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Autore: FrancyF    18/04/2015    2 recensioni
Raccolta di one-shot che tratta di Cory, Lea e del loro percorso come famiglia. Semplicemente la quotidianità dei Monchele con i loro figli. Piena di amore e tenerezza.
Perchè loro meritavano un finale diverso.
Si accettano proposte per i capitoli.
Continuazione di "Monchele: love is us".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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29 ottobre 2030

Ora Lea si era davvero resa conto di quanto il tempo fosse passato troppo in fretta. Un attimo prima Jocelyn era la sua piccola, la cullava per farla addormentare e le metteva delle allegre tutine rose compratele da Stephani, un attimo dopo Jocelyn era una ragazzina di dodici anni che quel giorno era arrivata a casa da scuola tutta trafelata e che si era chiusa in bagno per parlarle. Lea aveva capito immediatamente quale era il problema, perché lai aveva fatto la stessa cosa con sua madre quando le era capitato. Aveva abbracciato la figlia, l’aveva rassicurata, le aveva spiegato alcune cose riguardanti l’argomento e le aveva mostrato come gestire il tutto.
Era perfettamente normale che a dodici anni Jocelyn avesse il suo primo ciclo mestruale, tuttavia la cosa l’aveva un po’ scossa. Si sentiva vecchia. Voleva anche fare qualcosa di speciale con Jocelyn, sapeva che probabilmente con la comparsa del menarca le ragazzine si sentono un po’ scombussolate e voleva mostrarle che era una cosa normalissima. Inoltre era rarissime le volte che Lea usciva solo con una delle gemelle, solitamente passava i pomeriggi con entrambe le figlie.
Il vero problema era dirlo a Cory.
Provò a optare per un sotterfugio. Prese i jeans macchiati di Jocelyn e li mise nel cesto della biancheria per poi scendere e portalo giù, nella lavanderia.
Cory era seduto al tavolo del salotto, con Faith vicino e la stava aiutando a fare i compiti. Fortunatamente nessuno degli altri maschi di casa era presente.
Posò sul tavolo il cesto della biancheria e sbuffò.
-Ehi Cory dobbiamo parlare di una cosa-
Cory e Faith sollevarono lo sguardo dal libro di inglese. Lea sapeva che Faith, ovviamente, sapeva tutto della sorella e le era grata di aver taciuto per quelle ore sul “segreto” della gemella.
-Si Lee, ti ascolto-
-Oggi per Joy è un giorno importante sai? Me ne ha parlato prima-
-Perché?- c’era una nota d’ansia nella voce del canadese, lanciò uno sguardo in tralice prima alla moglie e poi alla figlia,come se fossero complici di un complotto.
-Guarda qui…- Lea estrasse i jeans macchiati e li mostrò a Cory, ma ci volle almeno un minuto affinché il cervello di Cory collegasse quelle macchie a quella cosa.
-Sangue…- balbettò, sbiancando di colpo.
Lea nascose un sorriso. Suo marito era paranoico in una maniera tremendamente comica.
-Cory è solo il ciclo mestruale, lo avrà anche Faith prima o poi-
Cory afferrò il bordo del tavolo con tanta forza che le nocche gli divennero bianche.
-Devo sdraiarmi mi sento svenire, davvero-.
-Oh santo cielo! Faith puoi lasciarci soli un minuto?Grazie-
La figlia obbedì, sorridendo complice alla madre.
-Come solo un ciclo mestruale? Lea ma sei pazza è troppo piccola per averlo!- suo marito stava decisamente sprofondando nel panico da padre iper protettivo.
-Ok- la brunetta si mise di fronte al marito e strinse il suo volto fra le mani: doveva essere chiara con lui in quel momento.
-Cory io ho avuto il primo ciclo mestruale a tredici anni e quindi credimi Jocelyn non è affatto piccola. E’ normale e non cambia niente-
-Ma è solo una bambina! La mia piccolina-
-No, non lo è quasi più- le si morse il labbro inferiore, costava anche a lei dire quella frase –non saranno le tue piccoline in eterno Cor. Jocelyn e Faith stanno crescendo e presto la stessa cosa accadrà a Faith. Devi accettarlo-
-Si ma ora significa che Joy potrà farsi il ragazzo e dato che ha il ciclo potrà rimanere incinta!-.
Il canadese rabbrividì al solo pensiero.
Lea soffocò una risata.
-Amore non credo che Jocelyn voglia farsi un ragazzo adesso. E sul sesso ci torneremo quando avranno quindici anni. Io ho fatto sesso a diciassette anni e sono sempre stata attenta. Non vedo il motivo di tanta preoccupazione-.
Cory stava, finalmente, riprendendo il contatto con la realtà. Strinse una delle piccole mani della moglie e glie la baciò.
-Scusa amore se ho dato di matto e solo che non voglia che cresca. Lei e Faith sono le mie uniche figlie femmine e il ciclo mestruale è una cosa così… definitiva. Non so come farò quando avranno il ragazzo…-.
-Un passo alla volta Monteith- rise lei, baciandolo –pensavo di portare Joy con me dall’estetista oggi. Per passare  un po’ di tempo assieme, in un modo o nell’altro questo evento va celebrato-
Cory grugnì.
-Non riesco a crederci che ha già dodici anni. Il tempo passa davvero troppo in fretta… credi che dovrei dirle qualcosa?-
-NO!- asserì con convinzione la brunetta –Cory le ho parlato già io, credimi. Sa tutto e non voglio che la traumatizzi-.
-Ok- Cory si alzò, ancora frastornato per la notizia.
Il gelato era l’unico modo per annegare la sua malinconia.
Faith riapparve poco dopo al suo fianco, immergendo il cucchiaio nel gelato alla crema e mangiandolo avidamente.
-Ehi piccola Faith?- Cory la baciò sulla testa.
-Si papi?-
-Tu non c’è l’hai ancora vero quella cosa di tua sorella?-
-No-
Cory tirò un sospiro di sollievo.
-Ottimo, posso sopportare solo un trauma alla volta-.

