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Autore: B_Regal    19/04/2015    1 recensioni
[Raccolta di One Shot indipendenti]
Dall'ultimo capitolo:
Ormai è quasi certa che sia un effetto di quel posto, non poter essere sereni.
Non che la sensazione le sia nuova, ma gli eventi di quella giornata sono stati duri persino per una come lei e ora ne sente il peso tutto insieme, come un grosso macigno sul petto che le mozza il respiro.
E’ lì fuori già da un po’ quando avverte una presenza dietro di lei e per un momento si irrigidisce, ma poi una mano calda le sfiora la guancia e quel tocco lo riconoscerebbe ovunque.
E non sa bene come succede, ma un istante dopo sta singhiozzando contro il suo petto.

SPOILER 5x12!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Quando ho l'episodio 3x20, in particolare quel momento in cui Henry e Robin cercano di convincere Regina che può fermare Zelena, mi sono completamente liquefatta sul pavimento.
Consideriamo che Regina si è sempre sentita sola, le hanno sempre fatto credere di non essere abbastanza, e in quel momento invece c'erano i suoi due uomini accanto a supportarla e a incoraggiarla, mi sono sentita troppo felice per lei e ho dovuto ammettere che, tra i tanti guai che combinano, Adam ed Eddy ogni tanto una cosa giusta la fanno!
Però.. ovviamente c'è un però..  sarà che avevano già troppe cose da inserire, sarà che a me le le scene OQ non bastano mai... secondo me li abbiamo visti insieme troppo poco! v.v
Cioè.. ma avete notato che Regina sprigiona la magia bianca mentre il suo cuore è nelle mani di Robin? ç__ç  Non può essere un caso, e non mi potevano liquidare l'importanza che Robin ha avuto nel cambiamento di Regina in dieci secondi dieci.
E quindi ho deciso che deve per forza essere successo qualcos'altro nel mentre e visto che non me l'hanno fatto vedere, me lo sono creata da sola! =)






La sala d’aspetto dell’ospedale era completamente deserta e lei ne aveva approfittato per concedersi cinque minuti in solitudine, lontana dalla confusione e dal panico  che si era generato all’interno dell’intera struttura, dopo il disastroso attacco di Zelena e il rapimento del piccolo principe.
Sapeva che Emma e David in quel momento erano con Mary Margaret, a spiegarle il nuovo piano e a tranquillizzarla che tutto sarebbe andato bene e che presto avrebbe riavuto il suo bambino. Ci avrebbe sicuramente creduto, Biancaneve non perdeva mai la speranza.
 Ma lei non era come loro, lei non era una Charming e non aveva il cuore del vero credente,  a essere precisi in quel momento non ce l’aveva proprio un cuore, e come aveva già detto alla stessa Mary Margaret sperare le risultava davvero difficile.
Che poi sperare cosa? Che sarebbe riuscita a sconfiggere Zelena con la magia bianca? Lei, che ormai era stata marchiata indelebilmente dall’oscurità?
L’idea le sembrava talmente assurda da farla quasi ridere, voleva lasciar perdere, voleva urlare a tutti che stavano prendendo una cantonata e che non sarebbe mai riuscita nell’impresa che le avevano affidato.
E l’avrebbe fatto davvero se solo non fosse stato per Henry, per quegli occhi pieni di fede che l’avevano l’incoraggiata e spronata. Il suo bambino non mostrava tanta fiducia nei suoi confronti da tantissimo tempo,  da quando la considerava la sua unica famiglia e il suo unico punto di riferimento e lei non voleva deluderlo proprio adesso, non di nuovo e non dopo aver tradito la sua fiducia già troppe volte.
Ma non poteva fare a meno di pensare che si trovava praticamente in un vicolo cieco. Non poteva tirarsi indietro ma non poteva nemmeno intraprendere quella folle impresa. Se avesse fallito, se non fosse riuscita a sconfiggere Zelena avrebbe mostrato definitivamente ad Henry la sua reale natura, quella di cattiva. Ed era così ingiusto che questo dovesse accadere adesso che finalmente iniziava a sentirsi più Regina e meno la regina cattiva, adesso che aveva scoperto la sensazione meravigliosa di sentirsi accettati e amati, che aveva ottenuto la felicità bramata per anni, con suo figlio che finalmente si ricordava di lei e le voleva bene e un uomo meraviglioso che aveva saputo  capirla e amarla, proprio lei, che a quel tipo di amore credeva di aver rinunciato per sempre.  E invece era arrivato, e con lui il suo Henry, e fallire probabilmente avrebbe significato perderli entrambi.
