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Autore: kleroline    16/04/2015    0 recensioni
Claroline Scay è una Toloi ovvero una protettrice della sua migliore amica Jenna.
Jenna è una marakai cioè una strega dalle mille capacità, nel corso dell'anno Clary scoprirà che in molti vogliono la testa di Jenna e ad aggravare la situazione Clary scoprirà che in classe con lei c'è il nipote dell assassino di tutta la sua famiglia la cui unica superstite è la madre.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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“CLAROLINE! CLAAAROLINE?!”                                                                                                                                                                      
La sua voce echeggiò .La mia sveglia parlante (mia madre) mi chiamava al rapporto.
Sapevo quello che mi aspettava ,eppure scelsi  volontariamente di ignorarla . Riuscii a percepire i suoi passi  provenienti dalle scale, veniva a distruggere la mia vita ….Valutai seriamente l’idea di scaraventarla  a terra,impugnare il mio arco e metterle una freccia in mezzo gli occhi.. non mi andava di cominciare un’altro anno di scuola “formativa”.
E in un’ attimo fù in camera mia ,non potevo scappare ,ormai era finita.                                                                                                           
“Claroline?,andiamo sapevamo che sarebbe successo” disse  dandomi un colpetto sulla schiena , sperando forse  in un mio movimento .
“Oggi rientrerai in accademia per diventare una Toloi, e per di più con un membro della famiglia Montez,sono una famiglia molto rispettabile”continuò con quasi le lacrime agli occhi
“Per cosa? Per farmi uccidere come papà?Magari da una squadra di lupi mannari che vogliono solo la mia testa?”replicai molto seccata io.       
“Tuo padre è stato ucciso da Kato nessun altro, quindi smetti di usarlo come scusa”si alzò dal mio letto e uscì dalla porta ma senza mancare di farmi un ultimo grido..                                                                                                                
“ALZATI CLAROLINE!”                                                                                                                                                                 
 Rimasi a fissare il soffitto per alcuni minuti ripetendomi  in mente:               
”Non ci credo non è possibile, insomma credevo che questo giorno non sarebbe mai arrivato e …... beh, eccomi”   scesi dal letto per dirigermi in bagno. Infilai quello che secondo L’Hills Blood era un’uniforme, con una gonna nera che mi arrivava circa 10cm sopra il ginocchio con una maglia dalle maniche nere e  il resto grigio. I miei capelli bruni e lisci cadevano  lunghi sulla mia schiena,misi un filo di matita sulla linea dei miei occhi castani e una leggera sfumatura di rossetto sulle labbra.                                                                                                                                                                                            
Scesi dalle scale per raggiungere la cucina, quando una voce interruppe la mia discesa                                                                                           “Allora ti sei alzata?!”disse mia madre, non le risposi in segno di disaccordo.                                                                                                                                                                                                  
“Vuoi che ti accompagni a scuola?”continuò  con tono apprensivo                                                                                     
“No, grazie  se devo andare al patibolo ci andrò con le mie gambe”dissi spavalda allungandomi per prendere una mela molto rossa, in un contenitore trasparente al centro della tavola.                                                                                                                                                                                                          
“Non è un patibolo, è solo una scuola  per imparare a difendere la tua migliore amica dalle forze oscure.”sorrise e mi diede una pacca sulla spalla                                                                                                                                                      
”Ci sarei dovuta andare anche se Jenna non fosse stata la mia migliore amica,e oltre tutto le “forze oscure”di cui parli sono tutti assassini,mi succederà quello che è successo a tutta la nostra famiglia e quella di Jenna”mia madre fece un sorriso con un velo di sconforto,forse ricordando la notte in cui tutto era successo. Mi dispiaceva, sapevo che usavo “l’arma” papà più di ascia e spada che lui stesso mi aveva insegnato ad impugnare,quindi non continuai il mio discorso, feci un grosso sospiro e mi avviai verso la porta, un cenno a mia madre e presi la mia borsa a valigetta blu e uscii.                                                           
 Il  sole non mi era mai sembrato così accecante, la scuola non era molto lontana da casa mia ma molto meno da quella di Jenna .Avevamo deciso di arrivare al mio “patibolo” insieme, così lei si sarebbe potuta accertare che non scappassi nel mentre. Ero così assorta dai miei pensi che non mi accorsi di essere già arrivata davanti al suo portone .Era un grande portone verde con una maniglia a forma di leone di un’ oro lucido.
Avanzai  la mia mano verso il campanello ma il portone si aprì di scatto,e qualcuno mi saltò al collo”qualcuno” per modo di dire, sapevo esattamente chi era.
“Clary!!” mi abbracciò e  mi sorrise e guardò come ero vestita,  sapevo quello che pensava , sapevamo sempre quello che pensavamo a vicenda. Jenna era la mia migliore amica da quando ne avevo ricordo,aveva due occhi verdi e lunghi capelli biondi che portava  sempre legati oppure sciolti con due ciocche di capelli legati dietro la nuca, oggi aveva scelto la seconda.
