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Autore: Letizia25    19/04/2015    5 recensioni
«Qual è la ragione di tutto questo?»
Lei fa per rispondergli, con le parole sulla punta della lingua. Ma proprio in quel momento, dalla camera vicino a loro si sente riecheggiare una risata, una risata di un ragazzo biondo che sta a cuore ad entrambi.
«Lui. Lui è l’unica ragione. Lo è sempre stato e per sempre lo sarà. Non posso permettermi di perderlo, non adesso, non quando posso rimediare a tutto il dolore che ho causato ad entrambi. È troppo importante per me.»
*
Da quando Letizia è tornata a New York, sono passati due lunghissimi mesi.
Lei si è rifatta una vita, ma dall’altra parte dell’Oceano qualcuno non ha dimenticato niente.
Una festa a sorpresa porterà tante novità a galla, e anche tanti problemi, facendo incrinare ogni rapporto.
Poi il destino gioca le sue carte.
Letizia si troverà a lottare per far rimanere vivi quei ricordi che l’hanno salvata, farà di tutto pur di farli riaffiorare e finalmente capirà cosa vuole davvero.
Troverà la sua unica ragione.
*
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=1hwVDTRBxpE&feature=youtu.be
*
Sequel della mia long Ovunque sei. La trovate sul mio profilo, buona lettura ;).
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just us'
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17 . Right now
 
 
Late night, spaces, with all our friends, you and me
Love these faces just like how it used to be
And we won’t be going home for so long, for so long
But I know I won’t be on my own, on my own, I’m feeling like

Right now, I wish you were here with me
‘Cause right now everything’s new to me
You know I can’t fight the feeling and every night I’m feeling
Right now, I wish you were here with me

 
One Direction – Right now
 
Ormai è un mese e mezzo che Luke si è svegliato, e un mese che lui e Letizia vivono sotto lo steso tetto. E veramente le cose non potrebbero andare meglio di così, almeno, per certi versi.
Due settimane sono passate da quel pomeriggio nell’appartamento dei ragazzi. Nessuno dei ragazzi ha più accennato all’accaduto, anche perché Luke non parla più con loro. Letizia ci ha provato in ogni modo possibile a farlo ragionare, a fargli capire che non era colpa di nessuno, ma lui non aveva voluto sentir ragione, ed ogni volta che erano usciti tutti e sei insieme, c’era sempre aria tesa tra di loro.
In compenso, il rapporto tra Luke e Letizia non ha fatto altro che migliorare, giorno dopo giorno. Da quando il ragazzo si è mostrato così apertamente alla mora, piangendo – perché per Luke, piangere davanti a qualcuno, oltre che sembrare debole ed insicuro, vuol dire fidarsi della persona che ha davanti – il loro rapporto ha fatto passi da gigante.
Iniziano a capirsi con una sola occhiata, a volte si completano addirittura le frasi a vicenda, giocano ed hanno un’intesa tutta particolare, tutta e solo per loro. Ed è la cosa più bella che potessero ricevere in quel momento molto particolare della loro vita. Tuttavia, i ricordi ancora non si sono decisi a tornare. E ci hanno provato con qualsiasi mezzo, ma non è successo niente, anche perché Luke si è sempre rifiutato di ascoltare la loro storia. Deve ricordare da solo. L’ha presa come una sfida personale contro il destino, e vuole combattere fino a che non sarà davvero inutile continuare.
Letizia invece cerca di godersi appieno ogni instante, per paura che possa essere l’ultimo. Perché, in fondo al cuore, ha la netta sensazione che tutto quel che sta vivendo prima o poi debba finire e che i ragazzi debbano tornare a casa, com’è giusto che sia. Spera solo che, prima di quell’evento, tutto sia tornato come prima.
Si completano in un modo che nessuno dei due avrebbe mai creduto possibile. Ed entrambi lo sanno che tra di loro c’è più di una semplice, profonda e sincera amicizia, un qualcosa che ancora nessuno di loro riesce a definire bene.
