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Autore: Shawol_Locket    19/04/2015    4 recensioni
- Pensi che non ci abbia provato?!
Quante volte vuoi ancora che te lo ripeta, per far sì che tu lo capisca?
Ti desideravo accanto a me, volevo che tu fossi lì con me.
E forse nemmeno capisci quanto sia stato difficile accettarlo per me, sai quanto etero pensavo che fossi, come credi che mi fossi sentito a desiderare di nuovo le tue labbra, le tue carezze e il tuo corpo vicino al mio?
Pensavo di essere sbagliato, pensavo di poter deludere la mia famiglia; sono un uomo, Kibum, ho il compito di proteggere la mia famiglia.-
Confessò il biondo tentando di avvicinarsi a te, ma tu subito ti allontanasti da lui.
- Io avrei lasciato tutto per te.
Non sopportavo più nemmeno il fatto che non potevamo vederci tutti i giorni.
Nel senso che mi mancavi davvero, anche se erano trascorse soltanto alcune ore.
Non puoi immaginare il vuoto che hai lasciato dentro di me quando sei andato via, c'era un dolore così lancinante, proprio qui sul petto.
Tu eri andato via e l'unica cosa che mi era rimasta era il tuo profumo sul cuscino.
E. . Dio me ne scampi, ho pianto come una ragazzina quando anche quello è scomparso.-
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Here, i'm back people!
Bene, come ho già detto ad alcune di voi alla risposta alla recensione, non sto passando un periodo meraviglioso, quindi chiedo venia se gli aggiornamenti arriveranno più tardi.
Vorrei comunque approfittarne per ringraziarvi infinitamente per le recensioni lasciate al capitolo precedente *ve se ama come sempre nsomma*.
Inoltre, spero di non deludervi con questo capitolo e che sia almeno sul livello della decenza.
Annnd, ho una piccola sorpresa per voi. . Credo che durante la settimana ci sarà un capitolo Bonus molto interessante.
Sooo, se vedo che siete molto partecipi, potrei aggiornare il più presto possibile, quindi sta a voi bellezze!
Detto tutto questo, come all solito vi chiedo di interagire un po' e di farmi sapere quali sono le vostre idee riguardo il continuo della fanfiction.
Anyways, buona lettura!








28/11/14
Ore: 7.12 a.m.

Diario di Kim Kibum.

- Giorno 135 -

Caro Diario, oggi è uno di quei giorni no.
Come al solito sono accadute tante cose tutte insieme e non ho avuto un attimo per poterti scrivere, così ora eccomi qui.
Dio, ormai sarai stanco dei miei cambiamenti così continui.
Mi dispiace?
Dovrei forse dirti questo? Non ne sono neanche tanto sicuro.
Il fatto è che sembro una scolaretta che cambia idea velocemente da un momento all'altro,  ma se ci pensi passano molti giorni prima che io ti scriva, quindi puoi accettare il fatto che non sia sempre felice o sempre depresso vero?
D'altronde Platone, un filosofo greco, dice che la vera uguaglianza sta nell'osservare le diversità [1]!
Quindi dopo questo intelligente alibi, puoi scusarmi, vero?
Comunque sia il punto non è questo.
Sono confuso, persone che credevo colpevoli non erano veramente colpevoli e persone di cui ormai ignoravo la presenza continuano a decidere della mia vita.
Perchè se da una parte sono confuso, dall'altra qualcuno mi ha spiegato come potrebbero stare le cose.
Odio la situazione in cui mi trovo in questo momento.
Devo parlare con i miei genitori, la mia famiglia.
Ma è ancora davvero la mia famiglia? Dovrei considerarla ancora così?
Vedi sono confuso su questo aspetto della vicenda, pensavo di aver ormai concluso con loro, pensavo che loro avessero fatto la loro vita e io la mia.
Ormai non credevo che sarei dovuto di nuovo andare a quella enorme casa lussuosa per parlare con loro.
I rapporti erano finiti, pensavo fosse così anche per loro.
Lo avevano sottolineato così bene abbandonandomi da solo a Seoul.
E invece.
Ora sono in viaggio da circa tre quarti d'ora, nessuno sa della mia partenza,e nessuno deve saperlo.
Cioè, a parte te Diario, ovvio.
Infondo non mi era sembrato giusto dire dove fossi andato, visto che qualcuno ha fatto la stessa cosa con me tempo fa.
Non pensavo che se lo meritasse, alla fine sto andando per risolvere le cose tra noi due, no?
Ora credo di meritare un po' di riposo, ti scriverò in questi giorni, promesso.
 


Da dove dovrei iniziare a spiegare le cose?
Forse se iniziassimo in ordine cronologico sarebbe più ordinato e facile da capire.

Insomma, da una parte non c'è proprio bisogno di lamentarsi, perchè finalmente si conoscono delle verità.
Finalmente sai perchè Jonghyun è fuggito via.

[ Flashback ]

