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Autore: DefyingGravity    11/04/2015    1 recensioni
[Dalla storia: “Tieni la tua fottuta roba e vai. Corri!” disse Mickey lanciando a Kurt lo zaino.
“Cosa?” domandò Kurt confuso notando che nello zaino c'erano alcune delle sue cose.
“Vuoi che ti faccio uscire a suon di calci? Vai da Blaine. È l'amore della tua vita e sai quanto odio queste stronzate... ma è la tua persona. Lo sai e io lo so.” disse Mickey aprendo la porta di casa per Kurt e spingendolo fuori.]
[Klaine/Gallavich]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo capitolo, come ogni sabato! Buona lettura.



****

 

Blaine non aveva idea di dove potesse essere andato Kurt. Sinceramente non conosceva il quartiere, in fondo era arrivato da poco ed aveva visto solo la casa di Mickey. Si fece un po' di coraggio ed iniziò a perlustrare tutte le strade e i vicoli vicini ma senza buon esito, tuttavia il fatto che Kurt fosse uscito a piedi gli fece ben sperare che non potesse essere andato lontano.

 

Era notte fonda e faceva anche abbastanza freddo, la temperatura glaciale stuzzicava la sua mente e lo faceva pensare. Blaine poteva giurare che mai si sarebbe immaginato una situazione simile per lui e Kurt. Non avrebbe mai creduto possibile che Kurt sarebbe potuto scappare da lui. Il solo pensiero gli faceva male.

 

Stava perdendo le speranze, ma dopo aver percorso per l'ennesima volta quelli che gli sembravano esattamente gli stessi vicoli, vide davanti a se un piccolo parco per i bambini del quartiere. Il cancello di ingresso era aperto ed entrò.

 

Kurt era lì seduto su un'altalena, si dondolava lentamente con lo sguardo perso nel vuoto.

Blaine non sapeva cosa fare, non voleva farlo scappare, ma aveva bisogno di avvicinarsi e parlargli.

 

Si fece strada verso l'altra altalena perché sapeva di poterlo fare, infatti si rese conto che Kurt lo aveva visto ma era rimasto nella sua posizione.

 

Si mise a sedere sul seggiolino freddo dell'altalena e poi alzò lo sguardo verso Kurt. Poteva vedere il suo profilo, si meravigliava sempre di quanto fosse bello Kurt, di lato il suo naso risaltava e sembrava la cosa più perfetta del mondo.

 

Non sapeva se poteva parlare, oppure se doveva stare in silenzio per non spezzare l'equilibrio, non sapeva se poteva allungare una mano per sentirlo sotto la sua pelle, oppure se doveva stare fermo immobile.

 

“Blaine...” pronunciò piano Kurt, fermando l'altalena e rompendo il silenzio.

 

Blaine fissava ancora il profilo di Kurt, quando quest'ultimo si girò di scatto, guardandolo a sua volta. I suoi occhi erano così intensi, tuttavia non luminosi come quando si trovavano sotto la luce del sole.

 

“Kurt... io- ti prego non scappare di nuovo da me.” disse Blaine con tristezza, la cosa gli spezzava il cuore.

 

“Non voglio scappare di nuovo... Mi hai trovato. Sì insomma, non pensavo saresti venuto a cercarmi.” fece Kurt, abbozzando un sorriso debole.

 

“Kurt come avrei potuto non farlo?” chiese Blaine che voleva tanto allungare una mano su quella di Kurt.

 

Kurt non rispose, alzò gli occhi al cielo ed in contemporanea afferrò lui stesso quella mano che Blaine fremeva per fargli stringere. Come al solito si leggevano nella mente a vicenda.

 

Le loro mani si erano sempre trovate in un secondo, era strano come quelli mani sembravano essere esattamente fatte per congiungersi, senza paura e per l'eternità, si completavano a meraviglia.

 

“Possiamo parlare?” chiese Blaine con la voce leggermente timorosa.

