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Autore: didi_95    17/04/2015    4 recensioni
Dal testo: "La sua voce...non credevo che l'avrei sentita di nuovo; non qui, non adesso.
Eppure è lei: unica, testarda e dolcissima..è lei il mio personale richiamo alla vita."
Questa storia parla di amore, coraggio e grandi azioni; ma anche dei piccoli passi avanti fatti giorno per giorno nella grande palestra della vita, dove ogni errore serve a migliorarsi.
Jari, il padre di Fili, ripercorrerà i momenti salienti della sua vita, fino al momento per lui più importante: l'incontro con Dìs, la madre dei suoi figli.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dìs, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ricciolo di bruma



I ricordi si affollano oscuri nella mia mente..sopra di me, una tenebra fitta di dolore fisico e mentale.
" Sono morti.. i tuoi genitori sono morti...mi dispiace..morti..morti."
Le parole di Frerin mi si affollano in testa, spingendo dolorosamente una sull'altra e riempiendo ogni possibile via di fuga.
Non è vero, non è possibile..parlavo con loro alcune ore fa, erano con me, stavano bene.
Eppure, per quanto cerchi di convincermi di aver fatto un incubo, che tutto ciò che è accaduto sia un'orribile fantasia, dentro di me c'è un vuoto, una voragine che mi dimostra il contrario.

I miei occhi sono costretti ad assistere ad una scena di morte a cui non ho nemmeno partecipato...vedo Hannarr e Dyra insieme, abbracciati l'uno all'altra vicino ad una parete; mia madre trema e mio padre la stringe forte.
I loro occhi si posano su di me, quasi accusatori...per Mahal...non li ho soccorsi, non sono tornato indietro per loro..
La mia mano destra si tende in avanti, come per toccarli..sfiorarli un'ultima volta.

"Jari...piccolo mio.." la voce di mia madre mi rimbomba in testa e noto anche lei tendere la mano verso la mia, ma subito mio padre scuote la testa e gliela fa ritirare, stringendola tra le sue, scure e callose.
La sua voce, cavernosa e vecchia come non l'ho mai sentita, mi raggiunge facendomi gelare il sangue:
"Perché? Perché mi hai disobbedito?"

Gli occhi di Hannarr, che tante volte mi hanno accarezzato con amore, adesso mi trafiggono, illuminati da un rosso acceso...come fuoco di Drago.
"Perché te ne sei andato?" Aggiunge Dyra con voce stizzita ma ricca di sofferenza.
Il mio cuore sembra fermarsi...apro la bocca per spiegare, ma da essa non esce alcun suono.
Devo dire loro che, nonostante le mie opinioni, li ho sempre amati..

Vorrei correre da loro, morire con loro se necessario, è meglio la morte di questo dolore scuro e freddo che si dibatte dentro di me, minacciando di farmi esplodere.
"Mamma..." sussurro, ordinando alle mie gambe di muoversi.
"Papà...."
I due scuotono la testa e si voltano, mostrandomi la schiena.
Comincio a correre ma, più avanzo, più mi allontano ed ecco che lo sento: un boato immenso e, subito dopo, il crollo della parete che travolge i miei genitori nell'ultimo abbraccio della loro vita.
Le loro voci accusatorie ancora risuonano nella mia mente.
"Per favore..per favore..no.." sussurro prendendomi la testa tra le mani, ma è tutto inutile, li sento lo stesso.
Cerco di muovermi, ma le mie gambe sono di pietra, il mio cuore è di pietra..io stesso sono di pietra..è tutta colpa mia.

L'orrore mi sommerge ed il mio sussurro si trasforma presto in un urlo disperato.
< NOOO! >

Mi alzo di scatto ed un acutissimo dolore mi morde il fianco..costringendomi a stringere i denti per non urlare.
Lacrime calde mi bruciano la faccia ed il mio respiro è affannoso; non sento più nulla, solo il battito impazzito del mio cuore che è l'ultima cosa che vorrei sentire...vorrei solo essere morto.
Morto.....come loro.


< Jari!! >
Qualcuno si china su di me, appoggiandomi una mano sul petto e spingendomi di nuovo giù dolcemente.
Alzo gli occhi ma, attraverso lo strato di lacrime che li riempie, vedo tutto sfocato; così strizzo le palpebre con forza come se, insieme alle lacrime, potessi far uscire anche il dolore.
Quando finalmente riesco a vederci, davanti a me appare Frerin, gli occhi cerchiati da profonde occhiaie scure.