In quel momento il tuo cuore stava ancora battendo forte.
Era la prima volta che facevate l'amore ed eravate entrambi coscienti, da quando vi siete incontrati per la prima volta.
Il tuo respiro, insieme a quello di Jonghyun, stava ancora cercando di regolarizzarsi.
Era stato davvero fantastico, il miglior sesso della tua vita si può dire.
Jonghyun fu molto premuroso nei tuoi confronti, cercando di mettere il tuo piacere in primo piano,
voleva dedicarsi ancora così tanto a te nonostante la fantastica canzone che ti aveva dedicato alcune ore prima.
Comunque sia, i suoi tocchi e i suoi baci dolci e attenti fecero battere il tuo cuore così forte che mancava poco e sarebbe scoppiato con estrema facilità.
Ed in quel momento ancora nudi nel letto l'uno accanto all'altro:
- Non, non abbiamo nemmeno salutato.-
Pronunciasti tu per primo ancora cercando di riprendere respiro.
- Ahh, è questa l'unica cosa che sai dire dopo quello che è successo in questa camera?
Dio Kibum, non ricordavo che fare l'amore con te fosse così dannatamente piacevole.-
Replicò Jonghyun mettendosi su un fianco e avvicinandosi a te, respirando direttamente sul tuo collo.
- Ha! Questo è davvero quello che dovresti dire in questo momento.-
Dicesti tu scoppiando in un risarella che coinvolse anche Jonghyun.
- Sono davvero felice di essere qui con te adesso.
Quanto mi sei mancato, al diavolo tutto.-
Affermò lui stringendoti forte a lui.
- Yah, n-non così forte.-
Replicasti tu ancora ridendo.
- E io, Kibum? Ti sono mancato un po'?-
Domandò lui alzando il viso dal tuo collo e guardandoti negli occhi.
Tu iniziasti prendere un forte colorito.
- Pabo. . Anche tu mi sei mancato.-
Rispondesti tu muovendoti nel letto solo per poterti appoggiare al petto di Jonghyun, in una posizione più comoda.
- E' inutile che cerchi di nascondermi il tuo viso, ho visto che sei arrossito.
Scolaretta.-
Ti prese in giro Jonghyun.
- Yah! Tu!-
Provasti a minacciarlo tu alzandoti velocemente dal letto.
Spalancando gli occhi un secondo dopo, a causa della fitta al fondo schiena.
- Chommal?-
Domandò Jonghyun sull'orlo di una grossa risata.
- Qualcuno deve esserci andato giù pesante stasera, eh?-
Rise poi il cantante.
- Yah! Kim Jonghyun!
Scordati il mio culo per un mese!-
Lo minacciasti tu facendo finta di alzarti dal letto.
- Aigoo, aigooo.
Non fare l'esagerato Kibum, sai che non potrei vivere senza di te.-
Sorride lui bloccandoti per un braccio e avvicinandosi a te per baciarti.
- Ma anche il tuo culo potrebbe essere necessario.-
Aggiunse lui ridendo ancora.
Per quanto tempo aveva intenzione di prenderti in giro?
- Porco.-
Dicesti tu mettendoti nella comoda posizione di prima: tu appoggiato al petto di Jonghyun.
- Ora per sdebitarti, devi rispondere alla mia domanda.
Credo sia ora che mettiamo le cose in chiaro e che nulla sia lasciato in sospeso.-
Quasi sussurrasti tu per non rovinare la bellissima atmosfera che si era creata.
- Andea Kibum.-
Replicò Jonghyun.
- Sei proprio sicuro di volerne parlare adesso?
Non preferiresti stringerti di nuovo al tuo fidanzato come poco fa?
Perchè io sinceramente non vedo l'ora che accada di nuovo.-
Continuò lui.
E le sue parole ti fecero rabbrividire, sentire la  sua voce che risuonava nella sua cassa toracica era tutta una cosa speciale a sè.
- Yah, chi ti ha detto che sei il mio fidanzato?
Non è che per una canzone mielosa e del buon sesso, adesso tu sia diventato il mio ragazzo.-
Rispondesti tu sorridendo mentre accarezzavi il suo petto.
- Divertente, davvero.-
Rise leggermente Jonghyun.
- Rispondi alla domanda e forse potrò perdonarti per davvero.-
Affermasti tu piuttosto convinto.
- Tanto so già che mi hai perdonato già da parecchio tempo, se no non avresti fatto il difficile per tutto questo tempo.-
Sorrise furbo Jonghyun.
- Tsk, piccolo cantante presuntuoso cresce.-
Affermi tu ritornando ad abbassare lo sguardo sulle tue mani che provocavano pelle d'oca a Jonghyun.
- E' davvero importante per te sapere di quella storia?
Non credi che entrambi abbiamo già sofferto abbastanza?
Se ce ne dimenticassimo e basta?-
Continuò a domandarti lui.
- So che rimarrebbe il mio punto debole, e continuerei a rinfacciarti il modo in cui te ne sei andato ogni volta che ci sarebbe una lite tra noi due.
E non voglio, ho bisogno di certezze adesso.-
Rispondesti tu.
E a quanto pare riuscisti a convincerlo attraverso quelle poche parole.
- Mmmh, forse hai ragione.
Facciamolo velocemente, dhe?-
Domandò ancora e tu annuisti in risposta.
- Il fatto è che conobbi tuo padre un po' di tempo prima di incontrare te.-
E a queste parole la tua espressione serena iniziò a corrucciarsi.
- Sai che il mio sogno è sempre stato quello di diventare un cantante, ma non ho mai davvero avuto
un'opportunità che mi aiutasse a debuttare.
Inoltre la mia famiglia in quel momento aveva davvero problemi economici, non potevo permettermi di perdere troppo tempo in giro a fare provini, servivano soldi.-
Continuò a dire lui respirando in modo molto profondo.
- E cosa c'entra mio padre? Non pensavo nemmeno che lo conoscessi, davvero.-
Affermasti tu interrompendo la sua storia e guardandolo negli occhi.
- Lo so Kibum, lo so.-
Quasi sorrise il cantante.
- Comunque sia un giorno tuo padre venne al locale a parlare con l'Ajusshi.
Per puro caso stavo suonando e lui mi notò.
Mi fece un paio di complimenti e poi. . Mi chiese di prendermi cura di te.-
Continuò Jonghyun.
- Bwho?! Cosa diamine è questa storia?!-
Quasi urlasti tu alzandoti dal petto di Jonghyun e guardandolo negli occhi.
- Ti prego ascoltami fino alla fine e non giungere a conclusioni affrettate, ti amo, mi pare di avertelo anche dimostrato questa sera.
Quindi non pensare male di me, okey?-
Fece questa premessa prima di prendere un grosso respiro e parlare.
- Mi aveva promesso una particolare somma di denaro in cambio, e. .
Kibum, mio padre rischiava il licenziamento da un momento all'altro e mia madre non aveva mai davvero lavorato, inoltre mia sorella voleva studiare e finire il corso per la sua laurea.
Quindi dovetti accettare, capisci?
La notte sentivo i miei genitori parlare di come fare a continuare ad andare avanti.
Mia madre, Dio, mi ricordo ancora di come lei pronunciò anche il suicidio.-
Disse lui alzandosi dal letto e appoggiandosi allo schienale del letto.
- J-Jonghyun. .-
Sussurrasti tu un po' confuso.
- Tuo padre mi chiese di tenerti sotto d'occhio, di diventare tuo amico e di farti conoscere qualche ragazza,
per farti ' guarire da una strana malattia'.-
Rise il cantante pronunciando le ultime parole.
- L'ha sempre definita così, non c'è da stupirsi, si tratta proprio di mio padre.-
Affermasti tu cercando una posizione comoda, o almeno non troppo dolorosa per il tuo fondo schiena.
- Peccato che avesse scelto proprio la persona affetta dalla stessa malattia Kibum.
E quando ti vidi per la prima volta. . Avrei voluto davvero scoparti come se non ci fosse stato un domani.-
- Bwho?!-
Ridesti tu.
- Dico sul serio, eri così bello e luminoso, attiravi l'attenzione di qualsiasi cosa in quel locale.
Poi non si erano mai visti ragazzi giovani come te, sempre uomini adulti.
Quando dicesti il tuo nome però e mi resi conto che eri tu la persona di cui dovevo prendermi cura, avrei voluto piangere.-
E questa volta fu il turno di Jonghyun a ridere.
- Che diamine Jonghyun, questa storia sembra sempre più assurda.
Mi hai evitato come se fossi un lebbroso al locale per i primi mesi, e quando poi ho avuto il coraggio di confessarmi
sei praticamente corso via con una scusa patetica.
Mi ero sentito così in imbarazzo, era la mia prima confessione e sentirmi rifiutato da subito fu scoraggiante, davvero.
Ah! 
E poi quando ho iniziato a flirtare con te? Ti sei persino avvicinato a quella Se-Kyung-qualcosa per farmi credere che tu stessi con lei.-
Affermasti tu non riuscendo a contare con le dita ogni volta che Jonghyun ti aveva allontanato.
- E non ti sembra logico?
Avrei finito per rovinare tutto e fare il contrario di ciò che il tuo vecchio mi aveva chiesto!
Dio, inoltre eri così esplicito!
Nonostante fossi la tua prima cotta devo ammettere che con le parole e i movimenti ci sapevi piuttosto fare.
Chissà quante volte sono andato nel bagno del locale per cercare di risolvere qualche problemino causato dal tuo movimento o parola di troppo.-
Si confessò Jonghyun quasi arrossendo.
- Ha! Scolaretta!-
Affermasti tu indicando Jonghyun con un dito.
- Yah! Vuoi sapere il resto o dovremmo finirla qui e farti pagare tutte le volte che mi sono masturbato in bagno per colpa tua?-
Ti minacciò Jonghyun cacciando via il tuo dito.
- Andea, il mio sedere è fuori uso, babe.-
Rispondesti tu avvicinandoti al suo viso e facendo sfiorare di proposito le vostre labbra.
- Di certo la tua bocca a forma di cuoricino non mi dispiacerebbe, Kibummie.-
Replicò Jonghyun prima di afferrarti il viso tra le mani e baciarti con forza.

