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Autore: SnidgetCielo    17/04/2015    2 recensioni
Flashfic scritta in mezz'ora su Sirius e Marlene, nel contesto della Prima Guerra Magica.
Liberamente ispirata a "Photograph" di Ed Sheeran.
"Riesci quasi a sentire i dettagli, quelli che non hai mai pensato di esprimere con le parole. Frammenti che si fanno sentire anche se non vorresti. Li metti insieme e trovi il sapore di una persona, e capisci quanto ti mancano"
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marlene McKinnon, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'The Best of Youth.'
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Photograph.
 
Adorava guardarla dormire, appoggiata alla sua spalla, con le ciocche corte che le fuggivano ribelli sul cuscino.
Era sempre così stanca, la sera: la guerra la stava distruggendo più di quanto non stesse facendo con lui.
La guerra, e poi l'amore.
Il delizioso momento in cui potevano chiudersi dietro la porta del loro rifugio1. E rimanere loro due, soltanto: non aveva mai chiesto di meglio.
Vivevano per gli attimi di meraviglia che solo quel posto sapeva regalare loro: attimi in cui nient'altro importava, in cui era sufficiente il calore dei loro corpi a scaldarsi e la candela smorzata del comodino a illuminare la notte intera.
In quegli attini, riuscivano a condividere molto più di quanto non avessero mai fatto parlando.

Quella casa era l'unica cosa che li rendeva consapevoli di essere ancora vivi.

Guardò il ciondolo d'argento che le aveva regalato il San Valentino precedente.
Lo aprì, e vide lei, seduta sul verde prato del parco di Godric's Hollow, accarezzare dolcemente il dorso del grande cane nero scodinzolante.
Sorrise: quella era forse l'unica foto che avevano insieme.
Certamente, era l'unica che lasciava trapelare il loro amore.
Lei l'aveva messa al collo, come se volesse far suo quel momento per sempre, tenerlo accanto a sé per l'eternità. Come se non volesse mai rimanere sola.

Avevano fatto l'amore anche quella sera.
E anche quella sera, prima di concedersi l'un l'altra, avevano litigato furiosamente.
Era sempre così, tra di loro: si facevano la guerra solo per poter poi sancire la pace tra le lenzuola. 
E si facevano sempre male.
Uno dei due, in quegli scontri aperti, finiva inevitabilmente per ferire l'altro: parole così gelide da rimanere bloccate a mezz'aria tra di loro.
Tutto quello che riuscivano a dirsi, tutti quei discorsi pieni di odio e recriminazione, ad un tratto, poi, sembravano scomparire, aleggiando verso la finestra socchiusa. E allora potevano amarsi come solo loro sapevano fare.
A volte, ancora sudici di sangue e macerie: le labbra di lei sopra ai tagli ancora rossi e aperti delle ferite, allora, gli sembravano più benefiche di un balsamo.

Di male se ne erano fatto tanto - entrambi - da quando si conoscevano; eppure, per qualche strana alchimia, tornavano sempre a cercarsi.
Due mine vaganti destinate ad esplodere insieme2.
Tutto il dolore che si erano inflitti, tutto il veleno che si erano serbati dentro l'uno per l'altra, nulla valevano di fronte alla straordinaria consapevolezza di essere ancora vivi, ancora insieme: nulla valevano in confronto al sentirsi stretto a lei, dalle sue piccole braccia che lo cingevano con tanta forza da fargli quasi male.
Allora lui scostava la testa dalla morbida curva del suo collo bianco, le passava un dito sulla guancia e la guardava nei grandi occhi scuri. 
In quegli occhi, aveva giurato di vedere il mare.

Ora quegli occhi erano spenti per sempre.
Il suo corpo non era più caldo.
E l'unica cosa che gli rimaneva era quella foto.
Una piccola foto sbiadita.

"Riesci quasi a sentire i dettagli, quelli che non hai mai pensato di esprimere con le parole. Frammenti che si fanno sentire, anche se non vorresti.
Li metti insieme e trovi il sapore di una persona, e capisci quanto ti mancano. 
E quanto odi chi te li ha portati via."
3


Era la prima ronda che affrontava da solo.
Di solito, c'era sempre lei al suo fianco: era questo, prevalentemente, il motivo delle loro sfuriate.
Si muovevano bene insieme, ma mai abbastanza, per nessuno dei due.
Ora, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di averla vicina ancora una volta.
Non voleva darlo a vedere, ma aveva paura.
Lei aveva comunque percepito la sua tensione dal tremore delle mani e le perle di sudore sulla fronte.
L'aveva beffeggiato con un sorriso abbastanza largo da mostrare le sue ampie fossette.

Lui gli aveva risposto in malo modo, e allora la ragazza si era ammorbidita, avvicinandosi.
Si era alzata sulle punte, e aveva posato le labbra sottili sulle sue.
Non avrebbe mai dimenticato come l'aveva baciato, sotto la luce fredda di quel lampione, all'angolo della strada.
E lei forse non gli avrebbe mai dichiarato apertamente il suo amore, come lui aveva fatto più volte; ma quel bacio suggellava qualcosa che andava molto oltre a qualsiasi dichiarazione d'amore.
«Ti aspetto a casa»

When I'm away, I will remember how you kissed me
Under the lamppost back on Sixth street
Hearing you whisper through the phone
Wait for me to come home


 


NdA: Flashfic scritta di gettissimo, come ho scritto nella nota introduttiva.
Il contesto è quello della Prima Guerra Magica, i personaggi sono Sirius e Marlene (sono fissata ragazzi, che volete farci?) ed è una "Slice of life" che si collega ad un più ampio progetto che seguirà a "The Best of Youth".
Il "rifugio" di Sirius e Marlene ho immaginato essere la casa di zio Alphard, dove i due abitano insieme dopo la fine della scuola.
2Il rapporto tra di loro non è meno conflittuale di quanto non lo zia in "The Best of Youth": entrambi pieni di fuoco, pronti ad infiammarsi ed esplodere da un momento all'altro. Ecco perchè il riferimento alle "mine vaganti".
3La frase è tratta dal film "Memento" di Christopher Nolan (consigliatissimo). Pensavo vestisse alla perfezione i sentimenti di Sirius dopo la dipartita di Marlene.
La scena sotto il lampione e quella del ciondolo d'argento sono chiaramente ispirati alla canzone "Photograph" di Ed Sheeran.

Dedico questa Flash ad una delle persone più importanti della mia vita: quello che prima di essere il mio ragazzo è stato il miomigliore amico, quello che prima di adularmi e farmi sentire la persona più speciale del mondo è pronto a criticarmi, a dirmi sempre la verità, a correggermi.
A lui, che mi ha regalato i quattro anni più belli della mia esistenza.

Buona lettura.



 
   
 
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