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Autore: babyloveme86    15/04/2015    0 recensioni
Il suo corpo mi dava calore..mi dava fiducia..mi dava amore.
Si spinse ancora dentro di me..tirai la testa all'indietro e lui ne approfittò per baciarmi la gola.
Lo amavo. Più di qualsiasi altra cosa al mondo.
"Ti amo". gli dissi senza fiato.
Lui sorrise e mi baciò fino in fondo all'anima. Sotto le coperte mi strinse a se , mi morse il lobo dell'orecchio e mi sussurrò:
"Sei mia".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                                                                           Chapter eleven:
                                                    A Little Revenge.
"Ciao amore mio,
Probabilmente non ti aspettavi tutto questo,sai cosa sta succedendo tra le nostre famiglie,ma se credevi che me ne sarei stato con le mani in mano il giorno del tuo compleanno,sbagliavi di grosso.
So che è difficile,ma almeno per stasera,dimentica tutto. Io e te stiamo insieme. È questo il punto. L'unico punto importante. L'unico che conta, e l'unico che riesco a vedere.
Stiamo insieme da non molto,qualche mese,eppure mi sembra passata una vita da quando al bowling mi hai tirato quella palla sul piede. Fa ancora male solo a pensarci. Se è vero che il tempo fa nascere l'amore,io e te siamo un'eccezione. Perché in questo caso,è stato il contrario.
Mi sono innamorato di te così senza accorgermene. Perdonami se ci ho messo tanto a capirlo. Perdonami se quando sorridevi,e provavo quel turbine di emozioni,credevo fosse solo confusione.
Perdonami se ho pensato fossi una tra le tante,della quale mi sarei stancato presto.
Promettimi che non lo dimenticherai,qualsiasi cosa accada,non ti lascerò mai,stringerti è tutto ciò che voglio.
Se dico che voglio passare il resto della mia vita con te,probabilmente riderai,ti conosco alla perfezione. Ma puoi crederci, è così. Abituati all'idea che un giorno ti sposerò, e avremo tanti piccoli fusti in giro per casa. Tanti piccoli Anthony. E magari anche qualche dolce Mickeyla.
Perciò smettila di piangere,di stare male per qualcosa per cui non vale la pena stare male e fammi vedere piu' spesso quel meraviglioso sorriso.
Grazie per amarmi come mi ami,per farmi sempre sentire così appagato,così leggero,così felice.
Buon compleanno,amore mio.
Ti amo tanto.
Tuo,
Anthony.
Ps: Asciugati le lacrime e dammi un bacio,rossa! "
Lessi ancora una volta la dolcissima lettera indirizzata alla mia migliore amica,seduta su uno sgabello in casa sua,accanto al forno,da cui improvvisamente usciva fumo nero.
"MIIIIIIIIIIIC!" urlai a squarciagola,alzandomi,evitando per un pelo una bruttissima caduta.
La diciottenne mi raggiunse,mezza nuda e spaventata.
Indicai immediatamente il fumo,e si avvicinò al forno per tirare fuori la teglia di biscotti a forma di stella,che oramai erano bruciati.
"Accidenti! Guarda com'erano venuti bene questa volta!" Si lamentò,toccando le perfette stelle nere. "Avresti potuto controllarli!" Mi accusò,socchiudendo gli occhi.
"Ti ricordo che la sottoscritta non sa neanche accendere un fiammifero! Sarebbe andata anche peggio." La osservai: indossava solo una mutanda nera e una canotta dello stesso colore,che aveva coperto con un maglioncino marrone.
"Avete finito?" Domandai lanciando un'occhiata verso la scala di sopra.
"Shh! Sta zitta! Mia madre sta ancora dormendo." Alzò gli occhi come per provare a captare un qualche rumore.
"Non posso credere che tu abbia fatto rimanere Anthony in camera tua!" Sussurrai ancora scioccata.
"Potevi rimanere a guardarci,ti saresti divertita,ma sei voluta andare via!" Ridacchiò alzando il cestino dei rifiuti e gettando via i biscotti.
"Dammi un sacchetto per il vomito." Le ordinai,tendendo la mano.
Scosse la testa,divertita,e in quel momento,scese dalle scale in punta di piedi Anthony,fortunatamente vestito.
"È un piacere rivederti,Bree" chinò la testa educatamente.
"È un piacere rivedere anche te" afferrò per il braccio la sua fidanzata,circondandole la vita e baciandola con passione.
Mic le afferrò i capelli bruscamente e gli infilò la lingua in bocca con forza,mentre lui le palpava il sedere.
"Miseriaccia,dov'è Luana quando serve!" Esclamai,evitando di guardarli.
Si staccarono appena sentirono il rumore di una porta che al piano di sopra si spalancava.
