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Autore: Lachiaretta    16/04/2015    23 recensioni
Amelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi però questo passato tornerà a bussare alla sua porta, inghiottendola completamente.
Cattivi ragazzi, corse illegali, auto illegali, scommesse, sesso, droga e alcol.. ma soprattutto lui, Jake Haiden.
QUESTA STORIA PRENDE SPUNTO DALLA TRAMA DI GOSSIP GIRL, IN PARTICOLARE I PRIMI EPISODI, E DA FAST AND FURIOS. LEGGETE L'AVVISO IN APPENDICE AL PRIMO CAPITOLO PER TUTTE LE INFORMAZIONI AL RIGUARDO.
PRIMI CAPITOLI IN REVISIONE.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO 33


 
Monto in auto e chiudo immediatamente la sicura nonostante sia certa di non essere stata seguita. Jake mi ha pregata di non andarmene, ha chiamato più volete il mio nome e nella sua voce c’era un non so che di disperazione. Una parte di me voleva tornare indietro e parlargli ma come potevo restare dopo averlo baciato? Sento ancora la consistenza dei suoi muscoli tesi sulle mie mani, il profumo della sua pelle nelle narici e la dolcezza delle sue labbra.
Come ho potuto perdere così il controllo?
Mi è bastato un suo abbraccio, sentirlo chiamarmi amore, i polmoni invasi dal suo odore e non ho capito più nulla. Le sue labbra erano così invitanti e così tremendamente vicine. È stato più forte di me.
 
Accendo il motore, affondando il piede sull’acceleratore con foga ed esco dal parcheggio dirigendomi immediatamente verso la procura. Ieri ho promesso a Megan che l’avrei chiamata e non posso non mantenere la mia promessa, quindi digito il suo numero sullo schermo del telefono e attendo la sua risposta che arriva fin dal primo squillo. Sembra apparentemente stupita, forse non credeva veramente nella mia parola.
Discutiamo a lungo parlando del più e del meno, dell’intervento di mio padre, di mia madre e infine di Spencer che dovrebbe tornare domani dalle sue vacanze con Micheal ai Caraibi. A parere di Megan la mia ex coinquilina, dopo un primo attacco di rabbia nei miei confronti per aver deciso di farmi viva giusto l’unica settimana all’anno in cui lei è lontana da New York, sarà veramente felice di rivedermi e riallacciare il rapporto con me e infondo anch’io non vedo l’ora di stringerla e scoprire come sta e cosa le è successo nell’ultimo periodo. Ci accordiamo quindi per organizzare una cena il prima possibile noi tre insieme. Prima di chiudere mi avvisa che sta organizzando anche una festa per la bambina per la settimana seguente, prima di diventare troppo ingombrante, e avrebbe piacere di essere sicura della mia presenza. Inspiro profondamente un paio di volte prima di domandarle chi, oltre me e ovviamente Robert, ha intenzione di invitare e come mi aspettavo non manca nessun nome dei vecchi amici, ad eccezione di Josh, e socchiudo gli occhi mentre lei titubante pronuncia i nomi di Jake e della nuova fidanzata Hanna.
Come posso stare nella stessa stanza con lui, o peggio con lei dopo quello che è successo tra noi solo pochi minuti fa? Aspettano un figlio, Jake diventerà padre tra qualche mese e io l’ho baciato e muoio dalla voglia di farlo ancora. La risposta mi esce spontanea. “Mi dispiace Megan, preferisco non venire se ci saranno anche loro. Non offenderti, festeggeremo io e te.” Segue un lungo silenzio dopo il quale Megan, senza insistenza alcuna, mi rassicura dicendomi che se proprio deve fare una scelta, questa scelta sarebbe ricaduta su di me e che non li avrebbe invitati, mentre il senso di colpa mi stritola la cassa toracica togliendomi il respiro.
Come posso chiedere ai miei amici di scegliere tra me e lui?
 
Raggiungo la procura decisa a buttarmi a capofitto sul lavoro, studiare la prossima causa riuscirà sicuramente a distrarmi e a farmi smettere di pensare alle labbra di Jake premute sulle mie. Velocemente salgo le scale verso il mio ufficio ignorando gli sguardi stupiti dei miei colleghi per il mio abbigliamento poco consono, decido di non disturbare Josh che è chiuso nella sua stanza insieme al nuovo disastroso stagista e apro l’armadio alla ricerca del fascicolo sull’arresto di un tale Snow, beccato a correre con la sua auto in quella che aveva tutta l’aria di essere una corsa illegale. Il The Racer non ha più gli stessi piloti di un tempo e non è la prima volta che un qualche sprovveduto si fa beccare, fortunatamente non hanno mai vuotato il sacco in nessun interrogatorio e non sembrano intenzionati a tradire Mr Crab. Questo almeno finchè riesco ad evitare loro il carcere e qualunque tipo di incriminazione.
 