Spesso la gente per strada, le persone che non li conoscono, o riconoscono, li scambiano per una coppia. E Letizia quanto vorrebbe che fosse così, che veramente lei e Luke tornassero quelli di una volta. Ma per adesso, questo rimane solo un sogno ed una speranza da tenere sempre viva. È stata una fortuna che, quando era a Sydney, i manager e le case discografiche siano riusciti a tenere il mondo lontano dalla loro storia. Altrimenti nessuno dei due avrebbe avuto un attimo di pace, specialmente lì a New York.
Ma questo lui non può ricordarselo.
In compenso, Luke spesso si ritrova a pensare ad eventuale un rapporto simile con Letizia.
Insomma, è bellissima, questo non si può mettere in dubbio, con quegli occhi grandi, caldi e profondi in cui ama perdersi ogni volta che può, con quelle mani affusolate che adora stringere tra le proprie, con quella risata che è la più bella che abbia mai sentito, con quella voce che mai si stancherebbe di ascoltare. È anche molto testarda, cosa che gli dimostra ogni volta che può. Ma è anche questo che in fondo gli piace di lei: il suo essere sempre se stessa, a discapito di tutto e tutti. È se stessa, libera, viva, unica. E Luke mai e poi mai si sognerebbe di cambiarla con nessuno.
Quel «Anche tu sei importante per me, non posso perderti.» che gli era scappato durante quel pomeriggio, lo pensa tutt’ora, perché si sta accorgendo di quanto quella ragazza stia diventando indispensabile per lui, giorno dopo giorno. Non riesce a stare senza di lei, gli piace averla sempre vicino, sempre attorno, sempre al suo fianco, come se bastasse la sua presenza a renderlo tranquillo, a farlo stare bene. Non sopporta che stia male e non vuole vederla piangere, perché proprio non sopporta quando i suoi occhi diventano tristi e cupi; è come se ad un tratto quel sole che quella ragazza è – anche se lei non sa di esserlo – si oscurasse. E lui lo sa di essere egoista in questo, lo sa bene. Perché il problema – che alla fine forse un problema non è – è il fatto che lui proprio senza di lei, senza il suo essere vivace, senza la sua allegria, non riesce a stare, come se tutte quelle piccole cose che caratterizzano la mora fossero ad un tratto diventante la sua droga preferita. Sa di volerla proteggere, da qualsiasi cosa. Adora il suo sorriso luminoso, i suoi occhi caldi e profondi, il suo carattere. Sa che non vuole ferirla, che non vuole perderla per nessuna ragione al mondo. È troppo importante per lui, ed ogni giorno glielo dimostra.
Letizia invece si lascia travolgere da ogni singola emozione, da ogni singola sensazione che quel ragazzo le fa provare. Le vive tutte, una per una, tenendole dentro al cuore come una gemma preziosa ed unica. Il problema è che vorrebbe tanto sentire Luke vicino in un modo diverso. Perché il ricordo delle loro labbra unite sta svanendo, giorno dopo giorno. Perché il ricordo delle loro pelli a contatto, delle mani di Luke su di lei si sta facendo sempre più lieve. Ma non vuole dimenticare com’era prima. Non riuscirebbe a stare senza quei ricordi che le hanno fatto compagnia durante l’assenza di Luke, che l’hanno aiutata nonostante tutto. Non ce la farebbe, né senza i ricordi, né senza di lui.
 
Quel pomeriggio sono usciti tutti insieme.
Ma Luke proprio non ce la fa a parlare con i ragazzi, è veramente più forte di lui. Vorrebbe provare a iniziare un discorso, uno di quelli stupidi che solo loro sei riescono a capire, ma è come se loro cinque fossero dentro ad una bolla, dove lui non può né vuole entrare. Solo Letizia fa da tramite tra loro, in un certo senso: lo inserisce nella conversazione, gli presta attenzione, chiacchiera con lui.
Invece i ragazzi – Keli compresa – proprio non sanno come comportarsi con il loro amico. Non sono arrabbiati con lui, ma hanno paura che Luke si chiuda ancora di più nei loro confronti, e questa è l’ultima cosa che vogliono. Perché anche a loro manca quel ragazzo biondo, come a lui mancano loro. Solo che la paura di sbagliare, di commettere anche il minimo passo falso, di distruggere tutto, li blocca.
