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Autore: lametta    24/12/2008    2 recensioni
Hanae , "sente i ciliegi cantare " come gli diceva sempre Eichi prima di andarsene. La ragazza odia la propria famiglia troppo opprimente legata alle tradizioni e molto severa, così stanca di questa vita troppo rigida per lei deciderà di trasferirsi a Tokyo , ospite in una una famiglia davvero molto particolare dove farà tanti uovi incontri! Spero che vi piaccia anche perchè è un esperimento, quindi sappiate che se mi volete lasciare un commento sulle vostre impressioni sarà sempre molto bene accetto!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kayou No Sakura

Kayou No Sakura

 

"Anche se dovessi sacrificare qualcosa, crederei a una cosa sola
il colore del fiore sbocciato in un istante che si riflette nei tuoi occhi sinceri
Anche se sono impotente, vivo questo fato con forza…
Anche se dovessi andare controcorrente insieme a te contro le onde del mondo...

Noi due guardiamo solo avanti, qualunque cosa succeda
Ma di certo continuerò a proteggerti con le mie mani
darling"

 

TUTUM-TUTUM-TUTUM
Come un piccolo fiore di ciliegio, quando viene reciso dal suo ramo, cade volteggiando velocemente, trasportato dall’aria autunnale fino a toccare terra così , la mia vita aveva cambiato velocemente direzione, trasportandomi con sé ancora forse troppo ignara delle conseguenze del mio gesto.

“Anche se dovessi andare controcorrente insieme a te contro le onde del mondo...”

"Certe volte Hana" ricordo mi disse un giorno Ara, mentre stavamo giocando in cortile di casa all’inizio delle medie "possiamo perderci in mezzo al bosco, ma prima o poi si ritrova sempre la strada di casa."

"Non ti preoccupare Ara , è impossibile che io mi perda!Conosco tutti i boschi come le mie tasche" gli avevo risposto tronfia posando le mani su i fianchi.

Ara mi aveva guardato sorridendo, come al solito, come solo il mio amico sapeva fare.

Un sorriso che avevo sempre amato, splendido, pieno di gioia , una gioia leggera e sincera e in quel momento ebbi come la sensazione di non aver capito bene il senso delle sue parole e me ne vergognai.

Ara allora si alzò in piedi nel suo maglione pesante di lana, e mi rispose semplicemente guardando le piccole nuvole che si muovevano nel cielo, mentre mi stringeva in un abbraccio caldo:

" Lo so Hana, tu di certo non la perderai mai, quando l’avrai trovata"

dopo avermi sussurrato all’orecchio quelle poche parole , si allontanò lasciandomi come un lieve tremito nelle ossa.

Avrei voluto che quell’abbraccio durasse di più, oh sì l’avrei desiderato con tutto il mio cuore, ma non lo dissi ad Ara che ,sorridente si avviava verso casa sua .

Non lo dissi, ma in quell’istante ebbi come la sensazione di aver trovato la mia strada e per un solo, misero attimo, mi dimenticai della foresta.

“Noi due guardiamo solo avanti, qualunque cosa succeda”


"La strada di casa"

Quelle quattro misere parole continuavano a ronzare in testa, mentre velocemente uscivo dal cancello principale di casa, velocemente .

Dove stavo andando? E soprattutto cosa stavo cercando?

Mi sentivo persa in quella foresta, in quel mondo di cui avevo sempre fatto finta di fare parte ,ma che non mi aveva mai completamente accettata.

Del resto io ero un fiore blu, in mezzo a tantissimi fiori rosa.

Anche se sono impotente, vivo questo fato con forza…
Anche se dovessi andare controcorrente insieme a te contro le onde del mondo...

Ara, ho paura della foresta.

L’aria quella sera era immobile, come se stesse trattenendo il respiro, affannosamente.

Soltanto il lamento acuto dei ciliegi, il loro canto senza fine, mi inondava le orecchie e nello stesso tempo mi dava la forza di andare avanti.

Per un solo istante indugiai, guardando furtivamente la casa in cui ero nata e cresciuta, e che ora lasciavo, per sempre illuminata da una pallida luna argentea.

Sicuramente mio padre non avrebbe mai più voluto vedermi, mi avrebbe cancellata dalla sua vita come aveva fatto con Eichi.

Il nobile Hydetoshi avrebbe dimenticato anche me .

Un brivido mi scese lungo la schiena, ma non potevo pensare di vivere come voleva lui.

Non potevo sposare una persona che non conoscevo nemmeno.

Non potevo renderlo felice al posto di Eichi.

Io non ero Eichi e non lo sarei mai stata.

Lui era un giglio , io al massimo un orrendo fiore blu che stonava con il resto del mondo.

Al solo pronunciare quel nome , le lacrime mi riempirono gli occhi velocemente, avrei voluto che mio fratello fosse lì con me, che mi mostrasse la strada di casa.

"Ma forse"mi dissi "…forse sta anche lui vagando ancora nella foresta alla ricerca della sua strada"

Mentre pensavo queste cose mi misi a correre , non sapevo nemmeno bene dove, lasciavo che i miei piedi mi portassero dove volevano.

Mi lasciai trascinare dal vento e senza quasi rendermene conto cominciai a bussare alla porta di casa di Ara.