Per tutto il resto del pomeriggio Cory non fece assolutamente niente. O meglio si sedette al bancone della cucina, appoggiando tristemente i gomiti sul tavolo e osservando Jocelyn, dall’altro lato della stanza che faceva i compiti, seduta al tavolo del salotto con la sorella. Amava tutti e cinque i suoi figli, ma aveva sempre desiderato di avere delle figlie femmine. Faith e Jocelyn erano sempre state molto legate a lui, erano le sue piccoline. E adesso? Jocelyn stava leggendo a bassa voce Shakespeare, in un tratto le sembrava così diversa… così matura. Così cresciuta. Pochi attimi e sarebbe andata via da lui, con suo marito. Cory rabbrividì e scacciò il pensiero dalla testa. No era ridicolo. Joy era ancora piccola, aveva appena compiuto dodici anni e c’era tempo per sposarsi… o almeno così sperava lui.
-Tutto ok papà?- Jocelyn aveva alzato lo sguardo verso di lui.
-Ma certo dolcezza. Stavo solo guardando quanto siete belle tu e tua sorella- sorrise, cercando di essere convincete. Avrebbe voluto stringerla e tenerla sempre accanto a lui.
-Ok- Lea scese in fretta le scale, posando la borsa sul bancone e distraendo Cory ai suoi pensieri –andiamo Joy su- disse con aria allegra alla figlia –io e Joy torneremo verso le sette, alla cena ci pensi tu vero amore?-
-Si certo- borbottò Cory.
-E vedi di riprenderti Monteith!- Lea gli diede uno scappellotto, seguito da un dolce bacio sul naso e lei e Jocelyn si chiusero la porta alle spalle.