«Siamo arrivati!» esclama ad un tratto Keli, attirando l’attenzione di tutti.
«Amore, mi spieghi perché devi sempre fare casino?» le chiede Ashton, accarezzandole il fianco e prendendola in giro per giocare un po’.
«Io fare casino? Ma che fesserie vai dicendo? Leti, vero che non faccio così confusione?» continua la ragazza, cercando gli occhi dell’amica per non lasciar cadere subito il gioco.
E la mora ride di cuore, ‘ché Keli proprio non cambierà mai. «Mi dispiace, ma devo concordare con Ash, a volte sei veramente rumorosa!» commenta facendo ridere tutti, mentre la bionda fa finta di essere offesa.
«Dai amore, scherziamo.» le sussurra Ashton all’orecchio, facendola rabbrividire nonostante abbia indosso il cappotto pesante. E si ritrova a sorridere, Keli, perché è convinta che ogni tanto fare gli scemi aiuti parecchio a dominare i periodi di tensione.
Senza volerlo, i due intrecciano le loro mani e si guardano giusto un istante negli occhi, prima di baciarsi e sentire il cielo a portata di mano. Perché per loro è così, semplicemente, ogni volta che si dimostrano quanto contino l’uno per l’altra.
«Piccioncini, smettetela, che qui non vogliamo problemi di diabete!» commenta Michael divertito, interrompendo l’atmosfera che si era creata.
«Oh, ma vaffanculo Clifford, con tanto affetto proprio!» esclama Ashton, veramente infastidito dal commento dell’amico, che invece inizia a ridere di gusto.
«Guarda che anche noi due siamo da diabete.» si fa vivo Calum, mostrando al suo ragazzo le loro mani intrecciate. Quest’ultimo arrossisce visibilmente e abbassa la testa, facendo ridere gli altri.
«Mike, da quando così timido? Dal quel “big boy” che dici di essere, una cosa del genere non dovrebbe procurarti imbarazzo.» continua Letizia, scatenando veramente le risate più sguaiate.
«Non scherzare con il fuoco. Potresti bruciarti.» si difende Michael, assumendo una posa fintamente fiera.
«Certo, come se tu potessi farmi male.»
E a quelle parole, i due si sorridono e, senza farsi pregare, la mora si tuffa tra le braccia del suo migliore amico, stringendolo forte, ‘ché entrambi avevano bisogno di uno dei loro abbracci mozzafiato.
«Ti voglio bene, lupacchiotta.» le sussurra aumentando la stretta.
«Ti voglio bene anche io, Mikey.» risponde, facendo sorridere entrambi.
Solo che una voce inaspettata incrina un po’ l’atmosfera, ma non di molto.
«Gordon, non rompermela, che ho bisogno di lei tutta intera.» dice Luke, con il sorriso sulle labbra. Sta cercando di inserirsi in quel discorso che non ha né capo né coda. E chissà se…
«Sta’ tranquillo, Hemmo. È tutta intera, solo per te.» risponde Michael, con un bel sorriso sulle labbra, dimostrando al biondo di essersi inserito, almeno per qualche minuto.
E, senza neppure rendersene conto, Letizia si ritrova stretta forte tra le braccia di Luke, con la schiena che combacia perfettamente col petto del ragazzo.
Gli altri si scambiano una veloce occhiata e sorridono. «Allora noi ci avviamo, voi fate con calma.» li saluta Keli con un bellissimo sorriso sul viso salutandoli, prima di avviarsi alla pista di pattinaggio non molto lontana da dove sono loro.
 
«Finalmente! Ora posso averti un po’ per me.» commenta il biondo, con voce rilassata, dando voce ad uno dei tanti pensieri che gli affollano la testa in quell’ultimo periodo. Più precisamente: da quando Letizia è entrata a far parte della sua vita.
