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Autore: _hayato    19/04/2015    2 recensioni
Sousuke aveva sempre creduto nell’amore. Non che fosse un tipo particolarmente romantico o sentimentale – effettivamente non si era mai innamorato davvero – ma credeva nell’amore. Era sicuro che, prima o poi, quello strano sentimento lo avrebbe colto in pieno, cambiandogli la vita. Certo, di sicuro non si aspettava che lo cogliesse in pieno lì, in un vicolo dimenticato nella periferia di Tokyo, in piena notte. Di sicuro non si aspettava che succedesse per mano di un ventitreenne dai capelli rossi, le gambe lunghe ed il sorriso tagliente. E, di sicuro, non si aspettava che lo scenario di quella storia d’amore si sarebbe limitato al suo appartamento ed i sedili posteriori della sua auto. Si aspettava che si trattasse di qualcosa non propriamente convenzionale, ma di sicuro non si aspettava Rin.
[Hooker!au]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rin Matsuoka, Shigino Kisumi, Sosuke Yamazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The best mistake you'll ever make.

 

 No, no, no,

                      this is not the plan.

          If I can't have you

                               then no one can.

 

Sousuke aveva sempre creduto nell’amore. Non che fosse un tipo particolarmente romantico o sentimentale –  effettivamente non si era mai innamorato davvero – ma credeva nell’amore. Era sicuro che, prima o poi, quello strano sentimento lo avrebbe colto in pieno, cambiandogli la vita. Certo, di sicuro non si aspettava che lo cogliesse in pieno lì, in un vicolo dimenticato nella periferia di Tokyo, in piena notte. Di sicuro non si aspettava che succedesse per mano di un ventitreenne dai capelli rossi, le gambe lunghe ed il sorriso tagliente. E, di sicuro, non si aspettava che lo scenario di quella storia d’amore si sarebbe limitato al suo appartamento ed i sedili posteriori della sua auto. Si aspettava che si trattasse di qualcosa non propriamente convenzionale, ma di sicuro non si aspettava Rin.

 

Aveva sempre avuto un pessimo senso dell’orientamento. Aveva comprato decine di mappe, un gps, di tutto, ma non c’era niente da fare: senza una guida, probabilmente, si sarebbe perso anche in casa propria. Da quando si era trasferito a Tokyo, poi, la situazione era diventata tragica: la città era immensa, totalmente sconosciuta, ed in più non aveva nessuno da chiamare per farsi dare indicazioni o eventualmente essere proprio accompagnato a casa. Quel giorno poi, dopo il primo giorno di lavoro alla centrale, era stanco e confuso come non mai, per cui non fu affatto sorpreso quando, svoltato al vicolo che avrebbe dovuto condurlo al palazzo in cui abitava, si ritrovò invece in una stradina completamente sconosciuta illuminata da due lampioni – di cui uno pure mezzo fulminato. Sousuke inspirò profondamente e rallentò per guardarsi intorno, alla ricerca di un passante a cui chiedere informazioni, dato che lui, sinceramente, ad orientarsi di suo ci aveva rinunciato in partenza. Notò solo allora che, appoggiato al lampione funzionante, c’era un ragazzo dai capelli rossi intento a fumare una sigaretta. Accostò al marciapiede e abbassò il finestrino, cercando di sporgersi per attirare la sua attenzione, ma non fu necessario, perché l’altro si stava già avvicinando a lui. Lo vide chinarsi in avanti ed appoggiare entrambe le braccia al finestrino, il viso che faceva capolino nella sua auto. Gli occhi, dal taglio affilato, erano di un rosso brillante e lo scrutavano con interesse.

Stava per parlare e chiedere informazioni, ma l’altro lo precedette.

– Sono venticinquemila per tutta la notte, pagamento alla fine e non faccio niente senza protezione. – disse, un tono meccanico che non combaciavano affatto né con il sorriso complice che sfoggiava né con la sua bellissima voce calda. Sousuke lo guardò per qualche secondo, completamente spiazzato. Cosa? Lui si era fermato per sapere dove si trovava, non capiva cosa diavolo c’entrasse quella rispost- oh, okay, forse aveva capito. La cosa lo spiazzò ancora di più. L’altro sembrò accorgersi della sua confusione, perché inclinò appena la testa da un lato e rise. Dio se era bello, mentre rideva, socchiudeva gli occhi e le spalle gli tremavano e- no. Dovette inspirare profondamente per cercare di calmarsi. Era una prostituta, tutte le sue azioni erano calcolate nel dettaglio. Sousuke era un poliziotto, i suoi colleghi di tipi come lui ne incontravano a palate, ne era certo. Doveva stare calmo e non lasciarsi abbindolare.

