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Autore: didi_95    13/04/2015    4 recensioni
Dal testo: "La sua voce...non credevo che l'avrei sentita di nuovo; non qui, non adesso.
Eppure è lei: unica, testarda e dolcissima..è lei il mio personale richiamo alla vita."
Questa storia parla di amore, coraggio e grandi azioni; ma anche dei piccoli passi avanti fatti giorno per giorno nella grande palestra della vita, dove ogni errore serve a migliorarsi.
Jari, il padre di Fili, ripercorrerà i momenti salienti della sua vita, fino al momento per lui più importante: l'incontro con Dìs, la madre dei suoi figli.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dìs, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Previdenti ma non prevedibili






Il sole è alto qui davanti alle mura di Moria, la stessa roccia alla quale siamo appoggiati scotta come se fosse lambita da fiamme di drago.
Gocce di sudore mi scivolano impietose sulla fronte, andando a riversarsi nei miei occhi e facendoli bruciare; strizzo le palpebre affaticate con forza e, nella mia mente, si formula un disperato desiderio...che io possa riaprirle e contemplare la porta di casa nostra, vedere il lunotto di vetro che io e la mia Dìs mandammo in frantumi appena entrati in casa per la prima volta.
Quasi mi vedo bussare alla porta, sento sulle nocche scorticate le venature di legno massiccio che si attorcigliano su di essa...e i passi leggeri ma decisi che, in tanti anni con lei, ho imparato a riconoscere, accompagnati dallo scalpiccìo di mio figlio.
Ma proprio quando la porta si apre, anche le mie palpebre si sollevano e, davanti a me, c'è solo morte; le mie nocche poggiano sulla roccia rossa di sangue..gli Ered Luin sono molto lontani da qui.