Subito il battito della mora accelera, il respiro diminuisce, i pensieri diventano meno lucidi, e quel calore di cui tanto sentiva la mancanza finalmente inizia a farsi nuovamente sentire, partendo dal petto ed irradiandosi tutto dentro di lei, fino ad arrivare alla punta delle dita, quelle dita affusolate che subito vengono strette dolcemente da quelle un po’ fredde del biondo, facendo sì che tra loro non ci siano più spazi vuoti, per quando possibile con i cappotti e le sciarpe.
«Mi dispiace, ma mi torna difficile dividerti con qualcuno.» le sussurra lui, le labbra vicine al suo orecchio.
Lei sussulta, con il cuore che batte veramente troppo forte, perché proprio quelle parole non se le sarebbe mai aspettate, specialmente dal biondo. Allora si volta, tra le braccia del ragazzo, in modo che i loro volti siano uno davanti all’altro, senza che il biondo smetta di abbracciarla. Anzi, quella posizione fa sì che lui la stringa ancora di più, dolcemente, mentre lei porta le sue mani alla schiena di lui, abbracciandolo a sua volta.
«Che c’è? Sei geloso di Mike?» chiede Letizia, e subito si pente, si maledice in tutti i modi, perché non riesce mai a tenere a fremo la sua lingua lunga, la sua curiosità senza limita.
Luke non risponde. Si limita ad alzare lievemente il viso e punta gli occhi in lontananza. Perché proprio non sa come rispondere, a quella domanda inaspettata, si sente un po’ perso.
Insomma, perché dovrebbe essere geloso? Di Michael? No… O forse sì? In fondo, tra loro, il chitarrista è proprio la persona che, dopo Keli, meglio conosce Letizia. Sa sempre come prenderla, cosa fare quando è giù, cosa dirle per farla dire o per prenderla un po’ in giro. C’è una complicità tra Letizia e Michael non indifferente, una complicità che Luke invidia, e neppure poco. Perché vorrebbe essere lui a comportarsi in quel modo con la mora, senza barriere invisibili o ricordi mancanti a dividerli.
Perché alla fine il problema sta tutto lì, in quei ricordi che ancora non si sono decisi a tornare. Dicono che la speranza è l’ultima a morire, ma il ragazzo sta iniziano a credere meno a questa frase fatta e detta mille e mille volte. Dopotutto, sono passate sei settimane da quando si è risvegliato, e ancora, se prova a ricordare, vede solo nero. E questa cosa sta iniziando a stancarlo, e neppure poco. Perché vorrebbe ritornare ad avere il rapporto che aveva prima con Letizia, perché lo sente fin dentro al cuore che deve esserci stato qualcosa, qualcosa di veramente troppo importante tra loro due. Però, cosa?
Sospira lievemente, senza che Letizia se ne accorga, e torna a prestare la sua attenzione a quella bellissima ragazza mora che sta tenendo tra le braccia. E, deve proprio ammetterlo, stare così vicino a lei è fottutamente piacevole. Le sorride e, finalmente, le risponde.
«E se anche fosse? Sarebbe un problema?»
Ed è come se a un tratto, un fulmine fosse caduto a terra, così vicino a loro da far un rumore così tremendamente assordante che copre qualsiasi altra cosa, qualsiasi altro pensiero. È come se quelle parole, quella piccola verità mista all’insicurezza, si siano impiantate nel cuore della mora e che non vogliano uscire per nessuna ragione al mondo.
E si ritrova a sorride, Letizia, mentre l’ossigeno pian piano lascia i suoi polmoni, mentre le mani iniziano a tremare dietro alla schiena del biondo e si aggrappano al suo cappotto nero pur di smetterla, mentre il cuore le balza nel petto così forte da farle quasi male, alla testa, nelle tempie, nelle orecchie, nella gola.
«Non mi dispiacerebbe.» risponde, con la voce che è poco più.
Anche perché non ne avresti motivo, dato che tu sei il mio chiodo fisso, ti sei impiantato nel mio cuore fin dalla prima volta che ci siamo conosciuti e lentamente hai preso ogni parte di me, l’hai curata, con pazienza, con amore, per poi rimetterla al posto giusto. Mi sei entrato dentro come nessun’altro era riuscito a fare. Non hai bisogno di essere geloso, perché hai tutto di me, anche se non te lo ricordi.
