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Autore: __Talia__    17/04/2015    1 recensioni
Talia è la figlia di Ra's Al Ghul, spietato capo della Lega degli Assassini, eppure quando Oliver la trova non vede in lei una minaccia, ma solamente una ragazza spaventata: senza più una memoria, senza più ricordi, un corpo pieno di cicatrici e un'innata forza fisica.
Qualcuno si sta vendicando della Lega e di Ra's e ha deciso di colpire la più piccola della figlie, ma qualcosa è andato storto e ora Talia è nuovamente libera, anche se attacchi e imprevisti sono dietro l'angolo e Oliver vede qualcosa in quella ragazza, vede una fragilità e una forza che lui sogna e desidera, ma non riesce ad ottenere....
Cosa li accomuna? Cosa li fa essere così...simili? Le loro storie si sono scontrate, si intrecciano e si scontreranno di nuovo...chi è Talia veramente? e cosa sta consumando Oliver dall'intero?
Storia con due punti di vista, quello di Oliver e quello di Talia. Mia prima FF...che dire, spero solo che vi piaccia!!!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo sguardo di Talia mi aveva congelato il sangue nelle vene. Era freddo, distaccato, assolutamente inespressivo ed era la prima volta che lo vedevo nei suoi occhi. Non riuscii a dirle niente di quello che avevo pensato, l'unica cosa che feci fu lasciarle il polso e tornare vicino a Roy che mi guardò con aria sconsolata.
-Ogni tanto mi chiedo come fai ad essere così cieco -
bisbigliò lui facendomi alzare appena un sopracciglio. Non capivo, o forse non volevo capire quello che mi aveva appena detto.
Mentre quella ragazza mi stava baciando la mia mente era volata ad un mese prima, al bacio che avevo dato a Talia in maniera impulsiva. Era stato così diverso...le labbra dell'assassina era state delicate e dolci e il suo corpo sembrava seguire il mio come se fosse una cosa normale mentre le labbra dell'ereditiera erano avide e voraci e le sue mani sembravano un serpente pronto a soffocarti.
Guardai Talia e, nonostante l'espressione vuota sul suo volto, dovevo ammettere che era semplicemente fantastica. Il vestito rosso sembrava fatto apposta per lei e le carezzava le deboli curve del suo corpo mentre il vertiginoso spacco lasciava scoperta tre quarti della coscia destra. Non appena l'avevo vista avevo perso il fiato, mai avrei pensato che potesse stare così bene con un vestito, mai avrei pensato che sarebbe riuscita a togliermi il fiato.
-La quarta candidata...Felicity Smoak, it girl dall'intelligenza fuori dal comune, ovviamente bellissima... -
la voce di Ray Palmer mi arrivava ovattata alle orecchie. Mi sembrava di stare ancora ballando, sentire i muscoli di Talia muoversi sotto il mio braccio...
-Parto io con un'offerta di cinquantamila dollari -
continuò Ray e tutti si misero a ridere compreso Roy. Alzai lo sguardo solo per vedere Felicity e Ray scambiarsi un bacio dolce e pieno di un sentimento che non provavo da troppo tempo o che, forse, non avevo mai provato. Non avevo mai pensato alla mia vita al di fuori della maschera, era sempre stata secondaria e meno importante, ma ora cominciavo a sentire il peso di quella decisione. Ero solo, incompleto. Avevo quasi trent'anni e non avevo nessuno che mi sosteneva nei momenti difficili, non avevo nessuno che mi aspettava sveglio la notte, non avevo nessuno che mi amava e me ne accorgevo ora che avevo davanti a me la personificazione di quel sentimento che continuavo a reprimere nei più profondi meandri del mio essere.
