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Autore: _Veronik_    13/04/2015    1 recensioni
-sei un angelo?- chiese Ujin ad un centimetro da quel ragazzo sovraumano, quasi divino.
-qualcosa del genere- sussurrò lui.
I loro volti quasi si sfioravano e potevano entrambi sentire i respiri e i battiti del cuore dell’altro.
Era tutto così strano. Come se lui non fosse davvero lì. Lì dove? Ujin se lo chiedeva. Non sapeva dove fosse o come ci fosse arrivata. Sapeva solo che il suo cuore batteva troppo velocemente e il suo respiro si faceva sempre più affannato. Mentre i battiti di lui erano come una melodia. Una melodia bellissima da cui Ujin si faceva cullare. Avevano entrambi gli occhi socchiusi ed erano fermi a pochi centimetri dal corpo dell’altro senza dire nulla.
Solo il suono dei loro cuori che battevano all’unisono.
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Ehilà gente!
Questa è la mia prima ff nella sezione SHINee!
Spero vi piaccia!
Baci :** _Veronik_
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Key, Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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11 Non sai cos’è l’amore

Stavano camminando lungo la riva da ormai dieci minuti, sotto il chiaro delle tre lune. Le loro mani erano ormai state sciolte dalla ragazza molto tempo prima e il silenzio regnava tra loro. Taemin aveva provato più volte ad interromperlo e ad avvicinarsi di più ad Ujin, ma la conversazione non era riuscita a partire a causa dei monosillabi con cui rispondeva lei.
Il ragazzo avrebbe solo voluto vederla sorridere. Sorridere a causa sua per una volta. L’aveva portata in quel posto incantato, sperando di affascinarla, ed era riuscito nel suo intento finché la ragazza non era improvvisamente ritornata al suo solito umore scansando la mano di Taemin.
-sai, l’acqua è tiepida; se vuoi possiamo fare “il bagno della mezzanotte”, anche se in realtà non è mezzanotte- rise lui guardandola –so che ti piace-
Le sue parole turbarono la ragazza. Come faceva a sapere che le piacevano i bagni di notte? La spiava da questo mondo fino alla Terra? Ujin per un momento si sentì piccola ed indifesa, ma poi fece un respiro profondo e si decise a parlare.
-perché non mi lasci semplicemente tornare a casa mia?- gli chiese calma.
-perché non posso; sai che non posso-
-no! Io non so proprio niente- gli disse lei alzando la voce.
Si calmò un attimo e continuò.
-e perché non puoi?-
-lo sai, perché ti amo-
-questa non è una motivazione! Non puoi rapire gente a caso perché dici di amarla!- si scaldò la ragazza –e poi, come puoi amarmi se neanche mi conosci?-
-io ti conosco. Ti osservo da molto tempo e senza accorgermene mi sono innamorato di te. Non posso stare senza di te- disse lui sincero.
Bene, ora era anche uno stalker!
-tu sei il diavolo, non sai cos’è l’amore- le rispose Ujin con la voce piena di disprezzo.
-non sono il diavolo, sono un angelo!- disse sicuro di sé.
-non sei affatto un angelo. Siamo all’Inferno!- gridò la ragazza.
-si invece! Sono un angelo di Lucifero!-
-no! Sei un angelo di Satana! Sei un demone!-
La ragazza si rese conto subito dopo di ciò che aveva detto. Taemin.. era un demone.
Fece un passo indietro come se potesse davvero allontanarsi da lui, come se potesse sfuggirgli. In quel momento avrebbe solo voluto costruire un muro che li dividesse, magari fatto d’acciaio; un muro che il ragazzo non avrebbe potuto sorpassare, così che lei fosse stata al sicuro.
Le gambe le iniziarono a tremare. Perché improvvisamente aveva così paura di lui? Infondo lei già sapeva. Si sentiva così solo perché ora ne era consapevole. Era stata presa alla sprovvista dalla consapevolezza e la sua mente doveva ancora elaborare cosa stesse succedendo in quel momento.
-ti prego, non allontanarti da me- disse con un sussurro Taemin.
In quel momento le sembro così vulnerabile, così timoroso. Guardandolo su quella spiaggia, fermo davanti a lei, Ujin non riusciva a credere alla vera natura del ragazzo. Prese a fissare i suoi lineamenti perfetti che in quel momento erano impegnati nel formare un espressione triste e preoccupata.
Il suo piede fece un passo in direzione della ragazza, mentre la sua mano si distendeva verso di lei. Lentamente si avvicinò, sperando che Ujin non si sarebbe allontanata da lui ancora una volta. Le prese la mano nella sua e la guardo nei suoi occhi felini.
-ti prego- sussurrò semplicemente.
I secondi successivi passarono come se il tempo si fosse fermato, quando finalmente la ragazza allontanò la sua mano da quella di Taemin scuotendo la testa.
-no.. non posso darti quello che mi chiedi- rispose voltandosi ed iniziando a correre lungo la riva.
Il ragazzo la osservò allontanarsi, diventando sempre più piccola alla luce delle tre lune, mentre il suo vestito candido si muoveva spostato dal vento, che soffiava verso Taemin, come se volesse riportare Ujin indietro da lui.

