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Autore: xbluebubbles    19/04/2015    1 recensioni
A diciassette anni non pretendo più di essere "venerata" il giorno del mio compleanno, ma almeno un minimo me lo sarei aspettata. Tra problemi, insicurezze e paure, arriverà però qualcuno che mi cambierà la giornata, e che mi cambierà addirittura la vita...
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda domenica di febbraio, e io stavo girovagando per la città coperta con una calda felpa extralarge e il mio cappotto nero preferito.
Ero un po' giù di morale, perchè era il giorno del mio diciassettesimo compleanno e nessuno finora se n'era ricordato. Ma dopotutto erano soltanto le undici e mezza di mattina: non dovevo abbattermi così presto.
Camminai per circa una ventina di minuti, dopodichè decisi di avviarmi verso casa perchè si stava facendo tardi.
Non avevo camminato molto per arrivare dov'ero in quel momento e, anche se iniziavo ad avere freddo, sinceramente non avevo voglia di giungere a casa troppo presto, quindi scelsi una strada più lunga rispetto a quella che avevo percorso prima: quel viale mi piaceva di più, era meno affollato della via principale, potevo così continuare a passeggiare con tranquillità.
Improvvisamente mi accorsi che mancava qualcosa ma non capii subito cosa fosse. Poco dopo mi venì in mente: mi ero scordata di prendere i miei auricolari per ascoltare la musica prima di uscire di casa... quanto sono idiota!
Durante la mia passeggiata vidi passare un ragazzo che mi colpì: era alto, indossava un paio di jeans scuri leggermente strappati all'altezza delle ginocchia e una felpa di Batman con il cappuccio, il quale copriva la sua testa. Camminava con sguardo basso e attento tenendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni.
Appena lo vidi pensai 'ha una felpa di Batman. C'è l'1% di possibilità che sia Liam Payne che non vuole farsi riconoscere.' Ma poi mi misi subito a ridere, sapevo benissimo che non poteva essere realmente lui: perchè sarebbe dovuto essere lì in quel momento, da solo? E a fare cosa?
Comunque non mi soffermai molto a pensare e proseguii per la mia strada.
Dopo pochi minuti mi ritrovai davanti al cancello di casa mia, entrai e venni immediatamente assalita (nel vero senso della parola) dai miei due cani. Li coccolai un po' e poi oltrepassai la grossa porta d'ingresso che portava all'interno dell'abitazione. Era molto alta e larga, il che permetteva a mio padre di poter entrare senza problemi, data la sua alta statura. Ai lati del portone in legno si trovavano due grandi piante dai fiori di un colore misto tra il lilla e il blu, che si intrecciavano intorno ad un arbusto salendo verso l'alto.
Mi tolsi le scarpe e le posai a terra, accanto a quelle di mia sorella.
Passando dalla cucina, vidi mia mamma che stava preparando il pranzo, Mi vide e mi disse quasi urlando: - Buongiorno! Dove sei stata? -. Io risposi semplicemente : - A fare una passeggiata -.
Andai nel salotto, la stanza a fianco, per posare il cappotto e poi salii in camera mia. Mia sorella era coricata sul suo letto, Pensavo stesse dormendo, ma poco dopo notai che stava ridendo silenziosamente e i suoi occhi erano semi-chiusi. Feci comunque finta di niente, e feci per andarmi a sedere sul mio letto, quello vicino alla finestra, quando all'improvviso mia sorella, quella piccola peste tenerosa, si alzò e mi saltò addosso facendomi così cadere sul materasso.
- Arianna! Che succede? E wow, dovresti dimagrire un po', sei riuscita a buttarmi giù – dissi ridendo. Lei mi fulminò letteralmente con lo sguardo, con quei suoi occhi color nocciola a fessura, tipo quelli dei gatti quando stanno progettando di ucciderti.
Smise quasi subito, e le tornò il dolce sorriso della bambina innocente che era. Lentamente si scostò di poco, giusto per farmi rialzare, e una volta seduta mi porse un figlio piegato.
Lo guardai per un istante, poi presi tra le mani il foglio e lentamente iniziai ad aprirlo: rappresentava un disegno di me e Liam che ci teniamo per mano. Sorrisi e la ringraziai abbracciandola forte.
Dopodichè lei uscì dalla camera di corsa. Arrivata sulla porta si fermò e urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni: - BUON COMPLEANNOOOOOO - poi se ne andò.
Ero felice che almeno la mia piccola scimmia se n'era ricordata.
Mi risedetti sul mio letto con il disegno tra le mani e lo osservai meglio. Erano rappresentati due omini stilizzati: uno con i capelli corti e una specie di piccola cresta al centro della testa, l'altro con dei lunghi e lisci capelli castani e un fiore bianco tra le ciocche di capelli.
Stavo sorridendo come un'idiota davanti a quel pezzo di carta, quando sentii una voce che mi stava chiamando. Feci un sobbalzo. La sentii nuovamente, ma più forte. Oddio! Era mia madre che mi stava chiamando per avvisarmi che il pranzo era pronto.
- Si mamma! Arrivooo - risposi.

---------- ---------- SPAZIO AUTRICE Ciao a tutti! Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. Questa è la prima storia che pubblico, quindi vi prego di non fare caso ad eventuali errori ortografici e di lasciare una recensione, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :3
  
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