Questo è quello che vorrebbe aggiungere. Parole guidate da quel suo cuore troppo pieno d’amore, troppo preoccupato per quel ragazzo che ancora non riesce a ricordare, troppo innamorato, troppo stanco di sopportare quella situazione. Ma sono solo parole, e tali rimarranno, dentro di lei, dentro quel cuore che sta protestando nel suo petto perché ha bisogno di sfogarsi. Vorrebbe tanto farle uscire, quelle parole, solo per fargli capire che per lei, lui è la cosa più importante che c’è. Ma non può permetterselo. Ha troppa paura di incrinare quel nuovo rapporto che si sta formando tra di loro e che non vuole perdere per nessuno motivo al mondo.
Luke, ignaro di tutto quello che la mora sta passando, le sorride e, senza pensarci troppo, le lascia un bacio sulla fronte. Un bacio dolcissimo, che brucia, che fa battere forte due cuori, che sa di casa.
«Vogliamo andare?» chiede poi lei, una volta che il pulsare delle sue vene è tornato regolare.
Lui sorride e la prende per mano, avviandosi alla pista di pattinaggio, dove gli altri si stanno divertendo già da parecchi minuti.
 
«Ash, guardali.» mormora Keli, con una mano stretta a quella del suo ragazzo per non farlo cadere.
Il riccio alza la testa, e non può fare a meno di sorridere, felice per i suoi migliori amici. Allora si volta e fa un fischio, attirando l’attenzione degli altri due, a cui fa un cenno con la testa.
Si voltano anche Calum e Michael e, vedendo Luke e Letizia così, non possono fare a meno di pensare che rimanere lì a New York sia stata l’idea migliore che il biondo abbia mai avuto.
«Sono contento per loro due.» commenta Calum, con lo sguardo assorto.
«E chi non lo sarebbe? Guardali!» esclama Michael con un sorriso a trentadue denti sul viso.
Perché è troppo felice per la sua migliore amica. Nonostante tutto quello che è successo tra di loro, è felice di vederla nuovamente allegra, piena di energia, esattamente come quelle ragazza che aveva conosciuto quasi sei mesi prima.
«Non intendevo quello.» continua il moro, attirando l’attenzione del maggiore. «Voglio dire: sono felice per loro, perché sembra che stiano tornando quelli di un tempo.»
Allora Michael capisce, e non può fare a meno di sorridere. «Ma come siamo teneri, Thomas!» lo prende in giro, gustandosi l’espressione infuriata del suo ragazzo che – come il resto dei ragazzi della band – odia essere chiamato con il suo secondo nome.
«Ma come sei simpatico, Gordon.» risponde il minore, con lo stesso intento dell’altro: divertirsi un po’.
Il ragazzo dai capelli colorati gli sorride: un sorriso che la dice lunga, un sorriso che fa mettere in guardia Calum. E subito il moro si volta ed inizia a pattinare, cercando di non finire con il fondoschiena a terra. Cosa – purtroppo – molto probabile, dato il suo poco equilibrio. Ed ecco che proprio in quel momento fa un passo troppo lungo, sbilanciandosi. E già si vede lungo e disteso sulla lastra ghiacciata, sotto gli occhi di tutti, di persone che potrebbero riconoscerlo o che lo hanno già fatto ma che non gli rompono le scatole.
Già sente il ghiaccio sulla schiena, dovuto all’impatto della caduta. Solo che non succede assolutamente niente di quello che si era immaginato. Perché due mani forti, due mani che conosce molto bene, lo hanno preso al volo, rimettendolo in piedi in un batter d’occhio.
«Attento, che la prossima volta invece di aiutarti, ti lascio a terra e mi diverto.» lo canzona ancora Michael, con quel sorriso che ancora non ha lasciato il suo viso.
«Ma vaffanculo, scemo!» esagera Calum, che proprio non ce la fa ad essere arrabbiato con il suo ragazzo.