“Sei stupenda” disse fiera di me ,alzando leggermente il sopracciglio
“Grazie “ risposi  con voce seccata, la sentii ridere dietro di me.
“ Allora come va a casa?”provò a cambiare argomento
“So dove vuoi arrivare” non avrei sopportato che qualcuno me lo chiedesse ancora .
“Non ho bisogno di arrivare da nessuna parte ..lo vedo nei tuoi occhi"                                                                                                                                                          
Ci sedemmo sul muretto a guardare l’orizzonte ,lei mi guardò con sguardo triste
“Vuoi andare via?”chiese quasi bofonchiando ,roteai gli occhi e la guardai
“Ci ritroveremmo sempre allo stesso punto.”
“Anzi tu moriresti e di conseguenza anche io, due morte per non frequentare una scuola “continuai io
“Non siamo ancora certe di essere legate, non è stato ancora accertato” protestò Jenna
“La mia e la tua famiglia sono legate dall’inizio dei secoli, siamo legate al 101 percento”replicai io Jenna si limitò ad acconsentire sospirò e si limitò ad acconsentire,
si girò verso di me alzando il sedere dal muretto.
“Potremmo provare ad ambientarci”provò a dire, ma si vedeva che non ci credeva nemmeno lei …. mi girai e la guardai storto.
“Proprio qui?Lo stesso posto dove vivevamo?E soprattutto dove vivevano loro?”Jenna si spostò per arrivare proprio davanti a me e potermi rispondere

In lontananza vedemmo arrivare il pullman, ci lanciammo solo uno sguardo e salimmo sul pullman appena fù fermo.
Il mezzo era molto grande e la luce era opaca a causa dei finestrini oscurati, Jenna si sedette vicino al finestrino mentre io preferii guardarmi prima un po’ in torno,vidi qualche faccia conosciuta e qualcuna no. Dopo poche fermate eravamo arrivate alla “Hills Blood”ero lì davanti alle porte.
“Ciao!Io sono Lucas benvenuta alla Hills Blood tu devi essere.. Cleroline Scay”disse leggendo su un foglietto e spalancando gli occhi tanto che fù possibile vedergli le orbite“E lei deve essere Jennifer Montez”disse puntando Jenna a pochi passi da me”Cavolo che matricole”si lasciò sfuggire guardando i nostri cognomi .
scoppiai a ridere.
“Modestamente “ironizzò Jenna.
Il ragazzo aveva due occhi castani e capelli corti.
Jenna si accostò a me. Allora lui prese la palla al balzo e chiese
“Da dove venite?”
“Da molti posti.“risposi io prima che Jenna ne avesse il tempo ,avevo paura che si facesse sfuggire qualcosa di troppo.
 Quando con la coda dell’occhio vidi un ragazzo che mi osservava,mi girai ma quando lo feci  i suoi amici gli saltarono addosso  gridando:”VIVA IL CAPITANO”
Allora chiesi”Chi è quel ragazzo? “Lucas si girò per capire di chi stessi parlando dopo alcuni secondi roteò gli occhi e rispose
“Quello ovviamente è “il piccolo Evans” ragazzo ruba cuori e ovviamente capitano della squadra di Lacrosse!Degno erede di suo fratello Derek.”disse leggermente schifato
“ Evans?! COME PETER Evans?”urlò Jenna voltandosi poi di scatto.
“Infatti,Derek è il fratello maggiore e Peter lo zio,Il ragazzo non doveva entrare a far parte della scuola,ma facendo parte come voi di una famiglia fondatrice, non ostante la fama della sua famiglia,tutti sono suoi amici per paura per lo più..Mi dispiace che dovrete starci a contatto..”
“Scusaci Lucas,noi dobbiamo andare..”dissi io muovendomi il più in fretta possibile
“Ma io dovevo mostrarvi la scuola!”disse scuotendo le braccia
“Un’altra volta è?”non ebbe il tempo di rispondermi che io e Jenna eravamo già fuori dal suo campo visivo.
“COSA CI FA LUI QUI?”strillai
“Il nipote dell’assassino dei miei genitori e di tuo padre viene a scuola-con-noi”Jenna andò quasi completamente in panico,tanto che le ultime parole erano quasi trascinate.
^^DRRRIIIIIIIINNNN^^la campanella squittì l’ora del mio giudizio
Diedi una leggera occhiata al foglietto su cui il giorno prima avevo appuntato le materie.
“Lasciamo perdere”annunciai
“Lucas non sembra aver capito molto”mi guardai intorno per capire che corridoio prendere
”E’ carino”disse Jenna.
“Chi ?”chiesi io ancora stordita dal fatto di aver visto un discendente della famiglia Evans nell’atrio
“LUCAS!.”mi rispose in tono ovvio .
“Come fai a pensare a questo?Abbiamo appena visto il nipote dell’assassino dei nostri genitori nel cortile!” “Siamo sincere,ci hanno addestrate per difenderci da sole,per anni ..Sono quasi felice che sia qui così potrò ucciderlo in modo lento e doloroso“ disse “Se Peter  Evans vuole farsi avanti, lo faccia noi siamo pronte.”