“Mara! Mara!” Richiamo la mia segretaria sperando che possa essermi d’aiuto. “Mara tu sai dove ho messo il fascicolo Snow? Non lo trovo da nessuna parte!”
 
La piccola donna si porta un dito sotto il mento soffermandosi a riflettere sul se e quando avesse visto quella particolare pratica illuminandosi dopo qualche secondo. “L’aveva preso il Dott. Bass prima di partire per Seattle dicendo che se ne sarebbe occupato lui. Credo che se lo sia portato a casa e deve averlo lasciato là.”
 
“Maledizione.” Impreco alzando entrambi gli occhi al cielo, questa deve essere la mia giornata sfortunata. “Hanno anche anticipato l’interrogatorio. Vado a recuperarlo.” Le comunico riafferrando la borsa e dirigendomi nuovamente verso l’uscita nonostante fossi appena arrivata da meno di qualche minuto.
 
 
***
 
 
Estraggo il piccolo portachiavi a forma di cuore regalatomi da Ryan all’ultimo Natale nella speranza che mi decidessi ad andare a vivere insieme a lui e infilo la chiave nella toppa del portone dell’elegante palazzina in centro Manhattan. Non mi piace andare a casa sua, né con lui e tantomeno senza di lui, la trovo troppo fredda e fintamente raffinata. Per questo preferisco restare ancora nel mio piccolo appartamento, in una palazzina dove se ti ritrovi all’ultimo minuto senza sale o zucchero puoi suonare al dirimpettaio senza temere di essere scambiata per una barbona. E diciamo che Josh al piano di sopra mi dà una certa sicurezza che nemmeno il miglior portiere di tutta New York riuscirebbe ad infondermi.
Giunta al primo piano seleziono dal mazzo la chiave della porta blindata, la inserisco e faccio per ruotarla verso destra senza però riuscirci. La porta è infatti stranamente chiusa senza mandata e questo mi lascia interdetta pensando che Ryan non potrebbe mai aver lasciato la casa praticamente aperta sapendo di mancare per giorni. Tuttavia anche le luci sono accese e dalla cucina provengono alcuni suoni, delle voci forse anche se non sembrano pronunciare parole in modo chiaro. Titubante mi addentro nell’ingresso avvicinandomi alla stanza in questione attraverso il salotto, man mano che accorcio le distanze le voci sembrano sempre più chiare e una delle due è quella di Ryan mentre l’altra appartiene sicuramente ad una donna, non emettono parole ma gemiti. So già cosa mi troverò davanti ma non esito nel mio cammino volendo vedere con i miei occhi ciò che sta accadendo.
 
Un viaggio di lavoro a Seattle?
 
Mi appoggio con la schiena allo stipite della porta della cucina incrociando le braccia al petto e scrutando amareggiata la scena. Alessia, l’ex fidanzata di Ryan e chiaramente sua amante, è stesa a pancia in giù sul tavolo dove io consumo solitamente la colazione quando dormo qui, mentre Ryan completamente nudo la sta prendendo con foga, tirandole i capelli con la mano sinistra e schiacciandola contro la superficie con la destra.
 
Istintivamente mi ritrovo a battere le mani l’una contro l’altra, schifata da lui. Ecco perché aveva reagito così stranamente bene al ritorno di Jake, non aveva paura che lo tradissi visto che lui fa altrettanto da chissà quanto tempo. “Non vi fermate a causa mia, continuate pure. Devo solo prendere questo e vi lascio da soli.”
 
Ryan si immobilizza pietrificato a metà dell’orgasmo seguendo con gli occhi chiari il mio corpo che veloce raggiunge la penisola accanto all’angolo cottura e recupera quello che spero sia il fascicolo Snow. Senza più degnarlo di uno sguardo esco dalla stanza e mi allontano da loro fingendo di non sentire la sua voce che mi supplica di non andare, nonostante non sia ancora uscito dalla sua amante.
 
