Serie TV > Da Vinci's Demons
Segui la storia  |       
Autore: Vale11    15/04/2015    1 recensioni
Una raccolta di drabble e one shots che girano intorno a Riario e Da Vinci. Possono essere ambientate nel rinascimento come ai giorni nostri, possono andare dal comico al romantico, fino al decisamente deprimente.
"C’è chi gli ha detto che è quando sorride che fa più paura. Lui sa che il suo sorriso continuo è una reazione anche alla sua, di paura. Di quando ne aveva, di quando ne ha avuta. Di quando ne ha. Sorridi in faccia a chi ti sta frustando la schiena, e vedrai che gli confonderai le idee. Almeno quello. Ha imparato a sorridere così bene. Un sorriso freddo, falso e senza grazia alcuna."
Occhio, spoiler di brutto!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vi ricordate che vi avevo chiesto degli spunti? Ebbene, Kikigurr me ne ha mandati un monte! Gioia e gaudio.

--

Leo sa che lo sta stressando, ma ha un sacco di validi motivi per voler convincere Girolamo a cercare un posticino in affitto con lui, magari non proprio in centro a Firenze visti i prezzi, ma qualcosa a Firenze sud potrebbero permetterselo. Considerando che anche Girolamo è un appassionato di musica, e che sarebbero vicini a Obihall e Mandela forum, l’idea potrebbe non essere male. Hanno tutti e due un lavoro, possono cavarsela se trovano qualcosa che costi poco.


Il primo motivo del suo elenco è la possibilità di avere Girolamo sott’occhio praticamente tutto il giorno o quasi. Non per controllarlo, semplicemente per guardarlo. Le cose belle sono fatte per essere guardate, no?
Quando lo dice a Girolamo, tutto quello che riceve è uno sguardo stranito, un borbottio indistinto e un viaggio di sola andata a quel paese quando gli fa notare che è arrossito.


Il secondo motivo è che a Zo, Girolamo proprio non piace. Non sa perché, ma non lo può vedere. Girolamo, dal canto suo, si comporta da Girolamo. Quindi non è d’aiuto. La cosa non è positiva quando dormono insieme nell’appartamento che divide con Nico e Zo. Nico ha accettato Girolamo di buon grado, dopo un po’ di tempo: studia legge, Girolamo ha uno zio avvocato, si sono messi a chiacchierare fitto fitto di diritto costituzionale e l’amicizia è nata. Leonardo non gli ha chiesto come facesse a sapere tutta quella roba su una materia non banale come il diritto costituzionale. Ha paura di saperlo.
Zo però è un’altra cosa: quando fanno colazione tutti insieme è il primo a lanciare frecciatine, ma regolarmente viene seppellito dal sarcasmo di Girolamo che, appena sveglio, è più crudele del solito.


Il terzo motivo gli si palesa quando Girolamo si sveglia ed è costretto a mettere a lavare la sua camicia, visto che Leo gli ha rovesciato addosso mezzo bicchiere di Guinness la sera prima. Girella per la casa con addosso solo un paio di jeans neri, finché non scova una maglietta di Leonardo e se la infila. Leo lo segue con lo sguardo per tutto il tempo, senza dire una parola, e decide che vorrebbe vederlo con le sue magliette addosso vita natural durante. Sta bene, con scritto Skid Row addosso. Se vivessero insieme sarebbe più facile, no?


Il quarto motivo è che Girolamo è un casino da disegnare. Un vero casino. Sembra tanto tranquillo, in realtà non sta fermo un attimo, e anche la prodigiosa memoria fotografica di Leonardo sopperisce il giusto quando il tuo soggetto muove le dita in continuazione, sposta lo sguardo ovunque tranne dove lo aveva cinque secondi prima, si volta indietro di continuo perché “Leo, l’hai sentito quel rumore?”
“No, splendore. Non ho sentito niente”
“C’era un rumore”
“Può darsi. Potresti girarti verso di me?”
“Oh, certo, scusami”
E dopo cinque minuti.
“Leo, io quel rumore continuo a sentirlo”
E poi, scopri che è la ventola del frigo che gira.
Cos’è Girolamo per riuscire a sentire un rumore del genere, un pipistrello?
E’ un vero casino anche perché Leo, per quanto si impegni, non riesce mai a disegnare i suoi occhi come vorrebbe: ha quaderni pieni di schizzi solo di quegli occhi. E di quelle mani. Adora quelle mani.
La soluzione potrebbe essere provare a disegnarlo mentre dorme, ma non solo non gli sembra giusto, Girolamo ha il sonno agitato. Non sta fermo. Mai. E’ un vero casino da disegnare.
Se vivessero insieme potrebbe osservarlo meglio, disegnarlo meglio e non farsi venire un’ulcera.


