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Autore: Gio_Snower    18/04/2015    4 recensioni
|| Rimasuglio della #FreeNotteBianca della pagina Fb "No, ma free io lo guardo per la trama, eh" || Prompt: Haruka vuole confessare il suo amore per Makoto, ma non sa se farlo. Presenza di Nagisa!Devil e Rei!Angel che lo confondono ||
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Haruka si trovava in una situazione piuttosto complicata. Voleva esprimere qualcosa – un sentimento per la precisione – con tutte le sue forze, ma lui, che era una persona piuttosto taciturna, non riusciva a trovare quelle parole che sapeva essere adatte a descrivere quello che provava. Il colmo, quello che lo irritava di più, era che la persona a cui doveva dirle... Bé, con quella persona non aveva mai avuto bisogno di parole per esprimersi, per farsi capire. Ma ora sembrava tutto cambiato, come se il mondo si fosse capovolto all'improvviso e il loro rapporto – che sfiorava la telepatia, invece dell'empatia – fosse perso. 
“Ma come Haru-chan!” decantò un piccolo Nagisa con le corna, una coda e due ali nere sulla sua spalla sinistra. La sua espressione biricchina era quella di sempre. “Ti arrendi di già? I tuoi sentimenti verso Mako-chan sono così deboli? Non è che forse hai confuso l'amicizia  con l'amore, nee, nee, Haru-chan?”.
Quell'insinuazione lo indispettì. Haruka Nanase era quel tipo di ragazzo che ostentava una sicurezza in sé quasi irritante; e lui stesso voleva – anzi, doveva – sapere esattamente cosa provava... Altrimenti avrebbe deluso l'acqua, avrebbe deluso il suo io.
“Haruka-senpai, mi scuso al posto di Nagisa-kun. Evidentemente non sa di cosa parla” rimbrottò un piccolo Rei sulla spalla destra di Haruka. L'aureola e le ali da angioletto lo adornavano. 
Haruka sapeva – o almeno sperava – che quelle erano proiezioni della sua mente e che quell'angioletto e quel demonietto in miniatura con le sembianze dei suoi amici non esistevano davvero. 
Eppure Haruka ne era sicuro.
Il suo cuore non gli mentiva... No?
“Sei così ingenuo, Haru-chan~” esclamò il mini-diavoletto Nagisa. 
“Oppure ha ragione. Secondo me, Haruka-senpai, dovresti chiarire i tuoi sentimenti prima di dichiararti” espose il mini-angioletto Rei, sistemandosi gli occhiali con un dito. 
Era facile per loro. I sentimenti... Per Haruka era sempre stato difficile capire i suoi sentimenti, capire cosa gli succedeva e – specialmente – comprendere i sentimenti degli altri. Un medico, una volta, gli aveva detto che soffriva di Alessitimia. E che, per colpa di questo suo deficit, aveva difficoltà – se non una vera e propria impossibilità – a comprendere i suoi sentimenti e quelli degli altri. “Un'incapacità della consapevolezza emotiva” aveva detto. 
Eppure, Haruka non era dello stesso parere. Era vero, aveva difficoltà a far chiarezza in sé stesso e non comprendeva bene i sentimenti degli altri... Ma... Ma sapeva quando era triste, quando soffriva, quando amava.
E per questo voleva dirlo, voleva dire a Makoto cosa provava verso di lui.
“Sei sicuro che non sia solo un rafforzamento della vostra amicizia, Haru-chan?” domandò il piccolo demonio, spalancando la bocca e indicandolo con fare interrogativo. 
“Nagisa-kun!!!” urlò l'angioletto Rei, “Se lo importuni continuamente come farà a capirlo?”.
“Ma Rei-chan, Haru-chan è così infantile... Senza offesa, Haru-chan!”
“Senti chi parla!”
“Cosa vorresti insinuare, Rei-chan? Non sono io quello che arrossisce appena qualcuno si lecca le labbra”
insinuò il demonietto leccandosi le labbra e fissando l'angioletto con le palpebre abbassate. 
“Silenzio” sbottò Haruka a voce bassissima e minacciosa. Prese i due piccoletti con una mano e li fissò. “Farò come voglio. Non avete voce in capitolo, capito?” 
I due annuirono. Nagisa-demonietto sorrideva, mentre Rei sembrava leggermente preoccupato e pentito. 
“Sì Haru-chan!”
“Sì Haruka-senpai”
esclamarono all'unisono. 
Haruka si tolse il grembiule e andò alla ricerca di Makoto. Erano a Tokyo già da qualche mese e Makoto era impegnato con l'Università, così il loro tempo insieme si riduceva a quando erano a casa, ma anche allora Haruka non lo vedeva spesso. Makoto doveva studiare.
“Makoto” lo chiamò Haruka, andando nella sua camera.
“Sì, Haru?”.
“Io...”
“Hai bisogno di dirmi qualcosa” osservò Makoto, togliendosi gli occhiali e appoggiandoli sulla scrivania vicino a un libro. Si voltò verso Haruka e lo fissò. Occhi verdi dolci, che provocavano leggeri brividi sulla pelle a Haru. Haruka si sentiva sempre più a disagio e le parole che aveva impresse nel cuore non volevano saperne di uscire dalle sue labbra.
Il ragazzo sospirò, mentre l'altro continuava a fissarlo con grandi occhi blu – simili al mare – confusi. 
“Sì?” provò Makoto.
Haruka si avvicinò velocemente, come se qualcosa dentro di lui fosse scattato, e – chinandosi verso Makoto – gli impresse un morso sul collo.
“Questo” disse. 
Makoto lo fissò sbalordito. 
“Cosa significa?” chiese. 
“Significa... Che sei mio” sbottò Haru “Ora ti lascio studiare” disse e provò a scappare verso la porta.
Arrivato in salotto, Haruka riprese a respirare. Per qualche secondo aveva trattenuto il fiato. Sentiva il suo viso bruciare e una grande confusione mista a una certa felicità. Ci era riuscito. 
“Congratulazioni, Haru-chan!”
“Ben fatto, Haruka-senpai”
dissero all'unisono i due mini Nagisa e Rei, comparendo davanti a lui. 
Prima che potesse rispondere, due braccia forti lo strinsero e lo fecero voltare. Makoto strinse Haruka contro il proprio petto, incurante del battito accelerato del suo cuore. 
Haruka alzò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi di Makoto, pieni di passione, felicità, dolcezza e insicurezza. 
“Haru...” mormorò Makoto e poi lo baciò.


“Dai, Nagisa-kun!”
“Ma come Rei-chan? Non restiamo a guardare?”
“No”
“Ma...”

“Nagisa-kun!!!” urlò l'angioletto Rei, strattonando il demonietto Nagisa che sospirò.
“Va bene...” borbottò il diavoletto “Ma dovrai garantirmi uno spettacolo migliore, Rei-chan!” esclamò Nagisa sorridendo. E tutti e due sapevano cosa intendesse. 
L'angioletto arrossì e tirandosi su gli occhiali disse: “Te lo assicuro.”

   
 
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