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Autore: Hem    19/04/2015    0 recensioni
Brits 2014.
Perché non so guardarti, non so toccarti in un modo diverso da questo. E allora non ti guardo affatto. Non ti tocco affatto
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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https://www.youtube.com/watch?v=ZPHftyqn_ZU

Sfrego con la mano destra il tessuto fin troppo costoso che mi avvolge la coscia in modo ossessivo per cercare di scaricare la tensione. Siamo in diretta mondiale, circondati da alcune delle persone più famose, i nomi più prestigiosi di cinema, televisione, stampa. Uno di loro sta parlando adesso sul palco e tutti intorno ridono ad una battuta a cui non ho prestato attenzione.

Scuoto la testa e cerco di concentrarmi su quello che sta dicendo, qualcosa riguardo l’ultimo film di una trilogia che riesce a farmi sorridere. Niall sta ridendo sguaiatamente e allora rido anche io pensando a quanto in quattro anni non sia cambiato per nulla ma poi la concentrazione scema di nuovo e torno a tormentarmi le mani, gli occhi puntati sulle bottiglie in centro tavola di fronte a me.

Sei seduto il più lontano possibile, eppure, nero dannato sarcasmo dell’universo, seduti a questa dannatissima tavola rotonda, finisce che ti ho dritto davanti agli occhi. Fisso lo champagne per costringermi a non alzare la testa per controllare se stai ridendo, finirei per fissarti le fossette sulle guance e lo noteresti di certo. Fisso il centro tavola perché sento la tua voce arrivarmi disturbata dagli applausi, applaudo anche io automaticamente, e scommetto che stai parlando col tuo vicino di posto tutto sorrisi e finirei per fissarti le labbra per capire che cosa diavolo gli stai dicendo Styles, e lo noteresti di certo.

Sono ancora incazzato nero, incazzato nero con te piccolo idiota e non voglio guardarti così, non stasera, non qui dove puoi aggrapparti alle spalle di Grimshaw e raccontargli di dove hai comprato la tua ultima camicia a fiori mentre lui ti mangia con gli occhi, viscida faccia di cavallo, e io non posso stringerti il fianco e baciarti di fronte a lui. Dio non posso nemmeno guardarti, non posso nemmeno avvicinarmi perché vedrebbero tutto quello che c’è da vedere e ci è proibito mostrare. Direbbero che ti guardo con gli occhi che brillano, che ti tocco come fossi il mio ragazzo e dannazione è vero perché lo sei e perché non so guardarti, non so toccarti in un modo diverso da questo. E allora non ti guardo affatto. Non ti tocco affatto.

E lo capisco che hai bisogno di spazio, lo capisco che hai bisogno di saltellare ovunque, che è questo che mi ha fregato, come vaghi libero e senza voler essere intrappolato dai pensieri altrui nelle tue bandane da rocker e quando ti sto vicino riesco a respirare aria pulita e Louis è solo un caro amico ma non qui Harry, non stasera dove io non posso e lui si. E litighiamo ancora e io finisco a perdermi le battute in diretta nazionale e a fissare cinque bottiglie di champagne troppo costoso che non berremo neanche.
 
Rose è sul palco, due minuti o tre ore più tardi, chi può dirlo, per annunciare i vincitori del “Global Success Award”. E’ il nostro nome quello che viene annunciato al microfono e wow non posso fare a meno di esultare davvero. Gli altri ragazzi esultano con me, Zayn mi abbraccia e ci spostiamo verso il palco per ritirare il premio.

Mi ero ripromesso di non farlo ma ti cerco con lo sguardo, anche solo per assicurarmi stia venendo nella direzione giusta e non ti trovo. Dove diavolo sei? Non sei al tavolo e non ti vedo da nessun’altra parte. Non posso fermarmi a cercarti, stiamo già salendo le scale e non sei da nessuna dannatissima parte. Aiuto Niall a salire l’ultimo gradino per assicurarmi che non cada dal palco con quelle stampelle assassine e ne approfitto per dare un’ultima sbirciata, ma nulla.