Si sorridono, giusto per una frazione di secondo, prima che le labbra del maggiore si posino delicatamente su quelle del moro, che subito si irrigidisce.
Perché non era mai capitata una cosa simile, che Michael lo baciasse così, in mezzo a tutti. È la prima volta, ed è veramente troppo piacevole, come se stesse dimostrando al mondo che sono una cosa sola, in silenzio, senza urlarlo a gran voce, ma facendo intuire. Ed è una sensazione bellissima, che li travolge entrambi e fa balzare il cuore nei loro petti.
 
«Ora ci si mettono anche loro.» commenta Ashton, indicando con il gomito i suoi amici.
Keli li osserva, curiosa, con un bellissimo sorriso sul volto. Perché ancora non riesce a credere della facilità con cui si sono trovati, con cui si sono capiti – lei, Michael e Calum – due settimane prima, dopo che Luke era uscito dal loro appartamento. Ancora non riesce a credere a come quei due si siano lasciati andare con lei, e ancor meno capisce come lei abbia potuto lasciarsi andare in quel modo. Insomma, Calum era sempre stato sulle sue, era il silenzioso del gruppo, quello con cui aveva legato meno. Con Michael invece non era mai riuscita ad iniziare una conversazione, per paura forse, ma di cosa non lo sapeva neppure lei. Era stato Luke la persona con cui – dopo Ashton – aveva legato di più. Soprattutto a causa di Letizia. Ed il fatto che i rapporti tra loro siano migliorati, siano cresciuti – e tutt’ora continuano a farlo – per lei è di grande conforto. Come a conferma del fatto che loro sei sono una famiglia, un po’ particolare, ma sono pur sempre una famiglia, come spesso il suo ragazzo le fa notare. E non potrebbe chiedere niente di meglio, specie perché in questi giorni sta scoprendo passo passo quanto profondi siano il loro rapporto e l’affetto tra di loro, esattamente come la piccola famiglia di cui sentono di far parte in pieno.
Sorride, la bionda, e punta lo sguardo sul suo ragazzo, che la sta guardando da un pezzo con un’espressione curiosa sul viso.
«Che c’è?» chiede lei, senza che il sorriso le vada via.
Ash scuote piano la testa, divertito, e le sorride, prima di far intrecciare lentamente le loro dita. «Niente.» le risponde ad un soffio dall’orecchio, facendole accapponare la pelle.
Senza aggiungere altro, si abbracciano forte, e Keli lascia che il riccio nasconda la testa nell’incavo del suo collo, ben coperto dalla sciarpa scura, morbida e profumata, la stessa sciarpa che Ashton le aveva regalato qualche settimana prima. La porta sempre, anche a casa. È uno dei pochi che ha per sentirlo sempre vicino.
Il ragazzo sorride, notando quel tessuto che aveva comprato per fare una piccola sorpresa alla bionda, e sorride felice di vedere che lo usa praticamente tutti i giorni.
«La sciarpa ti sta molto bene, lo sai?» continua a parlare piano, quasi come volesse tenere lontano il mondo da quei pochi minuti solo per loro.
Keli ridacchia e lo stringe forte. «Lo so. E anche se non mi fosse stata bene addosso, l’avrei indossata ugualmente.» risponde lei, sincera, con un bel sorriso che non vuole decidersi ad abbandonare le sue labbra.
A quelle parole, Ashton non riesce a non reprime la sua felicità, scaturita dalla cosa più semplice di tutte, e riempie il viso della sua ragazza di baci, lasciando che la su traccia umida bruci al passaggio, che lasci il segno sulla pelle della bionda, che non riesce a non ridere, piena di una felicità che non provava da un po’.
«Sei proprio uno scemo.»
«E tu sei fantastica.»
Si sorridono di nuovo, non possono farne a meno, non quando hanno davanti la persona che amano.
 
E quel pomeriggio di metà novembre trascorre così, con loro che si divertono, a volte tutti insieme, a volte in piccoli gruppi. Ridono, scherzano, giocano, cadono, si infamano a vicenda, sempre con il sorriso con le labbra. E non potrebbero chiedere di meglio. Sono insieme, nonostante i problemi, ed è questa la cosa più importante di tutte. Amano la sensazione di sentirsi così, uniti, come prima, come erano soliti fare quando erano a Sydney, in casa al caldo a vedere un film o a prendersi in giro su quei divani grandi.