Lea e Jocelyn erano sedute comodamente dall’estetista a farsi le unghie.
Joy era davvero felice di essere uscita da sola con sua madre.
-Papà è molto sconvolto mamma?-
-Oh no tesoro, tranquilla. Quando è successo a me nonno Marc ci ha impiegato due giorni per riprendersi e mia madre continuava a telefonare a zii e cugini. E’ stato dannatamente imbarazzante-.
-Veramente?- la ragazzina arrossì, distogliendo appena lo sguardo –e non glie l’hai detto vero? Ai nonni? E agli zii?-
-No di certo- il sorriso sincero della madre la rassicurò –ma la nonna ha un radar per queste cose. Ora che ne dici di prenderci un caffè da Starbucks?-.
-Perché te e papà siete così fissati con Starbucks?- Jocelyn bevve un lungo sorso della sua cioccolata calda.
Lea scrollò le spalle, fermandosi a riflettere.
-E’ una domanda bizzarra Joy. Credo… credo perché ci ricorda i nostri primi anni assieme-.
-Ma come era papà da giovane?-
-Come come era? Era come adesso, solo più giovane. Sai Joy avevamo molto più tempo per noi. Quindi uscivamo quasi ogni sera e giravamo di più il mondo. C’erano più premure, più colazioni a letto. Beh comunque tuo padre è ancora adesso molto premuroso con tutti noi, si assicura sempre che stiamo tutti bene-.
-E come hai fatto a capire che eri innamorata di lui?- la ragazzina fissava la madre con curiosità, ansiosa di sapere di più.
Quella domanda lasciò la madre quasi interdetta: innamorarsi di Cory, passare dall’essere amici a amanti era stato così semplice e spontaneo che non avevano mai riflettuto a pieno sui motivi. Tuttavia stavano emergendo in lei così tanti ricordi.
-Beh c’è una cosa…- Lea si morse il labbro inferiore e prese un lungo sorso di caffè –noi… noi non eravamo fidanzati. Eravamo solo amici. La mia vecchia relazione era ormai in crisi e sapevo che Cory ci provava sempre con me… questo non glie l’ho mai detto ma era evidente che gli piacevo. Però…-
-Però?-.
La brunetta sorrise all’entusiasmo della figlia.
-Però mi ricordo questo momento in particolare. Allora la mia relazione con il mio ex era in crisi e stavo riflettendo se ne valeva davvero la pena. Io e tuo padre eravamo a New York per girare l’ultima puntata della seconda stagione di “Glee” e… e lui era sul Bow Bridge, vestito con giacca e cravatta, con un mazzo di fiori in mano, e non appena l’ho visto il mio cuore si è sciolto. Credo sia stato quello il momento in cui ho capito di essermi innamorata di lui-.
Jocelyn sorrise.
-Ti va se torniamo dai nostri uomini e da tua sorella Joy?-
-Ok-.

Cory stava tentando disperatamente di preparare la cena, ma aveva il cervello talmente sconnesso che non riusciva neanche ad aprire una confezione di piselli surgelati.
-Ehi papà tutto bene?- Andrew lo guardò torvo.
-Si bello va tutto bene, grazie-
-Sembri strano forte- aggiunse Finn, posando a terra il borsone che usava per gli allenamento di football.
I due fratelli si scambiarono uno sguardo allibito: era davvero strano che il padre non avesse detto a Finn di mettere a posto il borsone.
-Mamma e Joy sono uscite?- chiese Finnegan, aprendo il frigo e versandosi del succo d’arancia.
-Si sono uscite- Faith fece la sua comparsa in cucina, sedendosi al bancone.

-Ma cosa ha papà? Sembra che abbia ricevuto un botta in testa-

-C’è lo stavamo chiedendo pure noi. Aspetta perchè sono uscite senza di te?- Andrew scrutò sospettoso la sorella.
-Per festeggiare-
-Per festeggiare cosa?-
-Oh- solo allora Faith realizzò che i suoi fratelli ancora non sapevano. Gettò un rapido sguardo nella stanza, come per controllare che Isaac non venisse a disturbarli. Poi lanciò un ultimo sguardo di compassione verso il padre.
-A Jocelyn sono venute le mestruazioni-.
Finn sputò l’aranciata addosso al fratello.
Entrambi i fratelli fissarono allibiti la sorella minore.
-Questo spiega tutto- borbottò Finn, lanciando a Cory uno sguardo di solidarietà.
-Certo che voi siete proprio strani- bofonchiò Jocelyn guardando torva gli uomini di casa.
-Noi chi scusa?- riabbatte Finn, offeso.
-Voi uomini!- la bambina soffocò una risata e si accinse ad aprire la porta di casa, accogliendo madre e sorella di ritorno dalla loro giornata assieme.
-Noi?- Finn sembrava ancora nervoso –noi uomini? Sono loro quelle strane… perdono sangue-.
Era inutile: le donne sarebbero sempre state un mistero, per tutti i maschi Monteith.


Io mi sono divertita da matti nello scrivere questo capitolo. xd
Ora era il turno delle gemelle nell'affrontare argomenti da grandi. Ed è toccato a Lea fare calmare un paranoico Cory.  ;D
Ancora 3 capitoli + 1 capitolo speciale!
Grazie ancora a tutti, è da quasi un anno che scrivo questa storia, e voi siete stati fantastici a seguirla e a recensire così tanto! Ci vediamo sabato prossimo 25 APR.
FrancyF

 

   
 
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