 

“Non credo dovremmo. Non voglio rovinare questo momento...” rispose Kurt trasognato.

 

“Io- sono venuto qui per portarti a casa... Kurt mi manchi. Anzi manchi a tutti.” disse Blaine con sincerità.

 

“Sai cosa c'è di buffo? Che tu mi fai arrabbiare, mi fai ingelosire, ti fai odiare e poi riesci a calmare le acque solo con la tua presenza.” fece Kurt, sospirando e scuotendo la testa.

 

“Mi dispiace Kurt... non potevo saperlo. Non sapevo che saresti venuto all'appartamento. Non avrei mai permesso che vedessi qualcosa di simile... Io- Dave, ci siamo lasciati.” disse Blaine con rapidità.

 

Kurt si voltò verso Blaine e lo scrutò a lungo negli occhi, quegli occhi così belli, un misto tra il miele e il verde con punte di oro.

 

“Vi siete lasciati?” domandò Kurt serio e con un fremito di interesse.

 

“L'ho lasciato non appena te ne sei andato. Dave- lui- sapeva esattamente cosa stava succedendo, lo ha sempre saputo...mi ha detto che mi si leggeva negli occhi.” fece Blaine con un sorriso timido.

 

“Cosa ti si leggeva negli occhi?” chiese ingenuamente Kurt, stringendo involontariamente la mano di Blaine.

 

“Non arrabbiarti... è solo il fatto che ti amo esattamente come quel giorno in cui te lo dissi la prima volta. Ricordi? Mentre mi raccontavi di New York...” fece Blaine, beandosi della stretta calda delle loro mani.

 

“Blaine...” sospirò Kurt con la voce triste e slegò le sue dita da quelle di Blaine.

 

“Ho detto qualcosa di sbagliato? Kurt se è qualcosa che ho detto o fatto anche in passato... dimmelo, parlami, possiamo risolverlo.” fece Blaine, già meno completo di prima senza la mano di Kurt da stringere.

 

“Non si tratta di quello che hai detto o fatto. Abbiamo sbagliato entrambi in passato, tu mi hai fatto soffrire e non è solo per Dave... E io ho le mie colpe, io non posso continuare così. Non possiamo farlo... possiamo essere amici se vuoi. Ma c'è tutto un mondo da ricostruire per avere il resto.” rispose Kurt, piegando la testa di lato e studiando il volto di Blaine.

 

Blaine inspirò un po' di aria fredda a pieni polmoni.

 

“Va bene Kurt, mi fido di te. Cosa vuoi che ti dica... se è questo che preferisci. Forse andrà meglio- solo come amici.” rispose Blaine poco convinto, trattenendo a stento la tristezza.

 

“Credo che sia esattamente quello che ci serve, sai non darci etichette o cose simili... tornare insieme sarebbe inappropriato.” fece Kurt con il cuore pesante perché vedeva quanto Blaine soffriva della situazione.

 

“Inappropriato. Wow.” sospirò Blaine, scuotendo la testa.

 

Kurt gli riprese di nuovo la mano, quella mano che non sembrava volersi fermare, ma continuava a muoversi compulsivamente.

 

“Dobbiamo accontentarci delle piccole cose. Dammi retta così andrà meglio...” disse Kurt, sorridendo incoraggiante a Blaine.

 

Kurt non sapeva ancora come si sentiva sull'intera situazione, ma una cosa era certa, non poteva tagliare Blaine fuori dalla sua vita.

 

“Già... ci accontenteremo delle piccole cose allora.” rispose Blaine muovendo il pollice sulla mano di Kurt.

 

“Come mi hai trovato comunque?” domandò Kurt sorridendo.

 

“Oh questa è una lunga storia. Io e Rachel siamo stati una settimana a pensare e pensare, il tuo cellulare era sempre spento e non potevamo rintracciarti. Abbiamo pensato ad ogni minima alternativa ma nessuna era giusta, poi un giorno Rachel scorrendo i suoi numeri in rubrica ha trovato il numero di Walter-” fece Blaine con una voce aspra.

