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Autore: Better_Than_Words    13/04/2015    2 recensioni
Lauren finisce sempre per pensare ad Harry, in tutte le sue relazioni c'è sempre lui che la deconcentra!
Non riesce a superare questa situazione!
Ma grazie a Jesse e Lacey, forse, riesce a "guarire".
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Richard-

«Oh, Harry» ansimai, aprendo però gli occhi subito dopo, essendomi resa conto della gaffe.
Smise subito di muoversi sopra di me, facendo leva con le braccia per guardarmi negli occhi, con quello sguardo, sperando di aver sentito male, molto male.
«Come scusa?» domandò sconvolto.
In certi casi non sai proprio come comportarti, ma hai due possibilità.
La prima: dire la verità.
La seconda: o altrimenti fingere e fare finta di nulla costringendolo a continuare.
«Niente…» feci l’indifferente, dandogli qualche piccola pacca sulla spalla nuda, per farlo muovere.
«Lauren, io non ce la faccio più…» disse sospirando afflitto, per poi spostarsi da me e mettersi seduto al bordo del letto, sul suo lato, lontano da me.
Aveva le spalle ricurve, ed era nudo come un verme, se non fosse che la mia relazione durata tre anni stava per andare a puttane mi sarei anche messa a ridere, ma ero solo arrabbiata con me stessa.
«Richard, mi dispiace, non lo faccio apposta!» mi alzai leggermente per non rimanere stesa e nuda, mettendomi infine la mia t-shirt bianca.
«Lo dici sempre!» si alzò dal letto furente, andando in giro per la stanza a cercare i suoi boxer «Sono stufo! Va’ da lui se ti scopa come ti scopo io! Vai!» urlò mentre si vestiva in modo veloce, per poi recuperare il portafogli e il telefono e metterseli nelle tasche posteriori del jeans non troppo attillati.
«Rick, dove vai?» domandai affranta, mentre osservavo i suoi movimenti.
«Vado a casa!» mi urlò contro infilandosi il cappotto.
Mi alzai alla svelta dal letto per raggiungerlo prima che uscisse dalla mia cameretta.
«Aspetta!» lo fermai prendendolo per un braccio «Non mi puoi lasciare per questo!» mi lamentai.
«Lauren! E’ peggio dell’essere traditi! Capisci!? Pensi a lui quando sei con me! Non va bene!» mi guardò come se fossi una malata di mente.
«Rick, mi dispiace!» ripetei, effettivamente rendendomi conto del mio sbaglio.
Lui scosse la testa negativamente, come se fosse afflitto per quel mio comportamento sbagliato.
«Sai Lauren? Mi stavo innamorando di te» confessò con la testa bassa, mentre apriva la porta e se ne andava via «Oh…Ciao Jesse» salutò alla svelta la mia coinquilina alquanto sconvolta nel vedere Richard in quel modo cupo, mentre lei aveva in bocca un cucchiaio che penzolava tranquillo mentre mi fissava.
Roteai gli occhi al cielo e mi rinchiusi in camera, ma che subito venne aperta dall’unica ragazza in casa ancora sveglia, oltre me.
«Lars, ma cosa è successo?» domandò, con in mano il cucchiaio pulito e lucente, mentre si metteva seduta ai piedi del letto, incrociando le gambe sul materasso.
«Non lo hai visto?! Si è incazzato! Mi ha lasciata! Mi sembra alquanto ovvio!» le ringhiai contro poggiando le schiena al muro, per guardarla meglio.
«Sì, ma perché?! Non è che…?» si fermò prima, socchiudendo gli occhi sperando anche lei di aver capito male.
«Non mi serve anche la tua predica!» chiarii.
«Lars, così non va bene! Questa storia va avanti da mesi! Anzi, già tanto che ha sopportato! Io ti avrei già lasciata!» sembrava stesse parlando con se stessa.
«Jesse, io non ce la faccio! Non so come uscirne!» mi lagnai disperata.
«L’unico modo di uscirne è trovarlo e sperare che ti caghi in mezzo a tutte quelle altre!»
«Perché non posso esserci cresciuta insieme!?!» mi accasciai sul letto, disperata.
«Lars, devi svegliarti! Lui è famoso, tu non lo sei! Lui non ti conosce, non sa nemmeno se esisti! Devi svegliarti da questa cotta!»
«Non è solo una cotta!» mi rialzai guardandola in cagnesco.
«Non dirmi che lo ami!!» urlò, ricevendo in cambio dei colpi secchi dalla mia vicina di stanza «Lauren! Non puoi esserne innamorata! Non lo hai nemmeno visto in concerto!» continuò urlando sottovoce, sporgendosi verso di me.
«Non mi stai simpatica quando diventi così “matura”!»
«Sto solo cercando di farti ragionare! Cerca di fartela passare questa cosa, altrimenti passerai l’intera vita a pensare a lui, senza goderti la compagnia di chi ti è affianco» detto ciò, si alzò dal letto e con il cucchiaio si diresse all’uscita della mia camera, lasciando la porta aperta «Buona notte, Lars» mormorò per poi girare a destra e tornarsene in camera sua.
 


