanzia – ed entra in un giardino incantato. Le ombre più oscure brillano di promesse. Ogni svolta del sentiero ha una sua  seduzione. E questo non perché si tratta di un paese sconosciuto. Ciascuno sa bene che tutta l’umanità ha attraversato quella strada. È la magia dell’esperienza universale, da cui ognuno si aspetta qualcosa di straordinario e personale – qualcosa che sia solo nostro.”

Joseph Conrad, La linea d’ombra




Sia chiaro che se fosse per me non sarei mai cresciuto.
Sarei rimasto un bambino di otto anni con le lentiggini e ispidi capelli biondi fino alla fine dei miei giorni, e mi sarei unito alla banda di Peter Pan. Conoscevo anche la strada: seconda stella a destra, poi dritto fino al mattino.
“Ma la cosa bella della vita è che può solo andare avanti, mai andare indietro. Non pensi?” mi ha detto mia sorella, mentre ieri pomeriggio mi aggiravo per casa come un animale in gabbia, scartabellando gli opuscoli di miliardi di università.
Taci, sgorbio. Tu sei un piccolo genio matematico di dodici anni, inventerai un software rivoluzionario e diventerai milionaria. Lo sappiamo tutti.
Io no.
Non sono bravo a scuola in modo particolare, me la cavo bene negli sport ma non certo da basarci sopra una vita e una carriera.
Mi interessano molte cose, ma non sono appassionato di nessuna.
E la confusione regna sovrana.

Tutti i miei amici hanno già deciso.
Chi prende la via della Medicina [fra il compatimento generale, vista la mole di studio], chi sceglie lo studio della nobile Giurisprudenza, chi rilancia con Architettura.
Io giocherello senza voglia, trastullandomi con le idee più diverse. Le voci dei miei genitori si fanno strada fra i pensieri.
“Scegli ciò che vuoi, purché ti dia da vivere.”
“Mi raccomando, però non allontanarti troppo da casa.”
“Non vorrai mica fare Scienze della Comunicazione?! È il rifugio degli sfaticati!”
Bizzarro come io non risponda mai. Mi limito ad annuire o a fare un cenno di diniego, per poi dileguarmi il più in fretta possibile ogni volta che qualcuno sfiora l’argomento “futuro”.
Vigliacco, lo ammetto. E stupido.
Non posso scappare dal futuro, ormai l’ho capito.
Posso soltanto dominarlo. O farmene dominare.
E non ho ancora deciso se scegliere la prima opzione.
Non so neppure se si tratti di una scelta.

“Sveglia!”sussurra una voce bassa al mio fianco.
La metropolitana mi concilia il sonno. Incredibile. Voglio dire: potrebbero scipparmi, picchiarmi, derubarmi. Ma io riesco ad assopirmi, se sono abbastanza stanco.
Il sussurro proviene da una bambina seduta composta accanto a me.
Una bambola di porcellana. Ha le guance rosee, gli occhi azzurri ed un fiocco dello stesso colore che le tiene indietro la massa dei boccoli biondi.
“Ciao! Mi chiamo Misia.”
“Ciao. Non ti hanno detto di non parlare con gli sconosciuti?”
“Sempre. Ma è divertente. Perché sei stanco?”
“Sto dando la maturità. Ho finito oggi.”
“Ah! E hai già deciso cosa fare dopo?”
Per motivi che mi sfuggono tuttora, le rispondo.
“Che strano, non mi sembri il tipo.”replica lei.
Fantastico. Come se non fossi abbastanza entusiasta.
“E che tipo ti sembro?”
“Non so. Ma quella facoltà…no di certo!”
Una voce metallica annuncia la fermata di R.; la bambina si alza in piedi con grazia.
“No. Si vede che non l’hai scelto tu. Non ti brillavano gli occhi. Scegli qualcos’altro per favore.”
Poi si volta e scende sul gradino.
I suoi capelli biondi ed il vestito bianco scompaiono in un istante, e lasciano posto alle porte grigie della metro.

Ora ci si mettono pure gli incontri in metropolitana con bambine sconosciute e saccenti!
Cammino verso casa, immerso nell’afa soffocante che già a fine giugno invade la città, e rifletto quello che mi ha detto Misia.
Sii sincero. L’università è una scelta dei tuoi genitori.
Qual è il tuo più grande desiderio?
La risposta non è fatta di parole, ma una serie di immagini che si sovrappongono l’un l’altra, con i contorni sfumati dal tempo.  
La Palmenhaus e l’Orangerie dello Schloss Schönbrunn, dove l’inverno arriva attutito dal calore delle serre.
Poi il gusto tanto dolce da essere quasi nauseante della Sacher Torte, specialità di ogni bar e pasticceria con risultati variabili.
Le risate con i miei cugini e la mia prima ragazza.
La porta di casa si apre con uno scatto secco. Il corridoio è immerso in una penombra afosa e opprimente.
Salgo in camera mia, scovo un borsone da viaggio e lo riempio con il poco necessario. In un turbine di magliette e asciugamani, chiudo il mio magro bagaglio e scendo in fretta.
Scaravento la borsa in macchina e metto in moto.
Trenta minuti dopo, sono all’aeroporto.

L’aria di ottobre è fredda. Posso scordarmi le temperature miti fino a Maggio, qui a Wien.
Wien.
Che strano pronunciarne il nome in tedesco.
Le acque del Donau scorrono lente e scure, e ogni tanto qualche battello passa, carico di turisti. Lavoro in uno Starbucks vicino al fiume, l’unica cosa che mi ricorda la mia città.
I viennesi non sono né simpatici né antipatici. L’unico problema con loro a volte è generato dal bizzarro accento del mio tedesco. Che era…è un po’ arrugginito.
“Bist du italiener?”chiedono. Perspicaci.
Il mio coinquilino, Philip, dice che sono molto migliorato dai primi tempi. Sarà.
Non ho nulla in programma niente. Non voglio tornare a casa. Non ho intenzione di iscrivermi all’Università della città. Deciderò. Presto, forse.
Ma ora…voglio solo vivere.
Anzi, per la precisione voglio vivere per me stesso.
Senza obblighi, senza restrizioni.
Libero.




“La sicurezza ha un ventre tenero
Ma è un demonio steso fra di noi.
Ti manca e quindi puoi non crederlo
ma io non mi sentivo libero.”

Afterhours, Male di miele







Note
Wien è Vienna, e il Donau è il Danubio.
Lo Schloss Schönbrunn è il Castello di Schonbrunn, e la Palmenhaus e l’Orangerie sono le sue serre.

Special thanks to Mart per la consulenza linguistica.
  
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