– Oh, credo di aver frainteso, scusami tanto. – disse l’altro divertito, una volta smesso di ridere. Il tono di voce stavolta era più naturale, rilassato. Sembrava quasi sincero, come se gli dispiacesse sul serio di aver sconvolto un povero passante innocente. Gli diede le spalle e tornò verso il marciapiede con passi lenti e decisi. Non riuscì a fare a meno di guardargli le gambe, bianche e bellissime – come d’altronde tutto quello che riguardava il ragazzo – quasi completamente scoperte da quei pantaloni fin troppo corti e stretti, terribilmente stretti, che a malapena coprivano un sedere talmente perfetto che-

– Ohi. – Sousuke nemmeno si era accorto di aver aperto bocca, quel suono aveva lasciato la sua gola quasi inconsciamente e avrebbe voluto rimangiarselo all’istante. Non poteva, nella maniera più assoluta, neanche per sogno. Era sbagliato, sotto qualsiasi punto di vista. Avrebbe voluto premere l’acceleratore  e scappare via il più velocemente possibile, ma quando il ragazzo si voltò verso di lui, sfoggiando un sorriso soddisfatto, – lo sapeva, dannazione, lo sapeva – Sousuke non ne ebbe la forza. Non disse nulla, si limitò ad invitarlo a salire con un cenno del capo, maledicendosi mentalmente un milione di volte. L’altro gettò via la sigaretta e prese posto accanto a lui, le gambe accavallate ed una mano che già correva ad accarezzargli il petto.

Sousuke non aveva idea di dove si trovasse, davvero, non ne aveva nemmeno la più pallida idea, ma nel momento in cui il ragazzo gli passò una mano sulla coscia – senza nemmeno fare troppa pressione, anzi, si poteva dire che a malapena lo stava sfiorando – la strada di casa gli comparve in mente in maniera tanto chiara che si sorprese di sé stesso.

Andarono avanti per tutta la notte, concedendosi giusto una ventina di minuti di tregua tra una scopata violenta e l’altra. Gli era capitato di avere qualche sveltina, prima di allora, ma nessuno gli aveva mai fatto provare qualcosa di tanto intenso. Quello era un corpo addestrato a dare piacere e svolgeva il suo compito divinamente. Ma più della foga, più del desiderio, più di qualsiasi altra cosa, lo sorprese il modo in cui, una volta esausti, il rosso si sdraiò accanto a lui e gli accarezzò il viso. Il suo sguardo aveva qualcosa di strano, una nota quasi malinconica, come se stesse guardando qualcosa che apparteneva al passato. Sousuke non capiva, ma sentì l’impulso di stringerlo forte e l’altro lo lasciò fare.

Il giorno successivo – si era addormentato senza accorgersene, evidentemente – dal suo portafogli mancavano esattamente venticinquemila yen e sul palmo della mano aveva un numero di telefono scarabocchiato con la penna e un nome: Rin. Sousuke si ritrovò a pensare alla notte precedente, al corpo caldo accanto ed attorno al suo e sentì qualcosa stringersi nel petto al ricordo di quella voce, di quel viso, di quello sguardo. Fu così che si rese conto che, a mancargli, non erano solo quei venticinquemila yen.

 

Yo. dire che sono incapace di fare html sarebbe un eufemismo. Anche dire che sono un pochino in fissa con Natalia Kills sarebbe un eufemismo poi. Ho questa cosa pronta da una settimana, ma then sono dovuta partire e non ho potuto pubblicare prima di adesso. Scritta per la notte bianca, anche questa seguendo un prompt di manubibi, a cui spero piaccia sia questo capitolo che i successivi. E nulla, le hooker!au mi hanno preso l'anima. Spero che vi piaccia, questo capitolo, essendo stato scritto in piena notte e di fretta, è un poì povero, ma cercherò di rifarmi con i prossimi. Per chi segue Devils don't fly, il prossimo capitolo non arriverà prima della settimana prossima, srry, ma zero tempo e tanto da studiare. Che altro, spero vi sia piaciuta, io come sempre ci ho messo impegno! A presto!

   
 
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