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Autore: riverasbum    19/04/2015    3 recensioni
Le ragazze, dopo anni, hanno preso strade differenti ma alcune sono rimaste in contatto tra loro.
Le cose sono cambiate, Alison è fidanzata da tempo con Jess, Emily continua la sua storia con Paige.
Ma un evento speciale farà in modo che si incontrino di nuovo.
E chissà? Magari questa volta non ci sarà alcun addio.
[Nessun riferimento ad -A; tutti i ragazzi sono in buoni rapporti; storia principalmente (ma non solo) EMISON]
Che altro?
Buona lettura!
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alison DiLaurentis, Aria Montgomery, Emily Fields, Spencer Hastings, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: PWP
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Il mattino seguente, Spencer fu la prima a svegliarsi, seguita da Mona. 

Chiacchierarono a lungo, parlando dell'aria che c'era a NY, totalmente differente da Rosewood. 

Poi parlarono dei loro lavoretti estivi. 
Spencer avrebbe aiutato Melissa con alcuni documenti (lei era diventata avvocato da circa un anno, proprio come sua madre), mentre Mona si dava da fare con il solito posto la bar vicino casa. 

La paga non era altissima, ma almeno avrebbero potuto tenere via i soldi per gli studi. 

Tra una chiacchiera e l'altra Spencer cucinava frittelle per tutti, ne aveva fatte almeno 20. 
Mona si godeva la scena, leccandosi i baffi per la fame. 


«Et.. voilà» la ventesima frittella si spiaccicò sul piatto, accantonata alle altre diciannove, accompagnate dal sorriso soddisfatto di Spencer. 


In quel preciso momento entrarono Ezra e Danielle che si scambiavano baci da alito mattutino. 


«Bleah, almeno hai lavato i denti?» chiese Mona ad Ezra, fingendo disgusto.
 «No, le piaccio al naturale» rispose Ezra avvicinandosi con la bocca spalancata al viso di Mona, che prontamente lo scostò. 
«Certo che li ha lavati. Non mi avrebbe mai baciata, altrimenti» Danielle parlò a Mona per la seconda volta, dopo le presentazioni. 
Le sembrò molto bella e gentile. Aveva un sorriso dolcissimo e teneva ad Ezra molto più di quanto, essendo amica di Aria, avrebbe mai detto. 


Ezra addentò una frittella con versi di soddisfazione. 
«Dmne, che bna» disse mentre masticava. 
«Ha detto "diamine, che buone"» rispose Spencer guardando il viso perplesso di Danielle e Mona. 


Dopo pochi minuti entrarono quasi tutti quanti, eccetto Hanna ed Alison. 


«Em.. Alison dorme ancora?» Emily fece cenno di si con la testa stropicciandosi gli occhi.
Si era accorta di aver dormito tra le braccia di Alison e sperò tanto di averlo vissuto da sveglia. 
Ma probabilmente da sveglia non l'avrebbe mai fatto. 


«Trevis, Hanna russa ancora come un ghiro?» chiese Aria. 
«Peggio. Puoi controllare» rispose Trevis indicando la camera di Cece. 
«Ci penso io» Spencer camminò velocemente fino alla stanza, prese il cuscino lasciato vuoto da Trevis ed iniziò a prendere a cuscinate Hanna, che dopo poco dovette arrendersi ed alzarsi, con i capelli ancora arruffati e il viso assonnato.


Intanto Aria era andata a svegliare Alison, che scese sfoggiando un corpo magnifico anche in pigiama. 


Possibile che la sera prima, Emily non l'avesse affatto notato? 
Sembrava si fosse cambiata.  Ma capì che era sempre lo stesso quando notò la macchia di mascara sulla spallina della canottiera azzurra. 

Dentro di se provò un po' di imbarazzo, ma nessuno ci fece caso. Quindi smise di pensarci anche lei. 
«Perfetto, ora apriamo i regali?» la stessa immagine della sera prima si ripresentò sotto gli occhi di Alison. Mona con due pacchetti rosa tra le mani. 
Tutti si misero a ridere, compresa Alison che afferrò i pacchetti e con un sorriso ringraziò la mora di fronte a lei.