“Che cosa c’è di così interessante fuori quella finestra da meritare tanta attenzione?”
Neanche  l’avesse invocato, Robin era proprio lì, dietro di lei. Le bastò la voce per riconoscerlo, si voltò lentamente e si sforzò di sorridere, ma quello che ne venne fuori fu poco più di una smorfia. Fece qualche passo verso di lui, le braccia incrociate al petto, e provò a sviare la domanda  “Come stanno i tuoi uomini?”
“Bene, si sono ripresi tutti..” Rispose soddisfatto, poi le guardò il ventre e glielo sfiorò con la mano “Fa ancora male?”
Lei scosse la testa allontanando la mano che lui aveva appoggiato sul punto che aveva urtato quando Zelena l’aveva  lanciata contro la parete, ma fu tradita dalla smorfia di dolore che le sfuggì quando entrambi presero posto sulle sedie di plastica blu.
“No, eh?” Le fece eco Robin, preoccupato “Dovresti farti controllare..”
La donna scosse la testa,  tra tutti vedere un medico era l’ultimo dei suoi pensieri “Ho altri problemi in questo momento..”
Robin la guardò a lungo, pensieroso ma non sorpreso, come se si aspettate qualcosa del genere. Le accarezzò il viso con due dita e guardò dritto in quelle iridi scure e inquiete “Che succede, Regina?”
Lei lasciò andare un sospiro, avrebbe preferito liquidare la cosa con un ‘niente’ ma sapeva che l’uomo non avrebbe desistito facilmente, non l’aveva fatto quando si erano appena conosciuti figuriamoci adesso che si poteva dire avessero una..  storia?  “Non posso fare quello che mi stanno chiedendo, Robin!”
Lui si lasciò sfuggire una smorfia di disappunto “Certo che puoi, tu sei l’unica che può farlo!”
“No, quella è Emma..” Insistette la donna “E’ lei la salvatrice, lei ha la magia bianca.  Io.. io sono diversa..”
“Emma è la salvatrice perché ha spezzato il sortilegio la prima volta, e tu l’hai fatto adesso. Forse non siete così diverse come credi..”
“Non è cosi semplice, la mia magia è oscura, lo è sempre stata.  Per quanto vorrei crederlo aver spezzato il sortilegio non mi rende una specie di nuova salvatrice o un eroina,  ma solo una madre che ama suo figlio..”
“E ti pare poco? L’amore che provi nei confronti di tuo figlio è immenso, io l’ho visto, per Henry hai  rinunciato alla tua felicità,  sei quasi arrivata a maledirti e una persona che ama in questo modo non può  non essere in grado di usare la magia buona..”   Le prese entrambe le mani e gliele strinse ancora più forte quando la vide abbassare lo sguardo, non convinta di quelle parole “Dio, Regina,  se solo potessi vederti come ti vedo io..”
Regina alzò gli occhi su di lui e gli sorrise, mentre sentiva gli occhi inumidirsi. Robin era così sicuro delle sue parole e lei avrebbe voluto davvero potersi vedere come la vedeva lui. Perché conosceva bene i suoi sguardi, l’avevano sempre colpita perché la facevano sentire accettata, desiderata e amata. Nessuno la guardava così da tempo, ma forse il punto era proprio quello. Robin aveva conosciuto la nuova Regina, non aveva idea di chi fosse stata in passato e per questo si fidava tanto ciecamente di lei.
“Lo sai che hanno perso Emma per colpa mia? L’hanno mandata via per proteggerla dal mio sortilegio, per salvare il regno dalla mia vendetta..”
Robin scosse subito la testa come a dirle di non continuare “Non mi  importa di quello che hai fatto in passato,  sei diversa adesso!”
“Si ma.. sono stata io!” Sbottò, alzandosi di scatto e mettendosi a camminare per la sala con le mani tra i capelli “E ora succederà di nuovo, perderanno di nuovo un figlio perché io non sarò in grado di fermare mia sorella!”
Lui scosse la testa di nuovo, stavolta più vigorosamente “Smettila, Regina. Questo non è da te,  non ti ho mai vista arrenderti,  non ti sei mai fermata di fronte a nulla. Dov’è  finita quella donna testarda che non voleva il mio aiuto perché era certa di poter sconfiggere la strega da sola?”