- Ahh, maledetto diavolo tentatore.-
Continuò a dire poi Jonghyun.
- Senti chi parla del diavolo.-
Quasi sussurrasti tu ritornando al tuo posto.
- Continua su, voglio sapere cosa ha fatto mio padre.-
Dicesti tu.
- Ah, ehmm. . Stavamo parlando. . Ah sì!
Bhe praticamente alla fine mi sono arreso alle tue avance e quindi da quel momento ho iniziato a tenere nascosta la nostra relazione, così che tuo padre non ne venisse a conoscenza e potesse mandare ancora i soldi alla mia famiglia.-
Prese di nuovo a raccontare Jonghyun.
- Hai usato mio padre. . E la cosa non mi dispiace affatto, è strano Jonghyun?-
Domandasti tu riflettendo un po' su quello che stavi provando in quel momento.
- Non lo so Kibum, davvero non lo so.
Ti direi di sì, se tuo padre fosse una persona intelligente.-
Disse lui guardando le sue mani intrecciate.
- Va avanti.-
Lo pregasti tu.
- Bhe, ben presto ti scocciasti della situazione quindi, come ben sai partisti per Daegu per incontrare i tuoi e dirgli tutto.
Appena tuo padre realizzò che quella persona ero io, mi chiamò dicendomi che dovevo andarmene in America oppure avrebbe fatto licenziare mio padre e avrebbe fatto di tutto per ostacolare la laurea di mia sorella. .
Ero preoccupato e io a quelle cose ci credevo sul serio, ero molto debole Kibum non so se puoi capire. .-
Continuò Jonghyun questa volta avvicinando le gambe al suo corpo e apparentemente racchiudendosi in se stesso.
- Jonghyun. . Davvero. . Io credo di essere solo arrabbiato con mio padre.
N-Non sono esattamente sorpreso, una cosa del genere me la sarei aspettata da lui. .  Solo non credevo. .
Cioè vi conoscevate. .
Aspetta. . Allora è per questo motivo che ti comportavi così freddamente nei miei confronti?
Tu . . Non volevi che si sapesse perchè. . Mio padre? Davvero?-
Pronunciasti in modo piuttosto confuso.
- Dio Kibum, capisco ciò che puoi provare in questo momento. . Mi dispiace essere stato così debole allora, avrei dovuto lottare di più e trattarti con più cura. . Io lo sto facendo adesso, ho finalmente capito che posso stare con te ora. .Io, era per la famiglia Kibum, capisci?
Non potevo sacrificare la mia famiglia per. . per noi.-
Rispose lui mettendosi una mano nei capelli.
- Mmmh. . Quello che ancora non capisco. . Se prima sei scappato e . . Insomma hai perso i contatti con mio padre?
In America cos'è successo? Perchè ora sei tornato, non rischi di mettere di nuovo in pericolo la tua famiglia?-
Chiedesti tu a raffica buttando fuori i tuoi pensieri così, senza neanche metterli in ordine.
- In America ho incontrato una ragazza, Kim Taeyeon, andavamo nella stessa accademia e ha notato un certo talento in me.
Suo padre è potete nel giro dell'economia, quindi è grazie a lui se ora sono famoso qui in Corea.
Inoltre ho raccontato loro la mia esperienza e hanno capito, mi hanno aiutato e tuo padre ora non può fare nulla contro la mia famiglia.
Sei stato il pericolo più grosso che io abbia mai affrontato Kim Kibum.-
Risponde lui appoggiando la testa fra le sue gambe e guardandoti dolcemente.
- Come diamine. . E' semplicemente assurdo.
Avanti Jonghyun. . Oddio non credo di capirci nemmeno più niente.-
Replicasti tu sprofondando sotto le coperte.
- Credo sia normale, Kibum.
Mi ci è voluto un po' ma ora credo che tutti siamo al sicuro adesso.
Inoltre So-dam adesso sta con Jinki e so che lui è in grado di prendersi cura di lei.
I miei genitori sono rimasti in America, vivono bene ora e sono indisturbati.
Io sono ritornato qui per te, a costo di affrontare tuo padre e conseguire il mio sogno.
Ti piace come conclusione?-
Domandò lui osservandoti da sopra le coperte.
- Ma non è tutto troppo semplice?
Come può risolversi tutto così facilmente?
Forse dovrei andare a parlare con mio padre. . Voglio delle spiegazioni anche da lui.
Non può essersi comportato da bambino in questo modo, mettere in gioco il denaro in una maniera così. .-

