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Autore: piumetta8    19/04/2015    1 recensioni
I papà sono spesso stati bistrattati nella serie. Ho provato a dare un po' più di spessore ad uno di loro...
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nora, Vale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nora e Marco erano rimasti con Vale per tutta la notte: lei crocchiante sulla sedia scomoda, lui, esitante, con i gomiti puntellati sul davanzale della finestra.

Solo verso l'alba avevano provato lo slancio di avvicinarsi, di stringersi accanto al loro ragazzo, ormai vinto dal sonno.

Alla fine anche Marco si era addormentato, con la testa ricurva sul lenzuolo vacante.


Erano sobbalzati al sussulto di Vale che si era mosso all'improvviso come colto da una scossa.

"Tutto bene, tesoro?"

Nora gli aveva accarezzato le guance smunte e aveva atteso che lui le desse indicazioni per alleviargli il dolore.

"Mi fa male il tallone e la caviglia!"

Aveva ammesso onestamente e, prima che potesse realizzare, suo padre gli aveva scoperto il piede e lo stava massaggiando.

"No, non questo. Il destro."


La Lisandri glielo aveva spiegato: si chiamava sindrome dell'arto fantasma, erano sensazioni anomale ma comuni nella situazione di Vale eppure gli sguardi atterriti di Marco e di Nora si erano incrociati e nessuno dei due era stato in grado di consolare, per davvero, Vale quando si era reso conto di quel dolore così reale ma così fasullo.


Nora era tornata a casa che era ormai il tramonto. Era stato suo figlio ad insistere, a convincerla a concedersi una doccia e una buona dormita.

Lui sarebbe stato bene. C'era Leo con lui e l'indomani avrebbe avuto bisogno della sua mamma rinvigorita e super.

Aveva parcheggiato nel giardino ancora spoglio e una sensazione di desolazione completa l'aveva fatta sospirare mentre era restata poggiata contro lo schienale per una buona decina di minuti.

Solo allora si era accorta dell'auto di Marco, posteggiata poco più in là, sulla strada.

Nora era entrata in casa in punta di piedi poi, forse in maniera sciocca, aveva tolto le scarpe quasi non volesse palesare subito la sua presenza. Quasi che i ricordi fossero troppo ingombranti da condividere con suo marito.


Marco era in garage: seminascosto da scatoloni che non avevano mai rimesso in ordine, vicino ad un motore unto e ad una vecchia motocicletta che non aveva mai rimesso in sesto.

Era seduto in mezzo a quel disordine, con i pantaloni eleganti impolverati e le lacrime che gli bagnavano il viso maturo ma ancora giovane.

Nora era stata scossa da un brivido appena si era accorta che la mano di Marco lisciava, morbosamente, quell'asse di legno rettangolare e colorata con cui Vale si era divertito tante volte al mare. Poco più in la c'era la sua mountain bike e il ricordo dolceamaro della prima volta che era salito in sella, dell'ostinazione nel pedalare senza rotelle e delle ginocchia sbucciate che solo l'acqua ossigenata e i baci di Nora erano riusciti a curare.

Era finito tutto. Non ci sarebbero state più gare di surf, pedalate o corse a perdifiato per Vale.

Con il cuore distrutto, Nora si era lasciata scivolare affianco a Marco.

"Il nostro perfetto, bellissimo bambino!"

Aveva recriminato lui. Nora, però, non aveva il tempo di rammaricarsi: aveva vissuto troppe incertezze negli ultimi mesi, nelle ultime ore, per non essere grata.

Aveva stretto forte Marco, poi l'aveva scostato e l'aveva fronteggiato, decisa:

"È ancora il nostro bellissimo bambino!"

   
 
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