Nel primo pacchetto, il più piccolo, c'era una foto di tutti loro insieme. 
Nel secondo, il più grande, c'era una collezione di CD di Beyoncé. 


Alison amava Beyoncé, la seguiva sin da quando era bambina. Diceva che la rilassava, ed era così.


Un sorriso enorme le si stampò in volto notando un bigliettino che lesse ad alta voce «ed anche a differenza di anni, tu sei la nostra Queen Bee».

 
Da parte di Mona, chiamare Alison “regina” era un po' insolito, ma era sentito.
 
Le cose tra di loro erano migliorate notevolmente, adesso erano molto più legate.

A poco a poco Alison aprì tutti i regali.

Toby e Lisa le regalarono un ciondolo con un angelo come pendolo, Trevis ed Hanna una macchina per scrivere, Spencer le comprò alcuni libri che Alison aveva perso durante il trasloco e a cui sapeva tenesse molto, Jenna e Cece le regalarono un vestito elegantissimo che (da quanto Alison ricordava) doveva costare almeno sui duecento dollari, Ezra e Danielle le presero un bracciale che (senza volerlo) si adattava molto alla collana.


Notando tutti questo particolare, ci fu una risata generale.


«Grandioso! Un vestito elegante, una collana ed un bracciale che andrebbero perfettamente insieme.. direi che sono pronta per i Grammy Awards! Chi mi accompagna? » un’ulteriore risata si espanse per tutta la stanza, e cessò solo poco dopo che Emily si avvicinò con il suo regalo. 
«E’ un regalo ridicolo rispetto a tutti gli altri, ma ho pensato di fare qualcosa più legato a noi che solo a te. Chiamami pure egoista» Alison rispose con una risata, abbassando lo sguardo sul pacchetto blu.
«Grazie» sussurrò.

Aprì il regalo con calma.

Era una maglia. 

Su c’era scritto ‘io e te, nella dolce Parigi’ e sotto una foto della torre Eiffel. 

Alison non lo disse ad alta voce, ma quello era il regalo migliore di tutti. Le restituì dei ricordi che cercava di evitare da tempo. E le ricordò una promessa. 

«La adoro» si limitò a dire.
Emily sorrise e si sedette sul divano di fianco ad Ezra, che le stampò un bacio sulla fronte e le accarezzò la testa.

«Non sono un cane, Ez» disse Emily sbuffando, ricevendo in cambio un'altra carezza. La prendeva in giro, totalmente.

Passarono tre ore prima che tutti riuscissero a preparasi per uscire. 

Erano l’una meno dieci del pomeriggio e Spencer aveva progettato di andare a pranzo fuori. 
«Hanna!» urlarono sei voci.
Toby, Travis, Spencer, Aria, Alison e Mona non ne potevano più di aspettare.

Hanna ci aveva impiegato esattamente quaranta minuti solo per lavarsi.


Scese dopo quindici minuti dall'ultimo richiamo, sistemandosi ancora la giacca.
«Eccomi, eccomi! Come siete frettolosi» rispose come se avesse tardato di pochi secondi.


Erano l’una e cinque minuti e solo all’una e trenta trovarono un posto carino in cui pranzare. 


Cece dovette scappare per un'importante riunione di lavoro, scusandosi venti volte con Alison cui non dispiaqque affatto. Si trattava di lavoro e sapeva quanto Cece fosse impegnata, quindi anche solo il pensiero di unirsi a loro le bastò.

Entrarono al Blue Hill, aspettando che un cameriere gli si avvicinasse.
«Un tavolo per dodici persone, per favore» chiese Jenna. 
«Certo, venite con me» il gruppo seguì la ragazza, sistemandosi al tavolo sette.


Hanna si sedette a capotavola con Trevis a destra e Spencer a sinistra; Alla sinistra di Spencer c’erano Aria, Mona, Danielle ed Ezra. Alison a capotavola seguita da Toby. Alla sinistra di Toby c’erano Lisa, Emily, Jenna e per ultimo Travis, che chiudeva in bellezza il giro.
                
