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Autore: skonhet    15/04/2015    1 recensioni
Ad attenderlo, seduta sotto un vecchio albero ancora spoglio, Victoire gli da le spalle, inconsapevole. Ted la osserva e per un momento la preoccupazione sembra svanire dai suoi occhi: il miele dei suoi capelli, la carnosa curva dei suoi fianchi, il leggero profumo che indossa lo astraggono per un momento, riportandolo ai dolci pomeriggi trascorsi insieme.
Settima classificata al contest Forever Shot indetto sul forum di EFP da CeciliaMargherita.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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(13 Luglio, 20h14)

Il sole stava già tramontando sul Lago Nero: le fronde degli alberi, dalle chiome smeraldo di boccioli appena nati, si specchiavano sulla gelida lastra scura, indifferente al calore del sole. I fiori tardivi cominciavano ad appassire proprio dopo la giornata di esibizione più grandiosa; affaticati si potevano vedere afflosciare dopo l'enorme quantità di fragranza che avevano rilasciato.
Quando Ted uscì dalla torre, furtivo, nel castello aleggiava un tepore smorto di mezz'estate; la polvere si agitava tra i raggi rossastri quando ne tagliava la traiettoria, col suo passo teso. Hogwarts in quel periodo era poco interessante, gli studenti procrastinatori tentavano di recuperare il tempo perduto prima degli esami finali; quelli più preparati si tormentavano nella loro patologica ansia da prestazione. I corridoi erano dunque deserti, a volte si scorgevano da lontano le effimere sagome dei fantasmi e si udivano i loro discorsi eterni rimbombare vuoti tra i piani.
Ma Ted aveva fretta e quella volta non si attardò a contemplare la suggestiva atmosfera che lo circondava. Di norma era un attento osservatore, particolarmente meditativo, quel tipo di ragazzo a cui si rimprovera la distrazione pensando, a torto, che sia dovuta a svogliatezza. Il suo era un animo molto sensibile, amante del particolare, capace di digressioni talmente profonde da risultare difficili da comunicare attraverso il semplice linguaggio umano. Forse per questo già a tre anni aveva sviluppato una spiccata abilità per il disegno, dote inconsueta per un mago (o perlomeno, poco considerata). Da quel giorno, anche se scoraggiato da un ambiente notoriamente poco attento alle tendenze artistiche, aveva coltivato questa sua passione nei ritagli di tempo. Oltre che molto riflessivo, Ted infatti era anche un ragazzo estremamente intelligente e con grande facilità di apprendimento. Eccelleva in particolar modo in Astronomia, gli piaceva pensare che tra quelle galassie i suoi genitori ancora lo amassero da lontano.

Quel pomeriggio però Ted aveva altro a cui pensare. Ciò che maggiormente detestava della sua natura di metamorfomagus era che gli risultava parecchio difficile nascondere le sue emozioni. In quel momento i suoi capelli, solitamente bizzarri e inusuali, tendevano su un colorito smorto, simile al castano chiaro che era stato di Remus Lupin, ma con una nota più grigiastra. Sotto gli occhi una sottile ombra violacea incupiva uno sguardo già piuttosto corrucciato, dalle iridi indaco. Molto del suo incedere dava a intendere la sua impazienza: spesso rovistava tra le tasche o controllava spasmodicamente l'ora.

Eccolo giunto finalmente nel giardino, il tormento è concluso. Ad attenderlo, seduta sotto un vecchio albero ancora spoglio, Victoire gli da le spalle, inconsapevole. Ted la osserva e per un momento la preoccupazione sembra svanire dai suoi occhi: il miele dei suoi capelli, la carnosa curva dei suoi fianchi, il leggero profumo che indossa lo astraggono per un momento, riportandolo ai dolci pomeriggi trascorsi insieme. Ma poi lei si volta e lui difficilmente riesce a celare una smorfia d'ansia.

Victoire era bellissima, come sempre. Per anni aveva dovuto convivere con il feroce senso di competizione che percepiva nei confronti della più piccola Dominique, tanto magra quanto lei paffuta. Il peso per lei era un macigno insopportabile che la estraniava da ogni ragazza weasley della sua famiglia, tutte splendidamente slanciate. Lei, bassina, quadrata, rievocava il corpo di nonna Molly.
Ma Ted si era innamorato di lei, e la loro era stata una storia magnifica, fatta di confidenze, complicità. Lui l'aveva introdotta nel mondo intangibile della fantasia, della metafisica e delle stelle, che ad una ragazza così materialista erano sembrate sublimi; lei lo aveva lentamente condotto nella lussuria, la disperata tensione verso la perfezione.
Poi le cose, dopo anni, si erano fatta improvvisamente smorte, e quei due mondi tanto diversi non avevano più senso di incontrarsi. Victoire non riuscì più a sentirsi bella, e per lei fu un trauma dopo il lungo sollievo che lui le aveva garantito col suo amore. Si staccò progressivamente da lui, perché non poteva più garantirle il benessere a lei indispensabile. Ted si sentì d'un tratto solo, persino accanto a lei, che l’aveva tratto fuori dalle sue tendenze solitarie.