< Non riesco a vederli da nessuna parte... >
La voce scoraggiata di Frerin mi raggiunge, distogliendomi dalla nostalgia che si è diffusa nel mio cuore come veleno.
Devo smettere di pensare a casa mia, sono venuto qui per combattere e non per pentirmi delle scelte fatte.
Lascio vagare lo sguardo sul campo di battaglia...questo terreno roccioso non è adatto alla guerra, specialmente adesso che è del tutto ricoperto di sangue e cadaveri; ci sono molti anfratti, molti punti che i nostri occhi non possono raggiungere, i nostri cari potrebbero essere ovunque.
< Non li vedo nemmeno io...vedo solo centinaia di schifosissimi orchi! >
In effetti, ora che ci penso, il numero dei nani sembra notevolmente diminuito rispetto a qualche ora fa...una gelida paura si impadronisce del mio cuore.
"Siamo spacciati..."
Proprio un momento prima che io traduca questo mio pensiero in parole, qualcosa di familiare attira la mia attenzione e noto anche Frerin allungarsi per vedere meglio..
Dopo qualche attimo di incertezza, finalmente riesco a capire di cosa si tratta e dentro di me si diffonde un labile senso di sollievo.
< E' Dwalin! > urlo in direzione di Frerin.
L'ispida cresta di capelli scuri imbrattati di sangue si muove come impazzita, seguendo il suo proprietario in affondi, parate e salti disperati da una roccia all'altra.
Ma c'è dell'altro.....i suoi movimenti sono rallentati, come se si stesse trascinando dietro qualcosa....o qualcuno.
Dopo qualche attimo infatti, appare chiaro come il possente nano tatuato stia disperatamente cercando di difendere qualcuno, sorreggendolo e spostandolo con la sola forza del braccio sinistro, per la prima volta privo di ascia.
< Thorin... > sento mormorare alla mia destra e non ho nemmeno il tempo di voltarmi, che vedo Frerin scattare in avanti, arrampicarsi sulla roccia e buttarsi nella mischia urlando.
Senza pensarci un secondo, seguo il suo esempio.
Immediatamente una decina di orchi ci vengono incontro mulinando orribili spadoni lerci di sangue e polvere.
Comincio a correre dietro di lui, anche se devo stare continuamente attento a dove metto i piedi; le pietre sono scivolose di sangue e disseminate di corpi e mi accorgo solo all'ultimo di che cosa c'è alla mia sinistra: il vuoto.
Frerin infatti, per raggiungere velocemente Dwalin e Thorin, ha scelto la via più breve ma quasi impraticabile....per la prima volta mi chiedo dove abbia messo il cervello che mi ha sempre raccomandato di usare.
Frerin purtroppo non sta ragionando come suo solito...la preoccupazione per il fratello ha preso il sopravvento e questo potrebbe essergli fatale.
Infatti, a conferma dei miei pensieri, un gigantesco orco gli arriva alle spalle all'improvviso, la spada già pronta per il fendente mortale.
Tutto accade in una frazione di secondo.
Abbassandomi per evitare l'affondo di un orco alla mia destra e facendo leva su una roccia un po' più alta, mi getto in avanti con tutta la forza che mi è rimasta nelle gambe e finisco addosso a quell'orribile creatura, deviando la sua lama.
Proprio mentre gioisco per il risultato ottenuto, mi rendo conto che stiamo cadendo entrambi.
I pochi secondi passati in aria mi sembrano una piccola eternità.
L'orco sotto di me si dimena come un forsennato, cercando senza alcun risultato di liberarsi dalla mia stretta; il suo putrido odore mi penetra nelle narici, arrivando subito allo stomaco che mi si contrae, scosso da conati.
Alla fine, cinque o sei metri più giù, l'impatto.
Tutta l'aria che avevo nei polmoni fuoriesce all'improvviso, lasciandomi rantolante e senza fiato; mi stacco dall'armatura ferrata dell'orco, che rimane a terra con la testa fracassata avendo assorbito l'impatto anche per me, e rotolo per qualche altro metro, sbattendo la schiena contro una roccia più grande delle altre che arresta finalmente la mia caduta e mi strappa un grido.
Rimango immobile in attesa che la mia testa, stordita dal colpo, smetta di girare.
Lacrime di dolore e frustrazione mi rigano le guance, mentre cerco in tutti i modi di riprendere fiato senza farmi esplodere i polmoni e soprattutto senza vomitare.
Cerco di rialzarmi, ma un dolore lancinante alla schiena mi costringe a desistere..il panico invade le mie membra ed il mio respiro si fa più veloce...e se non riuscissi a muovermi più?
"Non dire sciocchezze...e non avere fretta. "
Mi dico, cercando di regolarizzare il respiro affannoso.
Piano piano ci riesco e comincio con criterio a muovere ogni parte del mio corpo; niente di rotto sembra...sono solo i miei muscoli che non ne vogliono sapere di tornare in attività ed ovviamente la ferita, risvegliata dalla caduta.
Ad un certo punto, quando sono finalmente riuscito a mettermi seduto appoggiato alla dura pietra, alcuni rumori attirano la mia attenzione.
Cercando di muovermi il meno possibile, dò una sbirciata alle mie spalle: un altro orco, allontanatosi dalla battaglia, si aggira tra le rocce a pochi metri da me.
Maledicendo me stesso per la stupenda situazione in cui sono riuscito a cacciarmi, mi preparo allo scontro..nonostante io non riesca nemmeno ad alzarmi in piedi ora come ora; la mia mano destra corre alla spada....un momento!
Mi guardo intorno smarrito...la mia spada....
Non ho più la spada.

Un improvviso sibilo alle mie spalle mi informa che l'orco si è accorto della mia presenza; imprecando e raccogliendo tutte le mie forze, mi allontano dalla roccia ma, fatti pochi passi, un capogiro mi avvolge e crollo di nuovo a terra.
L'orco mi si avvicina sghignazzando e farfugliando qualcosa nella sua orrenda lingua; come ultima risorsa, afferro uno dei tanti pugnali nascosti nella mia armatura.
Frerin la chiama "stupida fissazione", ma sono convinto che avere qualche arma nascosta in più non può che fare comodo ed i pugnali sono le armi più facili da occultare.
Per sottolineare l'assurdità della nostra mente, all'orrida immagine dell'orco che mi si avvicina, si sovrappone all'improvviso quella mia e di mio figlio a zonzo nei boschi degli 'Ered Luin, una mattina come tante, poco prima della mia partenza.