 
 
POV JOSH
 
Siedo alla mia scrivania intendo ad esaminare alcune foto di una scena del crimine, non ho ancora trovato nulla con cui poter sostenere una stabile accusa verso quel delinquente nonostante sia sicuro che è stato lui a picchiare quasi a morte quella ragazza. Voglio vederlo dietro le sbarre entro massimo una settimana così.
Il vibrare del telefono dalla tasca dei pantaloni mi riporta con i piedi per terra. Mi sorprendo leggendo il nome di Ryan visto che a Seattle è notte inoltrata. Che sia successo qualcosa?
“Ryan dimmi tutto?”
 
“Josh passami Mia, subito!” Sbraita senza nemmeno perdere il tempo per rivolgermi un saluto, spaventandomi leggermente.
 
“Ryan non c’è Mia, Mi han detto che è passata qui ma che è andata via oltre un’ora fa. Cosa sta succedendo?” Ho il presentimento che Mia abbia combinato qualche cavolata con Jake.
 
“Non dire cazzate Josh, se scopro che la stai nascondendo finirai ad occuparti di sospensioni di patenti per il resto della tua vita.”
 
“Dannazione Ryan, Mia qui non c’è e adesso mi dici cosa nascondi altrimenti ti posso giurare che non avrai l’occasione di mandarmi in motorizzazione, finirò in carcere per averti pestato a sangue.” Lo minaccio, il tono di voce così alto che metà dell’ufficio smette di lavorare e rivolge lo sguardo verso la mia porta che mi affretto a chiudere per separarmi da orecchie indiscrete.
 
“Amelia è venuta a casa mia.” Ammette desolato con un filo di voce.
 
“Lo so, doveva prendere un fascicolo.”
 
“Peccato che io ero lì, con Alessia. Due o tre volte al mese fingo di avere un incontro di lavoro fuori città e ci chiudiamo in casa mia.”
 
“CHE COSA?” Urlo indignato. Appena Mia è tornata single si è affrettato a lasciare la provocante avvocatessa con cui ormai si frequentava da qualche anno, nonostante raccontasse in giro di volerla sposare, ed è stato dietro alla mia amica fino a riuscire a conquistarla nuovamente, ed ora che sono fidanzati ufficialmente la tradisce con la sua ex? “Ci penso io a trovarla tu però vedi di starle alla larga, a meno che non sia lei a volerti vedere.” Sibilo prima di attaccargli il telefono in faccia. Può essere così stupido? Tradire Mia con Alessia?
Afferro le chiavi dell’auto e mi fiondo fuori dall’ufficio fingendo di non vedere gli sguardi sorpresi dei miei colleghi: devo assolutamente trovarla ovunque sia.
 
 
***
 
 
“Josh quanto tempo. Hai per caso sbagliato numero?” Mi domanda Megan a mo’ di saluto con la sua solita pungente ironia.
 
“No Megam, non ho sbagliato. Volevo solo chiederti se Mia è con te, ho bisogno di parlarle.” Domando secco senza rivolgerle alcun saluto a mia volta. Adesso trovare Mia è una priorità.
 
“No, sono in ospedale a ritirare i referti della morfologica. È per caso successo qualcosa?” Il suo tono cambia velocemente, da sarcastico a preoccupato.
 
“Lascia perdere, se la senti però chiamami subito.” Le rispondo sbrigativo mentre accendo il motore della mia auto e mentalmente ripercorro i possibili luoghi dove la mia amica potrebbe essersi rifugiata, oltre ovviamente casa sua che ho trovato completamente vuota.
 
“NO!” Strilla con voce stridula impedendomi di riattaccarle il telefono in faccia. “No Josh! Non chiudermi fuori dalla sua vita, non di nuovo. È anche mia amica, la mia migliore amica. Ti prego Josh dimmi cosa sta succedendo.”
 
“Va bene Megan, cerca di stare tranquilla però.” Il suo singhiozzo mi lascia intuire che sta già per mettersi a piangere, che siano gli ormoni? “Intanto penso a trovarla e poi ti racconto tutto. Tu prova a chiamarla, magari a te risponde.” Addolcisco la voce immaginandomela seduta nella sala d’attesa dell’ospedale, una mano sul pancione ormai evidente e l’altra intenta ad asciugare le lacrime. Ospedale? “Megan in quale ospedale sei?”
 
“Al Lenox Hill. Hai già controllato da suo padre?” Domanda leggendomi evidentemente nel pensiero.
 
No! Potresti salire nella sua stanza? Io intanto ti raggiungo.”
 
“Certo, il tempo di fissare il prossimo appuntamento e corro.” Risponde decisa facendomi sorridere nonostante l’apprensione per la scomparsa della nostra amica in comune, siamo di nuovo una squadra.
 