Quello, avevano decretato, era l'incontro della rottura.
Il volto di Victoire era lo specchio del ragazzo, sconvolto dalla paura dell'ignoto. Si avvicinarono titubanti, come due animali che si annusano per la prima volta, che vogliono testare la pericolosità dell'altro. 
Ted prese la parola per primo "Sarà difficile non incontrarsi." e lo disse pensando a tutte le cene di famiglia a cui inevitabilmente avrebbero partecipato entrambi. Victoire tacque, porgendogli una cartellina rossa da cui spuntavano angoli di pergamena. Questa volta il viso di Ted si incrinò visibilmente, consapevole del contenuto: tre anni d'amore condensati negli innumerevoli ritratti che aveva donato alla sua dolce metà. Restò interdetto, incapace persino di toccarla. Victoire sospirò. "Scusa, sai che li adoro, ma non riesco più a guardarli ." Poi tese con più convinzione la cartellina spingendo Ted a prenderla. In quei disegni aveva cominciato a vedersi improvvisamente brutta.

Ormai si era alzato un muro spesso di silenzio e tutto sembrava tacere anche intorno a loro. L'atmosfera si era fatta azzurrina, la luna già brillava protagonista sul cielo che incupiva, gli occhi castani di Victoire si fecero d'un tratto velati. Si era raccontata quella bugia a lungo: non aveva mai amato Ted. Al tempo era stato fondamentale per sconfiggere i suoi demoni, appropriarsi di un'autostima fittizia, che si nutriva dell'autentico amore di Ted. Quando questo non era bastato più, aveva sentito il bisogno di mettere fine al loro legame, di evadere da quella storia in cui ogni gesto premuroso dell’altro la feriva incredibilmente, proprio perché sapeva di non poter rispondere con sincerità e trasporto.
Questa insita consapevolezza era ora chiara ad entrambi, motivo per cui il ragazzo vagava da settimane come il protagonista tormentato dalla più assurda tragedia. Aveva vissuto per una crudele menzogna che aveva invece sempre creduto reale. Aveva sognato un futuro insieme a lei, stretti a proteggersi a vicenda dai loro tormenti, e nel giro di un mese le cose erano precipitate bruscamente. La rabbia sarebbe scoppiata più tardi, quando avrebbe visto la sua Victoire già tra le braccia di qualche viscido serpeverde, alla ricerca di apprezzamenti facili; ma per il momento gli era permesso solo il lusso del dolore.

Victoire era stanca, in stanza l'aspettava la lettera di uno spasimante che le avrebbe donato qualche ora di felicità, prima di ripiombare nella cieca tortura dell'autodistruzione. Si avvicinò a Ted per salutarlo un'ultima volta, ma lui l'attirò a sé, stringendola spasmodicamente. Un soffio sull'orecchio, sottile "Resta con me..." il respiro rotto dall'emozione, e dall'amore non corrisposto, quasi convincono l’impietosita Victoire. Ma tornando in sé si divincola, poi si stacca. Un ultimo sguardo dispiaciuto è tutto ciò che Ted ottiene dall'amore della sua vita, che voltandosi gli concede di annusare ancora quell'odore magnifico, protagonista di moltissimi suoi sogni. Continua ad osservarla per un po’ ondeggiare sotto i grandi portici, e sparire dalla sua vista inghiottita dall’ombra che lentamente avanza.

Allora si siede, alza lo sguardo, e aspetta le stelle.


Note dell'autrice
Vorrei precisare alcuni aspetti dei miei personaggi, qualora non fossero chiari (sono, come sempre, troppo sintetica!)
Victoire non è una ragazza sciocca, né tantomeno superficiale, è purtroppo vittima di una forte spinta competitiva che non le permette di sentirsi bella. Di conseguenza è alla ricerca di continue conferme, e per un po' Ted le ha dato questo beneficio. Capisco sia inverosimile che una storia così "finta" da parte sua, possa durare tanti anni, ma è bene sottolineare che Ted e Victoire fanno praticamente parte della stessa famiglia, e quindi potrebbe essere stato un affetto particolamente forte che Victoire confondeva con amore.
Ho voluto dare una mia interpretazione alla figura standard, non la perfetta copia di Fleur ma una ragazza più comune, non magrissima, insomma non perfetta. Per Ted, che ho voluto caratterizzare di più, ho meditato più a lungo, ma poi è prevalsa l'idea che, in quanto orfano, avesse una natura piuttosto malinconica.
Dopo questo monologo, ringrazio tutti coloro che mi leggeranno :) 

  
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