< Quindi papà...tu volevi diventare un grande guerriero quando eri piccolo? >
Fili trotterella accanto a me, osservandomi con quei suoi occhi azzurri colmi di rispetto ed ammirazione, tra le mani alcuni funghi che abbiamo trovato poco fa.
< Si figliolo...era il mio desiderio più grande. >
Distolgo lo sguardo dal quello brillante di mio figlio, non ho il coraggio di dirgli che sono andato contro il volere di mio padre per fare di testa mia e soprattutto non voglio ricordare la morte dei miei..non adesso.
Tuttavia Fili non sembra accorgersi del mio disagio...è ancora piccolo dopo tutto, a volte mi dimentico che ha solo cinque anni, tanto è perspicace e maturo.
< Mi insegnarai a combattere papà? >
Per Mahal....menomale che Fili non si azzarda a farmi queste domande davanti a sua madre.
Dìs crede che Thorin abbia una cattiva influenza su di lui, è convinta che un giorno lo porterà via per riconquistarsi Erebor...

Erebor...vorrei essere lì quel giorno, anche se Dìs non approva..vorrei uccidere quel drago e vendicarmi della morte della mia famiglia; questo è uno di quei demoni che nemmeno la tranquilla vita familiare è riuscita a scacciare dalla mia anima.
Una volta accesa, la fiamma della vendetta non si spegne.
< Allora papà? >
< Ma certo...se è questo che vuoi, ti insegnerò. Ma quando sarai più grande. >
< Ti prego papà...insegnami qualcosa adesso.. >
Scuoto la testa, fermandomi vicino ad una grossa quercia.
< Lo sai come la pensa tua madre di queste attività da nani adulti... >
< Lo so ma...lei non deve saperlo per forza no? >
So già che cederò...cederò perchè mio figlio ci tiene e anche perché questo è uno degli ultimi momenti che passeremo da soli prima della mia partenza..voglio che se lo ricordi, voglio che sia felice.
< D'accordo allora...mettiti seduto lì. >
Fili, sprizzando gioia da tutti i pori, si sistema sopra un ceppo di legno, incrociando le gambe.
Comincio a girargli intorno con studiata lentezza e sorrido sotto ai baffi quando, per un attimo, rivedo Frerin farmi lo stesso identico discorso in uno dei nostri primi incontri; anche se il mio sarà lievemente diverso.
< Secondo te, qual è la qualità principale di un guerriero? >
< Il coraggio! > Risponde Fili con sicurezza.
Anche io avevo risposto così.

< Il coraggio è fondamentale certo...ma non è tutto e non è nemmeno la cosa principale. Ci vuole cervello figlio mio..- e qui parte la mia variante..a questo punto Frerin aveva cominciato a spiegarmi le varie tecniche per distrarre l'avversario, ma oggi dirò a Fili qualcos'altro..in barba a Frerin che mi prende sempre in giro.-
Ci vuole cervello e soprattutto preparazione! Bisogna prevedere ogni possibile situazione di pericolo e, di conseguenza, il tipo di arma di cui necessitiamo. >
Fili mi fissa rapito ed attento...e sento il mio cuore riempirsi di orgoglio.
< Quindi, quando avrai imparato come si combatte, ricordati di non allontanarti mai da casa senza qualche arma..mai. Non possiamo mai sapere cosà capiterà e non possiamo permetterci di essere prevedibili...MAI. >
< Ma tu papà non hai nessun tipo di arma con te adesso.. > replica Fili.
Con un movimento fulmineo lancio uno dei miei fidi pugnali, quello nascosto nella fodera della giacca, che si conficca nel tronco dell'albero più vicino, dove resta ad ondeggiare lievemente.
Trattengo a stento una risata nel vedere la bocca spalancata di Fili ed i suoi occhi che fissano prima me e poi la quercia dove si è conficcato il pugnale.
Ritorno serio a stento e poi mi dirigo con disinvoltura verso il tronco per riprendermi l'arma e rimetterla al proprio posto.
Fili mi sta ancora fissando con crescente ammirazione.
< Dove lo avevi nascosto papà? Dove? >
< Sta a te scoprirlo mio caro...adesso io mi siederò qui, al tuo posto e tu ti metterai alla prova cercando tutti i pugnali che ho addosso e ricordandoti le loro posizioni, dato che poi dovrai rimettere ognuno al proprio posto....e mi raccomando non tagliarti altrimenti la mamma quando torniamo a casa mi scotenna. >
Aggiungo sedendomi, non appena Fili, sentendo le mie parole, salta su come un grillo cominciando a frugarmi dappertutto.

