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Autore: ONDA__INFRANTA__05    12/04/2015    0 recensioni
Una ragazza sola, senza amici che non sa cos'è l'amore con un disperato bisogno d'affetto. Cresciuta troppo in fretta, con lo sguardo schivo e un cuore tenero, riuscirà ad ottenere ciò che desidera, ciò che spera?
( Storia scritta a quattro mai )
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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08) SENSAZIONI: 

Mi svegliai di cattivo umore, la sveglia ancora doveva suonare...

La notte non mi aveva reso più felice, anzi... Speravo che almeno uno di loro mi avrebbe inviato un messaggio, una spiegazione.

Niente... Questo non faceva altro che abbassare la mia autostima.

Spensi la sveglia, oggi non sarei andata a scuola.

Avrei rivisto Lucia e non mi andava di affrontarla per aiutare altre persone.

Io ero sempre stata quella che non invitavano alle feste o alle uscite... Che schifo di vita mi ero costruita... Mi riaddormentai, ero talmente stanca che avrei potuto dormire per un giorno intero.

《Svegliati Aliceeee!》mia madre urlava qualcosa di incomprensibile.

Mi tolse le coperte e aprì le tende. I raggi freddi di novembre entrarono dalla finestra illuminando l'intera stanza.

Rabbrividii.

Guardai l'orologio, erano solo le 7. 

《Devi andare a scuola》

《Ormai è tardi》sillabai a bassa voce.

《Entri in seconda, non voglio che rimani tutto il giorno a casa a non fare niente》.

Era autoritaria, ma sorrise.

La conoscevo, non voleva che rimanessi da sola, solo perchè avrebbe voluto portarmi al centro commerciale come quando ero una bambina.

Rividi quella bambina con i codini, che aveva la manina piccola dentro quella più grande della madre, mentre ordinava un cappuccino e un cornetto.

Sorrisi e mi alzai dal letto.

Comunque non cambiava che oggi non sarei andata a scuola.

Mi cambiai, mi legai i capelli e diedi un bacio sulla guancia a mia madre che stava finendo di sistemare la mia stanza, tra una decina di minuti sarebbe uscita anche lei.


Uscita dal cancello, misi le cuffiette e la musica partì.

Dove sarei potuta andare?

Il cellulare squillò, risposi senza pensare. 

《Pronto?》

《Sei a scuola》

《Ana?》.

Forse li avevo giudicati male, la speranza era l'ultima a morire.

Il mio viso si vestì subito di un grande sorriso.

《Sì. Stai a scuola?》

《NO, perché?》

《Hai fatto bene, non volevo che ti scontrassi con Lucia》

《No, tranquilla. Solo questo?》

《Sì, ero preoccupata. Ciao》.

La tristezza tornò subito, che stupida.

Perché continuavo sempre a credere nonostante intorno trovassi solo cenere?

Chissà se qualcuno aveva pensato a me...

Andai al parco, solo per curiosità, tanto per vedere cosa stessero facendo.

Ero sicura che non fossero a scuola, sicuramente si stavano preparando per quella gara tanto importante. 
Dal parco, infatti, si diffondeva una canzone molto ritmata.

Mi affacciai, cercando di non farmi scoprire.

Si muovevano, saltavano, danzavano, era davvero uno spettacolo unico...Mi sarebbe piaciuto farne parte.

Asciugai una lacrima che scivolava sulla mia guancia.

Andai via, ma neanche due minuti dopo incontrai, come si chiamava, Matteo?

《Che ci fai qui?》chiese burbero.

《Niente, passeggiavo》, mi difesi.

《Proprio qui?》

《Non devo dar conto a te!》risposi arrabbiata, forse anche perché mi aveva colto sul fallo, sembravo un bambino che era appena stato beccato  a rubare caramelle.

Guardai per terra e cercai di sorpassarlo.

Il cuore mi martellava nel petto e le mie guance erano paonazze.

Non disse più niente e io me ne andai.

Alzai al massimo il volume delle cuffie e mi incamminai verso un bar. 

La frangetta mi copriva gli occhi, almeno non avrei dovuto riflettermi negli occhi degli altri.

Quando il mio cuore rallentò il battito, subito iniziò a galoppare.

Una mano fredda mi strinse il braccio. 

《Giulio, mi hai spaventata!》gli sorrisi, lui invece no. 

《Ehi Alice》.  Sghignazzava un pò, sembrava matto... 

《Dov'è Virginia?》gli domandai preoccupata.

《Non lo so》. Notai la tristezza nei suoi occhi.

《Vi siete lasciati!》.

Fece sì con la testa e mi si buttò addosso letteralmente.

《Alzati Giù》.

Era pesante... In pochi istanti, gli sentì pronunciare il nome di Virginia e poi tentò di darmi un bacio.

Era ubriaco! Girai la testa, per evitargli quello sbaglio, ma insisteva e mi ritrovai attaccata al muro di una casa. 

《Giulio!》.

Alzai la voce, ma non mi sentiva.

Non era lucido, mi stava scambiando per Virginia (e di certo, non era un complimento).

Due braccia forti lo spostarono da me. 

《Tutto bene?》

《Matteo...》non ci capii più niente, mi accasciai al muro mentre, Giulio barcollando se ne andò.

Matteo mi rialzò di peso, tuttavia per l'adrenalina mi cedettero le gambe e riscivolai a terra lentamente, però per fortuna, per una volta c'era qualcuno che mi aiutava. 

《Dai, non è stato niente》lo guardai imbarazzata, perché quel ragazzo era l'unico che mi vedeva solo nei momenti imbarazzanti o deboli?

《Vado a casa》.

Prima che potesse rispondermi, me ne andai mogia mogia.

Erano solo le 11 della mattina.

Vabbè, fa niente.

Tanto mamma non sarebbe tornata prima delle 5.30, non lo avrebbe mai scoperto.

Mi era preso un forte mal di testa.

Sentivo lo sguardo di Matteo seguirmi, finché finalmente non svoltai l'angolo.

Mi girai per controllare se mi stesse seguendo, ma fortunatamente non si vedeva nessuno...
   
 
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