Non dico nulla e distolgo lo sguardo, come scottato..è come se nelle sue iridi fosse rimasta impressa quella immagine, l'immagine della morte.
< Sta' fermo per favore...devo controllarti il fianco, altrimenti farà infezione. >
< Lascialo com'è..non mi merito queste attenzioni.. > sussurro, spaventandomi al suono rauco e diverso della mia voce.
Tossisco leggermente e sento in bocca sapore di fuliggine.
< Non dire cose del genere Jari...e smettila di agitarti! Già è un miracolo che ti sia scesa la febbre. >
Mentre parla, Frerin solleva la garza bianca che copre la mia bruciatura e comincia a spalmare sulla piaga uno strano impiastro verde.
Sussultando ad ogni suo tocco, comincio a guardarmi intorno per distrarmi.
< Quanto...quanto sono stato privo di sensi? >
< Beh...direi una giornata, saranno circa le due del mattino ora...all'alba dovremo muoverci e scendere da qui, perciò ti consiglio di riposare o non riuscirai ad affrontare la discesa tra qualche ora.. >
Mi guardo intorno; siamo ancora sul piccolo spiazzo nei pressi della porta segreta che però adesso è chiusa...chissà tra quanto tempo verrà riaperta e soprattutto da chi...
I nani rimetteranno mai piede ad Erebor?
< Ecco fatto...così dovrebbe andare.. > mormora Frerin assorto.
< Avevo litigato con loro....per..- la voce mi si spezza - per i nostri allenamenti..
Mio padre era contrario alla cosa..ed io gli ho detto cose orrende prima di andarmene.. Come ho potuto Frerin? Come? Non c'è più nulla di buono in me adesso..sono...sono di pietra. >
Il nano moro mi posa una mano sulla spalla, aggiustando meglio sotto la mia testa la giacca che mi fa da cuscino.
< Non pensarlo nemmeno...se non fosse per te, mio fratello forse non sarebbe qui. -mi sussurra con voce pregna di emozione, e poi continua, con più dolcezza-
Non torturarti giovane Jari...non serve a nulla incolparsi dell'accaduto. Serve soltanto a farti stare peggio e questo è fuori discussione; perciò adesso dormi un po' e non toccare la fasciatura.. >

Annuisco lentamente, cercando di mettere un freno alle mie lacrime prima di perdere anche l'ultima briciola di dignità che mi è rimasta.
Prima di allontanarsi, Frerin mi rivolge uno sguardo in cui posso leggere tutto l'affetto che prova per me e mi sussurra:
< In ogni caso, penso che tu debba saperlo..non appena i tuoi hanno capito chi ero mi hanno subito chiesto di te..erano preoccupati..non arrabbiati o delusi, solo preoccupati; ho detto loro che ti avevo visto nel salone e che eri rimasto a combattere insieme a Thorin per cercare di impedire l'ingresso alla bestia..
Tuo padre ha fatto una faccia strana, come se all'improvviso qualcosa gli fosse molto più chiaro, e poi ha abbracciato tua madre per rassicurarla..le ha anche detto qualcosa che non sono riuscito a sentire, ma ti posso giurare che nei suoi occhi ho visto orgoglio, non rabbia. E poi.....beh, e poi è accaduto.......e mi dispiace...mi dispiace tanto. >
Le sue dita si stringono sulla mia spalla, poi lo sento lasciare la presa e tornare al suo giaciglio poco lontano.


I miei occhi sono spalancati...orgoglio? Nello sguardo di mio padre?
Il dolore, se possibile, si fa ancora più profondo, come ferro fuso che scende in profondità, ancorandomi alla sofferenza.
< Come potrò sopportare questo peso, Mahal....come? >
Sussurro rivolto al cielo, dal quale le stelle mi guardano senza vedermi.