“Megan non serve che corri, non devi affaticarti… e congratulazioni. Sono felice per te e Robert.” Termino imbarazzato, sono stato io a voltarle le spalle ma ho creduto di fare il bene di Mia. Non voleva che lei sapesse e io l’ho solo assecondata.
 
“Tranquillo, me lo ripeterai quando saremo faccia a faccia.”
 
 
 
 
Quando la raggiungo nel reparto di cardiochirurgia mi maledico per averla coinvolta trovandola di fronte alla guardiola intenta a conversare animatamente con Jake e ripetendo continuamente il nome di Mia.
 
“Dannazione Megan, perché lo hai messo in mezzo?” Sbraito stringendo i pugni mentre il ragazzo sposta i suoi gelidi occhi azzurri su di me.
 
“Ho pensato che poteva averla vista.” Si giustifica la bionda sollevando le mani in segno di difesa.
 
“Se devo essere sincero spero che Jake sia l’ultima persona che lei possa incontrare in questo momento.” Sbotto indicandolo con la mano aperta ma riferendomi a lui come se non fosse in piedi di fronte a me. La scoperta del tradimento di Ryan l’ha già destabilizzata fin troppo, le manca solo finire a letto con Jake per poi disperarsi per se stessa, Hanna e il futuro bambino. Finchè non saranno in grado di stare nella stessa stanza senza saltarsi addosso non deve ronzarle intorno.
 
“Josh si può sapere perché mi odi così tanto? Eravamo amici una volta! Hai scelto di schieratrti dalla sua parte e questo posso anche accettarlo, ma io cosa ti ho fatto?”  Mi domanda Jake avvicinandosi di un paio di passi, il mento alto per fronteggiarmi fiero.
 
“Oltre ad un occhio nero?” Ribatto maligno sfoderando il mio ghigno, quasi paragonabile al suo.
 
“Già, oltre quello! Dovrei essere io quello arrabbiato. Mi hai mentito, l’hai nascosta da me e mi hai proibito di parlarle.” Continua il biondo in camice bianco mentre le mie mani ricominciano a prudere al solo ricordo di Mia e dello stato pietoso in cui è arrivata nel mio appartamento chiedendomi asilo. Non ho potuto negarle il mio aiuto anche se ciò ha significato mettermi contro tutti. “Sei forse innamorato di lei anche tu?”
 
Sgrano gli occhi per la sua domanda improvvisa. Mi sarei aspettato di tutto tranne questo. “NO! Come diavolo ti viene in mente una cosa del genere?”
 
“E allora perché? Dimmelo.” La sua voce cala di un paio di toni mentre il suo sguardo si allontana da me fissandosi al suolo. Come può credersi la vittima?
 
“Puoi biasimarmi? Dopo quello che le hai fatto? Credevo l’amassi Jake, lo credevo veramente.”
 
“Io l’amo infatti..” Si blocca portandosi una mano alla bocca quasi volesse rimangiarsi le ultime parole e grattandosi la testa imbarazzato con l’altra. “Ok, l’amo ancora. Ero geloso, e stupido, ma soprattutto geloso. Mi ha preso alla sprovvista la vostra offerto di lavoro, sentivo così tanto la sua mancanza e volevo venisse a vivere con me a Washington. Per questo le ho chiesto di scegliere. Già la sera stessa avevo capito di aver sbagliato, le avrei detto di frequentare il tirocinio, che l’avrei aspettata un altro anno o tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno, ma lei mi ha tagliato fuori dalla sua vita.” Constata amaramente scuotendo il capo e dando tutta la colpa a lei. Stupido egoista.
 
“COSA DOVEVA FARE?” Alzo la voce per la rabbia stringendo nuovamente i pugni, alzandoli a mezz’aria mentre mi avvicino a lui minaccioso di un passo per colmare la nostra distanza. Ormai non sono più in grado di reprimere la voglia di picchiarlo, esattamente come due anni fa. “Può essere che tu non abbia ancora capito la verità?”
 
“Si che l’ho capita! Le ho chiesto di scegliere tra me e il tirocinio e lei ha chiaramente scelto Ryan!” La voce dura non riesce a nascondere tutto il suo disprezzo.
 
“Non tirare in ballo Ryan, lui era l’ultimo dei suoi pensieri. LEI AVEVA SCELTO TE!” Grido fregandomene di trovarmi in un corridoio dell’ospedale, ormai ho perso anche l’ultimo briciolo di pazienza. “Se vi siete lasciati è stata solo colpa tua!”
 