Approfitto di questo momento per osservare il suo viso, per imprimere nella mia mente ogni sua piccola espressione...quando sarò lontano rimpiangerò questi istanti, non voglio passare troppo tempo lontano dalla mia famiglia..anche se la mia partenza è necessaria. Gioisco con lui ad ogni scoperta e, piano piano, sull'erba si va formando il mio piccolo arsenale al completo...ondate di tenerezza riempiono il mio cuore guardando con quanta attenzione e cura Fili maneggia ogni arma, quasi fossero oggetti sacri.
< Basta papà..mi arrendo! Ho guardato dappertutto..non possono essercene altri.. >
proprompe Fili sedendosi sull'erba accanto a venti pugnali di misure alquanto diverse tra loro. Sorrido...è come pensavo.
< Bhè..ma invece ne manca uno! Venti è un numero prevedibile...ventuno invece no! >
Così dicendo, estraggo il ventunesimo pugnale incuneato nel bracciale che ho al polso e lo aggiungo agli altri sull'erba.
< Papà....sei il mio eroe! Ma adesso sei del tutto disarmato! >
strilla Fili gettandosi su di me con tanto slancio da farci cadere entrambi a terra.
Per qualche minuto rotoliamo tra l'erba ridendo, Fili saldamente abbarbicato alla mia schiena ed io riesco quasi a dimenticare quello che mi aspetta tra qualche giorno.
< Forza figliolo...ora rimettiamo tutto dov'era e dimmi...cosa hai imparato oggi? >
Con in mano quattro piccoli pugnali, Fili mi risponde:
< Che in battaglia bisogna prevedere, ma non essere prevedibili. >
< E bravo il mio ragazzo... > mormoro accarezzandogli la testa bionda.

Ad un certo punto una voce femminile ci raggiunge da poco lontano.
< E' mamma! > dice Fili preoccupato...sull'erba ci sono ancora sei pugnali.
< A terra! > gli sussurro, proprio quando la chioma corvina di mia moglie sbuca tra le fronde.
Non appena ci vede ci viene incontro sorridendo, ha ancora addosso il suo grembiule preferito...il sole è già alto e l'ora di pranzo è passata da un pezzo, ci siamo lasciati trasportare.

< Bhè? Vagabondi! Dov'eravate? Cosa ci fate distesi in terra? E' da un bel po' che vi cerco...il pranzo è pronto ed ho già abbastanza mal di schiena a cucinare..figurati poi se devo anche venirvi a cercare! >
Il mio sguardo cade sul suo pancione che svetta sotto il grembiule e mi intenerisco di colpo, come mi accade ogni volta che la guardo.