 

“Il suo vero nome è Ned... e Blaine non è successo niente tra noi.” rispose Kurt, alzando gli occhi al cielo.

 

“Scusami, lo so... è solo che- beh... niente. Dicevo, quindi, abbiamo chiamato Ned ed era la nostra ultima speranza e lui sapeva esattamente dove ti stavi nascondendo, ci ha dato indirizzo e tutto... ed eccomi qui.” concluse Blaine con un'alzata di spalle.

 

“Ti hanno fatto venire solo?” domandò allora Kurt curioso.

 

“Ho fatto di tutto per venire solo. Con tuo padre, ci siamo sentiti tutti i giorni e sperava in qualche notizia, poi appena saputo di Chicago voleva venire a prenderti... ma io e Rachel lo abbiamo fatto ragionare. Rachel anche voleva venire... ma era una cosa che volevo fare da solo.” rispose Blaine, guardando Kurt con occhi speranzosi.

 

“Come sta... mio padre?” chiese Kurt deglutendo. Solo ora pensava a come doveva essere stato per le persone che erano rimaste a Lima a volergli bene.

 

“Lui- beh... non stava bene. Quando abbiamo saputo dove eri è tornato tranquillo... ma sai com'è tuo padre. Ti vuole bene Kurt e gli manchi tantissimo. Dovresti almeno mandargli un messaggio-” disse Blaine ma Kurt lo fermò.

 

“Hai ragione. Mi daresti il cellulare Blaine? Per favore... riesci sempre a farmi pensare a quelle cose che io dimentico.” disse Kurt, alzando una mano in direzione di Blaine.

 

Blaine non se lo fece ripetere, consegnò il cellulare a Kurt e aspettò.

 

“Gli scrivo un messaggio anche se è tardi, così sa che ci siamo visti e che sto bene.” fece Kurt allo sguardo confuso di Blaine.

 

03.02

Blaine: Sono Kurt dal cellulare di Blaine. È qui con me e stiamo parlando. Io sto bene e ricorda che ti voglio bene.

 

“Ecco fatto, dovrebbe andare...” fece Kurt restituendo il cellulare a Blaine.

 

“Non hai intenzione di tornare a Lima, quindi?” chiese Blaine preoccupato di sentire la risposta.

 

“Non lo so Blaine... qui mi sento bene. Nessuno mi giudica davvero e la gente è così socievole. Dovresti conoscerli tutti... ti potrebbero davvero piacere.” disse Kurt, sorridendo spensierato.

 

“Socievole come quel Mickey?” chiese Blaine incredulo.

 

“Ascolta, lo so come può apparire Mickey all'inizio, ma ti assicuro che è un bravo ragazzo... è solo che ci mette un po' di tempo per dare fiducia alle persone.” fece Kurt, alzandosi dall'altalena.

 

“Se lo dici tu... Stiamo andando?” domandò Blaine, alzandosi a sua volta.

 

“Sì, meglio andare... si staranno preoccupando.” rispose Kurt, camminando lentamente.

 

Camminarono fianco a fianco, sfiorandosi ogni tanto sovrappensiero.

 

“Quindi hai dormito in quella casa?” chiese Blaine dopo un po' di silenzio.

 

“Sì... dormo nella camera della sorella di Mickey. La mattina vado a correre con Ian, poi passiamo al cafè dove lavora Fiona, a pranzo sto con Svetlana e il bambino, il pomeriggio con Mickey. A volte vado a trovare Deb e Carl, a volte aiuto Kev con le bambine. La sera si va quasi sempre all'Alibi dove lavora V... e c'è sempre tanto da fare.” terminò Kurt allegro.

 

“Capisco... sembra che tu ti sia davvero fatto una nuova famiglia.” disse Blaine ferito.

