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Autore: Lisaralin    19/04/2015    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Rasaad yn Bashir
Genere: Introspettivo, Malinconico, Drammatico
Rating: giallo
Avvertimenti: temo di essere andata OOC con Rasaad, probabilmente qui appare troppo assetato di vendetta per un legale buono. Però in BG2 mi è parso molto più tormentato e instabile rispetto al primo gioco, molto più in preda a dubbi mistici e propenso a smarrire la via. Perciò...



Notte senza luna

Il respiro della città è rumoroso.
Persino di notte Athkatla non si addormenta mai davvero. Merci e viaggiatori partono e arrivano a ogni ora, la musica nelle taverne non si spegne mai. I suoi vicoli brulicano di vita sotterranea e misteriosa.
Nelle città è più difficile percepire il flusso del mondo ed entrare in armonia con esso. È faticoso unire i frammenti in un mosaico completo, perché un velo di nebbia sporca sembra offuscare continuamente i nostri occhi. Un insistente ronzio di fondo disturba la concentrazione, ci impedisce di respirare all’unisono con ciò che ci circonda.
O forse è solo una scusa per non guardare in faccia la verità.
“Il mondo non si rivelerà mai a tuoi occhi se prima tu stesso non guarderai nella tua anima come in uno specchio d’acqua cristallina” amavano ripetere i maestri. Sembra passata una vita da quel tempo innocente, protetto dalle mura accoglienti del monastero. Una vita, o forse due. Quella di Gamaz, spezzata in mattino di gelo, di sangue e di neve. E la sua.
Adesso però deve scacciare questi pensieri. Il cavaliere si muove rapido nonostante il peso dell’armatura, e Rasaad non può permettersi di perdere le sue tracce. Ha promesso al Figlio di Bhaal di tenerlo d’occhio.
A dire il vero Anomen non si impegna molto a celare la propria avanzata. Le insegne del Cuore Radioso sulla sua armatura, splendenti alla luce delle torce, bastano a far scappare a gambe levate ladruncoli e tagliagole e a spianargli la strada.
E perché procedere con furtività, poi? Solo i vili e i codardi nascondono la loro vergogna allo sguardo di Selûne. Anomen non ha dubbi: la sua impresa è nobile, la sua ira giusta, la sua vendetta inevitabile. Può permettersi di procedere a testa alta.
Al contrario di me, che striscio tra le ombre come un Ladro Tenebroso qualsiasi.
Lo scroscio quieto della risacca annuncia l’ingresso nel Quartiere del Ponte. A questo punto non ci sono più dubbi sulla destinazione di Anomen. Ancora prima che emerga dall’oscurità, Rasaad intuisce la sagoma imponente della residenza di Saerk Farrahd dritta davanti a loro. Un paio di guardie, probabilmente mercenari, presidiano l’ingresso anche a quell’ora della notte, ma per il momento non sembrano fare caso ad Anomen. L’aspirante cavaliere del Cuore Radioso si ferma a qualche metro di distanza dalla porta principale, la mano destra stretta attorno all’elsa della spada. È troppo buio per scorgere il suo viso, e Rasaad è troppo lontano, ma è come se lo avesse davanti agli occhi, nitido e chiaro nella luce di Selûne.
Che farei io, se lì dentro ci fosse Alorgoth?
Vorrebbe entrare, senza dubbio. Aprirsi la strada a suon di calci tra i suoi viscidi scagnozzi e metterlo con le spalle al muro, spaccare con un pugno le labbra che hanno sussurrato parole oscure nell’orecchio di Gamaz e riso mentre suo fratello sprofondava tra le spire di Shar.
Lo ha cercato senza sosta solo per quel momento. Ha percorso in lungo e in largo la Costa della Spada e l’Amn, fiutato tracce come un segugio, colto i sussurri della notte con la bravura di una spia. E i suoi fratelli in Selûne, i monaci dell’Anima Solare, non l’hanno mai perdonato per questo.
Non sono più miei fratelli. Non sono più degno di innalzare lodi a Selûne al loro fianco.
Anomen esita, immobile di fronte alle mura che proteggono gli assassini di sua sorella.
Le urla hanno risvegliato persino gli ubriachi, quella mattina al Diadema di Rame. La voce tonante di Anomen, accesa di ira e di sdegno, e quella più pacata del Figlio di Bhaal che lo pregava di non commettere pazzie. Di non caricare a testa bassa, di sottoporre il caso alle autorità piuttosto che gettarsi in una vendetta selvaggia e indegna di un aspirante paladino del Cuore Radioso. Tutto il gruppo si è schierato dalla sua parte. Solo Rasaad non ha proferito parola.
Perché Anomen sta commettendo il suo stesso errore.
E anche adesso Rasaad non abbandona il suo riparo tra le pieghe della notte. Avrebbe potuto fermare Anomen in un qualsiasi momento lungo il percorso. Ma non lo ha fatto.
È una notte di luna nuova. Selûne volge il suo sguardo lontano dalla terra, oltre la distesa di stelle e la barriera gelida del cielo che la vista dell’uomo non riesce a penetrare. La notte ideale per versare sangue senza causare il pianto della dea.
Dopo un tempo che pare infinito Anomen muove il primo passo verso l’edificio silenzioso. Ha preso la decisione che lo porterà a diventare un esule, un reietto del suo ordine. Ma l’esilio non è qualcosa che ci viene imposto dall’esterno; c’è chi nasce portandolo dentro di sé, in ogni momento.
Rasaad ha visto combattere Anomen tante volte. Conosce il suo valore e la potenza della sua spada. Spalla contro spalla hanno affrontato centinaia di nemici insieme, si sono salvati la vita più volte di quante possa ricordare. Hanno condiviso racconti attorno al fuoco, lunghe veglie scrutando le tenebre con il cuore in gola, accerchiati da briganti, orchi, maghi rossi. Sono compagni. Fratelli.
Non si lascia un fratello solo in preda alla notte e al buio, questo persino un reietto di Selûne può capirlo. Non può continuare a nascondersi tra le ombre mentre Anomen corre incontro all’esilio e alla dannazione.
Rasaad abbandona il rifugio e avanza verso la residenza di Farrahd, mostrandosi alla luce delle torce.
“Anomen.”


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Note: Rasaad decide di fermare Anomen per impedirgli di cedere alla vendetta come ha fatto lui, oppure vuole aiutarlo, scendendo con lui nell'abisso della dannazione? Ai lettori l'ardua sentenza.
 
  
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