- Kibum non è stato semplice per nessuno.
Io ti amavo sul serio allora, forse meno di ora ma lo facevo comunque;
mia sorella non è mai stata brava in inglese, per lei è stato un incubo trasferirsi in America, poi i miei erano preoccupati per le spese,
l'America è molto più costosa della Corea.
E' stato un puro caso di fortuna che Taeyeon mi abbia aiutato.-
Rispose Jonghyun avvicinandosi a te.
- Mi dispiace per la tua famiglia. .Dovrebbero odiarmi per avervi fatto passare tutto quello.
So-dam è stata così carina invece.-
Riflettetti tu a bassa voce.
- Non è colpa tua. . Sono cose che qui in Corea capitano piuttosto spesso, se ti innamori di un ragazzo dalla famiglia ricca.-
Quasi rise Jonghyun a dire quella frase.
- Yah! Non siamo in uno stupido drama!-
Replicasti tu colpendolo nel braccio.
- Lo so.
Ma ora che sai quello che è successo a me, perchè non mi racconti di te?
Insomma, quel tuo strambo capo Heechul non me la racconta giusta. . Poi il rapporto con Minho, Dio quel ragazzo mi fa saltare i nervi.-
Chiese Jonghyun ancora respirando sul tuo collo.
- Mmh non credo sia una buona idea. . Non è successo nulla di positivo da quando sei andato via.-
Rispondesti tu abbracciando Jonghyun.
- Riposiamoci, dhe?
E' tardi e domani devo lavorare.-
- Sabato?-
Domandò Jonghyun sorpreso.
- Capita anche di domenica a volte. . Ma forse potrei prendermi un giorno libero, solo per domani.-
Sorridesti tu stringendoti al calore del cantante.
- Forse.-
Sorrise di rimando Jonghyun posando le sue labbra sulle tue.


Due giorni dopo eri ancora a casa, quel giorno di ferie in realtà si è trasformato in un'intera settimana.
Hai insistito per dire che te lo meritavi, che era da molto che non prendevi delle ferie e che finalmente c'era la possibilità di rivivere al meglio i brutti ricordi di tanto tempo fa.
E io Kibum, davvero non capisco cosa c'è che non va in te, Jonghyun ti ha chiaramente detto che per lui la famiglia è più importante di te, che praticamente ti faceva soffrire perchè gli servivano soldi . . E tu cedi così facilmente. .
Sei diventato debole, su questo non c'è dubbio.
Così debole che in quei giorni ti eri trasformato in una donna di casa, una casalinga a tempo pieno.
E la cosa ti piaceva, perchè ti sembrava di essere davvero unito per legge con Jonghyun.
Quel giorno avevi persino pensato di provare a cucinare il piatto preferito del cantante.
Tutto sembrava andare bene, filare liscio, come in una casa del mulino bianco, aveva senso tutto quello che stavate vivendo?
- Sono tornato!-
Salutò Jonghyun appena tornato dalla stazione radio.
Già non bastava fare il cantante, adesso pure a una stazione radiofonica dovevano metterlo.
- Ti fanno fare sempre più tardi . . Non bastava fare il cantante a vita piena?-
Domandasti tu ai fornelli, cucinando a mezzanotte, solo per cenare insieme a lui.
- Mi dispiace farti stare alzato fino a quest'ora, ma questo vuol dire che ti sono mancato,no?-
Rispose lui quasi ridendo e abbracciandoti da dietro.
- Yah, tutta questa dolcezza non è da te, ti prego smettila di essere così carino.
E' insopportabile vederti come un cagnolino scodinzolante ogni volta che mi vedi alzato al tuo ritorno.-
Replicasti tu continuando a maneggiare strumenti diversi.
- Forse ti piacciono le persone violente, Kibum?-
Ti domandò lui , mordendoti subito dopo il collo e stringendo forte il tuo fianco destro.
- Yah! Tu, cane scodinzolante!-
Affermasti ad alta voce, accentuando per la prima volta il tuo accento di Daegu.
- Aigooo!
Ti prego arrabbiati di nuovo e fammi sentire il tuo accento.-
Disse Jonghyun prendendoti in giro.
- Omo, omo!
Per quanto tempo hai ancora intenzione di prendermi in giro?
E' da un paio di giorni che non fai altro che provocarmi, prima o poi ti lascerò a secco.-
Lo minacciasti tu, sapendo che funziona sempre.
- Yah, yah, yah Kibum.-
Ti chiamò lui spazientito, facendoti girare e incrociare i vostri sguardi.
- Bwho?!-
Domandasti alzando il volto in segno di autorità, non che comunque ci volesse tanto, vista la statura del cantante.
- Solo un ultima volta, ti prego.
Dimmi qualcosa con l'accento di Daegu.-
Chiese lui sul punto di ridere.
- Non lo farò.
Anzi, se hai intenzione di mangiare è meglio che tu vada a farti una doccia, perchè non mangerò con cane sporco a tavola.-
Rispondesti tu allontanandoti da lui e spegnendo i fornelli.
- Cane sporco, Kibum?-
Domandò lui in conferma, guardandoti con un sorriso malizioso.
- Dhe, cane sporco.
E' quello che sei no? Tutto scodinzolante per un secondo e quello dopo triste e bisognoso di attenzioni,
non c'è da stupirsi che Roo abbia iniziato ad odiarti da quando mi conosce, ormai ti vede come un nemico contro cui combattere per ottenere attenzioni.-
Rispondesti tu sul punto di scoppiare in una delle tue risate isteriche.
E neanche a farlo apposta, Roo entrò in cucina avvicinandosi a te e ringhiando verso Jonghyun che sembrava essersi avvicinato un po' troppo.
- Visto? 
Di certo non capisco cosa io abbia fatto di male, per attirare l'attenzione di soli cani.-
Continuasti a dire tu accarezzando il pelo del cane.
- Te lo dico io che cosa hai fatto di male, volpe dalle nove code.-
Replicò Jonghyun non perdendo occasione di prenderti in braccio e trascinarti con lui nella doccia.

