Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: hadessdaughter    17/04/2015    0 recensioni
Nares racconta la storia di un dio, Ares, il dio della guerra, e una ragazza di diciotto anni, Natalia Romanoff, che si innamorano, però, ovviamente, nulla fila liscio. Lei rimane incinta del primo figlio dopo il suo diciannovesimo compleanno e, a distanza di due anni, rimane incinta del secondo. La coppia subisce dei problemi: i genitori di Natalia vengono costretti a cedere la loro figlia minore in sposa ad un uomo di dieci anni più grande, e non potevano rifiutare. Natalia non lo amava, voleva semplicemente starsene con il dio, ma ormai era costretta a sposare l'uomo. Lui la obbligava a fare cose che non voleva fare e soprattutto la obbligava ad amarlo. La guerra si avvicina e Ares va a combattere, ad ordinare gli eserciti, a fare il suo dovere di dio della guerra. La famiglia di Natalia... va in guerra e quando questa si scatena lei deve prendere davvero un'ardua decisione per seguire il suo cuore.
La storia è ambientata prima e dopo la seconda guerra mondiale e finisce nei nostri giorni.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico, Storico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Che ne dici di diventare la mia ragazza?"
"Ma se ci conosciamo solo da un giorno!"
Alzò il pollice destro. "Prima uscita, primo bacio, prima toccatina"
Lo squadrai. "Tu le toccatine non me le dai"
Fece una risata divertita. "Ma davvero?"
"Davvero. E la prossima volta che mi tocchi di nuovo ti do un calcio là dove non batte la luce, caro dio della guerra"
"Mi ecciti"
Sgranai gli occhi e lo spinsi via.
"Maniaco!"
Cominciai a scappare da lui e tornai in città. Non mi voltai mai dietro. Giunsi a casa mia e mi fermai lì, davanti i gradini della porta per prendere fiato. Il cuore mi martellava nel petto. Poggiai una mano alla ringhiera a sinistra delle scale.
"Potevi risparmiare la fatica"
Guardai la porta, Ares era poggiato su di essa e mi guardava.
"Sei bravo a seguire le persone" dissi affannata.
Lui non lo era per niente, non aveva per niente il fiatone.
"Lo so che ti piaccio" si staccò dalla porta.
"Ho bisogno di tempo per darti una risposta, ci siamo conosciuti solo oggi"
"Diresti mai di no ad un dio bello e potente come me?"
Scese i pochi gradini e io indietreggiai. Più mi spostavo e più li avanzava verso di me.
"Ares... devo tornare a casa, è il mio compleanno e voglio passarlo in santa pace con la mia famiglia. A presto"
Lo spostai e poi entrai in casa chiudendo la porta.
Guardai la porta che si chiuse con rumore; su di essa c'era attaccato un cartellone dove c'era scritto: buon compleanno cara Natalia.
Tutto ciò era sospetto...
Il salotto era buio, sembrava che non c'era nessuno in casa. Mi avviai per prendere una lanterna ma poi, all'improvviso, le luci si accesero e si sollevò un coro di "sorpresa, buon diciottesimo compleanno Natalia!"
Inizialmente rimasi a bocca aperta, shoccata, senza saper cosa dire, poi guardai gli invitati al mio compleanno: C'erano i miei amici più stretti (tipo Naomi), la famiglia Green, alcuni della classe (quelli con cui parlavo di più) e infine Bruce, accanto alla mia famiglia.
"Sorpresa?" Domandò Newt.
"Certo che si! - Lo guardai stupita - ma chi.... chi ha organizzato la festa a sorpresa?"
"Io" disse qualcuno nel gruppetto di invitati.
Guardai chi parlò: Bruce.
"E chi poteva essere se non tu?!" dissi tra me e me.
Lui scrollò le spalle e mi prese una mano.
"Mi concedi questo ballo?"
Misero un po' di musica dalla radio decrepita e gli presi la mano. Annuii e poi poggiai la mano libera sulla sua spalla destra. Lui mise, invece, quella libera sul mio fianco destro e cominciammo ad ondeggiare sulle note di quella canzone.
"Ti divertirai stasera" mi sussurò all'orecchio.
Non sapevo cosa rispondere, così rimasi zitta e continuai a ballare con lui. Nella mente mi frullavano mille pensieri e mi sorpresi quando mi accorsi che erano tutti su Ares,  il dio della guerra.
Perché penso a lui?
Mi chiesi nella mente.
La domanda mi rimbombava nella testa e non sapevo trovare una risposta. Ero così persa nei miei pensieri che non mi accorsi nemmeno che Bruce mi stava parlando e mi aveva fatto una domanda alla quale non avevo risposto, ovviamente.
"Cosa?" domandai.
"Dicevo, io ti piaccio, non è così?"
Lo guardai e smisi di ballare, anche se lui continuava a muoversi e a condurre il ballo.
"Bruce.... siamo amici..."
Lui abbassò leggermente lo sguardo e annuì. Dopo poco lo tirò su e mi guardò in faccia, precisamente negli occhi.
