Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Fakir    18/04/2015    1 recensioni
Che ne è stato dei valorosi Gold Saints sigillati nella statua del Tempio di Artemide? Athena dopo essere tornata al Santuario, riuscirà, da sola, a proteggere l'umanità nonostante abbia nuovamente emesso un ordine di non intervento per i suoi cinque Bronze Saints? perchè le difese del Santuario sono allertate nonostante sia tornata la pace? e suprattutto gli uomini sono solo giocattoli... nelle mani degli Dei? Questa storia è collacata temporalmente un anno dopo del Tenkai-hen e tiene conto dell'intera vicenda di Saint Seiya, dalla GW alla corsa alle 12 case, la battaglia ad Asgard, la guerra Santa contro Poseidon e Hades, lo scontro nell'Elisio, i 4 OAV, il manga Saint Seiya G, Shou ad alcune informazione tratte da LC. Non considera la serie Omega, LOS, romanzi, Side Story e, per ora, ND enon ancora conclusosi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il vicolo che dal porto conduceva alla spiaggia era buio e silenzioso consentendomi di muovermi con circospezione tra le ombre, ero in affanno, anche se cercavo di rendere i miei respiri leggeri e poco rumorosi, sapevo di essere seguita e consapevole che i miei inseguitori erano letali come serpenti.

Un osservatore attento, avrebbe notato una scia di piccole gocce di sangue partire dai miei piedi e perdersi nelle ombre in fondo al vicolo, sperai che i miei inseguitori non fossero cacciatori così abili.

Il sangue mi gocciolava dalla mano destra, dopo aver imbrattato la manica della giacca strappata appena sotto la spalla, dove luccicava sinistro alla luce dei lampioni un lungo taglio. Il rumore di ogni singola goccia mi sembrava riecheggiare nel silenzio in modo fin troppo rumoroso e per quanto mi sforzassi di controllarla, sentivo la paura premere contro la bocca dello stomaco e accelerarle i battiti del cuore. Anche quelli erano rumorosi... troppo rumorosi.

Scartai di lato voltandomi, quando udìi un fruscio dietro di me. Non intendevo assolutamente essere presa alle spalle, fu un istante quello in cui riuscìi appena in tempo a fermare, contro la numerosa serie di bracciali d'argento che mi copriva l'avambraccio sinistro, la lama fulminea che il mio inseguitore nascondeva sotto l'ampio e logoro cappotto nero.

Questi saltò indietro tentando un secondo assalto, scartai nuovamente di lato ma mi trovai di fronte un nuovo inseguitore che mi tagliò ogni via di fuga, ero in trappola, ormai potevo solo affrontarli.

 

Indietreggiai fino a chiudermi nell'angolo tra due muri, alzai la guardia e attesi, sforzandomi di ignorare la paura che, ora, mi mordeva ferocemente lo stomaco mozzandomi il fiato.

I due non tardarono ad attaccare lanciandosi in un assalto incrociato, ma all'ultimo deviarono la traiettoria dei loro colpi. Uno riuscii a pararlo, il secondo saettò alla mia sinistra e mi avrebbe trafitta in pieno petto se non fosse stato fermato da una frusta a tre corde che si avvinghiò come un serpente al braccio dell'assalitore.

 

“Tutto bene sorella?”si udì una voce provenire dalle ombre.

 

L'istante successivo una ragazza entrò, con fare aggressivo, nel cono di luce del lampione. Portava una giacca di pelle nera, decorata da borchie sulle spalle e cerniere agli avambracci, indossata sopra un paio di jeans molto aderenti strappati in più punti, a circondarle la vita aveva un paio di catene dall'aria piuttosto minacciosa e ai piedi un paio di stivali anch'essi decorati da borchie. Il volto era in parte celato da un ampio cappuccio che portava sopra i capelli biondi che cadevano in una lunga treccia sulla spalla destra.

Senza mai lasciare la presa sul lungo manico della frusta incominciò a girare intorno all'avversario celato dall'oscurità.

 

Quest'ultimo sembrava tranquillo e non tentava in alcun modo di liberarsi benché mantenesse la frusta in tensione costante. All'improvvisò scattò in avanti cogliendo la ragazza di sorpresa, una lama lampeggiò fulminea accanto al suo capo, strappandole il cappuccio e rivelando il bel volto di un'adolescente dagli occhi a mandorla di un intenso blu notte che ora brillavano feroci inchiodati sulla figura dell'avversario di fronte a lei.

 

Allentò la presa della frusta lasciando libero il nemico e la fece vorticare davanti a se tenendo il misterioso assalitore a distanza. Quest'ultimo non sembrava minimamente impressionato ma dava quasi l'idea di divertirsi, come se si trattasse di una battaglia tra bambini che giocano in mezzo alla strada, ad un tratto attaccò di nuovo costringendola ad indietreggiare finché non ci trovammo spalla a spalla.

 

“Non sottovalutarli”, sibilai tra i denti, “sono assolutamente imprevedibili”. Conclusi mentre ansimando alzavo la guardia.

 

Per un istante tutto rimase immobile, l'assalitore sembrava scomparso ma noi sapevano che era lì, la tensione era tale che la si sentiva vibrare nell'aria sempre più intensa.

Indietreggiammo ancora fino a trovarci con le schiene poggiate l'una all'altra, ora l'unico rumore udibile era il nostro respiro e il sinistro gocciolio del sangue che colava dalle ferite.

 

All'improvviso udimmo un forte boato e fummo accecate da un'esplosione di luce e quando tutto ridivenne buio vedemmo che gli avversari erano diventati sei e avanzavano lentamente verso di noi, come predatori che hanno appena intrappolato le loro prede.

Giunte a quel punto dovevamo tantare il tutto per tutto, ci rivolgemmo un'occhiata d'intesa e scattammo in avanti. La ragazza bionda, con il movimento della sua frusta, nascose i miei spostamenti permettendomi di attaccare subito dopo sorpassandola e ponendomi così molto vicino agli avversari, tanto da poterne colpire tre con una rapida raffica di pugni che li mise temporaneamente fuori combattimento e che ci permise di spezzare l'accerchiamento e di fuggire lungo il lato opposto del vicolo.

 

“June...” dissi, rivolta alla ragazza bionda “ separiamoci!” e le indicai un vicolo che si apriva tra alcuni palazzi alla nostra sinistra.

 

“Buona fortuna”, rispose lei con un cenno.

 

Eravamo consapevoli degli inseguitori ancora dietro di noi, ma così li avremmo costretti a dividere le forze e magari a ritirarsi.

   
 
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