Il quinto motivo è che, a volte, Girolamo fa brutti sogni. Non sono belle, quelle nottate li. Per niente. Si sveglia, schizza a sedere sul letto e cerca di passarsi le mani sulla schiena da solo, cosa anatomicamente impossibile. Leo sa che sulla schiena porta ancora i segni della cintura di Sisto, gliel’ha raccontato, quindi non chiede mai cos’abbia sognato. Lo sa già. Non si calma finché Leonardo non gli passa le mani fra le scapole e gli assicura che non ha niente sulla schiena, che sta bene, che Sisto non è li, che ci sono solo loro due. Che va tutto bene. Anche così, ci vuole un po’ prima di convincerlo a riaddormentarsi. La mattina, quando si sveglia, si sente ridicolo e chiede scusa. Leo vorrebbe che smettesse di chiedere scusa per una cosa del genere.
Non gli piace l’idea che abbia quegli incubi e si svegli da solo, senza nessuno che gli dia una mano. A volte lo vede arrivare in facoltà con gli occhi così stanchi da fargli venire voglia di piangere. Se solo accettasse di andare a stare con lui, da qualche parte, si assicurerebbe che gli incubi lo lascino in pace.


Il sesto motivo è che, sorprendentemente, Girolamo cucina da Dio. Certo, anche Leo sa maneggiare pentole e padelle, ma la sua cucina è più un “devo sopravvivere, dove ho messo i quattro salti in padella”. Girolamo, no: se Leonardo è un artista coi colori, lui è un artista ai fornelli. Per il suo compleanno gli ha fatto trovare una cena vegetariana fatta con tutti i crismi, dall’antipasto al dolce. E’ un ottimo motivo, si o si? Magari anche Leo potrebbe imparare a cucinare decentemente vivendo con lui. Magari.


Il settimo motivo è che Sisto sa dove vive suo figlio: è normale, è suo padre. Il problema è che non è normale per niente che a volte gli arrivi a casa sua a chiedere conto di certe spese (che spesso e volentieri non riguardano affatto Girolamo), cerchi di convincerlo a tornare a Roma con lui o provi ad allontanarlo da Leonardo in tutti i modi. Di solito la cosa finisce con una discussione piuttosto accesa, Sisto se ne va e Girolamo resta nel suo monolocale in affitto a tirare testate psicologiche contro il muro; poi ci sono le volte in cui Sisto alza le mani e Girolamo non reagisce, e Leo ancora non ha capito perché. Girolamo è un fascio unico di muscoli e nervi, potrebbe difendersi tranquillamente. Potrebbe anche renderle, se lo volesse.
Pare non volerlo.
Una volta l’aveva dovuto accompagnare all’ospedale, perché aveva “battuto la testa in una mensola” e si era procurato una simpatica concussione. Al pronto soccorso non gli avevano chiesto se l’occhio nero e il naso sanguinante li avesse perché la mensola gli aveva rovesciato addosso tutto quello che c’era sopra. Girolamo aveva insistito così tanto che l’avevano fatto firmare e lasciato tornare a casa, ordinando a Leonardo di svegliarlo ogni ora se si fosse addormentato. Leo l’aveva caricato in macchina, portato al monolocale in borgo Albizi e si era preparato alla veglia sedendosi ai piedi del letto con un paio di libri. Girolamo era sicuro che non si sarebbe addormentato, ma era crollato dopo un paio d’ore.
Era stato fra le cinque e le sei del mattino che gliel’aveva detto. Sisto era un politico importante, di uno schieramento molto rappresentato, che contava su una bella fetta dell’elettorato e, soprattutto, non aveva paura di giocare sporco. Il padre di Leonardo lavorava anche per alcune banche che erano, in un certo senso, infiltrate dal suo partito. Niente di illegale, solo gli uomini giusti nei vari consigli di amministrazione. Non ci avrebbe messo molto a creare problemi a quell’uomo e, di riflesso, a Leonardo stesso. Leo non aveva molto amore da parte per suo padre, ma si stavano riavvicinando e, in ogni caso, era comunque suo padre. Ne avrebbe subito tutte le conseguenze. Ergo, Girolamo preferiva applicare la politica sorridi, dì di si e fai comunque quello che volevi fare. Quando era piccolo poteva funzionare, dai dodici anni in poi Sisto aveva deciso che non poteva più andare e aveva iniziato a usare la cintura. Era un ragazzino nato per sbaglio, non voluto né programmato. Si sentiva in colpa il giusto. Il sorridi e dì di si era diventato “non reagire”. Era l’unico modo che aveva per proteggere ciò a cui teneva. Per proteggere Leonardo.
Quando aveva finito di raccontare Leonardo aveva gli occhi lucidi, e lui si sentiva il fiato corto; quando Leo gli aveva chiesto scusa non aveva capito perché lo stesse facendo.
E Leonardo si era convinto ancora di più a portarlo via da li.