-Ora passiamo alla prossima ragazza...Di lei sappiamo solo che si chiama Talia, ha ventitré anni, è la nuova segretaria della mia donna ed è di una bellezza mozzafiato...chi vuole un bacio da questa bellissima ragazza? -
chiese Palmer sorridendo tranquillo. Guardai Talia che sembrava messa quasi al patibolo, continuava a giocare con il braccialetto di stoffa che aveva intorno al polso e si mordeva il labbro inferiore per il nervoso mentre la platea sotto di lei sparava cifre che diventavano sempre più alte.
-Venticinquemila dollari -
urlai alzando la mano. Tutti si girarono e persino Talia alzò il viso andando ad incontrare il mio e, per solo un secondo, vidi il suo viso illuminarsi
-Oliver...è tutto ciò che abbiamo -
mormorò Roy posando una mano sulla mia spalla, ma ormai era fatto, non mi sarei tirato indietro avevo giocato tutto ciò che avevo e anche quello che non avevo. Bastò un'altra mano per spezzare le mie speranze
-Cinquantamila dollari -
sibilò un uomo sulla quarantina, capelli leggermente brizzolati e Rolex al polso. Vidi il suo sorriso sornione, sicuro di aver già vinto, ma qualcuno ebbe il coraggio di alzare nuovamente l'offerta di cinquemila dollari, eppure lui continuò ad alzare finchè non si arrivò a settantacinquemila dollari. Strinsi i pugni con rabbia e guardai l'uomo avvicinarsi al palco lentamente bagnandosi le labbra più volte. Dovetti concentrarmi per riuscire a non partire e prenderlo per il colletto.
-Wow...da vicino è ancora più bella -
disse sorridendo sornione avvicinandosi lentamente a Talia che si sforzava di sollevare gli angoli della bocca in un sorriso stiracchiato. Aveva cominciato a giocare con i capelli continuando a tirarseli indietro, altro gesto che faceva quando era nervosa.
-Oliver non potevi fare niente...non abbiamo tutti quei soldi -
sussurrò Roy avvicinandosi a me in maniera cauta. Avevo il corpo completamente rigido e sembravo pronto a scattare nel caso qualsiasi cosa fosse successa ed era assurdo...eravamo ad un evento di beneficenza, tutti dentro quella sala era ricchi e la maggior parte anche vecchi quindi non c'erano pericoli eppure...non ero tranquillo e ogni passo che quell'uomo muoveva verso Talia mi rendeva più nervoso. L'uomo la prese per i fianchi e la portò a se per poi baciarla con fin troppa enfasi, sembrava quasi le volesse mangiare la faccia. Talia non sembrava rispondere più di tanto al bacio anzi, cercò di allontanare la mano dell'uomo che era sceso a stringerle la coscia nuda lasciandole un segno rosso.
-Oliver...Oliver mi stai facendo male -
brontolò Roy cercando di staccare la sua mano che era serrata sulla sua spalla. Subito lasciai la presa mi scusai con lui. Era strano, vedere quella scena mi stava dando non poco fastidio e mi sarebbe piaciuto portarla via da quella persona viscida e opportunista. Perche vederla baciare un altro mi stava dando cosi fastidio? Perchè i miei occhi si soffermavano sempre sul segno rosso sulla coscia di Talia o sulla sue labbra che quell'uomo stava deturpando? Roy mi aveva detto che ero cieco...ero cieco in cosa? Cosa mi stavo rifiutando di vedere? Abbassai lo sguardo e mi girai, non potevo vedere quella scena ancora a lungo, non potevo rischiare di colpire quell'uomo davanti a tutti senza un motivo
Ci fu un mormorio comune e subito mi girai
-Faccio spesso questo effetto alle donne -
scherzò l'uomo che adesso sorreggeva una svenuta Talia. Non ci pensai neanche un secondo e cominciai a farmi largo tra la folla andando verso il palco. L'uomo stava parlando con Ray Palmer, non avevo idea di quello che gli stava dicendo, ma riuscì ad avere accesso ad un'uscita secondaria. Roy aveva cominciato a seguirmi, c'era qualcosa che non andava, l'uomo aveva cominciato a camminare in maniera spedita tenendo Talia in braccio. Continuai a seguirlo cominciando a correre per non perderlo di vista e cominciai a preoccuparmi sempre di più.