 

“Chi mi impedisce di avere due famiglie? Una per Chicago e una per Lima?” chiese Kurt, abbozzando un sorriso.

 

“Nessuno immagino... ma spero di avere ancora un piccolo spazio nella tua vita.” disse Blaine, ed in realtà avrebbe voluto soltanto pensarlo invece di dirlo ad alta voce.

 

“Blaine tu sarai sempre il tassello più importante della mia vita, non importa che ruolo svolgi o dove sei o se abbiamo discusso o meno.” fece Kurt, poi tentennando un po' si avvicino a Blaine e lo abbracciò.

 

Blaine fu colto di sorpresa, non avrebbe mai immaginato di essere così fortunato da poter di nuovo abbracciare Kurt. E che fosse Kurt ad abbracciarlo e non il contrario. Appena lo sentì vicino al suo corpo portò istintivamente una mano dietro al suo collo e gli accarezzò i capelli corti lì dietro. Quanto gli era mancato quel profumo, il profumo di Kurt, o Kurt stesso. Si lasciò sfuggire un piccolo sospiro beato.

 

“Kurt posso rimanere per un paio di giorni? Sai non sono mai stato a Chicago...” domandò Blaine, staccandosi lentamente dall'abbraccio.

 

“Certo! Solo- dobbiamo chiedere ad Ian e Mickey... credo che il divano sia libero. Certo non è il massimo...” fece Kurt pensieroso.

 

“Il divano va benissimo.” rispose Blaine contento di sentire che Kurt non aveva intenzione di rispedirlo in Ohio.

 

“Ok, allora facciamolo. D'altronde è quello che fanno gli amici, due giorni insieme non ci faranno male.” disse Kurt deciso, continuando a camminare.

 

“Giusto, gli amici si vanno a trovare a km di distanza continuamente.” bisbigliò Blaine ironico, ma parlò così piano che Kurt non lo sentì.

 

Blaine sospirò amaramente e poi guardò Kurt che camminava davanti a lui. Non importava, se doveva sudarselo lo avrebbe fatto, avrebbe fatto di tutto per riconquistare Kurt perché non potevano essere amici, non gli bastava neanche lontanamente essergli amico. Sapeva di non essere in torto questa volta, sapeva di non dover sempre essere lui quello che salva la situazione ma non poteva aspettare. Kurt aveva i suoi tempi e lui non ce l'avrebbe fatta ad aspettarlo... lo voleva subito.

 

***

“Siamo tornati!” fece Kurt, oltrepassando la porta di casa.

 

In realtà avrebbe anche potuto evitare di annunciarsi in quanto Ian e Mickey erano seduti sul divano e lo guardavano con uno strano sguardo.

 

“Ma dove siete stati? Sono passate ore.” disse Ian, scrutando Kurt in cerca di qualche risposta segreta tramite gli occhi.

 

“Scusate... noi. Io ero andato al parco a riflettere e Blaine mi ha trovato lì e allora ci siamo messi a parlare. Non ci siamo resi conto di che ora fosse.” rispose Kurt sulla difensiva, posando il cappotto.

 

“Sveltina al parco?” chiese Mickey senza mezzi termini.

 

“Mick, per favore. Non siamo neanche tornati insieme... siamo solo amici. Giusto, Blaine?” disse Kurt con fermezza.

 

Ian non si lasciò sfuggire lo sguardo di Blaine che abbassò subito gli occhi verso il pavimento.

 

“Noi sì. Abbiamo ritenuto che essere amici fosse la scelta migliore...” rispose Blaine impacciato.

 

“Buon per voi. Allora visto che il dramma è finito io me ne vado a dormire.” fece Mickey, alzandosi dal divano.

 

“Un attimo! Dovrei prima chiedervi una cosa... Blaine vorrebbe rimanere per un paio di giorni in città. Può dormire sul divano?” domandò Kurt, sorridendo impercettibilmente a Blaine.