“Beh è stata messa KO un bel po’ di volte e ha iniziato a guardare in faccia la verità..” Alzò le spalle, rassegnata “E’ scritto anche nella lettera, lei è più forte di me..”
Si alzò anche lui, raggiungendola accanto alla finestra “Ti ho già detto che quella lettera non ha alcun significato, non farti condizionare da uno che forse non ti conosce nemmeno così bene come crede! Dai, Regina, davvero quello che pensa quell’uomo ha più importanza di quello che pensano le persone che ti amano?  Di quello che pensa Henry, di quello che penso io?”
Regina sorrise impercettibilmente, non le era sfuggito come Robin si fosse implicitamente inserito nella lista – decisamente non lunga – delle persone che l’amavano  “Tu sei sicuro di non sopravvalutarmi?”
“Non ti sopravvaluto, ti conosco. E ricordati che sono un ladro, sono piuttosto bravo a riconoscere il valore delle cose.. ” Si interruppe, felice di  vedere finalmente un accenno di sorriso sul volto della donna “Basta con i dubbi, ce la farai. E poi ricordati che non sei sola, avrai un sacco di persone a guardarti le spalle, a cominciare da me!”
 Lei inarcò le sopracciglia “Vieni anche tu?”
“Beh, cos’è questo tono sorpreso? David non è l’unico che deve recuperare qualcosa di importante.. ti ricordi che ti ho promesso che mi sarei ripreso il tuo cuore?”
Regina annuì, sorridendo “Mi ricordo!”
“E poi non ti lascerei mai andare senza di me!” le sorrise, l’abbracciò stretta e le baciò una tempia “Stai tranquilla, andrà tutto bene!”
Lei si lasciò stringere, crogiolandosi nel calore di quell’abbraccio e cercando di trovarne la fiducia e il coraggio che le mancavano.  Nascose la testa nell’incavo del collo di lui e chiuse gli occhi,  non era ancora certa di potercela fare ma adesso iniziava a pensare di avere qualche possibilità. E forse aveva ragione lui, forse lei non era forte quanto sua sorella, ma non era nemmeno sola come sua sorella, questa volta lei avrebbe avuto qualcuno a combattere al suo fianco. Sorrise contro la sua spalla e aprì gli occhi che stavolta brillarono di determinazione  “Andrà tutto bene..”
 
 
[….]
 
 
Robin scattò in piedi quando li vide arrivare, Regina circondava le spalle di Henry con un braccio e sembrava serena, il suo viso era rilassato, luminoso, e lui si sentì  immensamente felice di vederla così.
Allungò un braccio quando gli furono vicini e intrecciò la sua mano con quella libera della donna “Com’è andata?”
Regina annuì,  composta e controllata come al solito, ogni traccia di incertezza sembrava completamente sparita dal suo volto “ Mary Margaret è felicissima, direi anche troppo felice per i miei gusti.  Non mi lasciava più andare e se fossi rimasta un altro minuto a sentire i suoi monologhi fastidiosi avrei iniziato a considerare l’idea di toglierle di nuovo quella bestiolina dalle braccia!”
Robin rise e guardò Henry con una smorfia “Ora si che riconosco tua madre!”
“Ora la riconosco anche io..” concordò il ragazzino rispondendo all’occhiata complice dell’arciere.
Regina si portò entrambe le mani sui fianchi, stringendo le palpebre “Beh, che sono queste facce?”
 “Quali facce?”  Chiese Henry, vado “Io vado ai distributori a prendere una merendina, mi è venuta fame!”
Regina e Robin lo osservarono divertiti mentre si dileguava, quando poi i loro occhi si incrociarono di nuovo la donna si accorse che Robin teneva un sacchettino rosso tra le mani “Credo sia arrivato il momento che questo torni al suo posto..”
Regina smise di sorridere e prese l’oggetto, rigirandoselo tra le mani ma senza mai distogliere lo sguardo da lui  “Alla fine avevo fatto bene ad affidartelo..”
“Pare di si..” La guardò aprire il sacchetto e tirare fuori il cuore, rimanendo in un rispettoso silenzio, quando poi la vide alzare di nuovo lo sguardo continuò “Te l’ ho restituito, ma sappi che ormai lo considero un po’ anche mio!”
Regina sorrise sarcasticamente soppesandosi il cuore su una mano, senza riuscire a fare a meno di soffermarsi su quelle macchie scure che sembravano indelebili “Non è poi questo grande guadagno..”