-Fermati! Dove la stai portando? -
urlai rivolto verso l'uomo che si guardò indietro per un secondo prima di tornare a correre. C'era qualcosa di strano, c'era qualcosa che non andava in quell'uomo. Presto Roy mi superò e si gettò sull'uomo che cadde portando a terra anche Talia che rotolò in avanti. Raggiunsi l'uomo, era anonimo, non aveva nessun segno particolare e poteva essere scambiato per qualsiasi quarantenne di Starling.
-Cosa volevi da lei? -
sibilai mettendogli un piede sulla gola e premendo, ma l'uomo non sembrava preoccupato, rideva e questo non era mai un buon segno. Poteva essere un caso isolato, un pazzo, oppure poteva far parte di un'organizzazione più grande che gli aveva inculcato nella testa che era solo una pedina.
-L'erede del Demone deve morire, deve pagare per tutto il male e la morte che ha provocato...potete anche uccidermi, ma ce ne saranno altri che tenteranno finchè lei non sarà finita sotto terra... -
disse ridendo facendomi raggelare il sangue. Guardai il corpo di Talia ancora disteso a terra, il vestito e il viso sporco.
-Puoi staccare una testa, ma tante altre ne spunteranno... -
mormorò l'uomo poco prima che la sua bocca si riempisse di schiuma bianca. Subito io e Roy ci allontanammo per vedere il corpo contorcersi e sussultare fino all'ultimo spasmo. Si era ucciso con una capsula di veleno infilata nel dente da rompere in casi di necessità. Ispezionammo il corpo e non trovammo niente di particolare; il numero del guardaroba e una chiave che poteva aprire qualsiasi casa o cassaforte. Era tutto nella norma se non per un tatuaggio sul polso: una specie di serpente a due teste, lo stesso tatuaggio che aveva l'uomo asiatico.
-Non è stata la Lega a punirla...sono loro. Questa...associazione ha come simbolo questo serpente, anche l'uomo asiatico ce l'aveva. Sappiamo ancora poco su di loro, ma loro sembrano sapere tanto su di lei -
mormorai guardando Talia ancora immobile a terra. Perchè avevano preso di mira lei e non Nyssa? Entrambe erano figlie di Ra's, entrambe uccidevano, entrambe erano spietate eppure sembravano essersi concentrati su di lei. In questo momento avevo bisogno di Nyssa, avevo bisogno di sapere qualcosa in più su Talia, avevo bisogno dei suoi ricordi.
-Sonnifero...un minuscolo ago con del sonnifero nell'anello...geniale -
disse Roy esaminando l'anello del cadavere davanti a lui. Erano furbi e pronti a tutti pur di prenderla ed ucciderla.
-Andiamocene Roy... -
sussurrai prima di prendere Talia in braccia. La guardai attentamente in viso e sorrisi nel vedere che non aveva neanche un graffio. Forse veramente volevo essere cieco...
 
-Sono stanca di essere sempre svenuta, ferita o in pericolo dannazione! -
quelle furono le prime, dolci, parole di Talia non appena si fu svegliata e non potei trattenere un sorriso al sentire quelle parole dette quasi con frustrazione.
-Sei una pulzella da salvare Talia -
scherzò Roy provocando le risate di tutto il gruppo, compresa quella della giovane.
-Non vedo l'ora di salvarti il culo Roy -
rispose Talia con la solita finezza provocando ulteriori risate.
