Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!

Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.

Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto dei Pandaman in basso a destra!


Grazie a tutti e buona lettura!


prosssima parola: Marionetta.



Perché l'avevano assunta?
Perché una donna?
In un'autofficina una donna era sinonimo di distrazione, guai e chissà cos'altro.
Lo sapeva bene Kidd, aveva sudato e faticato, aveva fatto la gavetta.
Era partito da zero e ora era il primo in comando, il pilastro fondamentale. Franky gli aveva pure assicurato che nessuno avrebbe preso il suo posto.
Ma da quando era arrivata lei, quella bambola dal seno provocante, con quella sua faccia tosta, era tutto cambiato.
Lei non aveva fatto la gavetta, era appena arrivata e dava già ordini.
I lavori li sceglieva lei.
Ne aveva parlato con Franky, anche animatamente, ma lui era così entusiasta di aver una donna così al suo servizio che non ascoltava nessuno.
Tutto perché era la sorella della commercialista.
"Chissà che ricatto gli ha fatto a quel rammollito..."
Imprecava come un matto, mentre smontava il motore di una Chevrolet.
Erano ormai le nove di sera e in teoria in negozio non doveva esserci nessuno tranne che lui, ma si sbagliava, il povero Kidd.
"Con quella sua voce, le sue gambe, il suo seno, la bandana in testa e quel modo di fare da menefreghista, se fosse qui..."
"Se fossi qui?"
Sbatté la testa contro il cofano.
"Che cazzo ci fai qui!?"
Non sembrava affatto una domanda.
"Avevo dimenticato questa."
Quando alzò lo sguardo la vide in tutta la sua bellezza.
Kidd si era ormai abituato a Nojiko versione macchinista.
I primi mesi, appena la guardava, l'asta nei suoi pantaloni si risvegliava.
A volte si era rinchiuso nel piccolo bagno a masturbarsi pensando a lei.
Era riuscito a trattenersi fino a quel momento ma, vedendola in abito da sera, i suoi istinti erano riaffiorati come un fiume in piena.
"Devi fissarmi ancora per molto?"
"Non ti sto fissando, stupida donna."
Non poteva farci nulla, era l'unico modo per allontanarla.
"Sarò anche una stupida donna, ma vedo che ti attizza questo corpo."
La tuta non aiutava per niente a mascherare l'erezione.
Mandò a fanculo tutto, avanzò verso di lei e la baciò.
Leccò le labbra di Nojiko, e il loro sapore che gli causò un'immediata dipendenza.
Entrò prepotentemente nella sua bocca.
E senza rendersene conto erano avvinghiati.
La calda schiena di Nojiko sbatteva sulla fredda parete mentre le sue gambe erano avvinghiate alla vita di Kidd.
Il vestito aiutava a sentire l'erezione crescere.
Era incredibilmente bagnata.
Nessuno mai l'aveva eccitata con un solo movimento di lingua.
"Kidd, Eustass Kidd fammi tua."
Nojiko era partita per la direzione giusta.
Spostò l'intimo mentre Kidd si calava i pantaloni.
E in un battito di ciglia erano a gemere insieme.
A cercar invano di soffocare le urla.
A godere l'uno dell'altra.
Mentre dava le ultime spinte Nojiko venne urlando il nome intero del collega.
Kidd ghignò.
"Sappi che d'ora in poi farai la gavetta con me, ti insegnerò tutto quel che so."
"Se sarà come questa sera, non vedo l'ora che sia già domani."
E non uscirono dall'autofficina fino alla sera successiva, per poi avviarsi insieme a casa di lei.
Per poi farlo ogni sera, non era in programma una relazione, tanto meno seria, ma quello che importava ad entrambi era possedersi ed aversi come la sera dove i loro cuori si erano arresi.



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Alla prossima.