 

“Ehi, cosa pensi che casa nostra sia un fottuto hotel?” chiese ironico Mickey.

 

“Dai non voglio disturbare. Non c'è problema... se è un fastidio posso sempre cercarmi una stanza da qualche parte.” si intromise Blaine educato.

 

“Ma neanche per sogno. Dormi sul divano, per noi non è un fastidio.” fece Ian, alzando il dito medio verso Mickey e mandandolo a quel paese.

 

“Dai Mick! Guarda che Blaine è un ragazzo davvero tranquillo, non ti accorgerai neanche che c'è... te lo giuro.” disse Kurt un po' troppo entusiasta.

 

“Me ne tiro fuori, fate come volete.” rispose Mickey e con un'alzata di spalle andò in camera.

 

“Perfetto. Allora vado a prenderti il cuscino ed una coperta e torno.” fece Kurt sorridente, lasciando Blaine in salone.

 

Kurt entrò velocemente nella camera di Mandy, lì dentro l'armadio c'era un cuscino ed una coperta in più, lo sapeva perché Ian gli aveva detto che poteva prenderle se ne avesse avuto bisogno.

 

Mentre era di spalle, cercando nell'armadio, sentì chiudere la porta della camera.

 

Si ritrovò davanti Ian e Mickey con le braccia incrociate.

 

“Che c'è ragazzi?” chiese Kurt un po' preso alla sprovvista.

 

“Avete scopato su una panchina? Puoi dircelo.” domandò Mickey serio.

 

“No.” disse Kurt con stupore.

 

“Ti ha baciato?” chiese allora Ian con sicurezza.

 

“Neanche! Abbiamo solo parlato, ci siamo in parte chiariti, si è scusato e mi ha detto che ha lasciato Dave. Comunque le colpe le abbiamo entrambi... ah mi ha anche detto che l'indirizzo lo ha preso da Ned.” fece Kurt, caricandosi sulle braccia coperta e cuscino.

 

“Quel vecchio cazzone. Non si fa mai gli affari suoi.” disse Mickey scocciato.

 

“Ma tu come ti senti?” domandò Ian con uno sguardo penetrante.

 

“Come vuoi che si sente... non hai visto come lo guarda? Vorrebbe sbatterselo all'istante. Su quel fottuto divano.” rispose Mickey divertito.

 

“Oh taci, non vorrei sbattermelo. E' che... Blaine è tutta la mia vita- quindi non so come sentirmi.” rispose Kurt onestamente.

 

In quell'istante tutti udirono la porta di casa sbattere e rimasero in ascolto.

 

“Cosa è stato?” dissero all'unisono, mentre si recavano all'ingresso.

 

Blaine era sparito dal salone eppure il suo cappotto era ancora lì.

Kurt posò sul divano la coperta e il cuscino e si avviò deciso verso la porta quando questa si riaprì.

 

“Scusate, avevo dimenticato una cosa in macchina. Si saranno un po' rovinati durante il viaggio.” disse Blaine infreddolito perché uscito senza cappotto.

 

“Pensavamo te ne fossi andato.” disse Ian, guardando il sacchetto che Blaine aveva in mano.

 

“E perché avrei dovuto?” chiese Blaine perplesso, ma non ottenne risposta, quindi si avvicinò a Kurt.

 

“Ecco questi li ho presi prima di partire... volevo portarti qualcosa che ti ricordasse casa e ho pensato che questi fossero perfetti. Sono i tuoi preferiti.” concluse Blaine, porgendo il sacchetto di carta con il simbolo del Lima Bean a Kurt.

 

Kurt prese il sacchetto con mani un po' tremanti, perché era sì un gesto semplice, ma era un gesto che lui aveva scordato di conoscere.

 

“Blaine...” disse Kurt a bassa voce, mentre trovava nel sacchetto 5 cookies del suo tipo preferito.

 

“Non è niente, una sciocchezza davvero.” disse Blaine, sorridendo nel vedere Kurt rimasto senza parole.