< Imparerai mastro Jari.....come fanno tutti. >
La voce di Thorin risuona lieve ma profonda alle mie spalle, facendomi sobbalzare.
Mi volto con cautela verso di lui, cercando inutilmente di non coinvolgere il fianco bruciato nel movimento.
Il mio principe è appoggiato con la schiena alla roccia, un'espressione indecifrabile sul volto illuminato solo dal chiarore della luna.
Sul suo grembo è sparsa una lunghissima cascata di ricci neri che egli accarezza lievemente con la mano sinistra, il braccio destro ben stretto al petto da una fasciatura.
Improvvisamente mi ricordo di lei....del mio angelo; l'ho vista poco prima di svenire e anche adesso, soltanto sbirciando la sua sagoma al buio, il mio cuore aumenta il proprio ritmo. Le spalle della giovane nana sussultano convulsamente..sta piangendo nel sonno e non posso fare a meno di chiedermi per quale motivo..
Thorin segue il mio sguardo ed il suo braccio sinistro subito va a circondarle la schiena con fare protettivo..credo di non aver mai visto nei suoi occhi uno sguardo simile..in esso c'è una profonda tenerezza, ma anche un lampo di gelosia non appena nota il mio improvviso interesse per lei..
Mi chiedo se sia la nana che ama....ma, a quanto mi risulta, Thorin non è sposato.
I singhiozzi della giovane si fanno più forti, facendo voltare anch Frerin, disteso qualche metro più in là.
< Come vedi, non sei l'unico ad aver perso qualcuno oggi.... >
Continua Thorin fissandomi con occhi mesti.
< Lei è Dìs...mia sorella....ha perduto un nano che le era caro. >
I miei occhi si spalancano sorpresi...la principessa Dìs...
Per cercare di dissimulare il mio stato d'animo bisbiglio:
< Chi ha perso? >
< Un nano che hai conosciuto da vicino...anche se non in circostanze particolarmente felici...si chiamava Lìtr. >
Improvvisamente il volto del nano divorato dalle fiamme mi appare vivido davanti agli occhi...Lìtr..il nano della mia stessa età che aveva rischiato per coraggio, ma aveva perso; il nano a cui avevo stretto la mano un momento prima che spirasse, il nano a cui avevo chiesto di non avere paura in un momento in cui io stesso ero terrorizzato.
Ora capisco per quale motivo Thorin era così attaccato a lui..
< Lei lo conosceva molto bene, nonostante non fosse di stirpe nobile. Era al servizio negli appartamenti reali e sono cresciuti insieme..gli era così tanto affezionata.
E' rimasta sconvolta quando le ho dovuto dire.... >
La voce di Thorin si spezza, ma nessuna lacrima supera la barriera cristallina dei suoi occhi.
All'improvviso mi rendo conto che gli ultimi istanti della sua vita Lìtr li ha passati con me, guardandomi negli occhi...forse lei dovrebbe sapere, dovrei dirle che ho tentato di fare tutto il possibile per salvarlo, ma che non c'era alcuna speranza...
Come leggendomi nel pensiero, Thorin sbotta:
< Non dovrà sapere nulla di quello che è successo! Le ho detto soltanto che è morto tra le fiamme, lontano da noi. I dettagli contribuirebbero soltanto a farla soffrire di più....ed io voglio solo che dimentichi...che dimentichi tutto questo. >
Continua il nano indicando la montagna e le gigantesche porte divelte ed annerite, appena visibili dalla nostra prospettiva.
< Ma...io...lei.. > balbetto; non mi va giù di stare in silenzio, Dìs ha il diritto di sapere.
Il nano moro mi fulmina con lo sguardo.
< Nessun ma! E questa volta è un ordine....Jari. > il suo tono non ammette repliche.
< Come desideri.. > sussurro nella sua direzione.
Il cipiglio di Thorin si spiana subito, lasciando spazio ad un'espressione più rilassata.
< Adesso siediti accanto a me..questa è l'ultima volta che potremo osservare il cielo che sovrasta Erebor..da domani la nostra vita cambierà. >
< E' già cambiata Thorin... > rispondo mentre mi appoggio anche io alla roccia, meritandomi un'occhiataccia di Frerin.