“Perché le ho chiesto di scegliere? Mi ha detto che tornava a New York perché a Megan serviva l’auto e poi ha cambiato numero! Non ha avuto nemmeno il coraggio di parlarmi.” Controbatte urlando a sua volta e attirando l’attenzione delle infermiere del piano.
 
“No Jake.” Stavolta è Megan ad intervenire, fino ad ora è rimasta in silenzio guardandoci discutere con gli occhi sbarrati per la paura e rigonfi di lacrime. “Lei aveva scelta te, ne sono sicura. Quella sera io sono tornata per cena e ne abbiamo discusso un paio d’ore, è ripartita per Washington poco dopo le dieci. Poi vi siete lasciati.”
 
“No! La mattina abbiamo litigato, lei se ne è andata e io non l’ho più vista, non è tornata quella sera…” Inspira profondamente smettendo di guardare la ragazza al suo fianco e fissando improvvisamente il vuoto. “Poco dopo le dieci?” Le fa eco soffermandosi a riflettere su quel particolare.
 
“Si, sarà arrivata a casa tua intorno all’una di notte e la mattina era di nuovo alla Eaton. Ha detto che avevate litigato ma ho scoperto solo qualche giorno dopo che vi eravate lasciati, quando sei venuto alla Columbia per la sua laurea e ormai lei era sparita.”
 
Man mano che Megan racconta la sua versione dei fatti diverse emozioni sembrano attraversare il volto di Jake, rabbia, confusione e infine disperazione. Nella sua mente ogni tassello sta occupando il giusto posto permettendogli di vedere quella verità che fino ad oggi conoscevo solo io, oltre a Mia ovviamente.
 
 
 
 
POV MIA
 
Sto vagando ormai da qualche ora per le strade di Manhattan senza meta alcuna. Non posso tornare a casa, né andare in procura o in ospedale, sicura di vedervi comparire Ryan presto o tardi e adesso non ho proprio voglia di parlare con lui.
Mi ha tradita, e con Alessia oltretutto!
Chissà da quanto va avanti questa storia? Forse non hanno mai smesso di scopare.
Ciò che mi stupisce è non ho versato ancora nemmeno una lacrima. Ho urlato e sono scappata, ma non ho pianto come invece mi sarei aspettata.
E adesso cosa faremo? Annulleremo il matrimonio per la gioia dei rotocalchi che ci tormenteranno per scoprire la verità. Non voglio che tutta New York sappia che mi ha tradita con quella gallina, sarebbe così umiliante, ma non voglio nemmeno che si avvicini più a me.
Cosa devo fare?
 
“Ciao Mia.” Una voce femminile alla mia destra mi costringe a voltarmi. Sgrano gli occhi e sbuffo sonoramente trovandomi di fronte la bella dottoressa bionda seduta alla fermata del bus. Gli occhi furbi fissi su di me, sul volto il suo solito ghigno pronto a deridermi in qualunque momento. Questa è proprio la mia solita fortuna, tra tutte le persone che potevo incontrare vagando per le strade di New York giusto lei doveva capitarmi tra i piedi. “Non si saluta?” Continua ridendo di me e del mio silenzio.
 
“Ciao Hanna.” Taglio corto riprendendo a camminare per allontanarmi il più possibile da lei. Dovrei consigliarle di smetterla di intromettersi nella mia vita, prima o poi terminerò tutto il mio autocontrollo e non riuscirò più a rivolgermi a lei con tanta gentilezza.
 
“Certo che sei proprio maleducato, oltre che stronza. Mi domando cosa trovasse Jake in te per amarti tanto.” Mi apostrofa continuando a ridere fastidiosamente.
 
Per tutta la notte trascorsa insonne mi sono ripromessa tante volte di essere superiore, di non litigare con la nuova compagna del mio ex, ma ora ho oltrepassato il limite della sopportazione. “A chi hai dato della stronza?” Mi volto ancora fissando il mio sguardo duro e serio su di lei.
 
“A te evidentemente.” Sorride maligna fingendo di guardare le persone che la circondano. “Non mi pare ce ne siano altre nei dintorni.”
 
“Magari escludendo te!” Ribatto sorridendole a mia volta, se è la guerra che vuole eccola accontentata.
 
“Tutto quest’odio! Ho appena saputo che hai chiesto a Megan di non invitare me e Jake alla festa per il bambino, molto maturo da parte tua!”
 