Wow. Avrò dei poteri nascosti?
Mic accompagnò velocemente Anthony alla porta e dopo avergli dato un altro lungo bacio,lo lasciò andare via.
"Vieni con me" mi trascinò su per le scale e riuscimmo ad entrare in camera prima che Luana ci vedesse.
Mickeyla si avventò sull'armadio, recuperò un pantalone e se lo infilò con rapidità.
Qualcuno bussò alla porta,e quel qualcuno era proprio mamma Ross.
"Avanti" permise Mic sedendosi accanto a me,sul letto completamente all'aria.
Luana entrò,sbarrando gli occhi per la condizione in cui era la camera.
"Che diamine hai combinato qui dentro?! Αh..eccoti..ciao" mi salutò superficialmente con la mano.
"Lotta coi cuscini." Inventò Mic,afferrandone uno e tirandomelo in testa.
"Ahi!" Mi massaggiai il cuoio capelluto.
"Sei così infantile!" La rimproverò sua madre. "Cambia le lenzuola...ma.." annusò l'aria. "Questa è puzza di bruciato?...che hai fatto?!" Sbraitò,voltandosi per scendere le scale.
Mickeyla si alzò per chiudere a chiave la porta.
"Che donna da circo" sbuffò,abbassandosi per recuperare i cuscini.
"Non ci credo che ti abbia regalato un macbook air!" mormorai,indicando con la punta del mento lo scatolo marrone posto sotto al letto.
"Neanch'io" sussurrò Mic eccitata,battendo le mani. "Come faccio a non amarlo?"alzò gli occhi al cielo.
"Seh" mi alzai da quell'insieme di coperte intricate,disgustata."Fate schifo"
La colpevole sorrise,appoggiandosi le mani in vita. "Lo so,sono finalmente appagata" dichiarò.
"Sono felice per te,ma non ti aiuterò a rimetterlo apposto" indicai ancora l'oggetto sconosciuto.
Sospirò. "E va bene." Tolse le coperte e il lenzuolo,gettandole per terra,poi afferrò un cuscino e iniziò a sfilare una federa.
"Adesso mi dici cos'è realmente successo con Alex?"
"Nulla,ieri non mi ha inviato neanche un SMS."
Mickeyla mi fissò stupita,e forse anche un po' delusa.
Alzai le spalle,per dirle 'che posso farci?'
Come per magia,il telefono cominciò a vibrarmi nella tasca.
Mic si voltò,sorridendo,incitandomi a prenderlo,sfilando la seconda federa.
Alzai gli occhi al cielo quando mi infilai la mano in tasca e recuperai l'apparecchio.
"Rispondi,idiota!" La mia migliore amica mi tirò un cuscino in piena faccia.
"Vacci piano,è mia madre!" Glielo lanciai a mia volta.
"Che palle" borbottò. "Cosa vuole?"
"Che torni..mio padre è qui fuori" Risposi leggendo ancora una volta l'ultimo messaggio.
Mi alzai per abbracciare la ninfomane,posai la testa sulla sua spalla.
"Mi aiuteresti ancora contro di lui vero?" Le sussurrai.
Mickeyla si allontanò da me di scatto e mi scrutò con occhio esperto.
"Ne hai ancora intenzione?" Mi chiese.
Sorrisi sfacciatamente,mentre mi dirigevo verso la porta.
"Certo che si! Non sarà mica un bacio a farmi cambiare idea!" Girai la chiave due volte verso destra e calai la maniglia,pronta ad uscire.
"Allora? Ci stai o no?"
Quando lei annuii,scesi rapidamente le scale e salutai Luana,per poi entrare in auto con papà e tornare a casa.
-
"Non c'è nessuno tel'ho gia' detto! Le luci sono spente" assicurai alla mia migliore amica,per la cinquantaquattr'esima volta.
"Proprio per questo! Se non c'è lui il motorino non ci sara' sicuramente!"
"Devo tentare.." mormorai decisa.
"Okay..sono sull'autobus" mi rispose,scettica.
"Hai portato le mazza da baseball?"
"Si! Si! Ci vediamo tra un pó" mi salutò,prima di riattaccare.
'Nell'angolo che precede la scuola di Breanna'.
'Nell'angolo che precede la scuola di Breanna'.
'Nell'angolo che precede la scuola di Breanna'.
Le sue parole rimbalzavano sulle pareti della mia mente di continuo,quando,indossando un cappotto di pelliccia nera e un cappello dello stesso colore,con la schiena schiacciata pesantemente contro un palo della luce,attendevo l'arrivo della mia socia.
La casetta di Ortiz non era niente male,il giardino era curato bene,le pareti esteriori erano blu cobalto,e dopo tre scalini,dinanzi alla porta c'era persino uno zerbino giallo limone su cui c'era scritto "WELCOME!".
