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Autore: RocketQueenie    16/04/2015    7 recensioni
cosa può succedere se, sfuggiti da Bosco Atro e dalla prigionia presso gli Elfi Silvani, Thorin Scudodiquercia e la sua compagnia si trovassero alle prese con un nuovo arrivato? sarebbe l'inizio di un'avventura, di un'amicizia, di un amore, un modo per ribaltare dei destini già scritti, o solo l'inizio del declino?
!fan fiction avventurosa con (parecchi) elementi erotici e contenuti talvolta un po' forti!
Non permettiamo a noi stessi di farci del male, finché soffrire non è l'unica cosa che ci salva. O che ci resta, magari. L'unica cosa che ci fa sentire vivi, presenti, al mondo. Fa così paura, a volte, continuare a lottare. Avere così tanto da perdere..
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Frotte di Orchi sbucarono urlando dal nulla, armati fino ai denti.
La compagnia di Thorin Scudodiquercia rimase paralizzata dalla sorpresa, osservando la loro via di fuga, una sottile striscia di terra che, oltrepassando la chiusa degli Elfi, si allontanava seguendo il corso del fiume in direzione del lago, farsi inaccessibile, invasa dalle truppe di quegli esseri disgustosi.
Haerelwen fu la prima a riprendersi dalla sorpresa, e piantò la spada nel cranio di uno degli orchi, che si era avvicinato troppo a Bilbo.
I membri della compagnia si strinsero l’uno contro l’altro, spalle contro spalle, pronti a fare fronte unito contro questa nuova minaccia.
Thorin, a capo della formazione, vibrava colpi con la sua Fendiorchi in ogni direzione, riuscendo ad abbatterne parecchi. Anche Dwalin, Fili e Kili ebbero un gran daffare a proteggere i lati dello schieramento nanico, mentre Bilbo Baggins si arrovellava.
Dovevano andarsene da lì. Per quanto valorosi fossero i membri della Compagnia, quegli orchi erano troppi, perché potessero pensare di abbattere la minaccia.
Raggiungere il lago per terra era ormai impossibile, e per cui, bisognava assolutamente ripartire dal piano originario, e raggiungerlo via fiume.
Le botti erano ancora lì, abbandonate sulla riva, ma la chiusa era ancora drammaticamente abbassata.
Le guardie Elfiche erano state uccise, e sembrava non esserci più alcuna speranza per Thorin Scudodiquercia e i suoi.
Rassegnato, Bilbo sospirò, osservando tentato l’Anello che aveva in tasca.
Oh, sarebbe stato così facile farselo scivolare al dito e sgattaiolare via...
Fu il pensiero di un attimo, poi scosse la testa, disgustato da se stesso. No, non avrebbe permesso al suo lato Baggins di trasformarlo in un vile traditore. Avrebbe aiutato i suoi amici, costasse quel che sarebbe costato!
Il suo sguardo disperato vagliò ogni possibilità, mentre Thorin, Haerelwen e gli altri facevano del loro meglio per debellare l’offensiva degli orchi.
Finalmente, lo Hobbit scorse una leva incastonata nella roccia del passatoio, che non poteva essere altro che la leva che azionava la chiusa.
Entusiasta, cominciò a strattonare la veste di Balin.
-Dobbiamo ritornare nelle botti, Balin!- esclamò, concitato.
-Non dire assurdità, Bilbo! Rimarremo bloccati nella chiusa, e allora si che saremo un bersaglio facile!- rispose quello, mentre parava all’ultimo un colpo di mazza.
-Ma...- riprovò Bilbo, prima di rendersi conto che nessuno lo stava ascoltando.
Ahilui, quello sembrava essere il suo destino nella Compagnia! Avere le idee più sensate, ma non essere mai ascoltato!
Stava per scoraggiarsi, quando il suo lato Took, punto sul vivo, si ribellò:-Dannati Nani cocciuti!- esclamò –Volete darmi retta!? Lì c’è la leva per aprirle la chiusa! Dobbiamo tornare nelle botti, o non ne usciremo vivi!-
Il brontolio dello Hobbit raggiunse le orecchie di Thorin Scudodiquercia, che aveva ormai preso atto dell’incredibile difficoltà in cui si trovavano lui e i suoi.
Approfittando di Haerelwen che gli copriva le spalle si voltò verso la chiusa, e individuò la leva.
Fece un rapido calcolo tra sé e sé.
Il piano sembrava disperato.
Sarebbero dovuti correre alle botti, buttarle in acqua e infilarsi ognuno nella propria, mentre qualcuno azionava la leva, sperando che gli Orchi non facessero in tempo a gettarsi su di loro nel frattempo.
Assurdo. Non avrebbe mai, mai funzionato!
Eppure, quella era l’unica soluzione.
-Tutti alle botti!- gridò –Io, Haerelwen e Dwalin vi possiamo coprire per qualche minuto, non di più! Kili, vai ad azionare la leva!-
I Nani, sorpresi, cessarono di combattere e corsero verso la riva del fiume. Gettarono di nuovo nell’acqua tutte le botti, mentre Kili correva sul ballatoio di pietra ad abbassare la leva.
In quel momento, proprio mentre l’Elfa e i due Nani si rendevano conto di non poter bloccare da soli l’offensiva di un centinaio di Orchi, due figure piombarono con un balzo agile sul campo di battaglia.
-Legolas!- esclamò Haerelwen, sorpresa.
-Diamine se sei l’Elfa più cocciuta che io abbia mai visto!- rispose l’Elfo biondo dalle fattezze regali che era appena intervenuto nello scontro.