Entrai in classe convinta che per almeno otto ore non avrei dovuto pensare all’accaduto, quando appena varcata la soglia vidi il “Piccolo Evans”seduto proprio al centro della classe. Il ragazzo si girò verso di me e soltanto ad avere il suo sguardo addosso, mi sentii immediatamente come se lui sapesse chi ero,ma lui non poteva conoscermi non mi aveva mai vista.
“Clary ti sei incantata?”mi chiese preoccupata Jenna
“…No ”le abbozzai un sorriso indicando con lo sguardo la sedia del ragazzo 
“Che culo”sbottò Jenna
“Jenna?!”Lucas spuntò dall’angolo della classe
“Ciao”Lo salutò Jenna
“Io vado a sedermi piccioncini”li salutai muovendo leggermente le dita.
Lucas rise alla mia allusione. Mi guardai intorno e vidi solo 2 posti uno vicino a Lucas e l’altro vicino ad una ragazza dai  capelli neri, mi spostai verso di lei in modo da lasciare l’altro posto a Jenna,il “piccolo Evans”mi seguì con lo sguardo per tutta la durata del mio percorso.
“CIAO!”mi disse la ragazza
“Ciao,Io sono Claroline, ma per l’amor del cielo chiamami Klary”
“Vanessa” mi rispose garbata”Lo farò sicuramente”
 Il professore fece capolino in classe era un giovane uomo dai  capelli neri e occhi verdi chiarissimi,avevano un distacco  impressionante ,tanto che pensai fosse tinto ma non vedevo segni di ricrescita:
“Non vorrei disturbare nessuno di voi”disse,e la classe smise di botto di parlare
“Ma io dovrei parlare a raffica e voi dovreste far finta di ascoltarmi”disse per attirare l’attenzione a se.
risatine e mormorii si fecero sentire non appena il prof si sedette.
Mi  guardai intorno ma Vanessa aveva gli occhi puntati su di me mi voltai di scatto e sentii i suoi occhi scrutarmi nell’anima,mi bloccai, ogni mio movimento era impossibile
“Cosa c’è?”chiesi fissandola a mia volta
“Assomigli molto a una persona “ era quasi incerta sulla parola persona ma non ci feci molto caso e mi tornai a voltare.
L’appello incominciò e il professore scandì tutti i nomi ma io incominciai a farci caso dalla E.
“Ellite Lana, Emormi Klaus, Evans Nick”l’appello andò avanti ma io non vi prestai attenzione, si chiamava Nick,non sembrava un nome da assassino, non so come arrivarono a me
“Claroline Scay” mezza classe alzò la testa per guardarmi in faccia, guardai Nick la cui faccia era quasi del tutto sbiancata, il professore fermò l’appello e mi guardò fissa negli occhi e mi chiese
“Scay, come Harold Scay?”la sua voce aveva solo espresso la domanda che si facevano tutti.
“Era mio padre”chiarii immediatamente io,si alzò un vocio frastornante e la stanza si riempì di sguardi che arrivavano prima a me per poi fermarsi di nuovo su Nick, il professore ritorno sulla terra dalla sua nuvola di pensieri e mise tutti a tacere
“Sarò contento di vedere con quale foga combatterete tu e Evans nel campo, sono molto curioso” gli si arricciò un sorriso sulle labbra io e Nick ci guardammo in faccia per pochissimi secondi, era molto carino, occhi verdi e capelli ricci con due fossette dove era possibile sprofondarci , aveva dei muscoli molto delineati, pensai che nel campo sarebbe stato visivamente più forte di me, ma sono sicura che con i trascorsi della nostra famiglia non mi avrebbe sottovalutata… continuando la spiegazione dei corsi che i Toloi avrebbero dovuto seguire e quelli invece dei Marakai il professore non esitò a squadrare ancora me e Nick, non ascoltai molto ero troppo intenta a guardare con quale foga Vanessa disegnava cose senza senso sul suo quaderno.
Capii immediatamente che era una Marakai,anche Jenna aveva quelle capacità, ma lei riusciva a gestire anche gli elementi, infondo era una Montez una delle più potenti famiglie fondatrici …
La campanella suonò e solo allora feci caso a Jenna che mi veniva in contro
“Almeno la prima ora è passata,adesso tu vai al campo e io nell’arena”
La differenza tra campo e arena era semplice, al campo si combatteva con qualsiasi arma fino alcune volte al mozzamento di alcuni arti dove i professori decidevano se eri degno del tuo Marakai, mentre invece nell’arena gli allenamenti erano più che mentali che fisici, dove i Marakai venivano addestrati a resistere alla compulsione , al veleno, all’asservimento e nel caso delle poche fortunate come Jenna e Vanessa a gestire i loro doni.

“Potrai misurarti con Evans”mi stuzzicò Jenna
“Non vedo l’ora” le risposi afferrando la borsa e correndo all’uscita con Jenna, sia l’arena che il campo avevano tolleranza 0 con i ritardi.
 
  
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