Passarono pochi istanti prima che la sua figura fece capolino dall’altra parte della porta con il volto visibilmente preoccupato:

"Hana!Che ci fai qui?!E’ successo qualcosa?!" mi chiese preoccupato.

"Mi sono persa" risposi semplicemente mentre i ciliegi aumentavano il loro canto

"Lo sapevo che un giorno sarebbe accaduto"rispose lui come rasserenandosi " …tutti prima o poi la perdiamo, è un modo di crescere, ma se la vuoi trovare veramente la strada la si ritrova sempre"

Anche se dovessi sacrificare qualcosa, crederei a una cosa sola
il colore del fiore sbocciato in un istante che si riflette nei tuoi occhi sinceri

Guardai stupita il mio amico che senza dirmi nulla mi infilò in tasca della giacca un fogliettino arrotolato:

"Sarebbe inutile fermarti vero?" mi domandò calmo come se sapesse già la risposta prima ancora che io fiatassi.

Senza dire una parola lo abbracciai "Grazie Ara".

"Hana in quel foglio c’è l’indirizzo di tuo fratello" mi disse il mio amico sciogliendo l’abbraccio."io ti accompagnerò fino alla stazione"

Mi bloccai

"E tu come fai a sapere il suo indirizzo?"chiesi

"Tuo fratello ha sempre vegliato su di te"mi disse veloce portandomi verso la sua auto.

La macchina con un rombo del motore si accese.

"Cosa?!"chiesi stupefatta mentre scivolavamo veloci nel traffico.

"Sì Hana, tuo fratello ha sempre vegliato su di te, fino quando quella mattina di primavera se ne andò di casa.

Anche lui venne da me, più precisamente da mio padre e gli disse di avvisarlo se ti fosse successo qualcosa "

Sentii una grande ira crescermi dentro.

Perché non mi aveva mai detto nulla??Eppure lo sapeva quanto fosse difficile e dannatamente straziante per me non sapere nemmeno dove fosse mio fratello.

Lo sapeva.

Se tu sei sempre nel mio sguardo posso respirare
Ma anche se questo dovrebbe già essere abbastanza per me...

Sentii gli occhi bruciarmi , come il fuoco e lottai per non cominciare a piangere.

"Ara…tu…." Dissi con la voce che mi tremava "tu lo sapevi…lo sapevi e non …non una parola…non una sola maledettissima parola…in tutto questo tempo!"cominciai ad irritarmi.

Ara fermò di colpo l’auto e senza dire una parola mi prese il volto tra le mani,come faceva spesso quando voleva che gli prestassi attenzione:

"Hana ,non ho potuto…a volte, per quanto faccia male bisogna essere forti…anche se sai che la persona a cui vuoi bene ne soffrirà…e sarebbe davvero l’ultima cosa che vorresti accadesse"

lo disse guardandomi negli occhi , con la sua solita calma, come se tutto fosse normale…come se tutto fosse…inutile.

Le parole mi morirono in gola.

L’auto sfrecciò veloce e in poco tempo raggiungemmo la stazione.

"Ara …è tutto inutile?" gli chiesi prima di sparire nella notte dopo un lieve tenero abbraccio che mi lasciò addosso una parte del profumo del mio amico.

"Inutile?" mi domandò stupito "nulla è inutile, quando si torna a casa"

Lo guardai sbigottita.

Casa?

Ara mi si avvicinò e senza dire nulla mi diede un bacio sulla guancia.

Sentii i battiti del mio cuore più intensi come non li avevo percepiti mai.

Battevano a ritmo con il canto dei ciliegi che continuava a risuonare calmo nella notte.

"Una sola cosa è inutile …" rispose lui guardandomi negli occhi con un sorriso amaro.

E cosa?

Sono così insignificante che continuo a commettere sempre gli stessi errori
Quanta forza dovrei avere per smettere di ferire gli altri?

"…tentare di non amarti" rispose lui calmo prima di mostrarmi di nuovo la sua schiena , come quando eravamo bambini e lui non voleva spiegarmi qualcosa che tanto non avrei comunque capito.

…. Un canto, i ciliegi, ancora una volta, cantavano, ancora una volta mentre le lacrime cominciarono a rigarmi il volto uno dopo l’altra.

Ricordando il dolore dell'amore che ho perduto quel giorno
sono rimasta un po' confusa dall'azzurro di questo cielo vivido

Ara…ti sto perdendo?

Dimmi di no , ti prego.

Non lo sopporterei

 

 

 

Salve a tutti!

Scusate il mostruoso ritardo con cui scrivo qsto capitolo ma mi sono un po’ perduta tra le mille cose da fare …

Quindi per prima cosa ringrazio con tutta la mia anima e il mio spirito ritardatario BLU REI per la sua infallibile pubblicità che mi ha portato nuovi lettori (finiti nel mio antro per essere divorati ihihih scherzoXD)

Grazie mille!Sei stata devvero gentilissima!

E soprattutto grazie per il supporto (adesso mi commuovo ç_ç)

Spero in ogni caso che qsto nuovo capitolo vi sia piaciuto e aspetto un vostro commento cm sempre!Ringraziandovi come al solito per le recensioni!!!!

Ora con la speranza che il prossimo capitolo arrivi in un tempo più ragionevole vi saluto!

Ciauz a tutti

Lametta

  
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