Quasi mi dimentico persino di baciare Rose sulla guancia, mi deve far segno di avvicinarmi, perfetto. Liam chiede al microfono se qualcuno ha visto in giro un ragazzo riccio ma poi non può far altro che cominciare con i ringraziamenti e io sto li a chiedermi se ti sei perso nei corridoi dietro le quinte o sei andato a mangiarti un mandarino di nascosto; ci scommetterei cinquanta bigliettoni che non ti ricordavi più dove avevi lascito la borsa dei dannati mandarini. O sei con Grimshaw Harry? Che anche la sua sedia è vuota e per Dio, Harrold,  non con Grimshaw.

Il premio è li di fronte a me e lo afferro e me lo guardo, assomiglia ad un disco tipo lancio del disco, lo fanno ogni anno più brutto e Liam ringrazia il management e gli dico i fans, ringrazia i fans e a questo punto dovremmo scendere dal palco. Payne fa un ultimo tentativo nel chiamarti al microfono e in quel momento compari correndo lungo il corridoio sgombro di sedie verso il palco con una mano nei capelli. E io ti guardo e mi chiedo se sei reale Haz, mi chiedo come sei uscito così dannatamente attraente e idiota allo stesso tempo e scuoto la testa e alzo gli occhi al cielo perché, oh dio creatore, ti rendi conto di cos’ hai fatto?.

“Mi dispiace davvero ero al bagno. Le toilette sono lontanissime”

Non l’hai detto davvero. Non ti sei scusato dicendo che eri a fare una pisciata in diretta mondiale. E io sorrido ancora fissando il pavimento perché nonostante tu mi abbia fatto incazzare sei su un palcoscenico con una camicia coi teschi a scusarti per il ritardo a causa della tua vescica e sei mio.

“Che abbiamo vinto?”

Lo sussurri al microfono e mentre tutti ridono alzo gli occhi e vedo che lo stai chiedendo a me. Perché non sei più arrabbiato, perché succede sempre così che mi vieni a cercare per primo perché odi quando non ci parliamo, perché mi devi assolutamente raccontare qualcosa, perché hai voglia che ti stringa sul divano invece di starmene nel mio cocciuto silenzio a guardare un reality qualsiasi.

Io sono quello che si chiude ferito a riccio e tu proprio perché sei ferito, da solo invece non ci sai mai stare troppo a lungo. E allora mi abbracci in cucina e mi stringi senza dire nulla finché non importa più perché siamo arrabbiati o cominci a raccontarmela lo stesso quella cosa divertente che dovevi dirmi e alla fine finisco sempre per ridere e chiederti di più e tutto scorre via. Loro non lo sanno che è il tuo modo di chiedermi scusa qualche volta o più spesso di dirmi che non importa più perché noi siamo più importanti.

E’ il tuo modo di ricominciare a parlarmi all’improvviso dieci minuti dopo che abbiamo litigato per assicurarti che io non sia davvero così arrabbiato o per vedere se per caso non mi sia già passata. E lo fai anche qui, anche se siamo su un palco di fronte a migliaia di persone e non nella nostra cucina. Me lo chiedi guardandomi negli occhi ma io sono il riccio, lo sai fin troppo bene, e ferito mi chiudo su me stesso ancora una volta perché sono ancora incazzato e non ce l’avrai vinta così stavolta e abbasso lo sguardo facendo finta di non averti sentito e non ti rispondo perché avresti potuto farla questa cosa per me stasera, di non aggrapparti alle sue spalle quando non posso offrirti le mie. Zayn ti sussurra la risposta, ringrazi e scendiamo dal palco.
 
Abbiamo discusso ancora arrivati a casa. Eri a fumare una sigaretta con lui. La facilità con cui l’hai ammesso mi ha quasi mandato in bestia. Ma poi mi guardi a quel modo e mi dici che avete parlato di me. Che tu hai parlato di me, che il discorso finiva sempre li. Sospiro forte perché il fastidio è ancora tutto alla base dello sterno ma tu sei qui di fronte a dirmi che hai parlato di me all’uomo cavallo che ti mangia con gli occhi e allora non importa più perché noi siamo più importanti.
 
Ti stringo al buio mentre già dormi, la fronte sulla tua spalla, la mano stretta alla tua. Ti bacio piano la scapola mentre ti faccio da scudo almeno qui, amore mio, contro il mondo che stasera non esiste.
  
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