Accanto a lui, un’altra Elfa dai capelli rossi aveva estratto la spada, e stava già facendo a pezzi parecchi di loro.
Questo diversivo permise agli altri Nani di sistemarsi nelle botti, e di attendere che Kili facesse la sua parte.
-Dwalin, al mio tre, corriamo verso le botti!- tuonò Thorin, arretrando verso la riva.
-Sì!- rispose l’altro, seguendolo.
-Uno, due...Tre!-
Dwalin corse verso il suo tino e vi saltò dentro, Thorin stava per fare lo stesso, quando ebbe un’esitazione.
-E tu cosa fai?- domandò, rivolto a Haerelwen.
-Tu non preoccuparti! Entra nella tua botte!- rispose quella –Arrivano rinforzi!-
Non aveva quasi finito di parlare, che un nutrito gruppo di Elfi raggiunse la chiusa, cominciando immediatamente ad attaccare il plotone di Orchi.
Senza ulteriori esitazioni, anche Thorin si sistemò all’interno del suo tino:-Kili, abbassa quella leva e salta!- ordinò.
-Sì, zi...-
La sua frase fu interrotta da un urlo di dolore.
Una freccia (Morgul) l’aveva colpito alla gamba.
Cadde sulla dura pietra, in preda e forti e dolorosissimi spasmi.
La gamba gli si fece improvvisamente gelida, come se venisse impossessata dal ghiaccio, e il freddo si irradiò a poco a poco in tutto il suo corpo, irrigidendolo.
Tutto si fece irreale, confuso.
L’urlo di disperazione di suo fratello Fili e quello di suo zio, l’impazzare della battaglia tra Elfi e Orchi, l’Elfa dai capelli rossi, Tauriel, con cui aveva parlato mentre era in cella che si voltava verso di lui, con il terrore dipinto sul bel volto efebico...Poi, sopra di lui, la leva.
I suoi compagni intrappolati lì sotto, con le frecce degli Orchi che ancora volavano, fendendo l’aria.
Tra lui e quel dannato pezzo di legno sembrava esserci così tanta distanza...
Cerco di sollevarsi, ma una fitta alla gamba lo ributtò giù, preda a spasmi di dolore acuto.
Urlò, ma tentò nuovamente di alzarsi.
Questa volta ci riuscì, almeno in parte, e la sua mano destra riuscì a sfiorare il legno liscio dell’impugnatura.
Troppo liscio, forse, perché le sue dita scivolarono, e il dolore si fece così acuto, da risultare insopportabile.
Piano piano, la sua vista si fece sfocata, i suoi sensi confusi, le sue membra si intorpidirono ulteriormente.
Gli occhi cominciarono piano piano a cedere all’oblio che tanto agognava, e tutto cominciò a farsi buio...
-Kili!-
Quel richiamo, così inaspettato, lo riscosse.
Suo zio, sotto di lui, lo osservava angosciato.
Erano i suoi. Erano la sua famiglia.
Anche a costo della vita, doveva aiutarli.
Il suo braccio si tese nuovamente, stava per arrivarci, poteva farcela...Finalmente la sua mano si strinse intorno alla leva, e l’abbassò di scatto.
Dopo di che, riuscì in qualche modo a rotolare giù dal ballatoio, e a finire nella sua botte.
La freccia, colpendo il bordo del tino, si spezzò, e Kili provò l’ennesima scossa di dolore acuto, seguita da un leggero sollievo, che lo fece sprofondare nell’oscurità.
Nel frattempo Tauriel, capo delle guardie del Re Thranduil, aveva seguito la scena con un misto di orrore e apprensione, e aveva osservato le botti fluire via seguendo il corso della corrente.
Alcuni orchi cominciarono ad inseguirle ma i Nani, questa volta, erano pronti ad una controffensiva.
Fili si era impossessato dell’arco di Kili, e ora vendicava il fratello abbattendo quanti più Orchi riuscisse.
Bombur aveva sfruttato una sua personalissima tecnica e, rotolando sull’argine grazie ad una poderosa spinta, era riuscito a sbaragliarne parecchi.
Thorin e la sua Orcrist erano sicuramente la maggior minaccia per quegli orridi esseri, che avevano già imparato a temere la potenza distruttrice della Fendiorchi molto prima che il suo cammino si incrociasse con quello del Re dei Nani.
Gli Elfi, uniti ai Nani dal comune odio per gli Orchi, avevano ben presto cominciato ad inseguirli, seminando morte e panico all’interno delle loro fila.
Legolas, con il suo infallibile arco, freddò un Orco che aveva quasi sorpreso Thorin, e il Nano si ritrovò a rivolgere uno sguardo di gratitudine al giovane elfo biondo.
Dopo tutto, c’era una sola cosa che egli detestasse più degli Elfi, ed erano proprio gli Orchi.
Anche l’Elfo rivolse un cenno al Re dei Nani, cosa che probabilmente suo padre Thranduil non gli avrebbe mai perdonato.
Sconfiggendo un nemico, infatti, stava assicurando ai suoi prigionieri la libertà.
Gli Orchi, sotto comando di Bolg, batterono in ritirata, inseguendo i tini dei Nani che scomparivano lungo il fiume sfruttando la corrente.
Solo uno rimase in vita, accanto a Legolas. Tauriel gli puntava la sua spada alla gola, ma il Principe Elfico voleva portarlo vivo al padre.
Le ordinò di legarlo stretto ad un tronco per impedirgli di fuggire, poi lo stordì con un colpo alla testa.
A quel punto, Legolas rivolse la sua attenzione a qualcosa che, in quel momento, gli premeva ancor di più della presenza di Orchi così vicini a Palazzo.

 




 
   
 
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