-Luke-

«Quando partite per la montagna?» Jesse era ancora nel mondo dei sogni, completamente presa dal bacon sfrittellato vicino alle uova al tegamino.
«Tra un po’ dovrebbe venirmi a prendere» sorseggiai un po’ di tè caldo.
«Lacey…Mi passi il burro?» domandò Jesse alla nostra altra coinquilina molto più che persa, essendosi presa, la sera prima, una bella sbronza.
L’altra, con gli occhi chiusi, tastò il tavolo per poi passare all’altra il piattino con dentro la marmellata, ma Jesse, non essendo una mattiniera, la prese come se fosse burro, spalmandola sul pane tostato per poi rimetterci un’altra marmellata.
Il suono del clacson fuori casa mi risvegliò dal fissare interdetta quelle due, chiedendomi seriamente se fosse il caso di lasciarle da sole per l’intero fine settimana, ma alla fine erano grandi e potevano cavarsela da sole.
Le salutai velocemente per poi prendere la borsa con le mie cose e uscire di casa per raggiungere la macchina di Luke e partire per un bel viaggetto verso la sua villetta in montagna.
 
Per tutto il viaggio dormii, senza rendermi conto delle pericolose curve che avevamo fatto. Alla fine Luke era carino, si comportava sempre bene con me, ma anche con lui le gaffe erano assicurate.
A fine giornata eravamo finalmente nel letto dei suoi genitori, essendo molto più grande e comodo, con il fuoco acceso e la neve fuori che cadeva candida ricoprendo ogni cosa.
Eravamo lì, intrecciati fra le lenzuola calde e le coperte in pelliccia, cercando un contatto fisico, sperando che non finisse mai.
Mi baciò il naso, per poi scendere da me e mettersi al mio fianco, avvicinandomi a lui e coccolarmi ancora.
«Ci voleva proprio qualche giorno solo per noi…» mormorò sfiorandomi il braccio scoperto.
«Già…» mormorai ad occhi chiusi.
 
«Buongiorno, amore» sentii sussurrare alle mie spalle.
Sorrisi felice e compiaciuta di sentirlo ancora lì con me quella mattina, dato doveva già essere a lavoro da ore.
Mi girai incontrando volontariamente i suoi occhi.
«Buongiorno» gli sorrisi di rimando per poi ricevere da lui un bel bacio del buongiorno.
Ma non finì lì, in poco tempo ero nuovamente succube di lui, completamente consenziente.
Era meraviglioso vederlo nuovamente all’opera sopra di me, ero semplicemente innamorata, innamorata cotta, ma veramente cotta!
Ma un forte mal di testa mi avvolse, coprendo quasi il piacere imminente che lui, con il suo copro, mi stava dando.
 