Erano quei momenti di felicità che ti facevano pensare che tutto sarebbe stato perfetto, che in realtà nella vostra relazione non c'era più nulla di sbagliato.
Tutto sembrava filare liscio e nulla poteva prefigurare il fatto che da lì a poco ci sarebbe stata una grossa discussione.


Infatti ieri dal nulla, l'armonia che si era creata in casa, fu presto abbandonata per lasciare spazio a un grosso litigio, che a parer mio, doveva per forza accadere.
- Voglio solo andare a parlare con mio padre, Jonghyun!
Non capisco cosa ci sia di male!-
Alzasti tu la voce non capendo perchè il cantante non volesse lasciarti andare.
- Kibum tu non capisci, lui potrebbe causarci ulteriori problemi.
Non voglio che tu ti avvicini a lui, insomma non hai ancora capito cosa ti ha fatto?-
Domandò piuttosto nervoso Jonghyun.
- Cosa ha fatto a me, o cosa ha fatto a te?
Perchè mi sembra che alla fine lui abbia solo voluto prendersi cura di me, forse in modo un po' estremo, ma era quello che voleva fare.
Basta dirgli che ha sbagliato metodo. . Voglio provare a mettere di nuovo insieme la mia famiglia Jonghyun. 
Non ne ho mai avuta una vera e. . Dopo quello che mi hai detto, mio padre sembra ancora tenerci un po' a me. .
Basta che gli faccia un discorso serio e preciso e lui capirà, ne sono convinto.-
Affermasti tu quasi gesticolando dal nervosismo.
- Kibum non è così, lui. . Ha fatto quelle cose solo per interesse personale, voleva vederti di nuovo ' normale' per salvare la faccia davanti ai conoscenti.
Per lui tu non sei altro che uno sbaglio, tu non te ne rendi conto, ma lui non può cambiare.
E' una di quelle persone che non cambiano idea, ma che piuttosto fanno di tutto per far cambiare idea agli altri e fargli vedere le cose secondo il suo punto di vista.-
Replicò il cantante alzandosi dal divano, dove quella sera stavate vedendo un film.
- Cosa. . Jonghyun non credo che tu dovresti dirmi queste cose. .Io. .
Non voglio pensare al fatto che mio padre mi veda come un errore, io non lo sono!
E comunque sia, sono suo figlio, ho il suo sangue che scorre nelle mie vene, sarò pur capace di persuaderlo e di fargli capire le cose come stanno.
Tu. . Perchè dici quelle cose di mio padre?
Ha fatto cose davvero poco raccomandabili nella sua vita. .Mi ha buttato fuori di casa ma è normale, infondo nessun genitore spera che suo figlio sia gay, ma lui può essere capace di comprendere.-
Dicesti tu spegnendo il televisore e guardando le tue mani che si incrociano smaniose.
- E poi sai cosa?
Credo che tu in realtà dovresti appoggiarmi in questa cosa!
Io voglio soltanto che la mia famiglia sia una di quelle normali. .Infondo non puoi essere felice solo tu!
Anche io voglio che mia madre mi mandi cartoline o spezie straniere e che mio padre mi chiami il sabato sera.-
Continuasti, quasi con le lacrime agli occhi.
- Dio, Kibum.
Io capisco che tu voglia avere una famiglia, okey?
Solo in alcuni casi non è possibile, a meno che tu non cambi il tuo modo di essere.
Io sono stato fortunato a ricevere una famiglia come quella che ho, e tu ormai fai parte della mia vita, loro ti conoscono, ho parlato di te e ormai anche tu sei la mia famiglia.
Noi. . Potremmo semplicemente creare la nostra di famiglia, puoi conoscere i miei genitori e trattarli come i tuoi se ti fa piacere.
Ma ti prego, non fare lo stesso errore di due anni fa.-
Disse poi Jonghyun sedendosi di nuovo e prendendo le tue mani tra le sue.
- Jonghyun tu dici che sono io a non capire, ma l'unico che sembra non arrivarci sei tu.
Ti sto dicendo che voglio che le persone che mi hanno generato, capiscano che io sia parte fondamentale del loro essere.
Voglio che possano rendersi conto di quanto io valga in realtà e che potrei essere capace di portargli tante soddisfazioni.
Mi aspetto soltanto che mi accettino e che capiscano la situazione. .Io . .
Anche tu fai parte della mia vita, okey? E mi piace davvero l'idea di formare una famiglia insieme, solo che prima ho bisogno di mettere in ordine alcune cose. . Non mi puoi dire di lasciar perdere, sono i miei genitori.-
Affermasti tu, cercando di far capire a Jonghyun il tuo punto di vista.
- Kibum sono solo spaventato dalla prospettiva di vederti influenzato dal loro pensiero.
Io ti amo, voglio il bene per te e loro non lo sono.
Non lo sono per nessuno, quello che intendo è che non voglio che causino altri problemi. . Io non so se sarò in grado di aiutarti.-
Continuò poi lui guardando altrove e evitando il tuo sguardo.
- Quindi era a questo che volevi arrivare. .
Jonghyun ho capito che per te la famiglia è al primo posto, e che io non posso scavalcarla o neanche provare a mettermi al loro stesso livello. .
Non ti sto chiedendo di rinunciare a loro e scegliere me, anche se questo ancora non lo capisco e mi irrita.
Perchè vorrei essere tutto per te, così come tu lo sei per me.
Ma voglio cercare di capirlo, okey?
Non voglio dipendere per sempre da te, infondo sia tu che i miei genitori per un motivo o per un altro mi avete deluso. .
Quindi se ho recuperato il rapporto che avevo con te, magari sarò anche in grado di potermi riappacificare con i miei.
Magari è difficile da capire per te che non hai avuto grossi problemi con la famiglia e quindi tutto questo ti sembra strano, ma prova almeno a stare dalla mia parte, prova a sostenermi.-
Parlasti tu, definendo per davvero i tuoi desideri.
- Tu davvero non dovresti andarci. .Causeranno dei problemi Kibum. .Ti hanno respinto una volta, possono farlo anche una seconda.-
Replicò lui, evidentemente ancora contro alle tue idee.
- Mi hai lasciato una volta, potresti farlo anche una seconda?-
Domandasti allora tu questa volta guardandolo  negli occhi, ma lui subito guardò altrove.
- Magari, se si presentasse l'occasione, lo faresti di nuovo.
So che ci tieni alla tua famiglia, e che quindi se dovessi scegliere, sceglieresti loro.-
Rispondesti tu per lui, alzandoti dal divano con un sorriso piuttosto amaro sul volto.
- Kibum io. . Davvero ci tengo tanto a te, non voglio che tu fraintenda, i miei sentimenti per te sono veri e-.  -
Provò a dire lui, ma tu bloccasti le sue parole con una semplice alzata di mano.
- Sono stanco stasera, non credo riuscirei a reggere ancora questa conversazione.
Davvero io. . Proverò a capirlo, dammi del tempo okey?
Per me è difficile pensare che io non sia al primo posto come tu lo sei per me e che prima potrei perderti da un momento all'altro.
Quindi, ti prego, prova anche tu a capire la mia situazione.-
E con questo gli augurasti la buonanotte, senza riferirgli il fatto che il giorno per la partenza verso Daegu, era proprio il giorno seguente.