Dìs è colei che mi ricorda che sono al mondo per un motivo: amarla e nient'altro.
E Mahal sa quanto io la ami.
< Ehm..ciao tesoro! Abbiamo perso la cognizione del tempo..sai com'è. Ma tu vai pure avanti,,adesso arriviamo anche noi. >
Fili annuisce sorridendo mentre io riesco a sentire sotto la mia schiena la pressione dei pugnali che stiamo disperatamente cercando di nascondere.
" Dico a mio figlio che bisogna prevedere ogni cosa...ed io per primo non prevedo un bel nulla.." penso tra me e me, sperando che Dìs abbocchi.
Ma è anche per questo che la amo alla follia...perché non sono mai riuscito a prevedere nulla che la riguardasse....lei è stata la prima ed unica vera incognita di tutta la mia vita.
Dìs ci sorride ed annuisce, cominciando già a voltarsi per andarsene, quando improvvisamente il sole malandrino sbuca da sotto una nuvola e va a riflettersi sull'elsa del quarto pugnale, che sta nello stivale sinistro, la quale emerge coperta dal mio fianco solo per metà. Lo sguardo di mia moglie, catturato da quell'improvviso ed inaspettato scintillìo, si riempie all'istante di consapevolezza ed i suoi occhi si accendono come tizzoni di ghiaccio....quando si arrabbia è ancora più bella.
< Brutti imbroglioni, traditori, mascalzoni... >
< Fili...figliolo...scappa!!! > dico a Fili che, già pronto a scattare, corre via ridendo come un forsennato.
Io, dal canto mio, raccolgo come posso ciò che rimane del mio arsenale e me la batto correndo, inseguito da quella furia di mia moglie che non si ferma nemmeno al settimo mese di gravidanza.

< Ti vanti delle tue armi con nostro figlio eh? Aspetta solo che riesca a prenderti, mascalzone! E ti insegnerò cosa succede a chi si mette contro di me! >
Mi fermo all'improvviso e mi volto verso di lei, acchiappandola al volo e prendendola tra le mie braccia.
< Adoro quando mi insulti così... > le sussurro stringendola a me ed immergendo il volto nel riposante profumo dei suoi capelli.
< Mettimi giù Jari! Immediatamente! Sono arrabbiata con te.. >
< Glieli ho solo mostrati amore...un giorno dovrà sapersi difendere, non puoi proteggerlo per sempre.. >
Dìs non risponde ma si stringe a me, appoggiando il volto nell'incavo della mia spalla.
Poi la sua voce mi raggiunge, leggermente arrochita:
< Cerco di proteggere lui dato che non potrò proteggere te... >
Le sue parole mi colpiscono ed anche la mia stretta sulla sua schiena si fa più forte.
< So badare a me stesso..lo sai. >
< Certo che lo so...ma ho paura comunque. >
< Io devo partire..devo seguire Thorin e Frerin, devo seguire il Re. Ci vado per mia scelta, ma non lo faccio volentieri.. >
La sento sospirare.
< Lo so Jari.....purtroppo lo so..ma ti amo e non posso farci nulla se mi sento annientata solo pensando alla tua partenza.. >
< Anche io ti amo Dìs... ti amerò sempre. >
La bacio e, all'improvviso, partire mi sembra la cosa più insensata e difficile che io possa mai fare.

