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Autore: gangamoon    14/04/2015    3 recensioni
Questo episodio segue cronologicamente quello di “Un fiore tra le erbe di un pozionista”. Ritroviamo perciò Severus alle prese con la sua piccola Prim, che più cresce, più sembra dargli soddisfazioni, nonché preoccupazioni… Dietro la maschera di un professore intransigente si cela un padre altrettanto severo, ma in realtà, anche molto affettuoso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti :) spero che anche questa storia vi piaccia, se vi è piaciuta la precedente. Sarà meno coccolosa, ma il legame tra padre e figlia rimane sempre molto forte :)
Per il titolo mi sono ispirata a Cattivissimo me: "super cattivo, super papà"... con una variante, visto che, come ben sappiamo, Severus non è cattivo, ma severo sì... un nome una garanzia XD
Il personaggio principale è, come sempre, di J.K.Rowling ;)
Buona lettura!
 


 
 
Super severo, super papà


 
Il professor Piton aveva appena terminato di correggere una montagna di compiti di quelle teste di legno dei suoi studenti. In mezzo a un gran numero di “Troll”, con un po’ di attenzione, si poteva scorgere qualche “Accettabile” e, più unico che raro, un “Oltre ogni aspettativa”.
Era stata come sempre una mattinata pesante. Aveva tolto alcuni punti a Grifondoro (per un totale di centocinquanta) e a qualche altra casa (ovvero a tutte eccetto la propria) e, passando tra i banchi, aveva umiliato sadicamente gli studenti più incompetenti per il solo gusto di vedere le loro facce terrorizzate o cariche d’odio nei suoi confronti. Tutto nella norma.
Ora, però, poteva finalmente togliersi quella maschera e dedicarsi a ciò che veramente era più importante per lui.
Quindi, data un’ultima occhiata alle pergamene appena corrette, si diresse verso i suoi appartamenti.
– Prim? – Chiamò, entrando.
Non ottenne subito risposta. Poi la porta del suo laboratorio personale si aprì e ne sbucò fuori la bambina, con i vestiti tutti macchiati e pezzetti di erbe appiccicati in faccia. La guardò sollevando cupo il sopracciglio.
– Che cosa hai combinato, signorina?
L’interpellata non rispose e allungò la mano in cui teneva stretta una piccola fiala, colma di un liquido colorato. Il pozionista la esaminò attentamente, odorandone il contenuto e mettendola alla luce per saggiarne la limpidezza. Non c’era che dire: sua figlia aveva ereditato il talento del padre per le pozioni, e aveva appena otto anni.
La guardò con la coda dell’occhio. Sembrava soddisfatta del proprio lavoro, ma non avrebbe potuto fargliela passare liscia.
– Prim, quando ti ho dato il permesso di mettere piede nel mio laboratorio? – Chiese con tono severo.
La bimba si incupì e fissò gli occhi al pavimento.
– Non voglio assolutamente che giochi con le pozioni. Potrebbe essere molto pericoloso se qualcosa esplodesse.
– Scusa…  – disse piano – ma tu dici sempre di essere tanto stanco e volevo darti una mano...
L’uomo la guardò con tenerezza, quindi tornò serio.
– D’accordo, – disse – puoi aiutarmi quando io preparo le pozioni, ma in mia assenza non devi toccare nulla.
La bambina alzò lo sguardo verso di lui e sorrise, con quel viso tutto impiastricciato.
– Ora vai a darti una ripulita. – Le disse, dirigendosi verso il laboratorio per mettere a posto la pozione.
La bambina, però, non si mosse.
– Aspetta! – Urlò.
Ma l’uomo aveva già aperto la porta e stava guardando, impietrito, il suo banco da lavoro, che sembrava un campo di battaglia.
– Pensavo di mettere a posto, poi… – fece la piccola, cercando di apparire il più convincente possibile.
Severus si girò sui talloni, guardandola dritto negli occhioni neri che cercavano di impietosirlo, invano.
– Punto primo:  – disse – se vuoi diventare una brava pozionista, devi imparare a tenere in ordine la tua postazione. In questo modo rischi di fare errori di procedura e procurare incidenti.
La bambina annuì forte con la testa.
 – Secondo: – e qui Severus fece una lunga pausa – da questo momento ti proibisco ca-te-go-ri-ca-men-te di anche solo avvicinarti a questa porta senza mio esplicito consenso. Sono stato abbastanza chiaro?
La bambina annuì di nuovo, quindi corse a lavarsi. Prima di sparire, però, si voltò e rivolse un sorriso al padre, come per fare pace.
E lui ricambiò. In fondo, non era mai veramente arrabbiato con la figlia.



 
Ecco a voi :) Stavolta non so dirvi quando “uscirà” il prossimo episodio… Ho diverse storie in mente e davvero poco tempo…
Ad ogni modo sarò presente su EFP con tante altre fanfiction ;)
   
 
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