[Fine Flashback]


Ora era quasi giunto il momento di scendere da quel treno, nessuno ti aspettava alla stazione, nessuno sapeva che tu eri ritornato.
Chissà cosa avrebbero pensato i vicini a rivederti di nuovo in casa, chissà se tua madre questa volta avrà la decenza di parlarti e di non far dire tutto a tuo padre.
E chissà se tuo padre ti avrebbe riaccettato in casa.

Con diverse domande e insicurezze, prendesti un taxi e pronunciando l'indirizzo all'autista, ti facesti guidare fino a casa tua.
Il paesaggio era sempre lo stesso:
 quelle colline là infondo su cui hai sempre fantasticato;
il parco sulla destra dove giocavano dei bambini, nonostante fosse già ricoperto di neve;
più avanti il negozio della signora Lee, dove per tutta la tua permanenza in quella città hai comprato quelle caramelle alla fragola che tanto ti piacevano;
poi l' aperta campagna che in un certo senso, isolava la tua abitazione.
Ed eccola lì, quella casa enorme dove ti sei sempre sentito un pesce fuor d'acqua.

Era sempre la stessa, d'altronde come poteva cambiare?
Chissà se la tua camera l'hanno usata per creare uno studio o una biblioteca in più.
Magari tua madre l'ha ancora conservata così com'era, infondo quella donna ti voleva davvero un gran bene, i suoi occhi due anni fa non facevano altro che implorarti di restare.
Forse sarà anche il caso di scusarsi con lei, per essere scappato e per averla lasciata da sola in quel mondo così inadatto per entrambi.
Ora però bisogna farsi forza Kibum, basta pensare al passato, è necessario che tu sia in grado di affrontare le parole di tuo padre.

Tra tutte le cose che non erano cambiate, non ti saresti mai aspettato che neanche il codice per aprire i cancelli fosse sempre lo stesso.
E da una parte ti riempie il cuore di gioia, forse volevano ancora che tu tornassi a casa, infondo pensiamoci Kibum, loro sono i tuoi genitori è ovvio che ti vogliano al loro fianco.
Ti hanno generato, magari può non sembrarti così ma ti hanno amato e ti hanno voluto bene, se non ti hanno abbandonato infondo ad una strada e ti hanno fatto vivere in una casa come questa, un motivo in fondo c'è, no?
E ora lo so che stanno passando per la tua testa le situazioni più incredibili e assurde: magari non vedono l'ora di rivederti o forse non faranno altro che cacciarti di nuovo da casa.
Inevitabilmente tuo padre ti dirà di lasciare Jonghyun, e allora in quel caso cosa farai?
Perchè per Jonghyun la famiglia è al primo posto, dovresti anche tu seguire il suo esempio?
Dovresti anche tu mettere al primo piano la famiglia e essere tu questa volta a mettere un fine alla vostra relazione?
Tu sai da che parte sono, sai qual'è la mia risposta, lo sapevi già da prima di venire qui.
Eppure, nonostante tu sappia quanto io possa essere persuasiva in questa situazioni, hai deciso di giungere fino a qui.
Quindi, ci tieni davvero a Jonghyun?
Sei pronto a lasciarlo per la tua famiglia?