'Benvenuti all'inferno' precisai mentalmente,quando una figura incappucciata si avvicinò a me nell'ombra,correndo.
Urlai e mi coprii il volto,in preda al terrore.
"Sei matta?! Mi hai fatto prendere un colpo! Idiota!" Esclamai,tirando uno schiaffo sul braccio a Mickeyla,dopo averla sentita ridere di gusto.
"Sei sempre stata una tale cagasotto! Non so come sia possibile che l'idea sia stata tua!" Rispose,chinandosi il cappuccio nero sulle spalle.
"Ti ho stupita?" Domandai,squadrandola da capo a piedi. "Mi hai spaventata,sembravi -A"
Mic mi fisso' con aria interrogativa.
Scossi la testa. "Lascia perdere,andiamo"
Ci avvicinammo a tentoni verso il garage,su cui in alto a sinistra troneggiava un apparecchio,tipo calcolatrice,evidentemente bisognava inserire un codice.
"Perfetto,ora dobbiamo solo premere i numeri giusti" annunciai,strofinandomi maleficamente le mani.
"Ma non mi dire"borbottò la mia miserabile socia,sedendosi su uno degli scalini. "Sapevo che era inutile" si appoggiò le mani alle ginocchia,sbuffando.
"Che palle! Non credevo potesse permettersi un garage!" Confessai stringendo le mani a pugno fino a far sbiancare le dita. "E poi è venerdì sera,e da queste parti c'è una sala giochi..e lui potrebbe....."
In quell'istante,sentimmo da lontano il rumore di un motore: i due fari lucenti spiccavano nel buio,mentre la costosissima auto scura di due sere fa si avvicinava a noi.
"Merda" ebbi il tempo di sussurrare,prima che Mic mi prese per il cappotto e mi trascinò tra i cespugli li accanto,tenendomi una mano sulla bocca.
L'auto si fermò per un secondo davanti alla porta del garage,sentii lo sbattere di due portiere e alzai lo sguardo verso i due misteriosi uomini.
Uno dei due era Alexander,indossava un jeans strappato sulle ginocchia e un maglioncino color cobalto,che al sole,sarebbe risultato perfetto coi suoi occhi.
L'altro,invece,non mi era neanche lontanamente familiare. Indossava un berretto storto scuro,era abbastanza grassottello,aveva una maglia che gli andava decisamente stretta e che,di conseguenza,gli lasciava scoperta la pelle sotto l'ombelico.
Il tizio in questione,si avvicinò ad Alex e lo prese con forza per il collo del maglione.
"Stammi bene a sentire" sussurrò. La sua voce era doppia e rauca,ma talmente riconoscibile che sentii perfettamente le sue parole. "Tu devi stare molto,molto attento. Lo sai che succede se non lo fai vero piccolo Ortiz?" La sua presa si fece piu' salda. Per un attino mi chiesi se Alex non stesse soffocando.
"Lasciami,Larry!" riuscì a dire velocemente.
Larry lo lasciò andare di colpo,per poi tirargli uno schiaffo sulla guancia sinistra. "Ti è chiaro o devo ripetertelo?" Domandò,vagamente divertito.
Fissai sbalordita la mia migliore amica,scoprendo che aveva la mia stessa identica espressione: occhi sbarrati e bocca socchiusa.
Non avevo mai pensato ad Alex come al tipo che si lascia picchiare o a quello che si fa mettere i piedi in testa; mi era sempre stato palese che fosse di un carattere forte,le cui debolezze sono ben nascoste. Ma in quell'istante,mi apparve solo inerme,un povero ragazzo incapace di reagire alle prepotenze di un bullo.
Annuì allo sconosciuto,che si sistemo meglio il cappello su quella testa tonda.
"Ho capito,puoi andartene" rispose,e prima che potesse aggiungere altro, Larry cominciò a camminare lungo la strada. Lo guardò sparire dietro un angolo,e poi sospirò,sollevato. Si avvicinò alla porta biancastra del garage per digitare i quattro numeri: 1...5...7..
Si guardò attorno,come se avesse ancora paura che quel cicciottello lo stesse spiando,poi premette il 9 e lasciò che la porta si alzasse lentamente.
Entrò a passo svelto,dai cespugli e di profilo si riuscivano a scorgere diverse cianfrusaglie:gomme di riserva,scope,vecchi specchietti,pile di nastro adesivo.
Solo qualche secondo Alex uscì: in mano non aveva nulla,in compenso aveva indossato un cappotto e ne accarezzava un punto preciso,più giù rispetto al cuore doveva esserci qualcosa.
Aprì la portiera ed entrò in auto,girò la chiave,facendola partire,e sfrecciò via.