               Hanna
Travis                    Spencer
Jenna                         Aria
Emily                       Mona 
Lisa                          Danielle
Toby                        Ezra
                Alison


«Allora ragazzi, cosa ordiniamo?» domandò Aria affamata. 

«Non so proprio cosa scegliere, mi alletta tutto» rispose Lisa sfogliando le pagine del menù.

«Io credo ordinerò qualcosa di leggero, voglio mantenermi in forma» nessuno diede peso ad Hanna, perché alla fine avrebbe ordinato molte più portate degli altri.
''E' sempre la solita'' pensò Aria.


Dopo pochi minuti, tutti decisero cosa ordinare.
Ed Hanna, come previsto, aveva in mente un buon elenco.


Il cameriere arrivò con il blocchetto sulla quale segnò tutte le ordinazioni, comprese le bevande che arrivarono prima del cibo.


Spencer scattò una fotografia, postandola su Twitter.


«Sapevo che Lucas avrebbe commentato appositamente per te, Alison. Ti augura buon compleanno» disse Troian oscurando il bloccoschermo del suo cellulare.


«Oh.. ok. Lo ringrazierò più tardi» e seguito alla sua risposta, il telefono di Alison squillò.
Lo prese dalla borsa.


Chiamata da Jess.


'Diamine' pensò Alison.
Non aveva molta voglia di sentirlo, ma rispose ugualmente.
Probabilmente voleva solo farle gli auguri. 


«Hey» iniziò Alison.
«Bastarda! Sono fuori casa tua, dove sei finita?» il tono di Jess era carico di rabbia ed Alison rabbrividì. 
Spalancando gli occhi, iniziò a balbettare qualcosa.
«Jess, io.. io sono uscita. Con i miei vecchi amici. Ho completamente dimenticato di avvisarti, mi dispiace» Alison portò le mani alla testa, sistemandosi un paio di ciuffi che le cadevano sugli occhi.


Quella telefonata attirò l'attenzione degli altri che finsero però di non ascoltare per evitare di mettere a disagio l'amica.
Solo Ezra non poteva far a meno di guardarla, con la mascella rigida e lo sguardo torvo. 
'Chi diamine è?' pensava.
E prima che vi facciate brutti pensieri, Ezra trattava Alison come una sorella minore. 
La proteggeva, perché la sua famiglia continuava a non esserne capace. E lui, insieme agli altri, adesso era la sua famiglia. 


«No, non venire Jess. Per favore. Ci vediamo stasera, d'accordo?» ma Alison non ricevette risposta. Jess attaccò, senza buone intenzioni.


Alison si alzò.
«Scusatemi, torno subito» e si avvicinò al cameriere.


«Credo stia andando in bagno» osservò Mona.


E difatti era così.


Emily, dopo venticinque minuti passati ad aspettare Alison che tornasse, perse la pazienza e decise di andarla a cercare.


«Torno tra un secondo» disse guardando Ezra che annuì, addentando una forchetta di spaghetti.


Emily aspettò che il cameriere si liberasse per chiedergli dove poter trovare il bagno.
«Allora: segua il corridoio, poi giri a destra. Ci sono due cartelli. Il primo indica il bagno del personale, il secondo invece ti porta dritta verso il bagno delle donne. Prima porta, con precisione. Non confonderti con quello maschile» spiegò il cameriere, accennado poi un sorriso.


Emily lo ringraziò frettolosamente e si precipitò verso il bagno delle donne.


La porta era fatta di legno pregiato, con varie incisioni sopra tutte diverse tra loro che però formavano un'unico grande simbolo. 


Non conoscendone il significato, Emily decise di non soffermarvici troppo ed aprì la porta.


E il quel momento realizzò il vero motivo per la quale Alison non era rientrata.


«A..Ali? Che diavolo hai combinato?» Emily si piegò sulle ginocchia, raggiungendo l'altezza dell'amica rannicchiata vicino al muro.
Aveva uno spacco sul labbro dalla quale colava sangue scuro e denso, schiarito dalle lacrime che le rigavano il volto e finiva per percorrerle il mento, gocciolando sulla camicia azzurra di seta.