Il motivo più grosso, però, è che Girolamo non ha un motivo valido per rifiutare, ma continua a farlo finché l’insistenza di Leo non gli tira fuori di bocca: “Ti rendi conto che saresti costretto a vivere con me ventiquattro ore al giorno?”
Lo dice come se fosse un’esperienza terribile.
“A-ha”
“A-ha?”
Leo lo guarda stranito. Ha smesso di seguirlo.
“E’ proprio per quello che ti sto chiedendo di andare a vivere insieme da qualche parte. Non vedo il problema.”
“Il problema è che tu - Girolamo gli punta l’indice addosso, gesticolando come se parlasse con un bambino di sei anni - saresti costretto a vivere con me”
“Continua a sfuggirmi il nesso logico”
“Oh, Dio - Girolamo gira lo zucchero nella tazza di tè con fin troppa violenza, versandone un po’ sul tavolino del bar dove si sono infilati per sfuggire all’acquazzone che si è scatenato su mezza Toscana. Avrebbe voglia di mettersi a urlare, cosa che capita di rado, ma non gli sembra il posto giusto - non ci arrivi”
Leo gli passa un tovagliolo di carta, lo guarda asciugare il tè versato e si stringe nelle spalle.
“Illuminami”
“Credi davvero che sia una persona piacevole da avere intorno per tutto il tempo?”
Leo non ci pensa nemmeno per mezzo secondo.
“No”


Girolamo sente tutta l’aria scappargli dai polmoni, sembra che gli abbiano tirato un pugno in pancia. Reagisce sorridendo, come fa sempre quando si sente ferito.
“Capisci quindi che la cosa non può funzionare”
“Non mi hai fatto finire il discorso - Leonardo si guarda intorno, avvicina il viso a quello di Girolamo e ghigna - no, non sei una persona piacevole da avere intorno tutto il tempo perché nessun essere umano è piacevole da avere intorno tutto il tempo. Io non sono piacevole da avere intorno tutto il tempo.”
Resta a guardarlo perplesso, curioso di sentire la fine del ragionamento.


Leonardo si accorge che ha l’attenzione completa di Girolamo. Sorride mentre si accomoda meglio sulla sedia.
“Fatto sta, però, che sei la persona che voglio avere intorno tutto il tempo. Magari litigheremo, magari ci odieremo per cinque minuti e poi cambieremo idea, magari ti farò venire voglia di strozzarmi e viceversa - a quel punto, Girolamo sta quasi sorridendo - ma sono sicuro che ne varrà la pena. E poi, non mi piace l’idea di lasciarti dove Sisto può raggiungerti.”
Ha capitolato. Ne è sicuro. Lo vede sospirare e appoggiare i gomiti sul tavolo, le mani unite dalle dita intrecciate.
“Sei sicuro?”
“Te lo chiedo da mesi. Secondo te sono sicuro?”
Girolamo alza un sopracciglio e decide che si, ci può stare.
“Hai già qualche idea sul posto?”
Leonardo potrebbe fare un balletto, ma non gli pare il caso.


Ci mettono un po’, ma trovano un appartamentino a Novoli che non è male. La zona non è proprio bellissima, ma il parco vicino al tribunale è piacevole, c’è il mercato ortofrutticolo vicino per rifornirsi di frutta e verdura a prezzi interessanti ed è vicino alla stazione di Rifredi e a quella dell’autobus per andare in facoltà. Nico e Zo aiutano Leonardo a raccogliere tutti i libri, vestiti, dischi, attrezzature e ciarpame vario in una quantità ridicola di scatole, le caricano sul furgoncino di Zo e le portano davanti al portone del suo nuovo condominio, le trascinano al sesto piano e partono per andare a prendere Girolamo, fra uno sbuffo e l’altro di Zoroastro. Le scatole di Girolamo sono solo tre, di cui due zeppe di libri e dischi e una di vestiti. Mezza, di vestiti, in realtà. Quando Leo gli chiede se è sicuro di aver preso tutto, Girolamo gli risponde che è sicuro di aver preso quello che gli serve.

Cenano a sedere su due scatole ancora piene, appoggiando i cartoni della pizza a domicilio su una terza, e dormono su un materasso che ancora non ha il letto intorno. Leo collega il telefono a due casse e fa partire i Sigur Ròs. Dormono benissimo. Per comprare i comodini c’è ancora tempo.  

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Da Vinci's Demons / Vai alla pagina dell'autore: Vale11