Istintivamente affondo le unghie nei palmi per impedire alle mie mani di allacciarsi ai suoi odiosi boccoli ossigenati e strapparle tutti i capelli. Ma come fa poi a saperlo? Doveva essere una conversazione privata tra me e Megan. “E se anche fosse? Sono affari miei e della mia amica.”
 
“Sono affari anche nostri se ci coinvolgi.” Ribatte inarcando le curate sopracciglia. Ma come osa rivolgersi a me così?
 
“Per l’esattezza non le ho detto di non invitarvi ma solo che non era mia intenzione essere presente se ci fosse stato anche lui.” Le rispondo allargando le braccia e sorridendo sorniona. “Non è colpa mia se Megan ha scelto me. Tu non sei stata nemmeno considerata.” Mento fingendo di non aver inserito anche lei nel discorso.
 
“Megan ha scelto te solo perché sa che saresti l’unica a portarle rancore in questa faccenda.” Mi zittisce facendo sparire ogni ombra di divertimento dal mio volto. “Anche lei sa che sei solo una bambina. Jake è superiore.”
Non possono essere veramente parole di Megan, eppure solo lei può averle riferito la mia richiesta. E tutto questo perché non riesco a stare vicino a Jake senza sentire il bisogno di respirare il profumo della sua pelle, di sfiorare le sue labbra, stringerle tra i denti, accarezzare la sua lingua con la mia e stringere il mio corpo al suo. Se solo Hanna sapesse quello che succede ogni volta che rimaniamo da soli mi ringrazierebbe piuttosto che darmi della stronza. Lo sto facendo per il suo bene, oltre che per la mia sanità mentale.
 
“Hanna si può sapere cosa vuoi da me?” Le domando avvicinandomi di qualche passo e costringendola ad alzarsi in piedi per potermi fronteggiare senza dovermi guardare dal basso verso l’alto. “Vuoi portarmi via anche i miei amici?”
 
La bionda sgrana gli occhi sorpresa dalle mie parole. “Anche?” Mi fa eco sollevando il sopracciglio destro. “Pensi che io ti abbia portato via Jake?” L’espressione improvvisamente seria.
 
“Lascia perdere.” Le volto le spalle riprendendo il mio cammino sperando in tal modo di porre fine a questa conversazione ormai spinosa.
 
“No Mia, non lasciamo perdere.” Il rumore dei passi alle mie spalle mi lascia intuire che deve aver deciso di seguirmi. “Tu hai lasciato Jake, nessuno te lo ha portato via.”
 
“Tecnicamente.” Approfittando del semaforo verde imbocco il passaggio pedonale e accelerando il passo per aumentare la distanza tra noi. È gravida e indossa dei tacchi, non dovrebbe essere in grado di correre.
 
“Non girare la frittata cara. Tu l’hai lasciato, smettila di fargli una colpa per essersi rifatto una vita. Piuttosto mi farei qualche domanda se fossi in te!”
 
Mi blocco a metà incrocio voltandomi ancora una volta verso di lei e incontrando di nuovo il suo ghigno divertito. Sta continuando a prendermi in giro. “Tipo?” Le chiedo scrollando le spalle, stanca della piega che ha preso la conversazione.
 
“Sei gelosa Mia, e lo ami ancora. Sono una donna e le capisco queste cose. Quello che non riesco a capire è perché, perché se lo ami così tanto invece di sparire e fidanzarti con un altro non sei tornata da lui? Avrebbe accettato anche quel tuo stupido tirocinio.”
 
Lo avrebbe accettato? E io avrei mai accettato di continuare a stare con lui sapendo la verità?
 
“Divertente che sia proprio tu a rimproverarmi di aver lasciato il padre di tuo figlio. Però ti sbagli su un punto in particolare. Io sono tornata, quella stessa notte, decisa a mollare tutto per lui.” Le rispondo atona cercando di non lasciar trasparire il dolore che ancora sento dentro, in particolare di fronte alla persona che lo ha causato.
 
 
 
Flashback: Due anni prima.
 
Hanna trascinava a fatica Jake su per le scale domandandosi se sotto quel fisico apparentemente asciutto e muscoloso nascondesse qualche chilo di grasso per giustificare quel peso non indifferente.
 
“Ci hai decisamente dato dentro questa sera?” Biascicò lasciando scivolare l’amico sul grande letto una volta entrati nella sua camera e notando immediatamente il capo di biancheria intima femminile abbandonato tra la porta e il muro.
 
“Hanna sono stato un idiota, non dovevo imporle di scegliere.” La bocca impastata per l’eccessivo uso di sostanze alcoliche non permetteva alle parole di uscire chiare e distinte ma Hanna, ormai abituata alle serate brave dei suoi colleghi specializzandi, ne afferra immediatamente il significato.
 