«…Lauren…?» mi sentii chiamare da una voce d’oltretomba.
«…Harry, Harry, Harry…» ansimai, però sentendo lo stesso il mal di testa.
Poi uno schiaffo non troppo violento sulla guancia sinistra, mi fece risvegliare.
Aprii di colpo gli occhi, sconvolta. Sentivo una mano negli slip e l’altra sul seno, poi mi guardai attorno ancora più sconvolta, incrociando lo sguardo di Luke.
«Lauren! Cos’hai! Sono minuti interi che ti muovi su e giù sbattendo la testa alla testiera del letto, ripretendo in continuazione “Harry, Harry, Harry!”! Cosa ti prende?!» mi domandò sconvolto «Chi è questo “Harry”?!» continuò senza capire.
No, non di nuovo in quella situazione! Pensavo di averla superata quella fase!
«Nessuno!» esclamai.
«Non mi sembrava proprio quando stavi urlando il suo nome!» si alterò.
«Non è nessuno, fidati!» insistetti, ma lui era troppo intelligente per essere raggirato.
«Lauren! Non mentirmi!» tuonò.
«Luke, mi dispiace! Non voglio mentirti e non ti sto mentendo!» mi alzai dal letto, cercando per la camera le mie cose.
«Dove vai ora?!» domandò più spaesato che arrabbiato.
«Voglio tornare a casa» dissi con il broncio.
Non potevo più continuare in quel modo! Dovevo stare lontana dai ragazzi per un po’, per prendermi del tempo.
«Perché?! Perché sei arrabbiata quando dovrei esserlo io?!» chiese mentre si rivestiva per riaffrontare un viaggio di quattro ore pur di riaccompagnarmi a casa e non lasciarmi vagare per la montagna.
«Perché sono incazzata con me stessa!» mi voltai di scatto furibonda «Perché in tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare ad Harry! Sempre! Quando ero con te con la mente ero da un’altra parte!» continuai mettendo le altre cose nello zaino.
«Puoi almeno dirmi chi è questo cazzo di Harry?!» mi urlò contro, smettendo anche lui di mettere le cose nella sua borsa da viaggio in pelle marrone.
«Styles!» mi girai urlandogli ancora contro.
«No! Non quello del gruppo!» disse allibito, per poi scoppiare a ridere, ma una risata canzonatoria, amara e fastidiosa da sentire «Non puoi essere seria! Ti prego, dimmi che non è vero!» quasi m’implorò.
«Cosa vuoi che ti dica?! Non servi te per farmi sentire più stupida e illusa di quello che già sono!» sbattei a terra il mio borsone per mettermi il cappotto e affrontare quel freddo gelido che c’era fuori, mentre lui spegneva quella poca brace che era rimasta nel focolare, ricoprendola con la cenere depositata ai lati.
 
«Cosa ci fai qui? Non dovevi tornare dopodomani?!» Lacey mi aprì la porta, sconcertata nel vedermi lì alle cinque del mattino, con la borsa in mano e i capelli sconvolti, dopo aver passato ore e ore fermi a causa della bufera di neve che ci prese a metà strada, costringendomi a stare in un luogo ristretto con, ormai, il mio ex ragazzo.
La sorpassai senza risponderle, per dirigermi nella mia camera.
«Lars! Cosa ci fai qui?!» dalla cucina sbucò Jesse, mentre preparava le cose per pranzo da portarsi a lavoro come ogni mattina.
Non risposi nemmeno a lei andandomi a rifugiare nella mia stanza, sbattendo la porta, che venne riaperta da entrambe le mie coinquiline.
«Lars…Ti prego…Non di nuovo» mormorò rattristata Jesse, venendo a stringermi sul letto, legandomi le braccia intorno alla vita, mentre Lacey si mise davanti a me accarezzandomi il viso, spostandomi dei capelli andati davanti il volto.
«Lauren, non puoi andare avanti così…Sono due anni che stai in questa situazione…» provò Lacey sperando di calmarmi mentre mi disperavo a letto.
«Lacey ha ragione, Lars. Harry ti sta rovinando la vita…Devi capire che non è per te…Lascia stare, prova a far finta che non esista…» proseguì Jesse.
«Devi provare a lasciartelo alle spalle, Lauren»
 
 