< Ultime preghiere nano? >
La voce gracchiante dell'orco in lingua corrente mi riporta alla realtà, accompagnata da un rumore che conosco fin troppo bene: la corda di un arco che si tende.
< Che Mahal possa guidare la mia mano... > sussurro lanciando il mio pugnale dritto nella gola dell'orco il quale, nello stesso momento, riesce a scagliare la sua freccia.
Chiudo gli occhi d'istinto e la sento sibilare a qualche centimetro dal mio orecchio...come ha fatto a mancarmi da una distanza così esigua?
L'orco è ancora davanti a me, ma solo adesso mi accorgo della lunga lama che gli spunta dallo stomaco.
< Stai bene ragazzo? >
Al suono di questa voce il cuore mi si riempie di gioia.
< Balin! Proprio al momento giusto....quella freccia mi avrebbe ucciso. >
< E' il nostro mestiere salvarci l'un l'altro. Ho visto ciò che hai fatto per salvare Frerin, ti ho visto cadere..credevo fossi morto. >
Così dicendo, il vecchio nano mi aiuta a tirarmi su; con sollievo noto che la mia testa ha smesso di girare ed i miei muscoli funzionano di nuovo.
< Qualcosa di rotto? > mi chiede Balin osservandomi e tormentandosi la lunga barba grigia ed impastata di sangue.
Il suo braccio sinistro pende inerte lungo il fianco, la spalla è coperta di sangue.
< No..ho avuto fortuna. Adesso va meglio. Tu invece? > gli chiedo indicando la sua spalla.
< Un regalino degli orchi.. Comunque è una cosa da nulla..c'è ancora energia in questo vecchio nano. >
Nonostante l'aspetto pallido del suo volto smentisca queste parole, rimango in silenzio.
Poi, come un flash, mi torna alla memoria cosa stavo facendo prima di cadere.
< Dove sono gli altri? Thorin? Li avevo visti in difficoltà.. >
< Nulla di grave Jari..era solo una brutta botta in testa, Thorin si è ripreso. Frerin li ha raggiunti..li ho lasciati che combattevano insieme al Re. Se te la senti li raggiungiamo.>
< Sto bene Balin..andiamo! >
< Ah! Credo che questa sia tua...- Balin mi porge la mia spada squadrata - era ancora infilata in un orco. >
< Grazie....ancora una volta. > Gli rispondo, rinfoderando la spada.
Poi mi chino e, con uno strappo secco, recupero il mio pugnale dalla gola dell'orco e lo ripulisco su un pezzo di stoffa.
Lo stesso pugnale che, poco tempo fa, era tra le mani di mio figlio.
< Ne ho abbastanza di questa battaglia. >

Seguo Balin correndo, arrampicandomi sulla roccia ed ignorando tutto ciò che non mi serve per continuare a camminare.
Non sono mai stato così esausto in tutta la mia vita.
Ad un certo punto, un urlo straziante si diffonde nel campo di battaglia.
< NOOOOOOOO! >
La voce è quella di Thorin.
Mi volto verso il punto da cui è arrivato e quello che vedo mi gela il sangue nelle vene.
Sul punto più alto della piana, vicino all'entrata di Moria, si staglia un gigantesco orco bianco, con il corpo solcato da cicatrici simmetriche; non ho mai visto nulla del genere.
< Azog.... > mormora Balin qualche passo avanti a me; anche nei suoi occhi vedo stupore e disperazione.
Qualche roccia più in basso, c'è Thorin..con gli occhi fissi in quelli della bestia che sogghigna orrendamente.
Sotto i nostri sguardi inorriditi l'orco bianco alza la mano destra, mostrando il suo orribile bottino: la testa di Thror...Re sotto la Montagna.
< E così comincia la fine della stirpe di Durin! > urla la bestia, sputando le parole con lentezza, una ad una, in lingua corrente, così che tutti capiscano.
Poi, con lo sguardo colmo di soddisfazione e crudele godimento, lancia la testa verso il basso e si volta, come per andarsene.
Non dimenticherò mai la sensazione che adesso si diffonde dentro di me, mentre osservo ciò che rimane di Thror rotolare e rimbalzare fino ai piedi del nipote.
Vedo Balin abbassare lo sguardo, la sua schiena sotto le mie mani trema scossa da qualche singhiozzo.
Ma questa non è l'ora delle lacrime.
Questo è il momento di combattere per la nostra stirpe, per vendicare il brutale trattamento riservato a Thror.
Raggiungo Thorin correndo, seguito da Frerin e Dwalin.
Siamo tutti insieme, di nuovo.
Poso una mano sulla spalla di Thorin che punta i suoi occhi di ghiaccio nei miei, in essi vedo il riflesso della stessa fiamma che arde nelle mie vene.
< Per Thror... > sussurro con la voce che mi trema dalla rabbia.
< Per il Re! > urlano gli altri.
E, mentre la mia mente si perde tra i vari ricordi che ho del Re, mi lancio verso il nemico insieme ai miei compagni, come fossimo un solo nano.









 
   
 
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