“Non dirlo neanche per scherzo..” Rispose lui, più che mai serio,  mettendo entrambe le mani su quella di lei e portandogliele sul petto “E’ ciò che di meglio potevo desiderare. E ora rimettilo dove deve stare..”
Regina annuì, chiudendo gli occhi e facendo una leggera pressione per far entrare il cuore nella sua cavità toracica. Sentì il respiro mancarle per qualche secondo e contrasse il viso, stringendo la mano di Robin che era rimasta poggiata sul suo petto.
Quando poi gli occhi e incrociò quelli dell’uomo di fronte a lei, capì subito che c’era qualcosa di diverso. Ogni volta che aveva rimesso a posto il suo cuore dopo averlo tenuto fuori dal petto la prima percezione era quella di un dolore familiare, quello che l’accompagnava perennemente, che si amplificava e si irradiava lungo tutto il corpo  fino a entrarle nella testa.  Questa volta c’erano stati pochi secondi di fastidio e poi era arrivata una sensazione nuova, se si fosse ricordata cosa si provava, avrebbe detto che si era sentita bene.  Come se solo in quel momento si stesse rendendo conto di quanto fosse cambiata la sua vita, e del futuro roseo che probabilmente l’attendeva. Perchè adesso, con Zelena fuori gioco ed Henry e Robin accanto a lei non poteva più desiderare altro e ciò che aveva cercato per anni era finalmente lì, a portata di mano.
“Ti senti bene?” Le domandò Robin, che era rimasto in attesa, un po’ preoccupato.
Regina sorrise, un sorriso ampio e luminoso e invece di rispondere gli gettò le braccia al collo e gli catturò le labbra, baciandolo con dolcezza. Lui non se lo aspettava ma non si fece cogliere impreparato, lasciò correre le mani tra i suoi capelli e rispose al bacio, staccandosi solo per sfiorarle il naso con il suo e poi riprendendo a baciarla, stavolta di sua iniziativa.
Fu lei a staccarsi, quando si rese conto di quel gesto istintivo a cui si era lasciata andare e si guardò furtivamente in giro per assicurarsi che nessuno li avesse notati.
“Lo prendo come un si!” Rise Robin, accogliendola con gioia tra le sue braccia. Lei sorrise contro la sua spalla e fece per dire qualcosa ma si interruppe quando lo sentì lasciarla andare improvvisamente, e non fece in tempo a chiedersi il motivo perché si voltò e vide le ultime persone che avrebbe voluto vedere in quel momento.
“Noi.. il bambino deve tornare alla nursery e.. l’infermiera mi ha lasciato.. insomma, lo stavamo accompagnando.. e.. comunque non volevamo interrompervi..” Una imbarazzata Mary Margaret era a pochi metri da loro, seduta su una sedia a rotelle con il figlio tra le braccia, mentre David la spingeva da dietro, un espressione sfacciatamente divertita dipinta in viso.
L’altra donna fece qualche passo indietro, allontanandosi da Robin e prese a guardare l’aria, cercando di apparire indifferente e sperando che la sua espressione non tradisse il suo imbarazzo. Per fortuna negli anni era diventata brava a dissimulare “Non avete interrotto niente infatti..  stavamo solo..”  Stavamo cosa?  Per la prima volta Regina non aveva la più pallida idea di cosa dire per giustificarsi. Se non fosse sembrato decisamente patetico e poco elegante, si sarebbe smaterializzata all’istante, piuttosto che dover rimediare a quanto appena accaduto. Lanciò a Robin uno sguardo che sembrava una richiesta d’aiuto, lui comprese al volo e cercò di continuare la frase, per quanto non vedesse alcun motivo per mentire.  Così alla fine optò per una mezza verità  “Il suo cuore!” Esclamò,  con un tono fin troppo sicuro per sembrare naturale, il turbamento di Regina aveva finito per contagiare anche lui che in realtà non aveva alcun problema con quanto accaduto “L’avevo preso alla fattoria e gliel’ho restituito..”
Soddisfatto della spiegazione, guardò la donna in cerca di approvazione e la trovò, Regina sembrava soddisfatta e nessuno dei due si accorse che in realtà quell’affermazione aveva rincarato la dose fino a quando non si accorsero che Mary Margaret stava annuendo con sorriso vistoso “Il suo cuore, certo. Adesso si spiega..”
Bastò quel lieve accenno ironico per far riacquistare a Regina la sua abituale autorità: Inarcò le sopracciglia e strinse le labbra, infastidita “Si spiega che cosa?”