Mickeyla si tirò sù in un attimo,scrollandosi di dosso le foglie attaccate alla felpa.
"Wow.." feci,quando mi alzai anch'io.
"Chi diavolo era quello?!" sussurrò la mia socia,sconvolta quasi quanto me.
Scossi la testa,fissando il punto in cui era scomparsa l'auto di Alex,impassibile.
"Allora? Che si fa?" Domandò,mettendomi una mano sulla spalla.
Restai immobile. Dovevo farlo? Certo che dovevo,se lo meritava. Tuttavia,ciò che era successo mi aveva fatto riflettere,avevo provato tanta pena per lui.
"Non vuoi più farlo eh?" Mic mi sorrise,quando mi voltai nuovamente verso la casa color cielo.
"C-certo che voglio,posso..posso solo essere felice che quel tipo l'abbia schiaffeggiato!" Balbettai incerta,stringendomi le spalle con le braccia.
"Mmh.." annuii lei,sorridendo sempre più intensamente. "Muori dalla voglia" commentò indicando la mia mano sul lobo,mentre la fissavo ad occhi socchiusi.
Ringhiai."Ah!" E mi avvicinai alla porta del garage per digitare i quattro numeri esatti. Quando si alzò,riuscii a vedere lo spazio per bene: il motorino giaceva parcheggiato in fondo a destra,e esattamente come l'avevo immaginato,quel luogo era strapieno di oggetti messi a casaccio e buttati lì. Da una cesta di palloni bucati a un sacco di caschi rotti o rovinati.
Improvvisai un sorrisetto malizioso e mi avvicinai alla mia migliore amica,che continuava a guardarmi divertita,per sfilarle di mano la mazza da baseball.
"Da qua'.." l'afferrai saldamente tra le mani e raggiunsi la moto. "Guarda e impara" le consigliai,prima di colpire il primo specchietto,facendo crollare i pezzi di vetro a terra.
"Oh cazzo..Bree.." Mickeyla mise la mani in avanti,come per calmare la psicopatica che c'era in me.
Ma non riuscì a dire altro,perché risuonò nuovamente il rumore del vetro spaccato,mentre i pezzi del secondo specchietti affiancavano i primi.
Lì,gettato per terra c'era un coltellino,lo presi tra le mani con cautela e lo avvicinai alle ruote.
"Sono venuta qui per questo,Mic! Se non vuoi darmi una mano va via" dissi,infilandolo nella gomma,cercando disperatamente di tagliarla,mentre si sgonfiava.
"Potremmo finire nei guai!" Ribatté,screpolandosi nervosamente le mani sul pantalone.
"Per cosa? Per aver dato una lezione ad un bastardo?" Chiesi,infilando il coltellino nella seconda ruota,facendo lo stesso.
"Senti può bastare" sussurrò l'incappucciata,tesa come una corda di violino. "Ho capito,riesci a farlo"ammise.
"Ho quasi finito" le assicurai, graffiando con la lama tutto il lato destro della moto,3 o 4 volte. Lunghe linee bianche che rappresentavano la mia gloria. Ne feci 3 o 4 anche sul lato destro e rigettai il coltellino per terra.
Presi a calci il davanti del motorino con le scarpe,mettendoci tutta la forza e la rabbia che avevo dentro. 'Colpisci,coraggio! Se lo merita!' Mi ripetevo in testa prima di ogni colpo.
"È strano che non suoni l'.." ma Mic noj fece in tempo a dir nulla,che un suono assordante si diffuse per il garage.
"Antifurto?" Conclusi per lei,mentre raccoglievo la mazza e la raggiungevo fuori.
"Tel'avevo detto!' Mi ricordò sfacciatamente,mentre correvamo verso la fine della strada,pregando il signore che nessuno dei pochi vicini di Ortiz ci avrebbe viste in faccia.
Si sentirono alcuni fischi,che si dissolsero quando svoltammo l'angolo e ci nascondemmo dietro ad un albero per riprendere il fiato che ci mancava.
"Non è bastato..avrei dovuto...avrei dovuto spaccarglielo in due" mi abbassai sulle ginocchia,respirando a fatica.
"Sei impazzita? Abbiamo rischiato grosso. E comunque è strano che l'antifurto non sia suonato prima..pensavo che dopo una botta saremmo fuggite" rimasi totalmente sbalordita dalla voce che aveva Mickeyla,aveva corso anche più veloce di me eppure parlava normalmente.
"Okay,Wonderwoman,portami a casa" la supplicai allungando le braccia. Mi prese in spalla e ricominciammo a camminare,mentre tre domande si insinuavano nella mia mente:
Chi era quel tipo?
Cosa aveva a che fare con Alex?
E soprattutto,dove era andato?
  
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