Il tuo cuore non fa altro che rispondere negativamente, e tu ,stupidamente, dai sempre retta a quell'organo.
Allora Kibum, che ci facciamo qui?
Sai che tuo padre ti metterà alle strette, sai che dovrai scegliere.
E se non vuoi abbandonare Jonghyun, allora perchè sei venuto fino a qui per cercare di mettere le cose al posto giusto?

Stai per afferrare di nuovo il manico della tua valigia e chiamare un altro taxi, deciso di ritornare indietro,
quando la porta di casa si apre e una donna sorridente saluta Nicole, la tua vecchia amica d'infanzia che sembra essere cresciuta molto.


Il tempo sembra quasi fermarsi, i vostri sguardi si incrociano e il sorriso sul volto di tua madre quasi scompare.
Stringi la presa sulla tua valigia, ancora più indeciso sulla tua scelta.

E' la cosa giusta?
Perchè non reagisce?


Gli occhi della donna si fanno lucidi e manca poco che scoppi a piangere.

Perchè lo fa?
E' contenta, o ha paura di ciò che è suo figlio?


Tu volgi lo sguardo altrove, sei sempre stato un ragazzo emotivo, vedere l'unica donna della tua vita davanti ai tuoi occhi piangere, probabilmente ti fa venire voglia di correre da lei e abbracciarla, ma non sai cosa lei potrebbe pensare.
E se ti respingesse, il tuo cuore soffrirebbe.
- Kibummie. .-
Sospira lei, e senti la sua voce tremare.

Forse le sei mancato?
E' un segno positivo?


Sentire il tuo nome chiamato in quel modo così dolce e delicato, fa fermare il tuo cuore per un istante.
Decidi di alzare lo sguardo, asciugando velocemente le tue lacrime.
E lei è ancora lì, ed è una delle poche cose che sono cambiate, non è più quella donna giovane dalla pelle perfetta.
Ora sembra così reale, con quelle occhiaie sotto gli occhi e quelle rughe che si sono formate sulla sua fronte.
A quanto pare, deve essere stato davvero un brutto periodo per lei.

Forse le sei mancato.

- Umma. .-
Pronunci tu sorridendo e Nicole, al fianco di tua madre e alla quale non hai prestato attenzione fino ad ora, ricambia il tuo sorriso.

E' un segno positivo.

- Vieni qui.-
Quasi ti ordina tua madre facendo quel gesto veloce con la mano per richiamarti a lei.
Tu abbandoni la valigia, lasci la borsa per terra e quasi corri verso di lei.
- Umma.-
La chiami stringendola in un abbraccio.
E lei subito ricambia, allacciando le sue braccia attorno alla tua vita, accarezzandoti la schiena.
- Mi sei mancata così tanto.-
Affermi subito, respirando profondamente il suo profumo di fiori di ciliegio.
Quindi anche l'albero dietro casa, era ancora il suo nascondiglio preferito?
La voglia di piangere è sempre più forte, ma respirando sempre più profondamente cerchi di dimostrarti forte, finalmente è vicino a te.
- Aiigoo, mio figlio è diventato un piagnucolone.
Ti viziano da quelle parti?-
Domanda lei allontanandosi dall'abbraccio e asciugandoti quella lacrima che era sfuggita al tuo controllo.
Tu ti limiti ad annuire sorridendo, perchè pronunciare qualsiasi cosa non farebbe altro che peggiorare la situazione.
- Sono felice che tu sia ritornato, Kibum.-
Afferma Nicole al tuo fianco, poggiando una mano sulla tua spalla.
Tu ti limiti una seconda volta ad annuire e a sorridere, davvero non ce la fai a pronunciare una parola senza scoppiare a piangere.
- Entriamo ora, voglio sapere di quello che ti sta succedendo.
Tuo padre mi ha tenuto nascosti molti dei tuoi successi, ma so che è felice dei progressi che stai facendo.-
Continua a parlare tua madre asciugando anche le sue lacrime.


Era ormai sera inoltrata e tu stavi ancora parlando con tua madre.
Era così felice per te e tu così felice del fatto che lei fosse fiera di te.
- Davvero non mi importa di quale persona tu ti sia innamorato, Kibum.
Forse all'inizio neanche io lo capivo, è strano per noi, puoi capirlo vero?
Ma questi due anni senza di te in questa casa. . Yah! Hai visto queste?-
Ti domanda tua madre indicando le sue occhiaie.
Tu ti limitasti a ridere, per poi tornare serio e parlare del motivo della tua visita.
- Sono venuto perchè devo parlare con papà.
Ho bisogno di sapere il perchè di alcune cose. . Tu sai quello che ha fatto, vero?
Sai quello che ha fatto a Jonghyun e alla sua famiglia?-
Domandi poi tu, giocando nervoso con le tue mani.
- Lo so.
Ma tu conosci tuo padre, è sempre così estremo quando fa le cose.
E' ancora difficile per lui accettare la situazione, non so nemmeno che faccia farà vedendoti qui.
Ho paura che possa mandarti di nuovo via.-
Risponde tua madre, prendendoti le mani e stringendole fra le sue.
- Umma. . Voglio solo fargli capire che se mi fa uscire da questa casa, allora anche lui deve uscire dalla mia vita.
Credo di riuscire a capire il motivo per cui l'ha fatto, nessun genitore si aspetta di avere un figlio come me,
però non c'era bisogno di esagerare in quel modo.
Non è giusto giocare con i sentimenti delle persone, e farlo con il denaro è la cosa più meschina a questo mondo.-
Replicasti tu accarezzando le  dita di tua madre.
Poi dei passi sempre più presenti, segnarono l'arrivo di tuo padre.