“Beh, che tu e Robin Hood..”
“E tu che fai lì impalato?”  Non finse nemmeno di prestare attenzione alle parole della figliastra e alzò lo sguardo su David che, da perfetto idiota quale Regina l’ aveva sempre considerato, stava ancora immobile con le mani sulle maniglie della sedia a rotelle e un ghigno divertito sul viso“Tuo figlio prende freddo, spingi quel coso e portalo via, che aspetti?”
“Sei poco credibile con quelle guance che stanno per andarti a fuoco!” La prese in giro il principe “Piuttosto, Robin, non avevo dubbi su Regina ma da te mi sarei aspettato che  me lo dicessi, credevo fossimo amici!” aggiunse, fingendosi offeso.
Robin alzò le spalle con aria colpevole, poi circondò con un braccio le spalle di Regina,  che stranamente non oppose resistenza “Diciamo che non c’è stato il tempo, è stato tutto piuttosto veloce e con tutto quello che è successo è già stato un miracolo che abbiamo trovato un po’ di spazio per noi..” Spiegò, rivolgendo uno sguardo innamorato alla donna accanto a lei.
“In effetti non credevo che tra quella pazza di tua sorella e la maledizione e il problema di Henry avessi anche il tempo per queste cose..” Osservò Mary Margaret guardando ammiccante la sua matrigna  “Sei stata brava a tenercelo nascosto Regina!”
Regina però non sembrava per nulla felice di quelle confidenze tra amici e alzò gli occhi al cielo, visibilmente irritata e sul punto di perdere la pazienza “Sparite, adesso!”
David si mise a ridere di nuovo ma pensò bene di non tirare troppo la corda, e Mary Margaret si voltò indietro un ultima volta quando il marito riprese a spingerla “Ok, fà pure la solita antipatica, tanto mi racconterai tutto!”
“Certo cara, mentre lavoreremo d’uncinetto e daremo da mangiare agli uccellini!” Le rispose l’altra con un sorriso palesemente forzato. Quando guardò di nuovo davanti a sé incrociò lo sguardo divertito e un po’ preoccupato di Robin – e quello di Henry, che si era avvicinato per assistere al siparietto - e sbuffò “La storia si ripete, continua a capitarmi tra i piedi nei momenti meno opportuni..” Si lamentò, portandosi le mani sui fianchi.
Robin le sorrise, massaggiandole la schiena “Dai, che vuoi che sia, prima o poi l’avrebbero scoperto, no?”
 “Prima o poi l’avrebbero scoperto è un conto, essere colti in flagrante come due ragazzini è un altro!”
“Ma dai, ci stavamo solo abbracciando.." Replicò, cercando di minimizzare quella che Regina faceva sembrare una tale tragedia. Lo capiva, per lei era tutto talmente nuovo che aveva bisogno dei suoi tempi, ma lui era lì proprio per aiutarla, per fare in modo che la smettesse di sentirsi a disagio o spaventata e che cominciasse a vivere una vita normale, libera e serena "Inizi ad abituarsi a queste pubbliche manifestazioni d’affetto sindaco Mills, questo gentiluomo qui potrebbe avere qualche difficoltà a controllarsi, ogni tanto!”
L’espressione scocciata di Regina si tramutò in una smorfia divertita “Qualche difficoltà a controllarsi?”
“Esatto, sa, tipo baciarla all’ improvviso o cose così..” Esclamò, fingendo di restare sul vago per poi sporgersi e porle un bacio sonoro sull’angolo della bocca, al quale lei rispose con un sorriso un po’ rassegnato e un po’ felice. Non lo disse, ma sapere che Robin non si vergognasse di farsi vedere assieme alla regina cattiva la riempiva di gioia e l’idea di ufficializzare la loro relazione iniziava a farle meno paura.
“Adesso che ne dite di andare? In tutto questo caos non ci siamo accorti che l’ora di cena è passata da un pezzo.. Giovane,  hai saziato la tua fame o ti va ancora un hamburger con patatine fritte?”
 Il ragazzo spalancò gli occhi, entusiasta “Non dico mai di no alle patatine fritte!”
“Perfetto, nemmeno io. Passiamo a prendere Roland e andiamo da Granny’s, vi va?”
Henry e Regina annuirono in contemporanea, e Robin appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo e l’altra sulla schiena della donna, scortandoli entrambi verso l’uscita dell’ ospedale.
  
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