La ragazza aveva corso per un tempo interminabile ed ora camminava lentamente sempre su quella riva, sotto le stesse stelle, con la mente immersa tra mille pensieri. Era rimasta sorpresa dal fatto che Taemin non l’avesse seguita, ma ne era sollevata. In quel momento voleva solo stare da sola. O con Jonghyun.
Si chiedeva se realmente il ragazzo non si ricordasse di lei o se era stato tutta una finzione, un piano elaborato da Taemin per farglielo dimenticare. Ma Ujin non lo avrebbe dimenticato. Mai. Si chiedeva, “e se invece JJong si ricorda di me, mi sta pensando in questo momento, come io sto pensando a lui?”. Si stava preoccupando per lei, poiché era improvvisamente sparita dalla faccia della Terra? Stava piangendo per la paura che le fosse successo qualcosa di grave? Che fosse ferita? O che fosse morta?”
Il pensiero della sua vita terminare improvvisamente le mise la nausea e stanca si fermò sedendosi sulla sabbia. Solo in quel momento se ne accorse: era bianca, anzi trasparente e sembrava brillare sotto quella luce argentea. Era bellissima. Ne prese un pugno in una mano e l’avvicinò agli occhi.
Erano diamanti. Tanti piccoli diamanti che luccicavano al chiaro di luna. Ancora una volta Ujin rimase affascinata da quel mondo fantastico, che in realtà non era altro che l’Inferno. Come poteva l’Inferno essere così bello? Ma infondo, come poteva un demone essere così bello?
Lasciò cadere la sabbia sul suolo e sentì i piccoli diamanti scontrarsi tra loro provocando un tintinnio piacevole simile a quello di un acchiappasogni quando è mosso dal vento.
Sentì un movimento accanto a lei e si accorse della presenza di Taemin.
Anche se in quel momento si sentiva rilassata e tutta la paura e l’odio erano momentaneamente spariti, non aveva nessuna intenzione di diventare improvvisamente gentile verso il ragazzo.
Lui si trovava in piedi a pochi passi da lei. I piedi nudi immersi nell’acqua, che camminavano lentamente verso di Ujin. La ragazza alzò lo sguardo verso Taemin e lo osservò sedersi accanto a lei.
-vuoi tornare a.. casa?- chiese lui pensando a che parole avrebbe dovuto usare.
-no, voglio rimanere un altro po’ qui- gli rispose la ragazza spostando gli occhi al mare.
-ok- sussurrò lui.
Rimasero in silenzio per un po’, nessuna parola da dire ma in realtà così tante, solo il rumore del vento che soffiava tra i loro capelli.
-mi ami davvero?- chiese improvvisamente Ujin.
-si- rispose semplicemente lui.
-allora perché non pensi per un attimo a me? A come mi sento io? Alla mia felicità? Hai mai pensato alla felicità Taemin?- chiese calma la ragazza voltandosi verso di lui.
-ogni giorno. Ogni volta che ti vedevo sorridere provavo gioia, ogni volta che sentivo la tua risata.. era come se qualcosa dentro di me si muovesse, ma era comunque una bellissima sensazione- disse con lo sguardo basso, muovendo la mano tra la sabbia –ma poi, questo è iniziato a non bastarmi più. Volevo di più- continuò prendendo un pugno di diamanti e portandoli davanti al viso –volevo te- sussurrò lasciandoli cadere al suolo.
La ragazza sussultò.
-un filosofo greco un giorno disse: E' bene riflettere sulle cose che possono farci felici; infatti, se siamo felici, abbiamo tutto ciò che ci occorre; se non lo siamo, facciamo tutto per esserlo. Io l’ho semplicemente fatto- spiegò il ragazzo.
-mi hai rapita!- precisò Ujin.
-è uguale- sussurrò lui talmente piano che le sue parole furono portate via dal vento.
-bhè, quel filosofo è Epicuro e lui dice anche che Non bisogna sciupare quello che si ha con il desiderio delle cose che mancano, ma riflettere sul fatto che anche ciò che si ha era prima oggetto del desiderio. Quindi dimenticati di me e fatti bastare quello che già hai- ripeté le parole che aveva studiato nel primo semestre durante le lezioni di filosofia.
-è qui che ti sbagli, Ujin. Io non ho mai desiderato nulla di tutto ciò; l’unica cosa che abbia mai voluto sei tu- ammise il ragazzo.
Ujin guardò dritto dentro quegl’occhi scuri e le sembrò di potergli leggere l’anima. Taemin ne aveva una? Non era sicura neanche di questo. Ma per un momento gli credette; credette che il ragazzo l’amava veramente, che aveva fatto tutto ciò per amore e non per egoismo. Ma poi si ricordò di quel “tutto ciò” e non gli credette più.
-amare e volere sono due cose diverse- gli disse infine.

 


NOTE DELL’AUTORE:
Scusate per l’assenza.. non so perché ma mi sembra che mi scuso per ogni capitolo >.<
Questo capitolo non so perché ma mi piace, forse per le frasi d’effetto dei filosofi greci che non penso neanche che in Corea si studino ma io l’ho messi lo stesso u.u perché io posso.. convinzione al massimo
Spero che il capitolo piaccia anche a voi anche se è corto come sempre e probabilmente sempre lo sarà… ook
Alla prossima :)
Baci :** _Veronik_

  
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