Emily le prese il volto tra le mani, prima di alzarsi a recuperare qualche fazzoletto e inumidirlo con l'acqua.



«Alison, chi è stato? E perché?» chiese Emily, mentre lavava via le macchie di sangue dal viso della bionda.
«N..nessuno Em. Io sono caduta» rispose arricciando il naso per il bruciore che le procurava il taglio.
Emily alzò per un attimo lo sguardo, tenendolo fisso in quello di Alison.
«Ed è per questo che te ne stai qui in un angolo mentre la fuori ci sono altre undici persone che aspettano te per festeggiare il TUO compleanno?» il tono di Emily divenne rude e contrariato, tanto da far abbassare lo sguardo ad Alison per i sensi di colpa e la vergogna che la pervadeva in quel momento.
«Rispondimi Ali, è per questo?» il suo sguardo divenne carico di rabbia e con estremo impulso constrinse Alison ad alzare la testa.
Notò gli occhi pieni di lacrime e prima che potesse scusarsi per averla trattata così, lo sguardo di Alison divenne una chiara richiesta d'aiuto, seguita dalla frase ''ma tanto tu non capiresti''.
Glie lo si leggeva chiaramente che quel 'sono caduta' era metaforico.
Perché era arrivata davvero a toccare il fondo.

«Jess..» riuscì a dire Alison prima di scoppiare in lacrime, appoggiando la testa al muro e tenendo coperti gli occhi.
Non voleva che nessuno la vedesse così. 

«E' stato Jess?» disse Emily alzandosì in piedi di scatto e ripensando ai lividi che aveva visto sulle gambe dell'amica la sera prima.
Così iniziò a pensare ad alta voce, attirando l'attenzione di Alison.
Si portò le mani tra i capelli, come si usa per fare la coda di cavallo.
Guardò Alison per l'ultima volta, prima di uscire dal bagno come una furia.

Arrivò nuovamente il tavolo e la sua espressione fu indecifrabile persino per Hanna, che la conosceva meglio delle sue scarpe.


«Chi di voi può raggiungere Alison in bagno? Io devo andare a spaccare la faccia a qualcuno» prese la borsa, lasciando qualche contante per il cibo che aveva ordinato.
 
Aria ed Hanna si alzarono, precipitandosi verso il bagno, mentre Spencer seguì Emily facendo fatica a starle dietro.
Solo quando arrivarono alla macchina, Spencer riuscì a capire qualcosa di ciò che era successo.


«Ok Emily, puoi calmarti? Intanto focalizza, cosa credi di poter fare? Non sai nemmeno dov'è adesso» fece notare Spencer.


Ma con grande sorpresa dell'ultima, Emily lo sapeva eccome. 
La mora al volante passò il cellulare a Spencer.

«Ha postato questa fotografia. Si trova in un bar a pochi chilometri da qui. 
Ci metterò poco ad arrivarci» Spencer annuì soddisfatta: almeno avevano una reale meta.


Ci mise esattamente sei minuti e venti secondi prima di arrivare al bar dove la foto era stata scattata e scendendo dall'auto come un razzo, si precipitò nel locale.


Dopo un rapido sguardo ai tavoli, riuscì a riconoscerlo.


«Eccolo lì. Sembra proprio lui e sembra anche molto divertito» osservò Emily mentre studiava Jess bere tequila e polpa di pesca con la TV via cavo accesa e una poltroncina rossa che ormai aveva i suoi anni. 


Emily gli si avvicinò, colpendolo sulla spalla per due volte.


E quando Jess si girò-


*continua*



*FINE SECONDO CAPITOLO.


Spero che anche questo secondo capitolo sia piacevole come avete descritto il primo. Sono molto felice di aver stuzzicato la vostra curiosità.
Buona lettura carissimi e scusatemi per il finale impreciso. Scoprirete cosa succederà nel prossimo capitolo!
Baci! 
  
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