Pensai a quanto eravamo stati fortunati ad essere tutti qui a ridere perchè c'era mancato veramente poco che quell'uomo portasse via Talia. Il piano era stato ben congegnato; lui avrebbe vinto l'asta, le avrebbe somministrato del sonnifero e, dopo aver tranquillizzato tutti dicendo che l'avrebbe portata su un divanetto nella hall, si sarebbe invece diretto verso un'uscita secondaria poco controllata dove c'era un furgone nero ad aspettarlo. Li avrebbero caricato Talia e nessuno sapeva la fine che le avrebbero fatto fare. Ci era mancato poco, troppo poco, ma sopratutto come faceva a sapere che Talia sarebbe stata alla festa? Avevano tirato ad indovinare, avevano una spia dentro la Palmer dove lei lavorava oppure la pedinavano? C'erano fin troppi interrogativi senza risposta. Quando le avevamo detto del tatuaggio lei disse che si trattava di Idra. Non ricordava neanche lei perchè se lo ricordava, ma era sicura che il nome dell'organizzazione che voleva farla fuori era quello.
-Mi ricordo il tatuaggio...tutti ce l'avevano ed era anche dipinto su alcune pareti -
aveva detto lei, la fronte corrugata nel tentativo di ricordarsi qualcosa in più. Questo nuovo attacco non l'aveva spaventata, l'aveva resa solo più furiosa. Potevo già immaginare la rabbia che avrebbe riversato nei suoi colpi e il mio corpo avrebbe continuato ad essere pieno di lividi, nonostante fosse più di un mese che ci allenavamo insieme non avevo ancora scoperto tutti i suoi colpi e Talia sembrava essere anche piena di fantasia rendendomi impossibile prevederli tutti. A volte mi sbeffeggiava anche dicendo che non mi impegnavo abbastanza, ma la verità era che mi era impossibile colpirla per due ragioni; la prima era che era veramente difficile trovare una breccia nella sua difesa e la seconda era che non volevo assolutamente farle del male.
-Fortunatamente non è successo niente di grave -
sussurrò Layla baciando le guance della giovane assassina per poi lasciarle Sara che subito sorrise felice agitando le manine paffute. Ormai tutti avevamo capito che Talia era molto brava con i bambini e appena ne avevano occasione i due genitori le lasciavano la bambina così da poter passare del tempo insieme. Sorrisi nel vedere Talia ballare con Sara, farle le pernacchie provocando la risata acuta della bimba.
-Dovrei cominciare a pagarla...Non c'è giorno che non tiene Sara almeno per tre ore -
mormorò Diggle venendomi incontro posando un braccio intorno alla mia spalla. Era cambiato molto da quel giorno in banca, adesso si fidava di lei e non era raro vederli scherzare insieme o andare a fare spesa per la piccola.
-è cambiato molto da quando hai Sara? -
chiesi guardando Talia, il suo sorriso e i suoi occhi pieni di speranza e di vita. Solo una volta si era rabbuiati... durante la festa di beneficenza e, da quella volta, mi ero promesso di non vederla mai più così triste
-è cambiato tutto...prima c'eravamo io e Lyla, adesso c'è solo lei...è una cosa strana, ma dal momento in cui hai un figlio tutto passa in secondo piano, non c'è niente di più importante di lei e tutto ciò che fai lo fai per lei -
spiegò Diggle senza perdere d'occhio la piccola che non la smetteva di ridere davanti alle facce buffe di Talia
-è dura Oliver, ti tiene sveglio la notte, non hai più un minuto per te...solamente avendo la giusta persona accanto puoi farcela -
disse l'uomo accennando un sorriso mentre il suo sguardo si spostava su Lyla. La donna giusta, una famiglia, erano tutti concetti a cui non avevo mai pensato.
-Pensi che io sia cieco? -
domandai all'uomo che subito scoppiò a ridere. Alzai appena un sopracciglio e incrociai le braccia cercando di capire tutta l'ilarità di quello che avevo detto
-Penso che i criminali che hai catturato rendono te dotato di una vista più acuta del normale...eppure in certo senso lo sei Oliver, non vedi quello che hai davanti a te, ti lasci sfuggire occasioni che mai ricapiteranno... -
rispose Diggle questa volta guardando me, lo sguardo caldo e comprensivo di chi sembrava capire, ma non comprendeva.