"Tanto ti avrò, lo sai?"
Sospirai. "Bruce, ho bisogno di respirare, ho bisogno che mi lasci un po' di spazio"
Gli lasciai la mano e mi allontanai da lui. Aprii la porta finestra ed uscii sul balcone. Poggiai le braccia sulla ringhiera e presi dei respiri profondi guardando di sotto.
Il sole era già sceso, da quanto tempo era iniziata la festa?
"Ti stai divertendo alla festa?"
disse una voce dietro di me. Non mi voltai a vedere chi stava parlando, non ne avevo bisogno, sapevo perfettamente chi era.
"A dire il vero no... Non ora"
Ares si avvicinò e poggiò le braccia alla ringhiera accanto a me.
"come mai?" domandò.
Lo guardai in faccia. "Lo sai già, o almeno puoi immaginare"
"Bruce?"
Annuii senza aggiungere altro.
"Ti viene dietro come un cane" osservò.
"È fastidioso a volte"
"Per esperienza, prima che diventa ossessivo... uccidilo"
Lo guardai sorpresa e corrugai la fronte. "Non uccido persone, ehi"
Rise leggermente e scosse la testa. "Non capisci"
"cosa non capisco?"
"Intendevo tienilo alla larga. Sai, anche a me andavano dietro molte ragazze"
"Umm - pensai a cosa rispondere - ben per te"
"Lo so. Recentemente stavo pensando che ho bisogno di una ragazza, una bella, bionda e con un carattere forte"
Arrossii quando notai che la descrizione della ragazza che voleva come fidanzata era la mia descrizione. Newt ci raggiunse fuori e mi avvolse le spalle con un braccio.
"Ehi ragazzi, che ne dite di rientrare? Stanno ballando tutti - poi si rivolse a me - non vorrai perderti il ballo con tuo fratello, no?"
Incrociai lo sguardo del dio e poi annuii. "Va bene, andiamo, ma... dacci un minuto"
Newt sorrise e poi entrò in casa di nuovo. Prima che potessi dire qualcosa, la divinità mi afferrò una mano e mi avvicinò a sé.
"Vuoi ballare?" domandò.
"Non so ballare..."
"Ti ho vista ballare prima con Bruce, fidati, tu sì che sai come ci si muove"
Arrossii il doppio e gli strinsi la mano.
"Io non... okay.... balliamo"
fece un sorriso freddo e poi mi portò dentro casa. Tutti stavano ballando a coppie, tranne Bruce che era seduto da una parte e stava parlando con Newt.
Il ragazzo affascinante mi trascinò in mezzo alle coppiette, posizionò la sua mano destra sul mio fianco destro e mi prese la mano sinistra. Iniziammo a ballare vicini e lentamente.
"Ora va meglio?" mi chiese ad un orecchio.
"Veramente ancora no"
Anzi, dopo la sua quasi dichiarazione d'amore mi sentivo peggio. Era un bel ragazzo, ma non mi piaceva per niente il suo comportamento...
Mi fece fare un giro su me stessa e poi tornammo alle posizioni di prima.
"Sei bravo a ballare!"
"Sono bravo a fare molte cose" rise.
"Tipo cosa?"
Mi avvicinai leggermente di più a lui.
"Non posso dirtelo" rise di nuovo.
"Sei strano, lo sai?"
"Lo so benissimo. Me lo dicono in molti, ma detto da te.. mi piace"
Scossi leggermente la testa e poi risi.
"È così" continuò.
Gli lasciai la mano e gli cinsi il collo con le braccia. La sua mano sinistra raggiunse il mio fianco sinistro e mi avvicinò leggermente di più a lui.
Notai che Bruce ci stava fissando da lontano, sembrava arrabbiato. Molto arrabbiato.
"E se ti baciassi?"
"Non lo fare" lo ammonii.
"Perché?"
Avvicinò la sua faccia alla mia ma allontanai subito il viso da lui. Scossi la testa.
"Non davanti a tutti, non davanti a Newt o a mio padre"
"Non ci sono problemi, posso portarti in un posto un po' più appartato"
"No! Nathan... il bacio vuol dire relazione, io attualmente non voglio una relazione"
"Ed è qui dove ti sbagli - mi stava fissando negli occhi - ci siamo già baciati una volta, e mi sembra  pure che ti è piaciuto"
"Hai provato a portarmi a letto"
"Non è vero" mentì.
"Non dire stupidaggini, Ares"
"Non nominare il mio nome ad alta voce. Chiamami Nathan in presenza di umani" mi riprese.
"Non sei mica Voldemort"
Sospirò.
"Va bene, Nathan" Continuai.
Annuì e poi qualcuno ci separò.
"Posso rubarti la donzella per un attimo?" chiese mio fratello.
il dio sembrava irritato, leggermente, ma sorrise e mi lasciò nelle mani di Newt.
"Certo" disse e poi se ne andò di fuori.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: hadessdaughter