“Finalmente te ne sei reso conto!” Sorrise sfilandogli la tuta e aiutandolo a coricarsi sotto le coperte. Hanna aveva esitato a manifestare il suo dissenso mentre gli altri dottori incitavano Jake a farsi valere con la fidanzata rimanendo fermo sul suo ultimatum, voleva bene all’amico ma riconosceva il suo errore certa che se fosse rimasto irremovibile sul suo pensiero se ne sarebbe pentito.
 
“Sento di averla persa!” Piagnucolò il ragazzo coprendosi gli occhi col braccio sinistro, lo stato di euforia lo stava abbandonando lasciando il posto alla tristezza.
 
“Non l’hai persa Jake, per quel che ne so vi amate da sempre.” Cercò di tranquillizzarlo l’amica scompigliandogli i capelli con la mano destra. “Domani andrai da lei e le dirai di accettare quel posto e che l’aspetterai un altro anno perché la ami come non hai mai amato nessuna in vita tua.”
 
“Tu non capisci Hanna. Più di una volta in questi anni il nostro rapporto ha tentennato a causa della lontananza, non sono tornato a New York solo perché lei non me lo avrebbe permesso. Un altro anno sarebbe devastante. Per non parlare di Ryan Bass.” Hanna ascoltò paziente il suo amico e collega sfogarsi, comprendendo pienamente i suoi timori, gli stessi che lei affrontava tutte le volte in cui il turno di Mark, il bel strutturato per cui aveva perso la testa dal primo giorno di specializzazione, coincideva con quello dell’avvenente infermiera che frequentava poco prima di lei, sicura di un loro possibile incontro notturno nelle stanze riservate al medico di guardia. Non era però sua intenzione peggiorare la situazione oltre il dovuto e riservò all’amico le stesse parole di incoraggiamento che era solita ripetersi nei momenti di sconforto.
 
“Jake ragiona, lei l’ha lasciato per te. Non sarà così stupida da tornare sui suoi passi.”
 
Le lacrime però iniziarono a rigare le candide guance di Jake, segno che ormai l’alcool lo aveva sopraffatto. Istintivamente la bionda agganciò le braccia intorno al collo dell’amico che si lasciò stringere affondando il volto nell’incavo del suo collo. “Non so cosa farei senza di te.”
 
“Per questo sono la tua migliore amica.” Sussurrò a pochi centimetri dal suo orecchio sorridendo sorniona.
 
“Rimani qui, è quasi mezzanotte e domani il tuo turno comincia alle sei. Dormi qualche ora.” La invita dopo aver controllato la sveglia sul comodino.
 
“Non hai tutti i torti, magari evitiamo di dirlo a Mark però.” Acconsente infilandosi completamente vestita sotto le coperte accanto a Jake che le volta le spalle cadendo quasi immediatamente in un sonno profondo.
 
 
Nessuno dei due si ricordò di aver lasciato la porta accostata e nessuno dei due sentì un’ora più tardi i passi leggeri di Mia che salivano incerti le scale spaventata per l’ingresso insolitamente aperto, né l’urlo soffocato della ragazza seguito da numerosi singhiozzi mentre i suoi occhi marroni, ormai velati di lacrime, si soffermarono a lungo al suo fidanzato steso nel letto accanto alla bellissima bionda.
Lei non poteva sapere che si trattava di un enorme spiacevole equivoco, nella sua mente le immagini che le si paravano di fronte, accompagnate dalla consapevolezza che ciò rientrava nelle vecchie abitudini del suo ragazzo, furono sufficienti a farla giungere alla soluzione più ovvia. Jake l’aveva appena tradita e forse non era nemmeno la prima volta.
 
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
 
Distrutta dal dolore sfilò l’anello di fidanzamento abbandonandolo sul grande comò della camera da letto, quindi tornò sui suoi passi, salì in auto e mise in moto. La mattina seguente si precipitò nella stanza del Professor Collins pregandolo di anticipare la sua laurea al giorno stesso e non fu difficile convincere un altro laureando a far cambio di data con lei. Il tutto non prima di essersi procurata un nuovo numero ed aver eliminato il suo. Il pomeriggio stesso aveva abbandonato la Eaton diretta all’appartamento di Josh al qualche si era vista costretta a dire la verità pur di fargli mantenere il segreto. Era sicura che Jake l’avrebbe cercata, o almeno lo sperava perché in caso contrario avrebbe significato non contate proprio nulla, infondo lui non sapeva che lei lo aveva scoperto. Mia però non voleva vederlo mai più, certa che se lo avesse visto sarebbe morta per il dolore e la delusione o peggio si sarebbe fatta abbindolare da lui. 
 