-Come posso non essere altrimenti? Non posso...essere normale, non posso concedermi la vita che tutti vorrebbero -
​-Questo lo stai dicendo tu Oliver, questo è quello che pensi tu...non è facile certo, ma non è vero che non puoi permetterti una vita normale, tu non vuoi quella vita Oliver -
ribattè subito Diggle prima di allontanarsi e dirigersi verso Talia e Sara. La piccola non appena vide il padre allungò le manine e Talia fu felice di riconsegnarla alle sue mani. Mi ritrovavo spesso a guardarla, studiare il suo viso e i suoi comportamenti cercando di capirla, ma si rivelava sempre un enigma.
-Andiamo che è ora di mettere il terremoto a nanna...ci vediamo domani -
disse Diggle salutando tutti. Lui fu il primo ad andare, ma presto tutti lo seguirono e io e Talia ci trovammo nuovamente soli. Lei stava giocando ancora una volta con il bracciale di stoffa. L'aveva preso come vizio e ci giocava sopratutto quando pensava a qualcosa.
-Talia io... -
sussurrai attirando la sua attenzione. Subito mi ritrovai due smeraldi che mi fissavano e mi ci persi per dentro per qualche secondo. Vedevo quanto fosse bella, ma continuavo ad essere cieco perchè non riuscivo a vedere quanto fosse perfetta, ma non per tutti, non per gli altri, ma per me.
-Volevo scusarmi per quello che è successo al ballo, per il bacio e...tutto il resto -
mormorai provocando un po' di tristezza nei suoi occhi. Era incredibile come ci volesse poco per rendere il verde dei suoi occhi più cupo e tenebroso, ma ugualmente stupendo. Quello che avevo detto mi era costato veramente tanto, non ero tipo da scusarmi, ma volevo uscire dalla cecità che sembrava perseguitarmi. Sapevo che non avrei trovato nessun'altra più giusta di lei; era forte e dolce allo stesso tempo e capiva quello che provavo, eppure qualcosa mi frenava, forse la paura di perderla o la paura di non conoscerla veramente. Il suo passato era oscuro anche a me e avevo paura che quello che vedevo era solo una facciata di Talia e che lei nascondesse ben altro...eppure quella che avevo davanti doveva essere la “vera” Talia, quella che non era stata influenzata dal padre o dagli insegnamenti della Lega.
-Oliver noi...non stiamo insieme quindi tu puoi fare tutto ciò che vuoi con la tua bocca -
rispose lei con un filo di durezza nella voce facendomi salire una strana tensione all'altezza dello stomaco. Mi ero sforzato tanto a dirle quelle parole che lei sembrò snobbare con fin troppa facilità. Non so cosa mi mosse, ma la mia mano andò ad afferrare la sua spalla e poi la tirai verso di me e la bloccai dentro la stretta delle mie braccia
-Lasciami Oliver -
ringhiò Talia guardandomi dritto negli occhi, lo sguardo duro
-Non finchè non lo ammetterai -
risposi testardo stringendo ancora di più la presa intorno alla sua vita esile.
-Cosa devo ammettere? -
domandò la giovane alzando un sopracciglio. Sapevo che aveva capito, aveva capito perfettamente quello che volevo da lei
-Che ti ha dato fastidio che ho baciato un'altra -
risposi io ad un soffio dalle sue labbra notando come il suo sguardo subito andò a posarsi su di esse.
-Mai -
sibilò riuscendo a liberarsi dalla presa allontanandosi un poco da me, il fiato corto e gli occhi che sembravano lampeggiare. Quando lottava si illuminava. La vidi girarsi per andare via, ma non glielo permisi e andai nuovamente a bloccarla, ma questa volta lei contrattaccò. Riuscii a parare il suo colpo solo a pochi centimetri dal mio viso
-Ammettilo Talia... -
sussurrai sorridendo colpendola sul braccio. Sapevo che stavo tirando la corda, sapevo che mi avrebbe riempito di colpi finchè non fossi stato zitto, ma sembrava cedere, le sue labbra si aprivano e chiudevano ripetutamente e i suoi colpi non erano precisi come al solito, ma miravano solamente a fare male, molto male.