- Allora è vero che sei arrivato.-
Afferma la voce profonda di tuo padre alle tue spalle.
Il cuore inizia a batterti veloce, forse è la paura, forse è la felicità di poterlo vedere di nuovo.
Decidi di voltarti lentamente, prepararti con calma al suo volto duro a volte può migliorare la situazione.
- Dhe.-
Rispondi semplicemente, una volta raggiunto il livello dei suoi occhi.
- Ah, questo figlio sempre più impertinente.-
Dice lui, sfilando la cravatta dal suo completo elegante.
- Dobbiamo parlare, ho bisogno che tu mi dia qualche risposta.-
Replichi subito tu, alzandoti in piedi e raggiungendolo nello studio, dove aveva lasciato la giacca e la cravatta.
- Non credo di dover dare delle risposte a un figlio come te.
Chi ti ha fatto entrare?
Avresti almeno dovuto aspettare che rientrassi, cosa credi di essere?-
Ti domanda lui, iniziando a ferire il tuo cuore come era suo solito fare.
Ma tu nascondi il tuo dolore in un sorriso amaro.
- Sono il figlio della donna che ci sta aspettando in cucina.-
Rispondi tu prendendo il controllo della situazione e sedendoti davanti alla sua scrivania.
- E sono venuto qui per discutere, non mi lascerò intimorire da te ancora.
Questa volta non mi importa dei rischi.-
Continui a dire tu.
Pensando che in realtà stai temendo di non ritrovare più Jonghyun a casa come l'altra volta.
Gli occhi di tuo padre sembrano perdere l'audacia per qualche secondo, e quello ti da la forza di andare ancora un po' avanti.
- Cosa succede Kibum?
Il tuo amico ha ancora bisogno di soldi?-
Ti domanda lui, questa volta sembrando più un bambino, che qualcuno che vuole ferire i tuoi sentimenti.
- Ah, sempre a tirare in ballo i soldi.
Forse se fossi stata una prostituta, saresti stato più felice, invece di accettarmi così come sono.
Vero?-
Rispondi tu ghignando.
Ferendo i tuoi stessi sentimenti con quelle parole.
Tuo padre non si rende conto della tua maschera e scoppia in una fragorosa risata.
- Sapevo che la città ti avrebbe reso più sicuro di te, Kibum.
Avanti, ho proprio voglia di ascoltare le domande che vuoi farmi.-
Replica tuo padre aprendo il suo computer e iniziando a scrivere sopra qualche dato.

E tutto il tuo discorso sembra essere dimenticato, non riesci nemmeno a pensare da che parte iniziare.
Non ti aspettavi che sarebbe stato così facile.
Anzi, non pensavi nemmeno che ci sarebbe stata la possibilità di fare qualche domanda.
- Allora?-
Ti domanda lui sporgendosi dallo schermo del computer e guardandoti sorridendo.
- Perchè hai dato quei soldi a Jonghyun, volevi forse dimostrarmi qualcosa?-
Replichi tu, pronunciando la prima domanda che ti passa per la testa.
- Dimostrarti qualcosa?
Forse è così.
A quel ragazzo interessano solo i soldi, è stato facile convincerlo.
Non ho dovuto fare molto per mandarlo in America.-
Risponde lui non degnandoti di uno sguardo e parlando come se la cosa fosse una di quelle cose naturali, che capitano di continuo.
- Perchè l'hai fatto, che bisogno c'era di mandarlo in America?
Bastava semplicemente non dargli più denaro, se volevi far soffrire lui.
Ma a questo punto il tuo obbiettivo deve essere stato un altro.
Avevi forse intenzione di farmi tornare indietro con la coda fra le gambe, per questo stupido motivo?-
Domandi ancora tu, dando voce ai tuoi pensieri.
- Mmmh, che ragazzo intelligente.-
Dice lui guardando ancora lo schermo.
- Kibum, parlando seriamente, quel ragazzo è solo attratto dal tuo denaro e della tua posizione sociale.-
Continua lui, questa volta guardandoti negli occhi.
- Ti stai forse preoccupando per me?-
Domandi ancora, forse questa volta azzardando un po'.
Infatti tuo padre scoppia di nuovo in una fragorosa risata.
- Non ho mai detto una cosa del genere.
Sono solo preoccupato del mio denaro, e di farti guarire da questa specie di malattia per poter continuare una generazione che possa ereditare la mia compagnia.-
Dice poi lui continuando a scrivere su quel computer.
- Malattia, sul serio?-
Domandi tu, e questa volta fai per ridere amaramente.
- Ti prego solo di ascoltare queste parole:
Non mi importa di quello che vuoi fare, non avrà più alcun effetto su di me.
Vuoi sprecare il tuo denaro per farmi guarire?
Bhe, non funzionerà.
Se non ti importa di me, a me non importa di te.
Infondo per te si tratta solo di un legame di sangue, giusto?-
Domandi tu, senza però ricevere risposta.
Allora decidi di azzardare ancora una volta, tanto sai che non resterai ancora a lungo.
- E se questa malattia fosse dovuta a questo legame di sangue, ci hai mai pensato?
Se tutto questo fosse per colpa del tuo sangue.
Non vuol forse dire che anche tu porti la stessa malattia?-
Affermi tu ridendo amaramente.
Ma tuo padre con un veloce scatto ti schiaffeggia la guancia e i suoi occhi severi e arrabbiati di dicono solamente di lasciare casa.











[1] Platone . . Ugualianza nell'osservare la diversità : è qualcosa di troppo lungo per parlarne attraverso queste note, vi dico soltanto che è una delle teorie di Platone per uno stato perfetto e senza leggi. 
Ovviamente il solito riferimento alla filosofia non può mancare.


 

Ebbene, anche questo capitolo è terminato!
Vi prego ditemi cosa ne pensate e cosa succederà in futuro secondo voi!
Bye ~


  
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