Sanno che non sono da soli e che, nonostante i litigi e le cose non dette, rimangono sempre loro: quel gruppo di sei ragazzi che non potrebbe mai dividersi, per nessuna ragione al mondo. Perché loro sono così: un gruppo, una famiglia, sono un pezzo del cuore di tutti gli altri, e se manca uno, tutto il resto crolla.
E sanno anche che non c’è niente di più perfetto di quel momento, di loro che vivono così, felici, nonostante tutto, nonostante la mancanza di quei ricordi che solo il ponte, il legame per tutto.
Hanno al loro fianco la persona di cui hanno bisogno, la persona che li completa in un modo indescrivibile, che li fa sentire veri, unici, vivi. E non si tratta solo della persona che amano. Si tratta anche degli amici, perché nessuno di loro, senza gli altri, potrebbe fare qualcosa: si sentirebbe perso, senza un posto dove poter ritrovare se stesso, dove potersi sentire libero, a casa, protetto, amato, benvenuto. Senza gli amici, si sentirebbero tutti senza quei super poteri, senza quella sensazione intensa che solo l’affetto di un amici può e riesce a dare. Solo quell’affetto capace di far perdere la testa con un non nulla, solo perché si è preoccupati per la persona a cui si vuole bene, la persona che ci conosce meglio di qualunque altro.
Eppure, benché ormai si conoscano abbastanza da poter prevedere le mosse degli altri, ancora si stupiscono del fatto che ogni giorno riescono a scoprire qualcosa di nuovo su di loro, come se non ci fosse mai riserva alla preziosità di quelle persone. Perché sì, quei sei amici si considerano preziosi tra loro, unici, perché sanno che non potrebbero mai ritrovare qualcuno come loro, che riesca ad accettarli come loro, che riesca ad amarli e a proteggerli come loro.
Quei sei ragazzi sono quel piccolo gruppo che a volte ha bisogno di tante, troppe parole, a volte gliene bastano due. Sono quelli che si accontentano di una pizza e di una birra nel salotto di casa, perché non hanno bisogno di cose extra per divertirsi e per sentirsi bene – o, meglio – su di giri. Sono quelli a cui basta stare con i propri amici per sentirsi bene, come se quelle persone fossero tutto ciò di cui hanno bisogno. Sono quelli che ci sono sempre, nonostante le difficoltà, la rabbia, la tristezza, le bugie, i segreti. Sono quelli che non potrebbero mai abbandonarsi, perché sono troppo importanti gli uni per gli altri.
È forse questo il potere dell’amicizia e dell’amore? Riuscire a dare tutto quel che serve senza che venga chiesto? Donare se stessi anche senza ricevere qualcosa in cambio? Capire all’istante cosa l’altro stia passando? Accettare tutte le sfaccettature del carattere della persona a cui si vuole bene?
Forse. Forse è questa è l’amicizia. Forse è qualcosa di meno. O forse è anche qualcosa di più.
Quel che quei sei ragazzi sanno è che – nonostante i problemi – senza i loro amici, loro non sarebbero niente.






Letizia
Ciao a tutti! Eccomi qui, come promesso, dopo una settimana passata in Austria nel migliore dei modi.
Allora, che cosa abbiamo qui? I Luzia che, teneri loro, stanno facendo passi avanti *^*.
E c'è Luke che purtroppo non ha ancora perdonato i suoi amici :(.
Dai, però, speriamo in bene, che di cose devono accaderne ancora tante :3.
Grazie per tutto, davvero, siete meravigliosi!
Solo una piccola cosina: vi prego, fatemi sapere che cosa ne pensate, che ci conto tantissimo al vostro parere, sul serio.
Non mordo nessuno, anzi, sono un koala che regala coccole a tutti :3.
Grazie ancora e a presto! Un bacione, Letizia <3
   
 
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