-Non c'è niente da ammettere -
ribattè la ragazza qualche secondo prima di tirarmi un calcio appena dietro il ginocchio che mi fece cadere a terra. Feci una smorfia di dolore e poi lo sgambetto facendola cadere a terra. Riuscivo a vedere il suo viso stupito, lo sguardo aperto e potevo sentire il rumore del suo respiro irregolare.
-Ammettilo che ti ha dato fastidio...ammetti che hai sentito un crampo allo stomaco, che avresti voluto essere al suo posto, ammettilo che eri gelosa -
continuai aumentando la rabbia della ragazza che mi fu addosso in un secondo; mi prese i polsi e li portò sopra la mia testa e poi si sedette sul mio stomaco con tutto il suo dolce peso facendomi uscire tutta l'aria che avevo in pancia.
-Cosa ti fa dire queste cose? -
chiese lei, il fiato irregolare, i capelli che solleticavano il mio viso e il corpo e il suo viso a non più di cinque centimetri dal mio. Per me aveva già confessato e non riuscii a trattenere un sorriso spontaneo. Riuscii a capovolgere la situazione e mi trovai sopra di lei, i suoi polsi serrati nei miei
-Perchè è la stessa cosa che ho provato io quando quell'uomo ti ha toccata...Io sento qualcosa per te... -
ammisi guardandola negli occhi. Lessi stupore, incredulità e gioia in quegli occhi verdi, ma anche rabbia. Sentii i muscoli di lei reagire sotto il mio corpo e in un secondo mi ritrovai nuovamente sotto il suo corpo, la mascella di Talia era contratta e gli occhi leggermente lucidi. Cercai di divincolarmi, ma non riuscii a muovermi nemmeno di un millimetro.
-Non dirlo mai più... -
mormorò la giovane, il viso contratto dalla rabbia e le sue mani sembravano artigliare i miei polsi sempre di più stringendomi con forza fino a bloccare la circolazione
-Non...Dovevi pensarci prima Oliver...sarei solamente un passatempo, qualcosa che ti distrae dalla tua missione e non voglio esserlo, voglio essere di più e so che tu non riuscirai a darmi quello che vorrei. Fai chiarezza nella tua testa prima, pensa a quello che vuoi e poi, solo dopo, potremmo provare -
continuò la giovane lasciando lentamente la presa sul mio corpo per poi alzarsi e andare verso le scale uscendo nel retro del Verdant. Rimasi sdraiato a terra per ancora molto tempo, le sue parole continuavano a frullarmi nella testa, la sua calma apparente e poi mi venne in mente il viso triste di quando mi aveva visto baciare quella donna alla fiera di beneficenza. Vedevo chiaramente il suo viso rabbuiarsi e lo sguardo abbassarsi. Sapevo che anche lei si era sentita tradita come lo ero stata io, anche lei doveva aver sentito quella strana sensazione allo stomaco quando mi aveva visto baciare un'altra donna, doveva essere così eppure...eppure non l'aveva ammesso e mi aveva messo davanti alla realtà. Dovevo capire cosa volevo, dovevo capire che sarebbe potuto essere pericoloso per entrambe e dovevo mettere in conto l'eventuale dolore che entrambe avremmo provato.
Mi alzai e guardai la porta del nascondiglio. Perchè tutto doveva essere così complicato? Perchè non potevo avere una vita normale? Sentii una strana morsa allo stomaco e rimasi ad aspettare Talia per due ore prima di andare a dormire, nella testa le sue parole e le sue labbra così vicine alle mie, ma mai abbastanza. Eppure...quelle parole dette probabilmente anche per paura avevano acceso una speranza, aveva detto che potevamo provare, dovevo solo fare chiarezza nella mia testa e nella mia vita...una delle cose più difficili che avrei dovuto fare.

 

   
 
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