< Cosa ci aspetta? Dove andremo domani? Che cosa faremo?> chiedo al nano accanto a me, cercando di non far notare l'ansia nascosta nelle mie parole.
Thorin si volta verso di me..un lieve sorriso stona sul volto pesantemente segnato dai recenti avvenimenti.
< Quante domande...faremo quello che sappiamo fare meglio: resistere. Ci rifaremo una vita, con la forza delle nostre braccia e con il sudore della nostra fronte e, un giorno, quando tutti gli altri avranno dimenticato, quando ciò che è accaduto oggi non sarà altro che antica leggenda, noi torneremo...e non ci sarà drago che possa resisterci! >
La luce negli occhi di Thorin si fa più brillante nel pronunciare queste parole...è davvero convinto di ciò che dice e vorrei anche io tutta questa sicurezza, vorrei davvero credere che un giorno Erebor possa ritornare ai nani.

Una profonda ammirazione sboccia nel mio cuore...
Io seguirò Thorin, dovunque egli ci condurrà.


< Adesso dormi mastro nano....poche ore ci separano dall'alba. >
Annuisco, cercando di trovare una posizione più comoda; la pietra è dura e ruvida, ma sa di casa e riesco quasi subito a trovare un piccolo anfratto dove appoggiare più comodamente la testa.
Non riesco a chiudere gli occhi; ho paura di vedere di nuovo i miei genitori che mi voltano la schiena, oppure le fiamme del Drago che consumano la carne e la vita del povero Lìtr...per molto tempo il buio sotto le mie palpebre non sarà più lo stesso.
Thorin ha chiuso gli occhi, il suo respiro si fa più regolare...dorme.
Mi metto ad osservare il cielo, cercando di ricordare le lezioni di mio padre sulle costellazioni, ma anche questa attività si rivela troppo piena di ricordi per giovare al mio sonno.
Mi sento solo, solo come non lo sono mai stato.

Qualche minuto dopo, Dìs, accoccolata sul fratello, cambia posizione nel sonno e qualche riccio scuro viene improvvisamente a posarsi sul mio grembo.
Il più delicatamente possibile ne prendo uno tra le mani; è nero come la notte e setoso....come la nebbia mattutina che è solita avvolgere la Montagna.
Poi, d'improvviso, vengo aggredito dalla bruciante curiosità di vedere da vicino il suo viso; così, senza nemmeno pensare alla possibile reazione di Thorin, le scosto alcune ciocche dal volto e rimango pietrificato.
La sua pelle è così bianca che sembra brillare nel buio della notte e le sue lunghe ciglia sussultano, riflettendo il movimento impazzito delle pupille...sta sognando.
Il naso è piccolo ed arrotondato ed alcune lentiggini le ornano le guance rosate, ancora macchiate qua e là dalla fuliggine.
La bocca è socchiusa e, di quando in quando, si contrae, come per parlare.
All'improvviso, mentre la guardo, una lacrima solitaria le scivola giù dall'occhio destro ed io, senza nemmeno pensarci su, la asciugo con il pollice, accarezzandole la guancia.
Dopo il mio gesto, le sfugge un piccolo sospiro ed un lievissimo sorriso.
E' così bello guardarla dormire....
Vorrei che quest'alba non arrivasse mai, vorrei continuare a guardarla dormire, ad accarezzarle il viso come se avessi il permesso di farlo e, soprattutto, vorrei averla con me...sempre.

Mi pento immediatamente di aver formulato questo pensiero e subito la mia mano si ritira dal suo viso...è la principessa..io sono soltanto un umile nano, metà fabbro e  metà guerriero...cosa mai potrei offrirle? E perché dovrei interessarle?
Non lo so...so soltanto che quando la guardo non mi sento più così solo, è come se la sua sola vista riscaldasse il mio cuore...
Una sensazione strana mi invade il petto, andando per un momento ad oscurare il vuoto che mi opprime...e in questo momento lo sento chiaro, tanto quanto sento l'aria fresca sul viso o il dolore della mia ferita, sento il legame che ci unisce...
Contro ogni logica, contro ogni convenzione....c'è qualcosa che mi lega a lei, qualcosa che parte dal mio petto e finisce nel suo..
"Per Mahal...sto diventando pazzo.."

Tuttavia, rifiutandomi di pensare razionalmente a ciò che sto facendo, tiro fuori dalla tasca un piccolo coltellino con il quale, in un secondo, faccio mio il ribelle ricciolo nero che aveva deciso di posarsi su di me.
Non potrò starle vicino, ma non le starò mai lontano...di questo sono sicuro.
Mi addormento guardandola, perché con lei il buio riesce ad essere molto meno minaccioso.
 
   
 
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