 

“Grazie... io- non avresti dovuto.” rispose Kurt e ne addentò subito uno.

 

Quel biscotto sapeva di casa, sapeva di Blaine e sapeva di tutti i loro appuntamenti al Lima Bean insieme ai caffè e alla cannella.

 

“Fanculo, potrei morire di diabete.” se ne uscì Mickey scherzoso, beccandosi una gomitata da Ian.

 

“Ok noi andiamo a dormire... se vi serve qualcosa urlate, strillate o chiamateci e basta.” disse Ian. trascinando Mickey con lui.

 

Prima di sparire del tutto iniziarono a pizzicarsi a vicenda e poi a rincorrersi fino alla loro stanza.

 

Kurt fece un cenno con la mano ai due e si voltò verso Blaine.

 

“Vedi non sono così male, no? La tua impressione su di loro è cambiata ora?” chiese Kurt, andando a sistemare il divano per Blaine.

 

“No loro non sono- cosa stai facendo?” domandò Blaine rincuorato nel vedere Kurt che stendeva e sistemava la coperta per lui sul divano.

 

“Oh giusto. Scusa... io- non lo so è stato un riflesso spontaneo.” rispose Kurt imbarazzato, indietreggiando.

 

“Kurt andava bene... è bello che ti preoccupi per me. Anche gli amici lo fanno, non devi imbarazzarti.” disse Blaine che voleva solo tranquillizzare Kurt.

 

“Già... beh, credo che andrò in camera ora. Buona notte Blaine, se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, bussa pure alla mia porta.” fece Kurt, dando un veloce sorriso impacciato a Blaine.

 

Blaine lo vide muoversi verso la stanza di Mandy, poi fare dietro front indeciso e lasciare il sacchetto dei biscotti in cucina. Solo in quel momento dedicò un ultimo sguardo a Blaine, uno sguardo che nascondeva indecisione e rimpianto, poi sparì dietro la porta della sua camera da letto.

 

***

 

Kurt si era poggiato a quella porta appena chiusa, il respiro affannato e una dolorosa consapevolezza. Chi voleva prendere in giro?

Non sarebbe mai stato in grado di smettere di pensare a Blaine come Blaine.

 

Il suo cuore non era neanche pesante o spezzato, il suo cuore piuttosto aveva ripreso a battere con un certo vigore solo percependo la presenza di Blaine nei dintorni. E da persona ormai disincantata avrebbe voluto smettere di credere a queste cose, ma lo sentiva, sentiva la pressione dentro di lui, percepiva l'adrenalina in circolo. Tutto era di nuovo pieno di sentimento, pieno di colore e vita. E non poteva semplicemente fare finta di niente.

 

Perché ogni volta lottava per proteggersi dalle delusioni e dalle scottature, ma in realtà si era sempre e solo trattato di questo. Con Blaine il problema era sempre stato il cuore, più lo controllava e più lo sentiva opporsi e scalpitare e Kurt lo sapeva benissimo non poteva comandare il suo cuore.


****

Eccoci qui. Capitolo molto Klaine. Blaine è tornato a tutti gli effetti nella storia, Kurt vuole ricominciare a piccoli passi con lui. Sa perfettamente che non possono saltare gli ostacoli e ributtarsi a capofitto nella loro storia, vorrebbe arrivare ad essere del tutto certo e a capire e colmare le difficoltà del loro rapporto. Ma si sa che in amore vince sempre l'impeto e la passione! Blaine è Blaine, non potrei usare altre parole. Sappiamo che lui è sempre quello che corre da Kurt, anche qui è stato così, ma Kurt sa benissimo di avere le sue colpe e lo dice chiaramente. Comunque anche Kurt uscirà un po' fuori dalla righe più avanti. I Gallavich... voglio solo piangere per loro.

Grazie a tutti quelli che dedicano un po' di tempo alla mia storia!
Alla prossima.

   
 
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