-Dopo sei mesi-
 
«Jesse! Io esco! Dì a Lacey che il maglione è lavato e appeso fuori al balcone!» urlai all’entrata di casa, sperando che l’altra mi avesse sentita.
Uscii di casa diretta al negozio di libri dove, fortunatamente, avevo trovato lavoro. Mi era servito a liberarmi la mente, essendo sempre occupata fra l’università e quel nuovo lavoro. Mi piaceva respirare l’aria delle pagine nuove dei libri, mi piaceva vedere ancora le persone leggere seduti comodamente sulle poltrone messe lì per loro.
Per fortuna era Maggio e a Londra il tempo era decisamente migliorato, le giornate erano sempre più lunghe e soleggiate e la gente era continuamente in giro, vestite con cose più leggere e comode. Amavo quel periodo, non era troppo caldo, ma nemmeno troppo freddo. Perfetto, semplicemente perfetto.
La mia vita, finalmente, era perfetta. Single e felice, con i pensieri leggeri e spensierati. Stavo finalmente ben…
«Scusami!» esclamò abbassandosi per raccogliermi da terra, con la fretta negli occhi, mentre degli omoni ci attorniavano.
«Tranquillo, sto bene…Credo» mi rialzai da terra grazie al suo aiuto.
«Sicura di star bene?» cercò di scrutarmi il viso, ma ero troppo impegnata dal pulirmi il sedere finito su della sporcizia del marciapiede di Londra.
«Ti ho detto di s…» incrociai il suo sguardo rimanendo con la bocca socchiusa non appena capii chi fosse.
«Sicura?» domandò con un ghigno, mentre un uomo gli faceva segno di sbrigarsi.
«No…Cioè, sì!» mi corressi subito.
«Dobbiamo andare!» continuò l’uomo, spingendo via il ragazzo, ma prima di andarsene allungò la mano e me la strinse affettuosamente con il suo stupendo e quasi dimenticato sorriso «Harry» si presentò.
«Lauren» mormorai prima che scappasse via.
Lo guardai finchè non si rifugiò in una macchina nera, per poi girarmi e vedere una mandria di ragazze correre verso quell’auto, con gli sguardi sconvolti e le bocce allargate in una maniera incredibile solo per urlare il suo nome.
Socchiusi gli occhi disperata.
No, non potevo rincominciare!
 
 

-Spazio a me-

Salve belle bimbe!
Sono tornata con le OS! No, non è “hard”, scusate, ma questa volevo scriverla da un po’ di tempo e oggi l’ho fatto.
Ovviamente, Jesse, chiama Lauren “Lars”, non ho scritto male, ma ho semplicemente trovato “simpatico” soprannominare la povera Lauren “Lars”.
Sicuramente non devo dire che Lauren è decisamente troppo fissata con Harry, ma la capisco, spesso quando passi tanto tempo a pensare ad una persona finisci per metterla nel punto centrale dei tuoi pensieri, iniziando a pensare solo a lui o a lei. È brutto ma non ci puoi fare nulla, se non smettere di pensarci e sperare di non rivederla/o in qualche occasione, ma Lauren non è così fortunata! Sembra quasi che gli dei si siano messi d’accordo per farla incontrare con Harry.
E’ surreale, ovvio! Ma può sempre accadere! MAI DIRE MAI!
Non so, se volete che faccia un altro capitolino, magari raccontandovi cosa accade dopo, lo posso anche fare, ma ultimamente non vedo quasi nessuno su EFP e molte altre ragazze che scrivono storie o smettono di scrivere o si deprimono. Vi capisco, ma scriviamo non solo per le recensioni ma perché ci piace! Perciò non vi demoralizzate!
Però volevo dirvi che sono consapevole del fatto che non riceverò nessuna recensione, ma pazienza!
 
 
News:

Per le persone che seguono o hanno seguito “Seasons of Love” vi aggiorno un po’ sulla situation!
Sono ormai arrivata a metà, ammetto che ho trovato molte difficoltà a scrivere il seguito! E’ difficile scrivere di certe cose! Cambiavo idea in continuazione, finchè non ho preso l’ardua decisione di cancellare tutto e riscrivere!
Non so precisamente quando lo posterò…Ultimamente non sono stata molto bene, perciò scrivere mi mette pensiero perché non riesco a farlo per più di un’oretta.
Ora voi direte:” Sì, ma scrivi OS!”
E’ differente! Le OS sono velocissime da fare, sono spensierate e non richiedono molto tempo e attenzione, mentre le Long Fiction sì…
Comunque sia a tutte le persone che leggono questo spazio autrice e che non hanno letto “Season of Love” mi farebbe molto piacere che leggiate quell’altra mia storiella, matta quanto me!
 
Baci Xx
  
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