Il suo grande sogno d’amore era appena diventato il suo peggiore incubo.   
 
 
 
 
Hanna mi fissa incredula, gli occhi sgranati per la mia rivelazione. Non ero più riuscita ad ammetterlo a nessuno, escluso Josh ovviamente. Ma con lui è stato diverso. Se ne avessi parlato con Megan non avrebbe capito, non mi avrebbe creduto, avrebbe chiamato Jake costringendomi ad incontrarlo e io non volevo più nemmeno sentir pronunciare il suo nome.
Assurdo come solo poche ore fa ho trovato il mio fidanzato intento a scoparsi la sua ex sul tavolo della cucina e in me non ci sia nemmeno l’ombra del dolore che ancora provo solo ripensando all’immagine di Jake e Hanna nel letto in cui io avevo dormito meno di ventiquattro ore prima.
“Quindi ti prego Hanna, non farmi la morale, non difendere Jake o vittimizzarlo. Io avevo scelto Jake mentre lui era già a letto con te, e magari non era nemmeno la prima volta. Non sono io la cattiva tra noi.” Termino indicando entrambe con il dito indice.
 
“Mia..” Comincia avanzando incerta verso di me, ma prima di riuscire ad udire anche solo un’altra parola la sua voce viene coperta dal rumore di un clacson e dal fischio dei freni di un’auto che sgomma sull’asfalto avvicinandosi pericolosamente a lei che lascia cadere la borsa comprendoni il volto con entrambe le mani.   
 
 
 
 
POV JAKE
 
“Jake, è il tuo cerca persone.” Megan richiama la mia attenzione. Sono imbambolato a guardare il vuoto da secondi, forse interi minuti, e l’unica cosa che riesco a pensare è che la colpa di tutto è unicamente mia. Ha frainteso tutto, se solo me ne avesse parlato… le avrei spiegato. Mi avrebbe creduto?
 
“Jake! Il cercapersone!” La mano di Megan si stringe intorno alla mia spalla scuotendomi per riportarmi alla realtà. La guardo perplesso riconoscendo solo in quell’istante il fastidioso suono proveniente dalla mia tasca.
 
“Mi chiamano dal pronto soccorso.” Sussurro guardando il piccolo schermo illuminato. “Riguarda Hanna.”
 
 
 
Angolo Autrice
 
Ecco il nuovo capitolo… Anzitutto scusatemi se ci saranno errori ma non ho avuto tempo per rileggerlo... So che non è bello ma non avrei avuto tempo fino a domenica altrimenti e qualcuna richiedeva il capitolo... SORVOLATE E PERDONATEMI.

Ed ecco svelato cosa è successo quella notte.
Un applauso a quelle di voi che l’avevano capito.. ovviamente non ho potuto/voluto dirvi che avevate ragione per non rovinarvi la sorpresa o rovinarla a chi per curo caso avrebbe lette una delle mie rarissime risposte!!
Allora cosa ne pensate…??
Mia poverina si è ritrovata davanti al suo fidanzato steso a letto con un‘altra e ha frainteso tutto. Come biasimarla però? Jake era famoso per queste cose e diciamocelo, se la vedi con i tuoi occhi non riesci proprio a pensare che si tratti di un semplice equivoco. Il suo cuore si è spezzato irrimediabilmente.
Jake povero era ovviamente all’oscuro di tutto e nella sua testolina, ricordatevi che sarà sempre il mio adorato tontolino, ha ovviamente pensato che lei avesse scelto di lasciarlo per il lavoro. All’inizio non voleva darsi per vinto ma arrivare alle mani con uno dei suoi migliori amici, il quale nascondeva da lui la sua fidanzata nemmeno fosse l’essere più spregevole del mondo, l’ha distrutto. Ha quindi deciso di accontentarla per amore, lasciandola alla sua vita.
 
Ma ora cosa sarà successo ad Hanna? L’auto la stava per investire e Jake è stato chiamato in pronto soccorso. Povera Hanna, speriamo che lei e il bambino stiano bene.. Anche se molte di voi sperano che succeda qualcosa a loro in modo che il nostro Jake sia libero di tornare da Mia….
 
Al prossimo capitolo
Un abbraccio
Lachiaretta.

 
   
 
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